Echi di Natale

Di Peter Amsterdam

Dicembre 8, 2013

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Per molti di noi, un aspetto importante del Natale è il ricordare la storia della nascita di Gesù, attraverso presepi viventi e rappresentazioni, letture della storia del Natale nella Bibbia, o cantando inni e canzoni sulla sua nascita. Celebrando la stagione natalizia, ricordiamo la storia da cui hanno avuto origine tutte queste cose.

 Quando leggiamo dei pastori, dei saggi, della mangiatoia e della stella, veniamo collegati a diversi aspetti della nascita del nostro Salvatore. Osservando il contesto della nascita di Gesù, scopriamo che ci sono diversi eventi registrati nel Vecchio Testamento che trovano eco nei resoconti della Natività che incontriamo nei Vangeli. Renderci conto di questi collegamenti con il lontano passato aiuta ad approfondire la nostra comprensione e la nostra riconoscenza per l’opera svolta da Dio nel realizzare il suo piano per la nostra salvezza.

Uno di questi aspetti della storia si riferisce all’annuncio dato a una giovane ebrea di nome Miriam, o Maria in italiano, che era stata scelta come madre del Figlio di Dio.

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine fidanzata a un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria.[1]

Secondo le usanze dell’epoca, Maria era stata fidanzata a Giuseppe, cioè era considerata legalmente sposata con lui, anche se non avevano ancora cominciato a vivere insieme. Non c’era stata una cerimonia nuziale e il matrimonio non era stato ancora consumato. Due volte Luca, lo scrittore di questo Vangelo, menziona che Maria era vergine.

L’angelo Gabriele fa a Maria un annuncio sorprendente:

E l’angelo, entrato da lei, disse: «Salve, o grandemente favorita, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne». Ma quando lo vide, ella rimase turbata alle sue parole, e si domandava cosa potesse significare un tale saluto. E l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».[2]

Sei mesi prima l’angelo era apparso a Zaccaria, marito della cugina di Maria, Elisabetta, mentre era nel tempio a Gerusalemme e gli aveva annunciato che anche Elisabetta avrebbe avuto un figlio. Ecco quel che Gabriele disse a Zaccaria:

«Ed egli sarà per te motivo di gioia e di allegrezza, e molti si rallegreranno per la sua nascita. Perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà né vino né bevande inebrianti e sarà ripieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre. E convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio. Ed andrà davanti a lui nello spirito e potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto».[3]

Entrambi gli annunci erano stati fatti da un messaggero celeste, un angelo; entrambi spiegavano che i rispettivi figli sarebbero nati in situazioni che richiedevano un intervento divino, perché Maria era vergine ed Elisabetta era anziana e sterile.

A Maria fu detto di chiamare suo figlio Gesù; per Zaccaria, le istruzioni erano di chiamare suo figlio Giovanni:

Al vederlo Zaccaria fu turbato e preso da paura. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, al quale porrai nome Giovanni».[4]

Zaccaria fu turbato e impaurito dall’apparizione dell’angelo; lo stesso avvenne a Maria. A entrambi fu detto di non avere paura.

Maria chiese:

E Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?»[5]

Anche Zaccaria fece una domanda:

E Zaccaria disse all’angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Poiché io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni».[6]

Gli annunci della nascita di Giovanni Battista e di Gesù seguono uno schema simile a quello delle storie raccontate nel Vecchio Testamento a proposito della nascita di Ismaele, di Isacco e di Sansone.

Alcuni degli aspetti in comune a tutte le storie:

  1. Un’apparizione dell’angelo del Signore (o un’apparizione del Signore stesso)
  2. Timore, stupore, o cadere prostrati davanti all’angelo o al messaggero
  3. Un messaggio divino che conteneva uno o più dei seguenti punti:
  4. l’obiezione a come ciò sarà possibile, o la richiesta di un segno
  5. la concessione di un segno.

Questo schema si può vedere nella storia di Agar, la madre di Ismaele, quando fu trovata nel deserto dall’angelo del Signore. L’angelo la chiamò per nome e disse: “Agar, dove vai?” Lei mostrò il suo stupore quando disse “Tu sei il Dio della visione”, perché disse: “Ho veramente io veduto Colui che mi vede?” E l’angelo le rispose: “Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio, e lo chiamerai Ismaele. E abiterà nella presenza di tutti i suoi fratelli”.[7]

Lo stesso schema si ripete anche nella storia di Abramo e di sua moglie Sara, che era sterile.

Il Signore apparve ad Abramo, che aveva novantanove anni, e gli disse: “Io sono il Dio Onnipotente”. Abramo si prostrò davanti a Lui, con la faccia a terra. Il Signore gli annunciò che entro un anno gli avrebbe dato un figlio da sua moglie Sarai e che da quel momento lei si sarebbe chiamata Sara. Abramo mise in dubbio la cosa, dicendo: “Nascerà forse un figlio a un uomo di cento anni? E partorirà Sara che ha novant’anni?” Dio disse ad Abramo di chiamare suo figlio Isacco; gli disse anche che avrebbe stabilito il suo patto con Isacco e i suoi discendenti.[8]

Possiamo notare queste somiglianze anche nella descrizione della nascita di Sansone.

L’angelo del Signore apparve a una donna sterile e le disse che avrebbe avuto un figlio e che questi non avrebbe dovuto bere vino o bevande inebrianti, mangiare nulla d’impuro, perché sarebbe stato un Nazireno,[9] dedicato a Dio tutta la sua vita. Il marito della donna, Manoah, pregò che il Signore mandasse l’angelo di nuovo ed Egli lo fece. Dopo questa seconda visita, Manoah e sua moglie offrirono un olocausto al Signore e l’angelo salì con la fiamma del sacrificio. Vedendo questo, Manoah e sua moglie caddero con la faccia a terra. Manoah ebbe paura e disse alla moglie: “Moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio”.[10]

Un altro aspetto della storia degno di nota è il miracolo di come tre di donne queste rimasero incinte. Sara ed Elisabetta erano sterili e anziane; anche la madre di Sansone era sterile, nonostante la sua età non venga indicata nella Bibbia. Pur essendo in circostanze diverse, nessuna di queste donne sarebbe stata in grado di concepire senza l’intervento diretto di Dio. Per ogni coppia ci fu una nascita miracolosa, proprio come aveva detto il Signore.

Per Maria la cosa fu diversa.

Era vergine. Anche se nelle precedenti nascite miracolose vediamo la potenza divina operatrice di miracoli, nel Vecchio Testamento non troviamo alcun esempio di una donna che fosse rimasta incinta pur non essendo non mai stata con un uomo. Mentre Sara ed Elisabetta superarono la loro sterilità per un miracolo di Dio, affinché Maria concepisse ci voleva un miracolo ancora più grande. Avrebbe richiesto una manifestazione completamente nuova della potenza creatrice di Dio.

Maria chiese all’angelo come sarebbe successo.

E Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio».[11]

Invece di un superamento divino di qualche impedimento fisico, come la sterilità o la vecchiaia, questo avrebbe richiesto un atto di creazione completamente nuovo e unico da parte di Dio.

Il fatto che lo Spirito Santo coprisse Maria della sua ombra e operasse una simile opera creatrice di Dio collega questo intervento soprannaturale alle frasi d’apertura del libro della Genesi:

La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso; e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.[12]

Lo scrittore Raymond E. Brown lo spiegò così:

Lo Spirito di Dio che venne su Maria è più simile allo Spirito di Dio che aleggiava sopra le acque prima della creazione, in Genesi 1,2. La terra era vuota e informe quando lo Spirito apparve; allo stesso modo, il grembo di Maria era vuoto finché Dio, per mezzo dello Spirito Santo, lo riempì con un bambino che era suo Figlio.[13]

In seguito sentiamo parlare di un’altra ombra nel Vangelo di Luca, in riferimento alla trasfigurazione di Gesù, quando era sul monte con Pietro, Giacomo e Giovanni. Mentre pregava, l’aspetto del suo volto mutò e i suoi abiti divennero bianchi e abbaglianti. Come nel messaggio dell’annunciazione, sentiamo che Gesù è il Figlio di Dio.[14]

Mentre Egli parlava così, venne una nuvola che li avvolse nella sua ombra; e i discepoli temettero, quando essi entrarono nella nuvola. E una voce venne dalla nuvola dicendo: «Questi è il mio amato Figlio; ascoltatelo».[15]

Al momento del battesimo di Gesù nel Giordano vediamo alcuni accenni all’annunciazione, quando lo Spirito Santo scende su di Lui e udiamo nuovamente l’affermazione che Gesù è il Figlio di Dio:

Anche Gesù fu battezzato; e mentre stava pregando, il cielo si aprì e lo Spirito Santo scese sopra di Lui, in forma corporea come di colomba; e dal cielo venne una voce, che diceva: «Tu sei il mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto».[16]

Un altro esempio degli echi del Vecchio Testamento nella storia della Natività è il riferimento contenuto nell’annuncio a Maria alla profezia che Nathan aveva dato riguardo alla progenie di re Davide, mille anni prima. Questa profezia era essenziale nell’attesa che Israele aveva del Messia. Parte di questa profezia diceva:

Io renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra.[17] Io renderò stabile per sempre il trono del suo regno.[18] Io sarò per Lui un padre ed Egli mi sarà un figlio.[19] La tua casa e il tuo regno saranno resi saldi per sempre.[20]

La speranza e le attese del popolo ebraico ai tempi della nascita di Gesù erano che un messia — un normale essere umano — sarebbe stato unto da Dio e sarebbe sorto in Israele come re e governante. Nessuno prospettava che il Messia fosse il Figlio di Dio.

Comunque, l’angelo Gabriele, usando termini simili alla profezia di Nathan, dichiarò che il figlio di Maria sarebbe stato grande, che Dio gli avrebbe dato il trono di Davide per sempre, che il suo regno non avrebbe avuto fine e, ancora più importante, che sarebbe stato il Figlio dell’Altissimo.[21]

In questi pochi esempi di somiglianze tra la storia della nascita di Gesù e altri avvenimenti raccontati nel Vecchio Testamento, vediamo dei collegamenti che puntano al miracolo meraviglioso dell’amore di Dio nei nostri confronti e della sua opera, in tutta la storia, per portare salvezza all’umanità. Gesù. il Figlio di Dio, entrò in questo mondo come un regalo d’amore da parte di Dio. La sua vita, la sua morte e la sua risurrezione ci hanno reso possibile collegarci a Dio in una maniera più intima e personale di prima. Grazie al dono di Dio all’umanità, possiamo trovare la gioia e la felicità di essere uno dei figli di Dio e di vivere eternamente con Lui — il dono più meraviglioso e duraturo di tutti.

Vi auguro un meraviglioso Natale, celebrando la nascita di Chi è vissuto ed è morto per ognuno di noi: Gesù, Figlio di Dio, che diede la vita affinché noi potessimo vivere con Lui per sempre: — il dono di Dio all’umanità.[22]

Vuoi avere un rapporto personale soddisfacente con il Dio dell’amore? Puoi ricevere personalmente nel tuo cuore Gesù, in questo stesso momento, facendo con sincerità questa semplice preghiera:

Caro Gesù, ti prego di perdonare tutti i miei peccati. Credo che sei morto per me. Credo che sei il Figlio di Dio e ti chiedo di entrare nella mia vita. Apro questa porta e ti invito a entrare nel mio cuore. Entra, Gesù, e aiutami a confessarti davanti agli altri perché anche loro possano trovarti. Te lo chiedo nel tuo nome, amen.


[1] Luca 1,26–27.

[2] Luca 1,28–33.

[3] Luca 1,14–17.

[4] Luca 1,12–13.

[5] Luca 1,34.

[6] Luca 1,18.

[7] Vedi Genesi 16 - cfr. CEI, LND.

[8] Genesi 17.

[9] Persona scelta o consacrata, per la vita o per un periodo stabilito per completare un voto a Dio. Il Nazireno si dedicava a una vita di auto-disciplina per svolgere qualche servizio speciale. La tradizione israelita considerava i Nazireni consacrati a vita. Sansone era un eroe tra i Nazireni. Era stato “consacrato a Dio” tramite il voto di sua madre (Giudici 13,5; 16,17) e rimase sottoposto a quel voto fino “al giorno della sua morte” (Giudici 13,7). Finché non gli vennero tagliati i capelli, fu in grado di ricevere “lo spirito del Signore” e quindi di compiere imprese fisiche sorprendenti. W. A. Elwell and B. J. Beitzel, Baker Encyclopedia of the Bible (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1988).

[10] Giudici 13.

[11] Luca 1,34–35 NR.

[12] Genesi 1,2.

[13] The Birth of the Messiah (New York: Doubleday, 1993), 314.

[14] Luca 9,29–35.

[15] Luca 9,34–35.

[16] Luca 3,21–22.

[17] 2 Samuele 7,9.

[18] 2 Samuele 7,13.

[19] 2 Samuele 7,14.

[20] 2 Samuele 7,16.

[21] Luca 1,32–33.

[22] Vari punti di questo articolo sono presi dagli insegnamenti tratti dal libro di Raymond E. Brown The Birth of the Messiah (New York: Doubleday, 1993).


Titolo originale: Christmas Echoes
Pubblicato originariamente in Inglese il 3 Dicembre 2013
versione italiana affissa l'8 Dicembre 2013;
statistiche: 2.310 parole; 11.458 caratteri

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