Di Peter Amsterdam
Giugno 25, 2012
(Per un’introduzione e una spiegazione di questa serie, siete pregati di vedere Al cuore di tutto: Introduzione.)
L’eternità di Dio è un altro aspetto della sua natura essenziale. Dio è eterno; esisteva prima della creazione dell’universo e quindi prima che fosse creato il tempo. Dio non ha inizio e non ha fine. Come creature che vivono in un mondo temporale in cui un avvenimento è seguito da un altro, ci è impossibile comprendere pienamente un’esistenza senza tempo. Ma Dio, essendo il Creatore, esisteva prima di creare il tempo e quindi non ne è limitato.
L’eternità è un durare senza inizio e senza fine, senza prima e senza dopo, un “presente permanente”. L’essenza dell’eternità è l’assoluta mancanza di successione.[1]
Ci sono numerosi versetti che esprimono l’immutabilità temporale di Dio in un linguaggio che le creature del tempo possono utilizzare per esprimere il “perdurare senza origine e senza fine” di Dio.[2] La sua esistenza va oltre l’essere eterno; è “in eterno e per sempre”.
L'Eterno è re per sempre; le nazioni sono scomparse dalla sua terra.[3]
Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi da sempre e per sempre tu sei Dio.[4]
Sì, Dio è grande, ma noi non lo conosciamo, e il numero dei suoi anni è imperscrutabile.[5]
Al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen.[6]
«Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine», dice il Signore «che è, che era e che ha da venire, l'Onnipotente».[7]
Quando Dio rivelò il suo nome a Mosè, dicendo: “IO SONO COLUI CHE SONO”, l’implicazione di ciò è un continuo presente: Dio costantemente è. Gesù usò un linguaggio simile quando disse: “In verità, in verità io vi dico: Prima che Abrahamo fosse nato, Io sono”. Chi lo ascoltava capì perfettamente che stava affermando di essere eterno e quindi era Dio; e lo dimostrò con la sua reazione:
«Abrahamo, vostro padre, giubilò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». I Giudei dunque gli dissero: «Tu non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abrahamo?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: Prima che Abrahamo fosse nato, Io sono». Allora essi presero delle pietre, per lanciarle addosso a Lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio, passando in mezzo a loro, e così se ne andò.[8]
Il teologo Wayne Frugem dà la seguente spiegazione per dimostrare l’esistenza eterna di Dio:
Il fatto che Dio non abbia mai cominciato a esistere si può evincere anche dal fatto che creò tutte le cose e che in Sé è uno spirito immateriale. Prima che Dio creasse l’universo, la materia non esisteva, ma poi Egli creò tutte le cose. Lo studio della fisica ci insegna che la materia, il tempo e lo spazio devono esistere insieme: se non c’è materia, non ci possono essere né spazio né tempo. Quindi, prima che Dio creasse l’universo, il “tempo” non esisteva, almeno non nel senso di una successione di momenti. Quindi, quando Dio creò l’universo, creò anche il tempo. Quando Dio cominciò a creare l’universo, il tempo ebbe inizio e cominciò a esserci una successione di momenti e di avvenimenti, uno dopo l’altro. Prima però che ci fosse un universo e che esistesse il tempo, Dio era sempre esistito, senza inizio e senza essere influenzato dal tempo. Il tempo, quindi, non ha un’esistenza propria, ma, come il resto della creazione, dipende dall’esistenza eterna e dalla potenza di Dio per continuare a esistere.[9]
Dio è il creatore del tempo ed è al di là, o trascende, il tempo. Nel suo essere, Dio non è limitato dai legami del tempo. Non vive una successione continua di momenti, come noi. Il tempo non ha effetto su di Lui. Egli non aumenta la sua conoscenza col passar del tempo, come gli esseri umani; sa tutto quel che c’è da sapere, e l’ha sempre saputo. Nel suo essere, non cambia con il tempo; non diventa più amorevole o più saggio, perché è amore e saggezza. (Parleremo ancora di questo nei prossimi articoli sull’onniscienza e sull’immutabilità di Dio).
La nostra vita si divide in passato, presente e futuro, ma nella vita di Dio non esiste una simile divisione. Egli è l’eterno “Io sono”.[10]
L’essere di Dio, il suo modo di esistere, è diverso dal nostro; parte di questa differenza è la sua trascendenza dal tempo, o il suo non essere influenzato dallo scorrere del tempo. Mentre noi esistiamo nel tempo — per cui adesso è il momento presente, che poi diventa passato e che tra qualche momento sarà il futuro — per Dio il passato, il presente e il futuro sono visibili tutti insieme.
Nel suo libro Che cosa dice la Bibbia sul Dio Creatore, Jack Cottrelle lo spiega in questi termini:
Dire che Dio non è limitato dal tempo significa che Egli è al di fuori del suo flusso, che la sua esperienza e la sua consapevolezza non sono ristretti a un singolo momento presente, distinto dal passato e dal futuro. In un certo senso è al di sopra del tempo, così che la sua consapevolezza si estende a tutto il tempo in un singolo atto di conoscenza. La sua conoscenza del passato e del futuro è altrettanto reale e infallibile della sua conoscenza del presente. Questa trascendenza divina dal tempo è assolutamente incomprensibile per noi, anche se sono state suggerite diverse illustrazioni.
Possiamo usare l’esempio della bobina di un film. Quando un film passa attraverso un proiettore, ne vediamo i fotogrammi a uno a uno. In un certo senso è così che vediamo gli avvenimenti nel tempo: un fotogramma alla volta. Dio, però, dal suo punto di vantaggio eterno, può vedere l’intera bobina del tempo in un singolo momento, come se per Lui fosse presente tutto insieme.[11]
L’eternità di Dio viene espressa nel libro di Isaia. La sua capacità di parlare di avvenimenti futuri veniva usata per sfidare dei e idoli falsi, perché era sottinteso che il solo modo di predire accuratamente il futuro era di conoscerlo già.
Io ho annunciato le cose passate fin dal principio; erano uscite dalla mia bocca e le avevo fatte udire; poi improvvisamente io ho agito, ed esse sono accadute. Poiché sapevo che eri ostinato, che il tuo collo era un tendine di ferro e la tua fronte di bronzo, te le ho annunciate fin dal principio, te le ho fatte udire prima che avvenissero, perché non avessi a dire: "Le ha fatte il mio idolo, le hanno ordinate la mia immagine scolpita e la mia immagine fusa". Tu hai udito e visto tutto questo. Non lo proclamerete quindi? Da ora ti faccio udire cose nuove, cose nascoste che tu non conoscevi.[12]
Io sono l'Eterno, questo è il mio nome; non darò la mia gloria ad alcun altro, né la mia lode alle immagini scolpite. Ecco, le cose di prima sono avvenute, e ora vi annuncio cose nuove; Io ve le faccio conoscere prima che germoglino.[13]
Il fatto che Dio viva fuori dallo scorrere del tempo e non ne sia influenzato, non significa che non veda gli avvenimenti nel corso del tempo o che non agisca nel tempo. Nel suo essere, Dio è eterno, non ha inizio né fine, né una successione di momenti. Agisce, comunque, all’interno del tempo quando interagisce con il mondo. Quando creò il mondo, e quindi il tempo, le sue interazioni con esso furono azioni collegate al tempo. Ciò non vuol dire che il tempo influenzi l’essere di Dio o che Dio sia limitato dal tempo.
Come indicano i versetti citati sopra, Dio dichiara quello che farà, poi, qualche tempo dopo, fa quello che ha dichiarato. Queste sono azioni che si svolgono nel tempo. Anche se Dio è contemporaneamente cosciente del passato, del presente e del futuro, sceglie di agire all’interno del tempo, come dimostra il seguente versetto:
Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione.[14]
James Leo Garret esprime l’interazione di Dio con il tempo nel seguente modo:
Dio trascende il tempo e non ne è limitato, ma ha rapporti con l’ordine temporale della creazione, della conservazione e della redenzione.[15]
In che modo il Dio eterno e immutabile possa trascendere il tempo e contemporaneamente interagire con il tempo non è una cosa che possiamo capire appieno, perché non abbiamo esperienza dell’assenza di tempo. La Parola di Dio dice che Egli è eterno, che vive d’eternità in eternità, che esisteva prima della creazione del mondo e che dimora nell’eternità. È al di fuori e al di sopra del tempo. Dice anche che interagisce con il tempo, predice come agirà e in seguito agisce come aveva detto. Dio entrò nel tempo nella persona di Gesù, Dio Figlio, che s’incarnò e visse per decenni nel tempo in questo mondo. Anche se non comprendiamo del tutto il concetto dell’eternità di Dio, Egli ci ha rivelato questa parte della sua natura mediante la sua Parola.
Anche se chi riceve Gesù come Salvatore vivrà per sempre, la Bibbia indica che non assumeremo gli attributi eterni di Dio. Egli è un essere infinito, mentre noi siamo creature finite, quindi non trascenderemo il tempo come Lui.
Parlando del paradiso nel libro dell’Apocalisse, Giovanni narrò eventi che richiedono movimento e cambiamento; eventi che devono per forza avvenire in una successione di momenti, uno dopo l’altro: i re della terra portano la loro gloria nella città celeste, gli alberi della città danno frutti ogni mese e le nazioni guariscono. Perché succedano queste cose (i re prima sono fuori poi entrano nella città, gli alberi danno frutto ogni mese ecc.) deve esistere il tempo.
E le nazioni di quelli che sono salvati cammineranno alla sua luce, e i re della terra porteranno la loro gloria ed onore in lei. Le sue porte non saranno mai chiuse durante il giorno, perché lì non vi sarà notte alcuna. In lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni.[16]
E in mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trovava l'albero della vita, che fa dodici frutti e che porta il suo frutto ogni mese; e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni.[17]
Il versetto in Apocalisse 10,6 è stato spesso citato per dimostrare che in cielo non esisterà più il tempo. In alcune vecchie traduzioni (vedi Diodati, Martini, l’inglese King James) il testo dice:
“non vi sarebbe (o ‘non vi sarà’) più tempo”,[18] aprendo così all’interpretazione che il tempo non esisterà più.
Comunque nelle traduzioni moderne il testo dice:
E giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso e la terra e le cose che sono in essa e il mare e le cose che sono in esso, che non ci sarebbe più indugio.[19]
E altre traduzioni dicono: “non ci sarebbe stato più indugio”, “non vi sarebbe più alcun ritardo” e così via.
Anche se continueremo a fare esperienza del tempo, nel senso di una successione di momenti, vivremo eternamente.
Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.[20]
Chi crede nel Figlio ha vita eterna, ma chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio dimora su di lui.[21]
In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.[22]
Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano.[23]
Riferendosi al nostro vivere nel tempo in cielo, Wayne Grudem dice:
Faremo esperienza della vita eterna non come una replica esatta dell’attributo divino dell’eternità, ma piuttosto di una durata di tempo che non avrà mai fine: come popolo di Dio proveremo una gioia completa alla presenza di Dio per l’eternità, non nel senso che non avremo più l’esperienza del tempo, ma nel senso che la nostra vita con Lui durerà per sempre.[24]
Nel suo grande amore, Dio, che è sempre stato e sempre sarà, ha rivolto all’umanità l’invito a vivere con Lui in eterno e l’ha reso possibile mediante la morte di Gesù sulla croce. È nostro incarico passare l’invito a tutti quelli che possiamo.
Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI) e la Traduzione in Lingua Corrente (TILC).
[1] Ludwig Ott, Fundamentals of Catholic Dogma (Rockford: Tan Books and Publishers, Inc., 1960), 36.
[2] Jack Cottrell, What the Bible Says About God the Creator (Eugene: Wipf and Stock Publishers, 1983), 252.
[3] Salmi 10,16.
[4] Salmi 90,2.
[5] Giobbe 36,26.
[6] Giuda 25 NR.
[7] Apocalisse 1,8.
[8] Giovanni 8,56–59.
[9] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), 169.
[10] Louis Berkhof, Systematic Theology (Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1996), 60.
[11] Jack Cottrell, What the Bible Says About God the Creator (Eugene: Wipf and Stock Publishers, 1983), 255–56.
[12] Isaia 48,3–6.
[13] Isaia 42,8–9.
[14] Galati 4,4–5 NR.
[15] James Leo Garrett, Jr., Systematic Theology, Biblical, Historical, and Evangelical, Vol. 1 (N. Richland Hills: BIBAL Press, 2000), 248.
[16] Apocalisse 21,24–26.
[17] Apocalisse 22,2.
[18] Apocalisse 10,6 Diodati.
[19] Apocalisse 10,6 NR.
[20] Giovanni 3,16.
[21] Giovanni 3,36.
[22] Giovanni 5,24.
[23] Giovanni 10,27–28.
[24] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), 173.
Titolo originale: The Heart of It All: The Nature and Character of God: God’s Eternality
Pubblicato originariamente in Inglese il 15 Maggio 2012
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