Sei cose che mi piacciono del Natale

Di Maria Fontaine

Dicembre 19, 2011

Alla maggior parte della gente piacciono alcuni aspetti del Natale, che rendono speciale la stagione natalizia. Ecco alcuni di quelli che io preferisco:

  1. Mi piace lo spirito di generosità che permea il Natale. Spesso è un periodo in cui anche le persone meno generose danno di più; per qualche motivo sembra giusto farlo.  È un periodo in cui i bambini possono imparare la gioia del dare, rallegrando la vita di altre persone o condividendo quello che hanno.  È un momento in cui tutti possono dare qualcosa, poco o molto che sia, e provare piacere nel farlo.

    Dare ha sempre fatto parte del Natale per me, fin da quando ero piccina. Non mi dimenticherò mai la tradizione dei regali della nostra chiesa. Alcuni mesi prima di Natale, i membri della nostra congregazione compravano una scatola di gelatina istantanea o di budino per ogni membro della famiglia. Toglievano la gelatina o il budino dalle scatole (e questa era la parte preferita di noi bambini, perché potevamo prepararli e poi mangiarli), poi avvolgevamo le scatole in carta da regalo, tagliavamo una fessura in cima e le trasformavamo in piccoli salvadanai. Durante quei mesi tutti cercavano di mettere da parte quello che potevano per il compleanno di Gesù. Gli adulti mettevano via qualcosa dalla loro paga settimanale e noi bambini ci mettevamo un po’ della nostra paghetta.

    Poi, al momento del servizio religioso la Vigilia di Natale, tutti quanti, a uno a uno, andavano a mettere sotto l’albero di Natale la loro scatoletta, tutta confezionata in carta-regalo e piena di quello che avevano messo da parte in quei mesi, come regalo per Gesù. Il denaro poi andava ai missionari che la nostra chiesa finanziava.

    Questa tradizione era molto significativa per me quand’ero bambina. Lo facevamo ogni anno, per molti anni di fila. Era un avvenimento che durava tre o quattro mesi fino a Natale, così ci faceva pensare di più a Gesù in quel periodo, aiutandoci a ricordare di dare più importanza a Lui. Ci insegnava a dare quello che potevamo, perché questo è lo spirito del Natale.

    Cercavamo anche di fare piccoli regali agli altri membri della famiglia (e da bambini a volte era un’impresa, con i pochi spiccioli che avevamo), ma la cosa più importante per noi era i piccoli regali per Gesù che mettevamo in quelle scatolette sotto l’albero di Natale. Ancora oggi, quando vedo un albero di Natale, mi tornano sempre in mente queste belle esperienze che mi avevano colpito tanto da bambina.

  2. Mi piace molto il fatto che il Natale sia un momento in cui parlare di Gesù è accettato più facilmente ed è più apprezzato nella maggior parte del mondo. C’è sempre un aspetto commerciale del Natale, ma anche in mezzo a questo i cristiani più sinceri possono aiutare altri a conoscerne il vero significato. Probabilmente quello che mi piace di più del Natale è che, poiché la maggior parte del mondo in qualche maniera lo festeggia, è una perfetta opportunità, per i cristiani che testimoniano, di raggiungere altri e di dar loro il messaggio di Gesù e il suo dono della salvezza. Il periodo natalizio è il momento più adatto per parlare di Gesù, anche se non conosci molto bene la persona con cui parli. Natale e Gesù vanno di pari passo.

  3. Mi piacciono le opportunità offerte dal Natale di fare regali creativi e pieni di significato. Quando ero bambina, i miei genitori si sacrificavano per farci regali, ma solitamente ci prendevano cose di cui avevamo bisogno, come scarpe e vestiti. Cercavano anche di regalarci qualcosa di diverso o speciale, come una casa delle bambole per me. Mi ricordo che nel corso della mia infanzia ho ricevuto tre case delle bambole per Natale e mi erano piaciute molto, come succede a tutte le bambine.

    Penso che sotto quest’aspetto la mia educazione mi abbia dato una visione pratica e pragmatica dei regali. Quando ne faccio uno, cerco di dare qualcosa di significativo, di cui la persona abbia bisogno e che possa utilizzare. Immagino che sia per il modo in cui sono stata cresciuta. A volte ci vogliono più riflessione e creatività per trovare qualcosa di significativo, ma regali del genere trasmettono un pezzetto di te, quando li fai, e spesso sono ricordati molto bene. Come qualcuno ha detto molto bene, il regalo di Natale più bello non è quello che costa di più, ma quello che trasmette più amore”.[1]

  4. Ho sempre apprezzato delle belle riunioni con amici e altri cristiani per Natale. Mentre crescevo, avevamo sempre un piccolo spettacolo nella chiesa. Tutti noi bambini potevamo partecipare, recitando la storia di Natale o cantando alcune canzoni o recitando poesie come questa:

    Che posso dargli, se son piccolino?

    Se fossi un pastore, gli darei un agnellino.

    Se fossi un riccone, darei tante cose,

    lo so cosa dargli, gli darò il mio cuore.
    [2]

    Mi ricordo che un anno avevo gli orecchioni e dovetti rinunciare allo spettacolo di Natale. Anche se mangiai un sacco di gelato e mio papà venne a consolarmi, per me non era niente in confronto ad aver perso i festeggiamenti. Per me lo spettacolo di Natale era uno dei punti salienti dell’anno, un evento molto atteso, il momento in cui consegnavamo i nostri regali a Gesù, così per me perderlo era quasi la fine del mondo! Anche allora ero un’appassionata delle riunioni di Natale.

    Negli anni in cui ero sposata con David, di solito c’era qualche discorsetto sul Natale, a volte attorno alla tavola. Queste riunioni erano sempre speciali e significative; David cercava di renderle memorabili per i bambini, raccontando loro la storia di Natale e altri ricordi della sua infanzia e dei Natali passati.

    Da quando è scomparso David abbiamo avuto piccole riunioni con le persone con cui viviamo o lavoriamo, e anche queste sono state speciali. È un vero dono potersi ritrovare a Natale con i propri cari, fare qualcosa di speciale o fuori dall’ordinario, avere un po’ di comunione spirituale e stare semplicemente insieme per celebrare la Persona che è veramente degna di celebrazioni. Non deve essere una cosa ricercata. Basta che sia incentrata su Gesù, sul suo amore e sulla fratellanza e l’amicizia in Lui.

  5. Un’altra cosa che mi piace — e so che piace anche a Peter — è la musica di Natale. Tante di queste canzoni hanno un grande significato. Mi piacciono i vecchi inni natalizi, perché esprimono verità profonde sulla nascita, la morte e la resurrezione di Gesù. Mi piacciono anche le canzoni nuove. Qualsiasi canzone attiri l’attenzione sul “Dono più grande” è meravigliosa.

    Ho fatto sentire alcune canzoni di Natale a una nostra amica che non parla bene l’inglese e le ho chiesto se le sapeva nella sua lingua e lei mi ha detto di sì. Questo m’ha ricordato che molte sono state tradotte in altre lingue e vengono ascoltate e cantate in tutto il mondo.

    A volte è così facile abituarsi alle canzoni di Natale che abbiamo sentito così tante volte, ma se vi fermate ad ascoltare le parole e a meditare sul loro significato, è sorprendente quanto siano potenti e piene di verità alcune d’esse, come “O notte santa” (la preferita di Peter), “Chi è questo Bambino?” e altre.

    Chiodi e lancia lo trafiggeranno,

    la croce portò per me e per te;

    Ave, ave, Parola incarnata,

    Tu, il Bambino, figlio di Maria!

    Portategli quindi incenso, oro e mirra;

    venite a onorarlo, voi re e contadini;
    ;
    il re dei re ci porta salvezza:

    ogni cuore amorevole lo incoroni!
    [3]

    Una volta, quando eravamo in Israele la notte della Vigilia, David ed io andammo a un servizio a lume di candela in una chiesa cattolica araba. Fu molto bello stare con altri cristiani in quel posto, ascoltando le stesse belle canzoni cantata in arabo, anche se non riuscivamo a capire una sola parola. Quando eravamo là, a volte mangiavamo nei piccoli ristoranti palestinesi e fu in uno di quelli che ci invitarono alla messa di Natale. Mi ricordo che faceva molto freddo, ma cantare quelle belle canzoni insieme ad altri cristiani riscaldò il mio spirito.

  6. Adoro le luci di Natale. So che piacciono a molti, ma a me piacciono molto! Potrei tenerle appese nella mia stanza e sulle mie piante tutto l’anno — e a volte lo faccio. In passato, quando ho viaggiato in varie parti del mondo, ho perfino portato con me in valigia un paio di stringhe di luci. Mi piace il loro scintillio. A volte, quando siamo via da casa, appendere alcune luci mi fa sentire più rilassata e aggiunge un po’ di colore, dando un’atmosfera calma e gioiosa. Sono anche delicate per i miei occhi che spesso sono molto sensibili, mentre altri tipi di luce sono troppo forti.

    Mi piacciono più meno tutte le luci di Natale. Mi piacciono quelle bianche, quelle dorate, blu, o di vari colori; e mi piacciono le luci del mio piccolo albero di Natale a fibre ottiche. Mi piace quando gli alberghi o i ristoranti le appendono come decorazione sui cespugli o sugli alberi. Mi piacciono quelle fatte come ghiaccioli. Mi sembrano celestiali. In un certo senso mi ricordano il cielo, il mondo dello spirito, le cose belle della vita.

    Le luci di Natale mi ricordano anche Gesù, la luce del mondo. Se dovessi costruire un presepe, metterei delle belle luci tutt’intorno a Gesù nella mangiatoia. Di solito su un albero ce ne sono tante, spesso centinaia, e mi ricordano le molte benedizioni che Gesù ci dà durante l’anno.

    E a proposito di luci, prego che il Natale di ognuno di voi sia pieno di luce e d’amore, mentre tutti facciamo la nostra parte per illuminare la vita degli altri con l’amore di Gesù. Il mondo conosce fin troppo buio e può far buon uso di tutta la luce che può! Quindi lodiamo il Signore in anticipo per le molte luci di benedizioni e attenzioni con cui certamente illuminerà la nostra vita — e la vita di tutte le persone che amiamo — nel prossimo anno.

    Accendete mille luci di Natale,

    qui sulla terra buia, oggi;

    mille migliaia d’altre brillano

    per illuminare il cielo oscuro.

    Egli venne a portarci amore e luce,

    a portar pace sulla terra.

    Brillino le vostre candele stanotte

    e voi cantate con gioia e allegria.
    [4]


[1] Henry Van Dyke.

[2] Christina G. Rossetti, adattato.

[3] William Chatterton Dix.

[4] Canto tradizionale svedese, di anonimo.

 


Titolo originale: Six Things I Love About Christmas
Pubblicato originariamente in Inglese l'11 Dicembre 2011
versione italiana affissa il 19 Dicembre 2011;
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