1 Corinzi: capitolo 2 (versetti 9-16)

Di Peter Amsterdam

Ottobre 15, 2024

[1 Corinzi: Chapter 2 (verses 9-16)]

Continuando il nostro studio di 1 Corinzi 2, nel versetto 9 leggiamo:

Ma com’è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell’uomo sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».1 In precedenza, nel capitolo 2 Paolo aveva detto che le persone “di questo mondo” non comprendono “la sapienza di Dio misteriosa e nascosta” (vv. 6-7), ma che quello che una volta era un mistero ora è stato rivelato. Cristo, il Figlio di Dio, venne sulla terra e fu crocifisso. Lui è il Signore della gloria ed è stato rivelato a tutti quelli che a Lui appartengono grazie alla predicazione del vangelo.

A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.2

Paolo dice che le profondità (o le cose nascoste) di Dio includono ciò che lui ha scritto e che queste sono rivelate per mezzo dello Spirito. Solo lo Spirito può parlare delle profondità del proposito divino e del suo sacrificio in Cristo crocifisso, che i dominatori di questo mondo non possono comprendere. Usando la parola “noi”, Paolo include tutti i cristiani corinzi, ma evidenzia in modo particolare quelli che amano Dio.

Dopo aver presentato il ruolo dello Spirito Santo in rapporto ai propositi divini nel versetto 4, nella lettera si concentra sull’opera dello Spirito Santo fino alla fine del capitolo 2. Alcuni dei cristiani corinzi davano grande importanza all’essere spirituali. Paolo affronta la questione aiutandoli a vedere il ruolo dello Spirito Santo nella rivelazione.

Nella seconda parte del versetto, Paolo descrive la continua opera dello Spirito. Dice che lo Spirito “scruta”, che lo fa e continua a farlo. Lo Spirito colma la distanza tra gli esseri umani e le profondità di Dio. Lo Spirito Santo conosce pienamente Dio e comprende le profondità di Dio. Ci sono cose che vengono condivise con quelli che hanno lo Spirito (v. 12), quelli che amano Dio, e qui si riferisce a tutti i cristiani. Lo Spirito “scruta ogni cosa” perché conosce e cerca di realizzare il piano e il proposito di Dio e comunica questa sapienza a “coloro che lo amano” (v. 9).

Infatti chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.3

Questo versetto elabora su ciò che Paolo ha detto nel versetto 10. Solo lo Spirito di Dio può veramente conoscere Dio: le sue idee, i suoi piani, i suoi propositi e i suoi desideri. Stando così le cose, le profondità di Dio potevano essere rivelate solo dallo Spirito di Dio, dato che solo Lui le conosce.

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate.4

Paolo continua la sua argomentazione che bisogna distinguere due gruppi di persone: quelle che seguono lo “spirito del mondo” e quelli che hanno ricevuto lo Spirito di Dio. Paolo presume che tutti quelli che hanno creduto nel Cristo crocifisso hanno ricevuto lo Spirito, che viene da Dio. Lo Spirito ci è stato dato per conoscere le cose. Naturalmente ciò non significa che ogni credente abbia la stessa saggezza spirituale o capisca tutti i misteri spirituali.

E noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.5

Paolo continua a mostrare il contrasto tra la sapienza umana e quella data dallo Spirito e descrive il modo in cui lo stesso insegna. Il modo in cui viene presentato il vangelo non ha a che fare con la “sapienza umana”; esso viene proclamato grazie al potere dello Spirito Santo. Paolo parla di ciò che viene dallo Spirito e di ciò che non viene, di chi viene dallo Spirito e chi no. Ci son persone che capiscono e altre che non capiscono. È importante che i cristiani comprendano di avere lo Spirito che li aiuta a valutare se le cose sono o non sono “spirituali”, se cioè vengono dallo Spirito di Dio.

Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.6

Questo versetto fa riferimento ai versetti 18, 21 e 23 del capitolo 1, in cui Paolo scrive che la persona non spirituale è quella che pensa che le cose dello Spirito siano “pazzia”. Una persona simile può essere chiamata una “persona di questo mondo”, dove l’appartenere a “questo mondo” è visto come il non appartenere a Cristo e quindi essere sottoposti al giudizio. Il modo in cui Paolo usa non riceve indica che l’uomo naturale non è in grado di capire le cose dello Spirito di Dio. Le cose dello Spirito di Dio sono le “parole spirituali” menzionate nel versetto 13, che sono cose che l’uomo naturale non prende in considerazione. Ciò che viene dallo Spirito e indica Cristo sarà considerato “pazzia” (1:23). La persona non spirituale è incapace di capire che il Cristo crocifisso può essere “sapienza”. Secondo Paolo, il motivo per cui le verità spirituali non sono ricevute dall’“uomo naturale” è che richiedono la presenza dello Spirito Santo, che abilita la comprensione. La persona non spirituale non accetta le cose dello Spirito, quindi non può comprenderle.

L’uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.7

In contrasto con la persona “non spirituale”, “l’uomo spirituale” può “giudicare”, quindi può dare giudizi giusti e conosce “ogni cosa” (v. 10) che lo Spirito ha rivelato “a noi”. Tali persone capiscono che Cristo è il centro di ogni verità e sapienza ed eviteranno di dare falsi giudizi basati sui valori del mondo. L’uomo spirituale giudicherà rettamente tutte le cose, per grazia.

In questo passo, Paolo dice anche che questo uomo spirituale non è giudicato da nessuno. Tra i credenti corinzi c’erano dei problemi, perché alcuni giudicavano gli altri e consideravano alcuni membri più spirituali di altri. Ciò era spesso dovuto al fatto che i credenti seguivano leader della chiesa diversi. Paolo afferma che i cristiani, che sono persone spirituali perché sono ripieni dello Spirito, non dovrebbero essere giudicati dagli altri. Afferma la stessa cosa in Romani: Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.8

Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» Ora noi abbiamo la mente di Cristo.9

Qui Paolo cita Isaia 40:13, anche se non include tutto il versetto. Nell’Antico Testamento, la risposta a questa domanda — chi ha conosciuto la mente del Signore? — può essere soltanto “Dio”. Paolo, però, porta il lettore un passo oltre. Ha detto che lo Spirito del Signore conosce la mente di Dio e quindi quelli che possiedono lo Spirito possono conoscere tutto ciò che lo Spirito rivela. Così, “noi abbiamo la mente di Cristo”.

Paolo ha indicato che questa “mente”, questa conoscenza o comprensione, è una cosa che tutti i cristiani dovrebbero avere perché hanno lo Spirito. Ciò è in contrasto con la mente del mondo, che giudica le persone dalle loro capacità, dalla loro posizione nella comunità, dalla loro bravura nella comunicazione e così via. La mente di Cristo è quella che comprende che Cristo crocifisso è il vero significato della vita. La vita cristiana è fatta di umiltà e del riconoscimento che tutto ciò che i credenti hanno è per grazia e viene da Dio. La mente di Cristo è una mente in sintonia con la “sapienza di Dio” nella misura in cui segue la volontà di Dio invece di quella umana.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


1 1 Corinzi 2:9.

2 1 Corinzi 2:10.

3 1 Corinzi 2:11.

4 1 Corinzi 2:12.

5 1 Corinzi 2:13.

6 1 Corinzi 2:14.

7 1 Corinzi 2:15.

8 Romani 8:33.

9 1 Corinzi 2:16.


Pubblicato originariamente in inglese il 28 maggio 2024.

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