Di Peter Amsterdam
Dicembre 17, 2024
[1 Corinthians: Chapter 3 (verses 3:18-4:5)]
In questo articolo prenderò in esame gli ultimi sei versetti di 1 Corinzi 3 e continuerò con i primi cinque del capitolo 4, che tocca gli stessi argomenti.
Nessuno s'inganni. Se qualcuno tra di voi presume di essere un saggio in questo secolo, diventi stolto per diventare saggio.1
Paolo si rivolge ai membri della chiesa corinzia, sapendo che i Corinzi si ritengono saggi. Tuttavia, essere saggi agli occhi di Dio significa essere stolti in questa epoca.
Paolo inizia ponendo una sfida ai credenti corinzi. Fa notare che loro potrebbero considerarsi saggi, ma in realtà non fanno che ingannare se stessi. Dio vede le cose in modo diverso da loro. Come cristiani, devono avere la mente di Cristo.2
In un precedente punto di questo capitolo, Paolo fece notare che è su Cristo soltanto che la chiesa deve essere costruita e parlò del giudizio futuro su chi la costruisce nel modo sbagliato e della ricompensa che chi la edifica nel modo giusto riceverà nell’ultimo giorno al momento del giudizio del Signore. Arrivare al giorno del giudizio e pensare di “stare in piedi”, solo per scoprire che non è così, sarebbe una scoperta scioccante.
Paolo prosegue dicendo: Perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: “Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia”. E ancora: “Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani”.3
Paolo esprime l’altra faccia della moneta rispetto a ciò che disse in precedenza, quando scrisse che “la pazzia di Dio[Cristo crocifisso] è più saggia degli uomini”.4 Qui scrive: “La sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio”. Dopo che è stato mostrataa loro la follia della loro sapienza, ora i Corinzi sono esortati a vedere dalla prospettiva di Dio, dato che la loro “sapienza” umana è stoltezza.
La prima parte della citazione proviene da Giobbe 5:13: Prende i savi nella loro astuzia. Qui Elifaz argomenta (erroneamente) che nessuno può essere giusto davanti a Dio. Dice correttamente che chi non è giusto davanti a Dio muore “senza possedere la saggezza”.5 Dice che lo “stolto” (chi non fa la volontà di Dio) viene ucciso dalla gelosia.6 Poi dice che il Signore “rende vani i disegni degli scaltri e […] prende i savi nella loro astuzia”.7 Elifaz esorta Giobbe ad affidare la sua causa a Dio, il che è esattamente ciò che Paolo dice a chi potrebbe ingannare sé stesso.
Poi Paolo usa una seconda citazione, questa volta da Salmi 94:11, con alcuni piccoli cambiamenti. Il salmo dice: Il SIGNORE conosce i pensieri dell'uomo, sa che sono vani.8 Paolo scrive: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani. Sottolinea la futilità di tutti i piani e le opinioni dell’uomo, perché Dio sa che non otterranno niente che abbia un valore duraturo. La saggezza e i piani di Dio sono in contrasto con i pensieri, i piani e la saggezza di questo mondo.
Nessuno dunque si vanti degli uomini.9
Qualsiasi “vanto” dovrebbe essere nel Signore stesso per chi ha capito il messaggio di Cristo crocifisso. L’obiettivo di Paolo è l’unità, ma queto richiede una corretta comprensione di Dio e delle sue vie. Ogni affidamento alla saggezza umana deve essere eliminato dalla mente del popolo di Dio.
Perché tutto vi appartiene. Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è vostro! E voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio.10
Paolo ritorna all’elenco dei leader da lui menzionati in precedenza in 1 Corinzi 1:12. Ciò che è degno di nota qui, però, è l’ampia portata dell’elenco. Paolo porta i suoi lettori dal pensare a leader particolari alla eredità completa del popolo di Dio. Invece di pensare “io sono di Paolo” o di Apollo o di Cefa, la chiesa si sente dire che “tutto è vostro”.
Paolo ha usato il nome “Dio” cinque volte per enfasi nei versetti 3:16-17, così è appropriato che finisca questa parte della sua lettera con “Dio”: Cristo è Dio. È il Figlio di Dio e il Messia, colui che venne sulla terra per amore della chiesa. La chiesa appartiene a Cristo. Dato che tutto appartiene a Dio e a suo Figlio, tutto è a beneficio dei credenti. Essi sono di Cristo.
Nel capitolo 4, Paolo prosegue col dire: Così ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.11
Paolo scrive che i credenti corinzi dovrebbero pensare a Paolo, Apollo e altri come a dei servi di Cristo. Li ha descritti come operai incaricati di un compito specifico nel campo del padrone.12 Evidenzia questo per esortare i Corinzi a smettere di dividersi in fazioni basate sula lealtà a degli insegnanti cristiani particolari. Paolo vuole che seguano innanzitutto Cristo, non uomini come se stesso o Apollo.
Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele.13
In questo passo, Paolo descrive sé e gli altri leader della chiesa come amministratori dei misteri di Dio. Un “amministratore” è una persona che gestisce qualcosa che non gli appartiene, come quando una persona ricca affida la gestione dei suoi beni o l’amministrazione della sua casa a un servo fidato. Chi ha ricevuto un simile livello di fiducia deve essere noto per la sua onestà, essere una persona integra, fidata e fedele. Paolo indica che lui e gli altri leader cristiani devono essere trovati fedeli da Dio per essere amministratori dei misteri di Dio. Devono essere persone fidate e oneste.
A me poi pochissimo importa di essere giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, non mi giudico neppure da me stesso.14
Paolo si rendeva conto che i Corinzi e altri avevano giudicato quanto valessero lui, Apollo e altri leader della chiesa. Respinge il loro giudizio, dichiarandolo cosa da niente essere giudicato da loro o anche da un tribunale umano. Comunque, Paolo non dice di essere superiore ai loro giudizi a causa della sua posizione di apostolo. Nei versetti che seguono dice chiaramente che il loro giudizio non importa perché non sono loro a giudicare.
Paolo prosegue dicendo di non essere nemmeno lui qualificato a giudicarsi da solo. Se non può giudicare sé stesso, perché dovrebbe preoccuparsi dell’opinione altrui?
Infatti non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato; colui che mi giudica è il Signore.15
Quando Paolo pensa al proprio compito di amministratore, non è consapevole di alcuna cosa che gli si possa imputare, di qualunque mancanza di integrità o infedeltà nell’adempiere ai propri doveri. Questo, però, non significa che sia innocente. Conosce bene la verità di Geremia 17:9, che dice: Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? Paolo sa di non essere perfetto né infallibile. Dice che nessuna opinione umana, compresa quella di sé stessi, ha alcuna importanza in confronto a quella di Dio.
Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.16
In quell’ultimo giorno, il giudizio del Signore metterà tutto in luce. Rivelerà se una persona apparteneva davvero a Lui, ma rivelerà anche se l’operato di un leader ha avuto un valore durevole o no. Dio ispezionerà la fedeltà di un amministratore, esaminando le profondità del cuore, i suoi pensieri e le sue intenzioni, portando alla luce i veri colori di quell’individuo.
Paolo menziona questi fatti riguardo al futuro giudizio così che i Corinzi smettano di giudicare lui e gli altri. Paolo dice ai credenti corinzi di smettere di giudicare la qualità del servizio di altre persone per il Signore. Dovrebbero invece aspettare il ritorno del Signore, quando sarà Lui a pronunciare il verdetto. Il verdetto divino è l’unico che valga; è Lui l’unico qualificato per valutare quello che c’è in una persona. Basandosi sul giudizio del Signore, ogni credente riceverà da Dio la propria ricompensa.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.
1 1 Corinzi 3:18 NR-LND.
2 1 Corinzi 2:16.
3 1 Corinzi 3:19–20 CEI.
4 1 Corinzi 1:18–25.
5 Giobbe 4:21.
6 Giobbe 5:1–2 LND.
7 Giobbe 5:12–13.
8 Salmi 94:11.
9 1 Corinzi 3:21.
10 1 Corinzi 3:21–23.
11 1 Corinzi 4:1.
12 1 Corinzi 3:5–9.
13 1 Corinzi 4:2.
14 1 Corinzi 4:3.
15 1 Corinzi 4:4.
16 1 Corinzi 4:5.
Pubblicato originariamente in inglese il 23 luglio 2024.
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