Di Peter Amsterdam
Dicembre 25, 2013
Una cosa che mi è sempre piaciuta del Natale è ascoltare e cantare quei bei canti di Natale scritti nel corso dei secoli. Anzi, mi piacciono così tanto che spesso li ascolto anche in altri periodi dell’anno. Molti sono capolavori musicali e mi commuovono profondamente. Di recente, mentre cercavo in rete le parole di alcuni dei miei preferiti, ho notato in maniera diversa da sempre la bellezza della loro poesia e la potenza con cui riescono a raggiungere il loro scopo.
Ciò che mi ha colpito è che in mezzo alle rime e alle ripetizioni che sono normali nelle canzoni trasmettono un messaggio molto potente e pieno di sfumature. Comunicano verità profonde su Gesù, sulla sua incarnazione, la sua missione, il suo proposito e la sua potenza, oltre al suo amore e al sacrificio da Lui fatto per l’umanità. Non solo danno una grande testimonianza del messaggio del Salvatore e della salvezza, ma rammentano anche a noi suoi discepoli le profonde verità in cui crediamo.
Mentre leggevo questi canti meravigliosi e pensavo alla maestria con cui gli autori avevano elaborato queste parole e queste rime per spiegare il significato di Cristo e di Natale, mi sono commosso profondamente. Per centinaia di anni questi canti hanno raccontato la storia della nascita di Colui che lasciò il cielo per portare la salvezza a innumerevoli generazioni di uomini. Ci ricordano, come fecero con i nostri antenati spirituali, l’importanza del giorno che celebriamo — la nascita di Cristo, Gesù, il Figlio di Dio che visse tra di noi e diede la vita per noi perché vivessimo in eterno. Questi bei canti natalizi incorporano la verità di ciò che Dio ha fatto per dare salvezza all’umanità.
Ho selezionato versi e strofe che mi hanno particolarmente colpito in diversi canti natalizi che mostrano vari aspetti del messaggio su Gesù, su come nacque da una vergine, sulla salvezza, la grazia, la redenzione, la nuova nascita, la risurrezione e altri fondamenti della nostra fede. Ho incluso anche dei collegamenti alle versioni complete dei canti, la maggior parte dei quali includono anche le liriche. Mentre li ascoltate, spero che vi commuovano come hanno commosso me, con la potenza del loro messaggio e dell’amore che il nostro Salvatore, Gesù, ha per ciascuno di noi.
Venite Fedeli, scritto nella metà del 1700, parla della Parola di Dio che viene a vivere come uomo sulla terra, per capire le nostre debolezze umane e solidarizzare con noi, esprimendosi con quel bellissimo verso: “Parola del Padre, che ora appare in carne”. Gesù, il Logos, il Verbo pre-incarnato, la Parola di Dio, “svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell’esteriore simile a un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce”.[1]
Questo canto bello e allegro rinforza anche le verità espresse nel Credo di Nicea, una delle più importanti dichiarazioni di fede del Cristianesimo, includendo alcuni versi che indicano che Gesù non è una creazione di Dio, ma che è uguale al Padre.
Dio da Dio, luce da luce,
non disdegna il grembo della Vergine;
Dio vero, generato e non creato:
venite, adoriamo, venite adoriamo,
Cristo il Signore.
Silent Night, scritta originariamente in tedesco [Stille Nacht; in italiano, con la stessa musica ma con liriche diverse, Astro del ciel] da Joseph Mohr, musicata da Franz Gruber nel 1818, contiene una strofa che trasmette l’idea che Gesù, la luce del mondo, portò la redenzione divina all’umanità.
Notte silenziosa, notte santa!
Figlio di Dio, la luce pura dell’amore
brilla radiosa dal tuo viso santo
nell’aurora della grazia redentrice,
alla tua nascita, o Gesù, Signore,
alla tua nascita, o Gesù, Signore.
Il verso “Figlio di Dio, la luce pura dell’amore” riflette ciò che Gesù disse di Se stesso, oltre a ciò che Giovanni riferisce nel quarto Vangelo, cioè che Gesù è la luce del mondo.
Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre.[2]
Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.[3]
In Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta. La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.[4]
Le parole “aurora della grazia redentrice” parlano del dono della grazia divina, che ci redime dai nostri peccati.
In Lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che Egli ha riversata abbondantemente su di noi….[5]
Gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.[6]
Scritta nel 1865 da William Chatterton Dix, sulle note di una canzone tradizionale inglese, Greensleeves, What Child Is This parla di Gesù come Dio incarnato, Re dei re, nato tuttavia in condizioni umili e povere. Raffigura splendidamente la Parola di Dio che implora a favore dei peccatori e l’orribile morte che Egli fu disposto a soffrire per ciascuno di noi.
Perché giace in un luogo tanto misero
dove il bue e l’asino si nutrono?
Temi, buon cristiano: per i peccatori
la Parola in silenzio qui implora.
Chiodi e lancia lo trafiggeranno,
la croce porterà per me e per te.
Saluta la Parola fatta carne,
il bimbo, il figlio di Maria!
E quando giunsero al luogo, detto del Teschio, là crocifissero Lui e i malfattori, l’uno a destra e l’altro a sinistra.[7]
Arrivati a Gesù, come videro che era già morto […] uno dei soldati gli trafisse il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua.[8]
Portategli dunque incenso, oro e mirra;
venite a confessarlo, voi, re e contadini;
il Re dei re porta con Sé salvezza;
i cuori che lo amano lo pongano sul trono.
Egli chiama tutti, re o contadini, ricchi o poveri, a riconoscerlo, confessarlo, ammetterlo nella loro vita rivolgendosi a Lui per la propria salvezza.
Non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento.[9]
Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.[10]
Cristo, il Re dei re, porta la salvezza.
Divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono.[11]
Poiché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.[12]
La canzone continua con l’esortazione che “i cuori che lo amano lo pongano sul trono”. Questo ci dà un’immagine di come Gesù viene insediato sul trono dentro di noi quando apriamo il nostro cuore a Lui:
Poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.[13]
Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In Lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.[14]
Ecco due interpretazioni diverse di questo canto, entrambe molto belle:
Questa canzone di Natale è in stile calipso[15] e fu scritta da Jester Hairston nel 1956. Ci rivela il frutto del sacrificio fatto per noi da Gesù: la salvezza eterna, grazie a Lui disponibile a tutta l’umanità.
Udite gli angeli cantare che oggi è nato un Re
e che l’uomo vivrà in eterno a causa di questo giorno.
E questa è la promessa che Egli ci ha fatto: la vita eterna.[16]
Io do loro la vita eterna e non periranno mai.[17]
Chi crede nel Figlio ha vita eterna.[18]
Joy to the World fu scritta nel 1719 da Isaac Watts, scrittore di inni inglese. Si basa sul salmo 98 che ci dice: “Mandate grida di gioia all’Eterno, o abitanti di tutta la terra; prorompete in canti di gioia, rallegratevi e cantate lodi. Cantate lodi all’Eterno con la cetra, con la cetra e con la voce del canto. Mandate grida di gioia con le trombe e il suono del corno davanti all’Eterno, il Re”.[19]
Le parole di Watts furono messe in musica nel 1839 da Lowell Manson. Parole e liriche fanno di Joy to the World una canzone allegra e ispirante. Parla di come il Salvatore regna oggi nei nostri cuori e di come in futuro regnerà anche su tutta la terra.
Gioia nel mondo, il Salvatore regna!
Cantino gli uomini le loro canzoni…
mentre campi e corsi d’acqua, rocce, colline e piani
ripetono il suono gioioso.
Parlando del Figlio invece dice: «O Dio, il tuo trono è per i secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di giustizia».[20]
Poi il settimo angelo suonò la tromba e si fecero grandi voci nel cielo, che dicevano: «I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli regnerà nei secoli dei secoli».[21]
Non crescano più peccati e sofferenze,
nessun rovo infesti più il terreno:
Egli viene a riversare le sue benedizioni
in ogni luogo dove sia arrivata la maledizione.
Questa strofa si riferisce a quando Dio maledisse il suolo a causa del peccato di Adamo.
Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi.[22]
Il canto prosegue dicendo che Gesù è venuto per spargere le sue benedizioni dovunque si trovi la maledizione, cioè su tutta a terra, perché è la terra intera a essere maledetta. La sua benedizione eterna, la benedizione della salvezza, è proclamata nel Vangelo che Egli ha ordinato ai suoi discepoli di portare in tutta la terra, in tutti i luoghi colpiti dalla maledizione.
Poi disse loro: «Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura».[23]
E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine.[24]
We Three Kings, scritta e composta da John Henry Hopkins Junior nel 1863, si basa sulla storia della natività raccontata in Matteo 1. Parla dei doni portati a Gesù dai magi e del simbolo rappresentato da ogni dono in rapporto al ruolo di Gesù come Re, Dio e Salvatore.
Sui pianori di Betlemme oggi è nato un re.
Oro gli porto per incoronarlo
Re in eterno, che su di noi
non cesserà mai di governare.
In tutto il Vecchio Testamento, e allegoricamente nel libro dell’Apocalisse, l’oro è usato come simbolo dell’autorità reale. Quando Giuseppe ricevette l’autorità di operare in nome del faraone, gli fu data una catena d’oro da indossare. Anche nel libro di Ester Mordecai ricevette una veste regale e una corona d’oro per indicare che poteva dare ordini nel nome del re. Anche le corone reali erano fatte d’oro.[25] I re magi seguirono la stella in cerca del “re dei Giudei”.[26] L’oro a cui la canzone si riferisce indica che la nascita di Gesù è la nascita del Re dei re.[27]
Incenso ho portato da offrirgli,
l’incenso dovuto alla divinità.
Innalzino tutti preghiere e lodi
e adorino Dio nell’alto dei cieli.
L’incenso è una resina tratta da alberi che crescono nell’Arabia meridionale. Veniva ridotta in polvere e bruciata per produrre un profumo fragrante. Era uno degli ingredienti principali dell’incenso sacro usato nel culto di Dio nel tabernacolo e veniva sparso su alcuni dei sacrifici bruciati sull’altare.[28] Nella canzone, il riferimento all’incenso simboleggia la divinità di Gesù, Dio nell’alto dei cieli, che noi preghiamo, adoriamo e lodiamo.
Io porto mirra: il suo profumo amaro
porta l’annuncio di un buio incombente,
di dolore e singhiozzi, di sangue e di morte,
sigillato nel freddo d’una tomba di pietra.
Anche la mirra era una resina di odore gradevole, tratta da cespugli dell’Arabia meridionale. Uno dei suoi usi era come profumo per gli abiti.[29] Era anche l’ingrediente principale dell’olio utilizzato per ungere i vasi del tempio e i sacerdoti. Veniva anche impiegato nell’imbalsamazione dei morti; da qui la descrizione della mirra nel canto come “profumo amaro”.[30] [31] Quando una persona veniva crocifissa, le veniva dato della mirra mischiata al vino per drogarla.[32] I soldati romani l’offersero a Gesù mentre agonizzava sulla croce, ma Lui la rifiutò.[33]
L’autorità e la regalità di Gesù, il suo sommo sacerdozio e la sua morte come sacrificio per tutti noi, sono tutte cose simboleggiate in questo canto bello e commovente.
Hark! The Herald Angels Sing — la cui versione italiana è intitolata Cantan gli angeli nei cieli — fu scritta nel 1739 da Charles Wesley, fratello del famoso predicatore ed evangelista inglese John Wesley. La musica originale era solenne; un centinaio d’anni dopo fu trasformata da Felix Mendelsshon nel canto allegro che sentiamo oggi. Il messaggio della riconciliazione con Dio, la pace introdotta dal Principe della Pace, la gioia che Gesù sia il Messia, il Re, la rendono una canzone di Natale profondamente significativa.
Cantan gli angeli nei cieli: Gloria Gloria al Re dei Re.
Pace in terra e letizia, oggi è nato il Salvator.
Gloria a tutte le nazioni, gloria in cielo e pace in terra.
Gioia a tutti gli uomini: Cristo è nato in Betlehem.
Cantan gli angeli nel ciel: Gloria, Gloria al Re dei Re.
Come proclama questo canto, Dio e i peccatori sono riconciliati:
Perché è piaciuto al Padre di far abitare in Lui tutta la pienezza, e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di Lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli. E voi stessi, che un tempo eravate estranei e nemici nella mente con le vostre opere malvagie, ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa.[34]
Gesù è visto come il Re:
Tutta la folla dei discepoli iniziò con gioia a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano visto, dicendo: «Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi».[35]
Gloria al Principe di Pace, Gloria al Sole di Giustizia!
Luce e vita a tutti porta, e guarigione nelle sue ali.
Depone umile la sua gloria, nasce perché l’uomo viva,
perché risorga dalla terra e possa nascere di nuovo.
Cantan gli angeli nel ciel: Gloria, Gloria al Re dei Re.
In questo canto Gesù viene proclamato Re dei re.
Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.[36]
Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi.[37]
Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.[38]
Porta guarigione sulle sue ali.
Ma per voi che temete il mio nome, sorgerà il sole della giustizia con la guarigione nelle sue ali.[39]
E grandi folle si accostarono a Lui, recando con sé zoppi, ciechi, muti, storpi e molti altri; li deposero ai piedi di Gesù ed Egli li guarì.[40]
Nacque perché l’uomo potesse nascere di nuovo.
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio.[41]
Dio […] nella sua grande misericordia ci ha rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti.[42]
Nacque per far risorgere i figli della terra.
Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi con la sua potenza.[43]
Sapendo che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi per mezzo di Gesù e ci farà comparire con voi [alla sua presenza].[44]
O Holy Night è il mio canto di Natale preferito; anzi, è la mia canzone preferita in assoluto. È molto potente, per la sua melodia e per le sue parole, e fa veramente capire il messaggio della speranza che tutti quelli che credono in Gesù possono avere, e dell’effetto che la sua vita ha su chi arriva a conoscerlo. Oggi in genere vengono cantate solo due strofe, che contengono splendide immagini con un messaggio potente, come:
A lungo giacque il mondo nel peccato e nell’errore
finché Egli apparve e l’anima avvertì il proprio valore.
Ci insegnò ad amarci davvero gli uni gli altri;
la sua legge è l’amore e il suo Vangelo è la pace.
Egli romperà le catene, perché lo schiavo è un fratello;
e nel suo nome avrà termine ogni oppressione.
Oltre alle due strofe e al ritornello che vengono cantati normalmente, c’è un’altra strofa che non sono riuscito a trovare in nessuna versione registrata. Questa strofa aggiuntiva, che non viene cantata quasi mai, contiene un’immagine sulla consolazione nei momenti di difficoltà.
Il Re dei re giace nell’umile mangiatoia,
nato per esserci amico in ogni nostra prova!
Sa i nostri bisogni, non è estraneo alla nostra fragilità.
Ecco il vostro Re; inchinatevi alla sua presenza!
Ecco il vostro Re; inchinatevi alla sua presenza!
Gesù è sempre qui con noi. Nel viaggio della vita, in mezzo alle nostre prove e ai nostri problemi, Lui è lì. Come dice il canto, è nato per esserci amico. Non è estraneo alle nostre debolezze e fragilità. Sa tutto di noi: il buono, il brutto e il cattivo. Ci ama nonostante noi stessi. Ci ama perché è amore. Vuole far parte della nostra vita, non vuole condividere soltanto le nostre difficoltà, quando lo invochiamo nei momenti di bisogno, ma anche nei nostri momenti di gioia e felicità, quando festeggiamo i nostri risultati e quelli della nostra famiglia e dei nostri amici.
Il Natale è un momento in cui ricordiamo la sua nascita ed è un meraviglioso periodo dell’anno per pensare a Lui e a tutto quello che ha fatto per noi. Ma quello che ha fatto va ben oltre la stagione natalizia; influenza ogni giorno della nostra vita. Egli è una parte integrale della nostra vita; abbiamo un rapporto personale con Lui. Vuole far parte di tutto ciò che facciamo — e può essere così ogni giorno, se glielo permettiamo.
Quest’anno, quando cantiamo questi canti, è un ottimo momento per riflettere sul loro significato, su ciò che Gesù ha fatto, sull’amore che ha dato e sull’amore profondo che ha per ognuno di noi e per ogni altro essere umano; e anche per portare con noi quei pensieri e quell’amore per il resto del nuovo anno. Amatelo, amate le sue creature, siate grati per tutto ciò che ha fatto. Gioite con Lui: vi ama moltissimo. Vi auguro un meraviglioso Natale in Cristo.
Note
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
[1] Filippesi 2,7–8.
[2] Giovanni 12,46.
[3] Giovanni 8,12.
[4] Giovanni 1,4–5, 9 NR.
[5] Efesini 1,7–8.
[6] Romani 3,24.
[7] Luca 23,33.
[8] Giovanni 19,33–34.
[9] 2 Pietro 3,9.
[10] Giovanni 3,16.
[11] Ebrei 5,9.
[12] 1 Tessalonicesi 5,9.
[13] Romani 10,9.
[14] Colossesi 1,13–14.
[15] Il calipso è uno stile di musica afro-caraibica che ebbe origine in Trinidad e Tobago durante la prima metà del 20° secolo. —Wikipedia.
[16] 1 Giovanni 2,25.
[17] Giovanni 10,28.
[18] Giovanni 3,36.
[19] Salmi 98,4–6.
[20] Ebrei 1,8.
[21] Apocalisse 11,15.
[22] Genesi 3,17–18.
[23] Marco 16,15.
[24] Matteo 24,14.
[25] Allora Davide tolse dalla testa del loro re la corona e trovò che pesava un talento d'oro, e in essa c'erano delle pietre preziose; essa fu quindi posta sulla testa di Davide.(1 Cronache 20,2).
Mardocheo uscì dalla presenza del re con una veste reale di porpora e di lino bianco, con una grande corona d'oro e un manto di bisso e di scarlatto; la città di Susa mandava grida di gioia ed era in festa (Ester 8,15).
Poi vidi una nuvola bianca, ed ecco sulla nuvola stava seduto uno simile a un Figlio d'uomo, il quale aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce tagliente (Apocalisse 14,14).
[26] Ora, dopo che Gesù era nato in Betlemme di Giudea al tempo del re Erode, ecco dei magi dall'oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorarlo» (Matteo 2,1–2).
[27] L. Ryken, J. Wilhoit, T. Longman, C. Duriez, D. Penney, and D. G. Reid, Dictionary of Biblical Imagery (Downers Grove, IL: InterVarsity Press, 2000).
[28] W. A. Elwell and B. J. Beitzel, Baker Encyclopedia of the Bible (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1988).
[29] Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto d'olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni. Tutte le tue vesti profumano di mirra, d'aloe, e di cassia (Salmi 45,7–8).
Ho profumato il mio letto di mirra, di aloe e di cinnamomo (Proverbi 7,17).
[30] Or venne anche Nicodemo, che in precedenza era andato di notte da Gesù, portando una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi dunque presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in panni di lino con gli aromi, secondo il costume di sepoltura in uso presso i Giudei (Giovanni 19,39–40).
[31] P. Perkins, M. A. Powell, ed., The HarperCollins Bible Dictionary (revised and updated) (New York: HarperCollins, 2011).
[32] M. G. Easton, Easton’s Bible Dictionary (New York: Harper & Brothers, 1893).
[33] Gli diedero da bere del vino mescolato con mirra, ma Egli non lo prese (Marco 15,23).
[34] Colossesi 1,19–22.
[35] Luca 19,37–38.
[36] Isaia 9,6.
[37] Giovanni 14,27.
[38] Romani 5,1.
[39] Malachia 4,2.
[40] Matteo 15,30.
[41] 1 Giovanni 5,1.
[42] 1 Pietro 1,3.
[43] 1 Corinzi 6,14.
[44] 2 Corinzi 4,14.
Titolo originale: Timeless Carols
Pubblicato originariamente in Inglese il 17 Dicembre 2013
versione italiana affissa il 25 Dicembre 2013;
statistiche: 3.686 parole; 17.791 caratteri
Copyright © 2024 The Family International. Tutela della privacy Utilizzo dei cookie