Il mio incontro con Phoebe

Di Maria Fontaine

Marzo 29, 2013

(Nota: La cara Phoebe è andata in cielo con Gesù la mattina del 20 marzo, mentre dormiva tranquilla. Ci rallegriamo perché ora è al sicuro tra le braccia di Gesù, libera dal dolore e dalla sofferenza. In questi momenti difficili, il nostro cuore, il nostro amore e le nostre ferventi preghiere vanno ai suoi genitori, ai fratelli e le sorelle, amici e amiche e persone care.)

Meno di due mesi fa ho avuto un’esperienza inaspettata ma molto speciale. Ero in viaggio negli USA e stavo andando a San Antonio, dove una coppia di LFI, Keith e Caryn, si era offerta di aiutarmi con qualsiasi cosa di cui avessi bisogno, Dio li benedica. Hanno accennato che Phoebe (figlia ventiduenne di Mike [Adam] e Mary) era a casa di alcuni amici nella zona e mi hanno chiesto se volevo conoscerla. (Come molti di voi sanno, a Phoebe era stata diagnosticata la leucemia. Si era sottoposta a cure mediche molto aggressive negli USA, dopo le quali la leucemia era andata in remissione.)

Ho colto immediatamente l’opportunità di incontrarla. Avevo seguito il suo progresso tramite le richieste di preghiera che sua madre aveva postato sul sito, oltre alle cose che i suoi genitori ci avevano scritto.

Da quel che sapevo di Phoebe, ero sicura che incontrarla sarebbe stato molto ispirante e speravo di poterla incoraggiare un po’. Durante la nostra cena, Phoebe mi ha raccontato che il mio arrivo in questo momento era particolarmente significativo, dato che due giorni prima aveva scoperto che il cancro non era più in remissione ed era ritornato molto aggressivo. Probabilmente non avrebbe avuto più di quattro mesi da vivere, al massimo. In seguito mi ha detto che aveva sempre sperato di incontrarmi — aveva perfino pregato di poterlo fare — e che voleva dire molto per lei.

Mentre parlavamo, ho visto che anche se “le sue ginocchia vacillavano”, la sua fede era ben salda. In che cosa aveva fede? Che avrebbe superato facilmente questa traversia, fiduciosa e imperturbata? Che non ci sarebbe stato nessun problema, dolore o difficoltà? Sapevo che la sua fede non era basata su queste cose, visto le esperienze difficilissime per cui era già passata. La sua fede si basava sulla fiducia che Dio la amava e che nella sua saggezza sapeva che cosa alla fine l’avrebbe resa più felice; sulla sicurezza che Lui aveva il comando e non avrebbe permesso a niente di sfuggire al suo controllo; sulla certezza che Lui l’avrebbe aiutata fino in fondo, o guarendola soprannaturalmente in questa vita, o portandola oltre le porte celesti dove sarebbe stata guarita completamente e per sempre.

Quando Gesù è con te, ti proteggerà e camminerà al tuo fianco anche nella valle dell’ombra della morte. Una bambina può aver paura di affrontare l’ignoto, ma se il papà o la mamma sono lì, con la mano sulla sua spalla, e le dicono che tutto andrà bene, allora ha fiducia di continuare ad andare avanti, anche se continua ad avere qualche timore. Lo stesso vale per noi e Lui.

Phoebe era notevolmente aperta e franca nel parlare del suo possibile prossimo viaggio in cielo. Esponeva i sui sentimenti molto bene e in maniera sorprendente, ho pensato, per essere una persona che parlava di qualcosa che per la maggior parte della gente è tra le più devastanti che si possano immaginare e che hanno enormi difficoltà ad affrontare. È stata un’esperienza toccante per me pensare che stavo parlando con qualcuno che presto avrebbe potuto stare tra le braccia di Gesù, godendo della sua presenza e di tutto ciò che la sua dimora celeste le avrebbe offerto. Mi veniva voglia di dirle: “Per favore, digli che mi hai visto! Digli che lo amo!” — proprio come si farebbe con qualcuno che sta partendo per andare a trovare le persone che ama.

Comprensibilmente, Phoebe aveva molte domande profonde sul perché il Signore stesse facendo questo nella sua vita e me ne ha parlato. Sentiva che la sua vita era stata così breve e che non aveva avuto la possibilità di vivere i suoi sogni. La risposta che il Signore ha messo nel mio cuore era che Dio, nel suo grande amore onnisciente, onnipotente e infinitamente saggio avrebbe realizzato i suoi sogni in modi che avrebbero potuto essere ancora più fantastici, eccitanti e appaganti di quanto lei avesse mai immaginato. Non sarebbero stati esattamente come li avrebbe potuti vivere qui sulla terra, ma si sarebbero realizzati lo stesso, in maniera molto più grande.

Parlando con lei ho visto che la sua fede si basava sul fatto che Gesù, nel suo amore, le avrebbe dato il meglio. Quella fede era arrivata, non in un lampo d’illuminazione, o come lo sgorgare inaspettato di un geyser, ma perché durante tutta la sua vita Phoebe aveva sentito Gesù camminare al suo fianco e prendersi sempre buona cura di lei. Aveva imparato a prendere decisioni difficili e a fare le sue scelte consultandosi con Lui.

La vita di Phoebe non era stata tranquilla e priva di problemi; non era stata priva di battaglie, dubbi e questioni. Anzi, un punto particolarmente difficile era stato nascere senza dita nella mano sinistra. Aveva sempre avuto difficoltà con questo; i bambini la prendevano in giro quando era piccola; la gente la fissava; doveva dipendere dall’aiuto degli altri per molte cose. Essere diversa era una cosa difficile per lei, ma a sedici anni c’era stata una svolta, quando aveva confidato il fatto al Signore. Aveva deciso di guardare il lato positivo e di essere piena di lode per le molte cose buone nella sua vita. Mi ha detto: “È stato un momento di pace, di conforto, un’accettazione di me stessa e dell’amore del Signore per me che prima non avevo”.

Ho chiesto a Phoebe se avesse dovuto “perdonare” il Signore per averle dato quell’handicap. Mi ha risposto: “In un certo senso, immagino di sì, ma più che altro ho dovuto dimenticare quello che ritenevo giusto, equo e corretto. Ho dovuto rinunciare alle mie domande e fidarmi semplicemente che c’era un motivo e uno scopo per tutto”.

Mi ha detto che la profezia aveva avuto un grande ruolo nella sua via e che ogni momento il Signore le parlava direttamente o attraverso qualcun altro. Mi ha detto: “In mezzo a tutte queste cose, il mio collegamento con il Signore è quello che mi ha aiutato ad andare avanti”.

Proprio come hanno scoperto tutti quelli che hanno avuto occasione di starle vicino, Phoebe aveva una luce splendida che veniva dalla sua fede in Gesù. Non che non avesse battaglie, paure e preoccupazioni. Affrontare un passo così grande nell’ignoto doveva farle un po’ paura.

Dopo quella visita, ho parlato con lei alcune volte su Skype. Come sempre si preoccupava più degli altri che di se stessa. Mi ha detto: “Penso che sotto molti aspetti sia più difficile per i miei amici e la mia famiglia che per me. Perché per me è un po’ come: va be’, morirò e naturalmente tutti mi mancheranno. Ma in fondo andrò in cielo, sai? Certo, all’inizio sarà difficile non poter passare il tempo con la gente che conosco, come faccio adesso. Ma in un certo senso penso che sia più difficile per loro, perché sono loro che in realtà perdono qualcosa e devono confidare di più nel Signore per quello. È molto difficile per loro capire come Dio possa permettere che io soffra così tanto, senza guarirmi”.

Quella volta ho chiesto al Signore se voleva dare a Phoebe qualche parola d’incoraggiamento su questo punto e Lui ha detto:

Tesoro mio, non puoi aspettarti che tutti gli altri capiscano la tua decisione di mettere la vita nelle mie mani. Gli altri si preoccupano e a volte hanno battaglie ancora più intense vedendo una persona cara soffrire tanto. Molte volte sembrano avere grandi dubbi e soffrire per cercare di avere fede, ancor più della persona che soffre veramente.

È perché le persone che soffrono hanno la grazia aggiuntiva di affrontare quello che ho permesso nella loro vita. Do loro la grazia. Ma chi osserva dall’esterno non ha quella grazia. Accettare che questa sia la cosa migliore nella tua vita può essere più difficile per alcuni di quelli che ti amano che per te. Quindi abbi pazienza con loro. Vedendo brillare la tua fede, otterranno la consolazione di sapere che ti ho dato qualcosa in più, una pace che supera la comprensione della mente. Con il tempo questo darà loro la fede di confidare che abbiamo passato questi momenti insieme.

Ho chiesto a Phoebe: “Se tu dovessi andare in cielo nel prossimo futuro, come sembra probabile, hai qualche desiderio particolare per le persone che rimangono, qualsiasi modo in cui possano commemorare il tuo passaggio nell’altro mondo? Se dovessero fare qualcosa in tuo onore, che cosa vorresti che facessero?”

Mi ha risposto: “Vorrei vedere le persone avere più fiducia negli altri, guardare più interiormente, vedere al di là di quello che è ovvio, non giudicare gli altri, accettarsi a vicenda così come sono ed essere disposte a sacrificarsi di più per gli altri; mettere gli altri prima di se stessi”.

Mi ha fatto una grande impressione che i suoi desideri riguardassero maggiormente la felicità degli altri, il voler amare gli altri incondizionatamente e senza giudicarli, comportarsi come voleva Gesù: amare il prossimo come noi stessi, il che, a pensarci bene, ha effetti meravigliosi non solo su chi riceve ma anche su chi dà. È veramente la chiave per la felicità di tutti.

Ecco una cosa molto bella e edificante che i genitori di Phoebe hanno condiviso con me prima della sua morte:

Nonostante tutto quello che sta passando, dobbiamo dire che Phoebe brilla di vera bellezza e grazia. Nei mesi scorsi ha avuto dei momenti molto difficili, ma con la grazia illimitata di Dio si è tenuta stretta alla sua fede. Resta fedele. Sta manifestando tutto quello che ha fatto parte della sua vita per così tanti anni. Sta permettendo a Gesù di darle la grazia di fronte alla morte e così facendo sta influenzando la nostra vita in maniera molto speciale e unica.

Sentiamo che è importante lasciare che ciò tocchi la nostra vita, lasciare che l’esperienza di vedere la sua grazia di fronte alla morte ci riempia dello stesso amore e dello stesso calore che sta provando lei. Vogliamo che questo ci aiuti ad avvicinarci di più a Colui che ci dà forza: Gesù; e che ci riempia di amore, compassione e pace, mentre continuiamo nel nostro cammino. Abbiamo l’opportunità di imparare che, se gli stiamo vicino, Lui darà la stessa cosa a noi. Stiamo tutti vedendo nella pratica la grazia di fronte alla morte ed è stupefacente! Possiamo solo lodarlo e ringraziarlo per questo e per tutto ciò che sta facendo nella vita di Phoebe e nella nostra!

Qui c’è il collegamento al blog di Phoebe, dove troverete dei post molto ispiranti. I suoi post descrivono i pensieri, le difficoltà e le vittorie di una persona che ha fatto con coraggio la sua corsa e ha trasformato in vittorie e testimonianze meravigliose quelli che molti vedrebbero come ostacoli.


Riflettendo ulteriormente sulla fede di Phoebe, mi sono venuti in mente questi pensieri: per la maggior parte della gente la possibilità di morire nell’immediato futuro può essere un’eventualità paurosa. Oltre alla prospettiva di forti dolori o altre sofferenze, Phoebe si è trovata alle prese con l’idea di dover lasciare amici e persone care. Si è preoccupata per loro e per il dolore che provavano e avrebbero provato. E naturalmente, il cielo, con tutto quello che abbiamo imparato su di esso, non è una cosa che possiamo vedere fisicamente per trarne incoraggiamento. È un cammino di fede.

La scelta di Phoebe di non continuare a cercare altre cure possibili non significava che si fosse arresa. La sua decisione di mettersi nelle mani del Signore, comunque si risolvessero le cose, non significava che le mancasse la fede per guarire, né che avesse perso la sua speranza, le sue convinzioni o il suo spirito guerriero.

Le difficili decisioni che alcune persone prendono in certi momenti cruciali della loro vita non possono essere comprese fino in fondo dagli altri, perché è una posizione esclusiva tra loro e Dio, una conversazione privata tra di loro.

Secondo la mia opinione, Phoebe ha dimostrato grande fede, fiducia e affidamento a Dio in tutto quello che ha sopportato. Ha continuato a guardarlo in volto attraverso più di quanto la maggior parte di noi possa immaginare. Ha conosciuto meglio e più personalmente di molti la sofferenza, il dolore, i dubbi e le lotte che spesso accompagnano queste circostanze. Ha avuto un forte collegamento con il Signore, per riuscire a trasformare tutto ciò che aveva già sopportato in una testimonianza meravigliosa di fiducia in Lui, di amore per Lui e della sicurezza che Lui la amava così tanto da darle il meglio.

Chi può dire che il Signore non l’abbia incoraggiata, facendole capire che era il momento di andare a casa? Il Signore era perfettamente in grado di guarire completamente Phoebe, come ha fatto con molti altri.

Il Salmista ha dichiarato: “È preziosa agli occhi dell'Eterno la morte dei suoi santi”.[1] Originariamente avevo pensato che il contesto di questo versetto fosse il martirio, ma in realtà parla di un momento di grande sofferenza.

Phoebe non ha escluso che all’ultimo minuto Dio potesse dire inaspettatamente: “Phoebe, questa è stata una prova che hai superato a gonfie vele, così adesso ti guarirò miracolosamente”. Sarebbe potuto succedere se fosse stata la sua volontà. A volte Dio fa cose sorprendenti alla fine di un procedimento completo. A volte cambia le cose all’ultimo minuto per motivi noti solo a Lui e compresi solo da Lui. In tutte le cose, però, ci dice di pregare: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”. I giorni di Phoebe erano nelle mani del Signore e sono orgogliosa di lei per aver preso la decisione che dava pace al suo cuore. Per me questa è la testimonianza di fede più grande. Per Giobbe, la sua testimonianza più grande non fu: “Benissimo, Signore, ti dimostrerò quanto confido in Te, cercando di convincerti a guarirmi e a mettere a posto ogni cosa”. Fu: “Mi uccida pure! Continuerò a sperare”.[2]

Giobbe non stava dubitando di Dio, né gli mancava la fede nel suo potere di fare ciò che era apparentemente impossibile. Al contrario: la sua fiducia in Dio era così grande da fargli dichiarare che nessuna serie di circostanze gli avrebbe fatto dubitare di Dio o perdere fede in Lui. La fede è fiducia totale che Gesù farà ciò che Lui solo sa essere la cosa migliore per noi, perché il suo amore per noi è illimitato.

“Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri”.[3]


Nota:

Un ringraziamento speciale a Mark e Maria e ad Anim (madre del caro, piccolo William) per aver accolto Phoebe nella loro casa tranquilla in campagna durante i suoi ultimi mesi. Siamo grati che sia stata circondata dai suoi genitori e fratelli e sorelle più giovani (che erano venuti dall’Indonesia per stare con lei) e che abbia ricevuto la visita del resto della sua famiglia e di molte persone care; e anche che abbia potuto vivere i suoi ultimi giorni in un posto di sua scelta. Siamo profondamente commossi dal vostro amore e dalle vostre attenzioni, dalla vostra fede e dal vostro esempio cristiano.

Jerry Paladino ha scritto una bella canzone che potete trovare in fondo a questo articolo (in Inglese) su Phoebe postato su GoodNewsBlog. Grazie!


[1] Salmi 116,15.

[2] Giobbe 13,15 NR.

[3] Proverbi 3,5–6 NR.


Titolo originale: My Encounter with Phoebe
Pubblicato originariamente in Inglese il 21 Marzo 2013
versione italiana affissa il 29 Marzo 2013;
statistiche: 2.622 parole; 12.774 caratteri

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