Al cuore di tutto: la natura e il carattere di Dio

Di Peter Amsterdam

Novembre 27, 2011

Pazienza, misericordia e grazia (seconda parte)

La misericordia divina può essere intesa come l’amore e la bontà di Dio nei confronti di chi si trova nell’angoscia e nella sofferenza, di chi ha bisogno. Poiché gli esseri umani peccano e quindi subiscono le conseguenze del peccato, ci troviamo in uno stato pietoso e abbiamo bisogno del suo aiuto. Dio ha pietà dei bisognosi. È compassionevole e dimostra misericordia nei nostri confronti.

Definizione della misericordia divina

Il teologo James Leo Garrett scrisse:

I termini biblici che indicano la misericordia o la compassione divina, trasmettono il calore e l’emozione della natura stessa di Dio nel perdonare, guarire e reintegrare esseri umani peccatori.[1]

Louis Berlhof espresse la misericordia divina come la bontà o l’amore di Dio nei confronti di chi è in preda all’angoscia e alla sofferenza, indipendentemente da ciò che si merita.[2]

La parola usata più comunemente nel Vecchio Testamento per “misericordia” era chesed, comunemente tradotta con misericordia, bontà, benignità, benevolenza. Alcune traduzioni moderne usano fedeltà e amore abbondante. Un’altra parola del Vecchio Testamento che suggerisce misericordia e compassione è racham che significa avere misericordia, essere compassionevoli, avere grazia e bontà, compatire. Era usata per indicare la bontà e la misericordia divina.

Nel Nuovo Testamento il termine greco più usato, eleos, è definito: bontà, o buona predisposizione verso i sofferenti e gli afflitti, unita al desiderio di aiutarli; provvidenza divina nei confronti degli uomini; misericordia e clemenza divina nel fornire agli uomini la salvezza per mezzo di Cristo.[3] Questa parola esprime la grande misericordia di Dio nei confronti di qualcuno — che si manifesta nell’offrire all’umanità salvezza, oltre a pietà e compassione.

Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, misericordia, compassione e pietà sono spesso menzionate in situazioni in cui la gente si trova in difficoltà, sofferenza o bisogno.

Davide disse a Gad: «Mi trovo in grande angoscia! Cadiamo pure nelle mani dell’Eterno, perché le sue compassioni sono grandi».[4]

 

Egli avrà compassione del debole e del bisognoso e salverà la vita dei bisognosi.[5]

E Gesù, mosso a pietà, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Sì, lo voglio, sii mondato!»[6]

 

E quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei.  Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». Accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: «Giovinetto, io ti dico, alzati!». E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre.[7]

 

Vedendo le folle, ne ebbe compassione perché erano stanche e disperse, come pecore senza pastore.[8]

Gesù, mosso a pietà, toccò i loro occhi; e all’istante i loro occhi recuperarono la vista e lo seguirono.[9]

Aspetti della misericordia divina

La misericordia divina è abbondante e dura in eterno:

Poiché tu, o Signore, sei buono e pronto a perdonare, e usi grande benignità verso tutti quelli che t’invocano.[10]

 

Grande fino al cielo è la tua benignità, e la tua verità fino alle nuvole.[11]

 

Celebrate l’Eterno, perché Egli è buono, perché la sua benignità dura in eterno.[12]

 

Essi cantavano, celebrando e lodando l’Eterno, «Perché Egli è buono, perché la sua benignità verso Israele dura in eterno».[13]

La misericordia di Dio si manifesta a favore di quelli che lo amano:

Riconosci dunque che l’Eterno, il tuo Dio, è Dio, il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua benignità fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti.[14]

E la sua misericordia si estende di generazione in generazione verso coloro che lo temono.[15]

La sua misericordia si estende anche a quelli che non lo amano:

L’Eterno è buono verso tutti e pieno di compassione per tutte le sue opere.[16]

 

Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete i figli dell’Altissimo, perché Egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi. Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso.[17]

 

Al Signore nostro Dio appartengono la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di Lui.[18]

La misericordia divina nell’Incarnazione

L’esempio più grande della misericordia divina verso l’umanità è l’Incarnazione. L’avvento di Gesù in corpo umano per morire per i nostri peccati e prendere su di Sé la nostra giusta punizione, è la manifestazione più completa dell’amore e della misericordia di Dio. Nel suo amore e nella sua misericordia Dio scelse di fare questo sacrificio per riconciliarci a Sé.

Nelle sue conferenze sugli attributi divini, J. I. Packer ha detto:

La saggezza divina si è così manifestata: la salvezza mediante la croce ha risolto un problema che l’uomo avrebbe trovato insolubile. Come può una persona che è di per sé empia e peccatrice trovarsi giusta davanti a Dio? La risposta naturalmente è tramite un’espiazione sostitutiva. L’uomo, però, non si sarebbe mai sognato che una cosa simile fosse possibile. Dio l’ha escogitata, l’ha rivelata, l’ha fatta. A Dio va la lode. Cristo è la saggezza di Dio, una saggezza che si manifestò supremamente in quella forma di salvezza.[19]

Nel suo amore e nella sua misericordia, Dio ha creato un modo in cui noi peccatori potessimo essere redenti. La sua santità e la sua giustizia, insieme alla sua grazia e misericordia — che fanno tutte parte della sua natura e del suo carattere, della sua stessa essenza — cooperano all’interno del suo divino amore per fare ciò che è impossibile per l’uomo: espiare i nostri peccati, eliminare la separazione da Dio causata dal peccato, in modo da farci vivere eternamente con Lui.

Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati, nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza, fra i quali anche noi tutti un tempo vivemmo nelle concupiscenze della nostra carne, adempiendo i desideri della carne e della mente, ed eravamo per natura figli d’ira, come anche gli altri. Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia, con benignità verso di noi in Cristo Gesù. Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio.[20]

Il filosofo e teologo Rufus M. Jones ha offerto questa spiegazione perspicace degli aspetti del peccato e della sua espiazione da parte di Gesù:

I due aspetti fondamentali del peccato, allora, sono (1) il suo effetto morale interiore sull’anima, la sua forza asservitrice nei confronti del peccatore, e (2) la sua tendenza ad aprire un baratro tra Dio e l’uomo, a far apparire Dio come se fosse colmo d’ira. In che modo Cristo affronta questa situazione umana? Che cosa c’è al cuore del Vangelo? Innanzi tutto [… Cristo] rivela Dio come un Padre la cui natura intrinseca è fatta di amore, tenerezza e perdono. Invece di un sovrano che esige giustizia, Egli ci mostra un Amore infinito. Quando disse “Dio è Amore”, Giovanni si limitò a esprimere quello che Gesù Cristo aveva insegnato nella sua vita mediante ogni gesto e poi manifestato in modo supremo sulla croce. Rinunciare a questa verità e partire dall’ipotesi di un Dio che va placato o riconciliato, o il cui atteggiamento va cambiato, vuol dire rinunciare all’essenza del Vangelo. […] Colui che venne a mostrarci il Padre, lo mostrò inconfondibilmente come pieno d’amore, non solo per il santo, per il figlio vero e proprio, ma anche per il peccatore, il figlio potenziale. O Dio è amore, oppure dobbiamo concludere che Cristo non l’ha rivelato nella sua vera essenza.[21]

Dio, che è santo, retto e giusto — oltre che paziente, benigno e misericordioso — non vuol vedere nessuno morire nel peccato, pagare il prezzo del peccato, che è la morte.

Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni credono che Egli faccia, ma è paziente verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento.[22]

«Provo forse piacere della morte dell’empio?», dice il Signore, l’Eterno, «e non piuttosto che egli si converta dalle sue vie e viva? Io infatti non provo alcun piacere nella morte di chi muore», dice il Signore, l’Eterno. «Convertitevi dunque e vivrete».[23]

«Di’ loro: Com’è vero che Io vivo», dice il Signore, l’Eterno, «Io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie. Perché mai dovreste morire, o casa d’Israele?»[24]

 

Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.[25]

Per concludere, ecco alcune citazioni dal teologo Karl Barth, che esprimono molto bene come l’amore, la benignità e la misericordia di Dio emanano dalla sua natura e dal suo essere:

La misericordia di Dio sta nella sua premura di partecipare al dolore di un altro, una premura che sgorga dalla sua natura più intima e pervade tutto il suo essere e ogni sua azione.[26]

L’amore e la grazia di Dio non sono solo rapporti matematici o meccanici, ma hanno la loro vera sede ed origine nella disposizione del suo cuore.[27]

Non esiste essere divino più alto del Dio clemente, non esiste santità divina più alta di quella da Lui dimostrata nel mostrarsi misericordioso e nel perdonare i peccati; poiché in questa azione non interpone a nostro favore altri che Se stesso. Per la sua benevolenza s’interessa alla nostra causa e si assume le nostre responsabilità nonostante la nostra malevolenza. In questo atto si manifesta in tutta la maestà del suo essere. Mentre noi pecchiamo contro Dio, Egli stesso fa il gesto di riconciliarsi con noi dimostrandosi benevolo nei nostri confronti. Se scopriamo, riconosciamo e riceviamo la sua grazia, scopriamo, riconosciamo e riceviamo nient’altri che Lui. In questo modo avviene per grazia l’unica cosa che abbia efficacia contro il peccato.[28]

 

Non volendo che alcuno perisse, Dio provvide un mezzo di salvezza mediante Gesù, così che per fede in Lui fossimo liberati dalla morte, dalla punizione per i nostri peccati e dalla separazione da Dio. Questo è il dono prezioso datoci dal nostro Dio paziente, clemente e misericordioso.

 

 


Nota

Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI), la Traduzione in Lingua Corrente (TILC), la Luzzi Riveduta (Luzzi) e la Vulgata.


Bibliografia

Barth, Karl. The Doctrine of the Word of God, Vol.1, Part 2. Peabody: Hendrickson Publishers, 2010.

Berkhof, Louis. Systematic Theology. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1996.

Cottrell, Jack. What the Bible Says About God the Creator. Eugene: Wipf and Stock Publishers, 1996.

Craig, William Lane. The Doctrine of God. Defenders Series Lecture.

Garrett, Jr., James Leo. Systematic Theology, Biblical, Historical, and Evangelical, Vol. 1. N. Richland Hills: BIBAL Press, 2000.

Grudem, Wayne. Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine. Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000.

Lewis, Gordon R., and Bruce A. Demarest. Integrative Theology. Grand Rapids: Zondervan, 1996.

Milne, Bruce. Know the Truth, A Handbook of Christian Belief. Downers Grove: InterVarsity Press, 2009.

Mueller, John Theodore. Christian Dogmatics, A Handbook of Doctrinal Theology for Pastors, Teachers, and Laymen. St. Louis: Concordia Publishing House, 1934.

Ott, Ludwig. Fundamentals of Catholic Dogma. Rockford: Tan Books and Publishers, Inc., 1960.

Packer, J. I. The Attributes of God 1 and 2. Lecture Series.

Williams, J. Rodman. Renewal Theology, Systematic Theology from a Charismatic Perspective. Grand Rapids: Zondervan, 1996.


[1] Garrett, Jr., James Leo. Systematic Theology, Biblical, Historical, and Evangelical, Vol. 1. N. Richland Hills: BIBAL Press, 2000. p. 285.

[2] Berkhof, Louis. Systematic Theology. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1996, p. 73.

[3] Lexicon/Concordance, BlueletterBible.org.

[4] 2 Samuele 24,14.

[5] Salmi 72,13.

[6] Marco 1,41.

[7] Luca 7,12–15.

[8] Matteo 9,36.

[9] Matteo 20,34.

[10] Salmi 86,5.

[11] Salmi 57,10.

[12] 1 Cronache 16,34.

[13] Esdra 3,11.

[14] Deuteronomio 7,9.

[15] Luca  1,50.

[16] Salmi 145,9.

[17] Luca  6,35–36.

[18] Daniele 9,9.

[19] Packer, J. I. The Attributes of God, Part 2, Lecture 12, God’s Praiseworthiness.

[20] Efesini 2,1–8.

[21] Jones, Rufus M., The Double Search—Studies in Atonement and Prayer, Filadelfia, The John C. Winston Company, 1906, p. 73.

[22] 2 Pietro 3,9.

[23] Ezechiele 18,23, 32.

[24] Ezechiele 33,11.

[25] Romani 6,23.

[26] Barth, Karl. The Doctrine of the Word of God, Vol.1, Part 2. Peabody: Hendrickson Publishers, 2010, p. 369.

[27] Barth, Karl. The Doctrine of the Word of God, Vol.1, Part 2. Peabody: Hendrickson Publishers, 2010, p. 370.

[28] Barth, Karl. The Doctrine of the Word of God, Vol.1, Part 2. Peabody: Hendrickson Publishers, 2010, p. 350.


Titolo originale: The Heart of It All: The Nature and Character of God
- Patience, Mercy, and Grace - Part 2
Pubblicato originariamente in Inglese il 22 Novembre 2011

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