Di Peter Amsterdam
Luglio 11, 2012
(Per un’introduzione e una spiegazione di questa serie, siete pregati di vedere Al cuore di tutto: Introduzione.)
Poiché Dio è l’Essere infinito e supremo, la sua conoscenza è illimitata. Egli sa assolutamente tutto. Il normale termine teologico per questo è onniscienza, dal latino omni, tutto, e scientia, sapere. Le Scritture ci dicono che la conoscenza divina è perfetta; Egli conosce ogni cosa.
Sai tu come le nubi si librino nell’aria, le meraviglie di Colui che sa tutto?[1]
Se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.[2]
Nel suo essere, Dio è diverso da noi e di conseguenza la natura della sua conoscenza è diversa dalla nostra. Egli conosce intrinsecamente tutto. La sua conoscenza non è imparata; non proviene da fonti esterne, o da osservazione o esperienza, né è frutto di un processo di ragionamento. Dio non impara, perché sa già tutto. La Bibbia chiede se qualcuno può insegnare a Dio, o se Egli ha bisogno di un consigliere; è una domanda retorica e la risposta implicita è che non ha bisogno di consiglieri né di insegnanti. La sua conoscenza è infinita.
Può qualcuno insegnare a Dio conoscenza, a lui che giudica quelli di lassù?[3]
Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere?[4]
Grande è il nostro Signore, immensa è la sua potenza e infinita la sua intelligenza.[5]
Al contrario di Dio, noi otteniamo conoscenza imparando: ricaviamo informazioni dall’esterno, una per volta, e ogni informazione si aggiunge alla nostra conoscenza base. Sappiamo più cose di quanto ci rendiamo conto in qualsiasi momento particolare, perché la maggior parte della nostra conoscenza giace nel subconscio e vi abbiamo accesso mentalmente quando ne abbiamo bisogno, riportandola alla memoria. La conoscenza di Dio è diversa, in quanto gli è sempre presente; non deve riportarla alla memoria. Dio sa tutto ed è sempre conscio di tutto ciò che sa, quindi non deve richiamare informazioni dal suo subconscio. La sua conoscenza è perfetta; Egli sa tutto. La sua conoscenza e i suoi modi di pensare trascendono completamente i nostri.
“Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie”, dice l’Eterno. “Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri”.[6]
O profondità di ricchezze, di sapienza e di conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie![7]
Il teologo Kenneth Keathley afferma:
Poiché Dio è onnisciente, conosce intrinsecamente ogni cosa. Ciò significa che non passa per i processi mentali di “calcolare le cose”. Dio non “impara” mai, né gli “vengono in mente” le cose. Conosce già ogni verità. Il fatto che Dio sia onnisciente non significa semplicemente che Dio è infinitamente meglio informato di noi, ma che la sua conoscenza è di tipo e qualità diversi.[8]
I teologi Lewis e Demarest spiegano in questo modo l’onniscienza divina:
Trascendenti a tutto il resto, le capacità intellettuali di Dio non hanno limiti di spazio, tempo, energia, leggi, cose o persone.[9]
William Lane Craig ne parla in questi termini:
Supponiamo che vi siano due esseri, entrambi dotati di un’adeguata conoscenza di sé, oltre che di tutta la conoscenza propositiva dell’universo; ma immaginate che il secondo essere abbia acquisito la sua conoscenza solo perché il primo essere gli ha detto tutto ciò che già sapeva intrinsecamente. Ora, chiaramente, penso che concorderemmo che il secondo essere, cui è stato necessario insegnare e spiegare tutto, non è intellettualmente eccellente o capace come il primo. Così Dio, visto che non ha dovuto imparare niente da nessuno, ma sa semplicemente tutto intrinsecamente, deve avere il massimo dell’eccellenza intellettuale.[10]
Dio non è solo un deposito di conoscenza, una specie di computer gigantesco che contiene tutte le informazioni dell’universo ma non ha conoscenza di sé e quindi non può agire consapevolmente in base alle informazioni in suo possesso. È molto superiore a ciò.
Dio sa tutto di Se stesso, come suggerisce Paolo:
Lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi tra gli uomini, infatti, conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio.[11]
Conosce anche tutte le cose all’esterno di Sé, tutto ciò che c’è da sapere sull’universo e la sua creazione, come si denota dalla sua conoscenza della morte di ogni passero e dal numero dei capelli sul capo di ognuno. Niente di creato è nascosto alla sua conoscenza. Egli conosce tutto ciò che esiste e sa tutto ciò che succede.
Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro. Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.[12]
Non vi è alcuna creatura nascosta davanti a Lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.[13]
Egli osserva le estremità della terra e vede tutto ciò che è sotto i cieli.[14]
Sa tutto di tutti: passato, presente e futuro.
Tu mi hai investigato, o Eterno, e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu intendi il mio pensiero da lontano. Tu esamini accuratamente il mio cammino e il mio riposo e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché prima ancora che la parola sia sulla mia bocca tu, o Eterno, la conosci appieno. Tu mi cingi di dietro e davanti e metti la tua mano su di me. La tua conoscenza è troppo sublime per me, talmente alta che non posso raggiungerla.[15]
Il passo precedente indica che Egli sa quello che diremo ancora prima che lo diciamo. Ancora prima che una persona sia nata, Dio sa tutto di lei, compreso quanto durerà la sua vita.
Sì, tu hai formato le mie interiora, tu mi hai intessuto nel grembo di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo; le tue opere sono meravigliose, e io lo so molto bene. Le mie ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me, anche se nessuno di essi esisteva ancora.[16]
Dio conosce ogni nostra azione e attività.
L’Eterno guarda dal cielo; Egli vede tutti i figli degli uomini. Dal luogo della sua dimora Egli osserva tutti gli abitanti della terra. Egli è colui che ha formato il cuore di tutti, che comprende tutte le loro opera.[17]
Poiché Egli tiene gli occhi sulle vie dell’uomo, e vede tutti i suoi passi.[18]
Gli occhi dell’Eterno sono in ogni luogo, per guardare i cattivi e i buoni.[19]
O Dio, Tu conosci la mia follia e le mie colpe non ti sono nascoste.[20]
Non vede Egli le mie vie e non conta tutti i miei passi?[21]
Ho osservato i tuoi comandamenti e i tuoi precetti, perché tutte le mie vie sono davanti a te.[22]
Oltre a conoscere le nostre azioni, Dio conosce anche le nostre intenzioni. La sua conoscenza nei nostri confronti non si limita alle nostre azioni esteriori. Egli sa il motivo di ciò che facciamo. Conosce i nostri pensieri più intimi.
L’Eterno non vede come vede l’uomo; l’uomo infatti guarda all’apparenza, ma l’Eterno guarda al cuore.[23]
Tu ascolta dal cielo, il luogo della tua dimora, e perdona, intervieni e rendi a ciascuno secondo la sua condotta, Tu che conosci il cuore di ognuno; (Tu solo infatti conosci il cuore di tutti i figli degli uomini).[24]
Voi siete quelli che giustificate voi stessi davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori.[25]
Io, l’Eterno, investigo il cuore, metto alla prova la mente per rendere a ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni.[26]
Il soggiorno dei morti e l’abisso stanno davanti al Signore; quanto più i cuori dei figli degli uomini.[27]
Tutte le vie dell’uomo sono pure ai suoi occhi, ma l’Eterno pesa gli spiriti.[28]
La conoscenza divina è infinita. Essa include la conoscenza di ogni persona, sia di ciò che è nel suo cuore, sia di ciò che fa. Questa conoscenza rende vero e accurato il giudizio che Dio dà di una persona. Niente gli è nascosto. Un individuo potrebbe ingannare gli altri (o perfino se stesso) riguardo alle proprie azioni o alle proprie intenzioni, ma tutto è chiaro davanti a Dio. Tale conoscenza è collegata alla giustizia e alla rettitudine divina. Dio giudica con giustizia perché ha una conoscenza perfetta delle azioni e delle intenzioni della gente, del bene e del male.
Lewis e Demarest esprimono così l’infinita conoscenza divina:
Dio conosce tutta l’energia della natura: materia, leggi, animali e spiriti finiti. Dio conosce anche gli esseri umani viventi. Non conosce solo le loro caratteristiche fisiche, ma anche quelle più intime: i pensieri, le difficoltà, i motivi, le decisioni volontarie e il modo in cui quelle risoluzioni si esprimono in parole, azioni, eventi e avvenimenti. Dio conosce tutte quelle cose.[29]
Dio conosce, non solo il passato e il presente, ma anche il futuro. Il libro di Isaia afferma che una delle caratteristiche del vero Dio è la sua completa conoscenza del futuro e la capacità di rendere noti gli avvenimenti futuri.
Io sono Dio e non c’è alcun altro; sono Dio e nessuno è simile a me, che annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima le cose non ancora avvenute, che dico: “Il mio piano sussisterà e farò tutto ciò che mi piace”.[30]
Chi ha annunciato questo fin dai tempi antichi e l’ha predetto da lungo tempo? Non sono forse io, l’Eterno? Non v’è altro Dio fuori di me, un Dio giusto, un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me.[31]
Io ho annunciato le cose passate fin dal principio; erano uscite dalla mia bocca e le avevo fatte udire; poi improvvisamente Io ho agito, ed esse sono accadute. Poiché sapevo che eri ostinato, che il tuo collo era un tendine di ferro e la tua fronte di bronzo, te le ho annunciate fin dal principio, te le ho fatte udire prima che avvenissero, perché non avessi a dire: “Le ha fatte il mio idolo, le hanno ordinate la mia immagine scolpita e la mia immagine fusa”. Tu hai udito e visto tutto questo. Non lo proclamerete quindi? Da ora ti faccio udire cose nuove, cose nascoste che tu non conoscevi.[32]
Anche Gesù Incarnato parlò di avvenimenti futuri, quando disse ai suoi discepoli che sarebbe stato consegnato nelle mani di quelli che l’avrebbero ucciso e che sarebbe risorto; quando disse a Pietro di andare sulla riva del mare e prendere un pesce per pagare la tassa; quando affermò che Giuda lo avrebbe tradito e che i discepoli sarebbero stati cacciati dalle sinagoghe, perseguitati e uccisi.
Egli infatti ammaestrava i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sarà presto dato nelle mani degli uomini ed essi lo uccideranno; ma dopo essere stato ucciso, risusciterà il terzo giorno”.[33]
Tuttavia per non scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che verrà su; aprigli la bocca e vi troverai uno statere [moneta]; prendilo e dallo loro per te e per me.[34]
Mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: “In verità io vi dico che uno di voi, che mangia con me, mi tradirà”. Essi cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro: “Sono forse io?” Egli disse loro: “È uno dei dodici, che intinge con me nel piatto”.[35]
Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi l’ora viene che chiunque vi ucciderà penserà di rendere un servizio a Dio.[36]
Il termine teologico per la conoscenza divina di tutte le cose che succedono — passate, presenti e future — e dei pensieri e delle intenzioni degli esseri umani, è noto come conoscenza di tutte le cose attuali [che sono in atto, effettivamente esistenti]. Dio conosce tutte le cose che avvengono. Dio conosce anche tutte le cose possibili, cioè conosce le cose che succederebbero o potrebbero succedere in certe circostanze, ma non succedono: cose che sono possibili in certe condizioni. Alcuni si riferiscono ad essa come conoscenza ipotetica.
Un esempio di ciò è quando Davide stava fuggendo da Saul. A un certo punto gli fu riferito che i Filistei stavano combattendo contro Keilah, così ne chiese conerma al Signore che gli disse di combattere contro i Filistei e salvare la città. Lui lo fece e insieme ai suoi uomini salvò gli abitanti di Keilah.
Alla fine, Saul sentì dire che Davide era a Keilah e disse: “Dio lo ha consegnato nelle mie mani, perché è andato a rinchiudersi in una città che ha porte e sbarre”.[37] Così raccolse la sua gente e si preparò per la guerra, per assediare Davide e i suoi uomini. Quando Davide sentì questo, pregò così:
“O Eterno, Dio d’Israele, il tuo servo ha chiaramente sentito che Saul cerca di venire a Keilah per distruggere la città per causa mia. I capi di Keilah mi consegneranno nelle sue mani? Scenderà Saul come il tuo servo ha inteso dire? O Eterno, Dio d’Israele, deh, fallo sapere al tuo servo!” L’Eterno rispose: “Scenderà”. Davide chiese ancora: “I capi di Keilah consegneranno me e i miei uomini nelle mani di Saul?” L’Eterno rispose: “Vi consegneranno”. Allora Davide e i suoi uomini, circa seicento, si levarono, uscirono da Keilah e andarono vagando qua e là. Come Saul fu avvertito che Davide era fuggito da Keilah, rinunziò alla sua spedizione.[38]
Dio sapeva che cosa sarebbe successo, se Davide e i suoi uomini fossero rimasti a Keilha, e glielo rivelò. Sapeva che in quella situazione gli uomini di Keilah avrebbero consegnato Davide a Saul. Non avvenne perché Davide uscì dalla città; se non l’avesse fatto, sarebbe stato consegnato.
Un altro esempio di come Dio conosce tutto quello che potrebbe accadere fu quando Gesù accusò le città di Corazin, Betsaida e Capernao, perché non si erano pentite dopo che Lui vi aveva fatto molte opere potenti. In quell’occasione disse:
Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti che sono state compiute tra di voi, già da tempo si sarebbero pentite con sacco e cenere. Perciò io vi dico che nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi. E tu, o Capernaum, che sei stata innalzata fino al cielo, sarai abbassata fino all’inferno, perché se in Sodoma fossero state fatte le opere potenti compiute in te, essa esisterebbe ancora oggi.[39]
Gesù diceva che se i miracoli da Lui fatti fossero stati operati a Tiro, Sidone e Sodoma, i loro abitanti si sarebbero pentiti e Sodoma sarebbe stata ancora in piedi. Ovviamente i miracoli e le opere potenti fatte da Gesù non avvennero a Tiro, Sidone o Sodoma; comunque, Dio sa cosa sarebbe successo in quelle città se la situazione fosse stata diversa.
Questi esempi dimostrano che Dio non solo sa ciò che succede e ciò che succederà, ma anche cosa succederebbe nelle varie situazioni se fossero intervenuti altri fattori. Sa tutte le cose attuali e tutte le cose possibili. Ha una conoscenza ipotetica, chiamata anche conoscenza media [latino: scientia media].
Waynw Grudem afferma:
Il fatto che Dio conosca tutte le cose possibili si può dedurre anche dalla sua piena conoscenza di Se stesso. Se Dio conosce pienamente Se stesso, sa tutto quello che è in grado di fare, il che comprende tutte le cose possibili. È un fatto davvero sorprendente. Dio ha creato un universo incredibilmente complesso e vario; ma ci sono migliaia e migliaia di altre variazioni, o tipi di cose, che Dio avrebbe potuto creare e che non ha creato. “La tua conoscenza è troppo sublime per me, talmente alta che non posso raggiungerla” (Salmi 139,6). “Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri” (Isaia 55,9).[40]
Wiliam Lane Craig presenta un’utile informazione sulla conoscenza ipotetica, o media:
Penso che una delle migliori illustrazioni di questo sia la storia di Charles Dickens, Un canto di Natale, in cui Scrooge si trova di fronte lo spirito del Natale futuro. Lo spirito mostra a Scrooge tutte queste cose orribili – la morte di Tiny Tim, la tomba dello stesso Scrooge. “Dimmi, spirito, queste sono ombre di cose che saranno oppure solo ombre di cose che potrebbero essere?” Quelle che lo spirito stava mostrando a Scrooge non erano le ombre di cose che saranno. Dal finale della storia sappiamo che Tiny Tim non muore e che Scrooge si pente. Così lo spirito non stava mostrando a Scrooge le ombre di cose che sarebbero state; non gli stava mostrando il futuro; questo è chiaro. Ma non gli stava nemmeno mostrando le cose che potrebbero avvenire. Non gli stava mostrando delle possibilità. Voglio dire, tutto è possibile. Quello che lo spirito stava mostrando a Scrooge era una conoscenza ipotetica di cosa sarebbe successo se non si fosse pentito. Ecco cosa gli stava dando. Non gli stava offrendo la conoscenza anticipata del futuro; lo spirito gli stava offrendo invece questa conoscenza ipotetica di cosa sarebbe successo se non si fosse pentito.[41]
William Lane Craig continua spiegando:
In termini teologici, lo spirito stava rivelando a Scrooge un po’ di conoscenza controfattuale. Controfattuale è un’affermazione condizionale espressa nel modo congiuntivo: per esempio, “se fossi ricco, comprerei una Mercedes”… “Se glielo chiedessi, direbbe di sì”. […] Le affermazioni contrafattuali compongono una parte enorme e significativa del nostro linguaggio comune e sono una parte indispensabile del nostro processo decisionale. Per esempio: “Se mi mettessi a guidare con il traffico di adesso, non arriverei in tempo”. Chiaramente ogni giorno si prendono decisioni vitali in base alla ipotetica verità di affermazioni contrafattuali.[42]
L’onniscienza di Dio, come i suoi altri attributi, non è del tutto comprensibile alla nostra intelligenza umana. I suoi pensieri sono più alti dei nostri, come c’è da aspettarsi, visto che è l’Essere infinito, che ha creato il mondo e tutto quello che c’è in esso, che dimora nell’eternità, che conosce il passato, il presente e il futuro.
Il prossimo articolo sull’onniscienza divina prenderà in esame la questione del libero arbitrio dell’uomo [la sua libertà di scelta] e come esso funzioni in relazione all’onniscienza di Dio. Il fatto che Dio conosce le scelte che ognuno di noi farà, significa che dobbiamo fare quelle scelte? L’onniscienza divina esclude la libera scelta umana?
(Continua nella seconda parte).
Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI) e la Traduzione in Lingua Corrente (TILC).
[1] Giobbe 37,16.
[2] 1 Giovanni 3,20.
[3] Giobbe 21,22.
[4] Romani 11,34.
[5] Salmi 147,5.
[6] Isaia 55,8–9.
[7] Romani 11,33.
[8] Kenneth Keathley, Salvation and Sovereignty (B & H Publishing Group, 2010), 16.
[9] Gordon R. Lewis and Bruce A. Demarest, Integrative Theology (Grand Rapids: Zondervan, 1966), Vol. 1, p. 231.
[10] William Lane Craig, The Doctrine of God, Defenders Series, Lecture 6.
[11] 1 Corinzi 2,10–11.
[12] Matteo 10,29–30.
[13] Ebrei 4,13.
[14] Giobbe 28,24.
[15] Salmi 139,1–6.
[16] Salmi 139,13–16.
[17] Salmi 33,13–15.
[18] Giobbe 34,21.
[19] Proverbi 15,3.
[20] Salmi 69,5.
[21] Giobbe 31,4.
[22] Salmi 119,168.
[23] 1 Samuele 16,7.
[24] 1 Re 8,39.
[25] Luca 16,15.
[26] Geremia 17,10.
[27] Proverbi 15,11 NR.
[28] Proverbi 16,2.
[29] Gordon R. Lewis and Bruce A. Demarest, Integrative Theology (Grand Rapids: Zondervan, 1966), Vol. 1, p. 231.
[30] Isaia 46,9–10.
[31] Isaia 45,21.
[32] Isaia 48,3–6.
[33] Marco 9,31.
[34] Matteo 17,27.
[35] Marco 14,18–20 NR.
[36] Giovanni 16,2.
[37] 1 Samuele 23,7.
[38] 1 Samuele 23,10–13.
[39] Matteo 11,21–23.
[40] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press 2000), 191–192.
[41] William Lane Craig, The Doctrine of God, Defenders Series, Lecture 7.
[42] William Lane Craig, The Middle Knowledge View, chapter from the book, Divine Foreknowledge (InterVarsity Press, 2001), 120.
Titolo originale: The Heart of It All: The Nature and Character of God:
God’s omniscience. Part 1
Pubblicato originariamente in Inglese il 29 Maggio 2012
versione italiana affissa l'11 Luglio 2012;
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