I valori fondamentali di LFI: l’amore per l’umanità

Di Peter Amsterdam

Marzo 30, 2014

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Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.[1]

Vedendo le folle, ne ebbe compassione perché erano stanche e disperse, come pecore senza pastore.[2]

“Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?”. E il Re, rispondendo, dirà loro: “In verità vi dico: tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.[3]

Poiché l’amore di Cristo ci costringe.[4]

Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi.[5]

Il quarto valore fondamentale della Famiglia Internazionale è:

L’amore per l’umanità. L’amore incondizionato di Dio per l’umanità, che non conosce barriere di razza, credo o condizione sociale, ci motiva e ci spinge a venire incontro, sia spiritualmente, sia praticamente, ai bisogni delle persone con cui veniamo in contatto.

Dio ama incondizionatamente. Che cosa vuol dire questo? Potremo dire che l’amore di Dio non ha confini, è immutabile, senza limiti. L’amore incondizionato è a volte definito come un amore “dato liberamente” alla persona amata, “nonostante tutto”.

Ognuno di noi ha peccato e il peccato causa la separazione da Dio; non c’è niente che possiamo fare per riparare quella breccia. Ciononostante, Dio ci ama. Il suo amore non dipende da noi, perché non possiamo meritarlo. Ci ama nonostante la nostra natura peccatrice. Ama quelli che non lo amano. Ci ama tutti “nonostante tutto”. Ciò non significa che gli piaccia tutto quello che facciamo, ma ci ama. Anzi, ama l’umanità a tal punto da aver reso possibile il superamento della breccia causata dai nostri peccati e dalle nostre iniquità, attraverso il sacrificio e la morte di suo Figlio Gesù. Anche se siamo peccatori, Dio, poiché ci ama ha reso possibile la nostra riconciliazione con Lui.

Come dice nel quinto capitolo di Romani: “Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”.[6]

La natura incondizionata dell’amore di Dio per l’umanità è visibile più chiaramente nei Vangeli. Il messaggio del Vangelo è un racconto dell’intervento soccorritore di Dio. Più e più volte, in tutti i Vangeli, si può vedere l’esempio dell’amore di Gesù per l’umanità. Quando qualcuno gli chiedeva aiuto, Lui glielo dava. Guarì i malati così tante volte che grandi folle venivano a cercarlo, tanto che doveva alzarsi quando era ancora buio per riuscire ad avere del tempo per stare da solo e pregare.[7] Gesù guarì il servo del centurione romano, anche se i Romani opprimevano il suo paese.[8] Guarì la figlia della donna sirofenicia, che era di una nazionalità e di una religione diversa.[9] Pranzò e cenò con i reietti della società e accolse delle donne come discepole e seguaci, cosa del tutto inaudita ai suoi giorni.[10] Gesù non limitò il suo amore a persone che avevano la sua stessa nazionalità, fede, reputazione e moralità, né distingueva tra amici o nemici. In questo emulò l’amore di suo Padre per tutti.

Dio ci ama, non per chi siamo noi, ma per chi è Lui. È il creatore di tutte le cose. È l’Onnipotente. Può ogni cosa e conosce ogni cosa, tuttavia ama te e me. Anzi, non solo te e me e quelli di noi che sono cristiani e sono riconoscenti per il grande sacrificio che fece nel dare il suo unico Figlio perché morisse per noi, ma ama ogni singola persona sulla faccia della terra, ugualmente e incondizionatamente. Ci ha amato prima che credessimo in Lui, prima che lo amassimo. Anche se uno non ha mai sentito parlare di Dio Padre, anche se uno dice di odiarlo, Lui lo ama lo stesso incondizionatamente. L’amore di Dio è imperscrutabile. È perfetto. È incondizionato.

Il punto fondamentale perché noi, come cristiani, possiamo contribuire a supplire ai bisogni fisici o spirituali delle persone con cui veniamo in contatto, è la comprensione che ogni persona, di qualunque età, razza, nazionalità, aspetto fisico, condizione economica, idea religiosa, affiliazione politica o orientamento sessuale, è preziosa agli occhi di Dio. Niente di tutto questo ha alcuna importanza; tutti sono amati da Dio. Egli ama il mendicante sulla strada tanto quanto l’uomo più ricco al mondo.

Dio ci chiede di dare importanza a ogni individuo, di vedere l’umanità con i suoi occhi pieni d’amore, e ciò significa guardarsi gli uni gli altri senza pregiudizi, o opinioni negative e preconcette. Aderendo alla prospettiva divina e vedendo gli altri come li vede Lui, eviteremo di inquadrare le persone secondo luoghi comuni, o di ritenerci migliori degli altri.

Comprendere che Dio ama incondizionatamente tutti gli esseri umani e che il suo amore non conosce barriere di razza, credo o condizione sociale, modella il nostro atteggiamento nei confronti degli altri, specialmente quelli che sono in qualche modo diversi da noi.

Il nostro incarico come discepoli, come persone che camminano sulle orme del Maestro, è di mostrare agli altri lo stesso amore dimostrato da Gesù. Naturalmente è più facile a dirsi che a farsi, e purtroppo a volte ci sono situazioni in cui siamo tentati di essere critici, presuntuosi e moralistici, o assolutamente insensibili. Ogni tanto vale la pena di fare il punto della situazione, per vedere come ce la stiamo cavando in quanto ad amare senza parzialità e favoritismi. Potremmo farci qualche domanda, tipo:

Come vedo le persone diverse da me? Magari un disabile. O una persona con una malattia che la sfigura e la rende sgradevole! O una priva d’istruzione, che non sa leggere né scrivere. Che reazione ho davanti a un senzatetto che chiede l’elemosina a un angolo di strada e puzza? Se vedo per strada dei drogati o delle prostitute, cosa penso o dico di loro? O se invece qualcuno è pieno di soldi, estremamente alla moda, esageratamente magro, oppure obeso? Oppure se è omosessuale? Qual è la mia reazione davanti a una persona i cui vestiti indicano che non è di religione cristiana?

Quando vedi una persona che ha avuto difficoltà nella vita, la giudichi inconsciamente? La guardi dall’alto in basso? Oppure cerchi di metterti nei suoi panni e ti chiedi: “E se capitasse a me? Se mi trovassi nella sua situazione? Se perdessi il lavoro e non potessi prendermi cura finanziariamente della mia famiglia? Cosa vorrebbe dire per me, se qualcuno mi desse una mano o dimostrasse cortesia nei miei confronti?”

Non ci devono per forza piacere il modo di pensare, lo stile di vita o le scelte di ogni persona. Non siano costretti a essere d’accordo con loro. Potrebbero vivere senza considerare i principi morali di Dio, potrebbero aver peccato in maniera grave, ma dobbiamo ricordare che, in qualsiasi stato si trovino, Dio li ama. Gesù disse che dobbiamo comportarci come membri della famiglia di Dio nell’amore che dimostriamo agli altri. Disse che dovremmo dimostrare amore anche per i nostri nemici, così da essere “figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché Egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”.[11]

Dobbiamo stimare ogni persona e mostrarle rispetto. Ogni uomo o donna sulla terra è una creatura di Dio, proprio come noi, e Dio l’ama come ama noi. Se seguiamo le orme di Gesù, non riterremo le altre persone inferiori a noi, in qualsiasi circostanza si trovino. Siamo tutti uguali agli occhi di Dio.

Se dobbiamo condurre una vita che segua l’esempio e gli insegnamenti di Gesù, allora è importante capire che Dio ama ogni essere umano e che Gesù morì per ogni essere umano. Ci viene detto di amare il prossimo e in base a quello faremo il possibile per dimostrare l’amore di Dio in maniera pratica e spirituale, al meglio delle nostre possibilità.

Gesù disse che i due comandamenti più importanti sono amare Dio e amare gli altri.[12] Chiaramente, amare il nostro prossimo è essenziale per la nostra chiamata come discepoli. Quando ricordiamo che le Scritture dicono che ogni essere umano è fatto a immagine e somiglianza di Dio, che l’amore viene da Dio, che Dio è amore e che ci ama tutti, allora i nostri pensieri, le nostre decisioni, azioni e interazioni con gli altri dovrebbero essere guidati da questi principi che si basano sulle parole di Dio.[13] Lo straordinario amore di Dio è la nostra pietra di paragone; è un esempio di come dovremmo amare gli altri. Quando guardiamo questo punto di riferimento, comprendiamo che dobbiamo emulare le qualità divine di amore, compassione e misericordia, proprio come fece Gesù.

Ci viene detto di far risplendere la nostra luce affinché gli altri possano vedere le nostre buone opere e glorificare Dio.[14] Questo è un appello all’azione, perché esprime l’idea che Dio vuole che interagiamo con gli altri in modo da rispecchiare Lui. È un appello a emularlo, a trattare gli altri con amore, compassione e misericordia. Siamo invitati a essere dei canali del suo meraviglioso amore incondizionato per gli altri. Ma ciò, come molte altre cose sulla strada del discepolato, richiede azione. Richiede il dare da parte nostra. Spesso richiede un sacrificio. Pensando, però, al sacrificio che Gesù fece per noi, non si possono proprio fare paragoni.

Questa storia commovente fa capire bene il concetto:

C’era una bambina di nome Liz che soffriva di una grave malattia molto rara. La sua unica possibilità di guarigione sembrava essere una trasfusione di sangue dal suo fratellino di cinque anni, che era miracolosamente sopravvissuto alla stessa malattia e aveva sviluppato gli anticorpi necessari a combatterla.

Il dottore spiegò la situazione al bambino e gli chiese se era disposto a dare il suo sangue alla sorella. Lui esitò solo un attimo, prima di fare un respiro profondo e rispondere: “Sì, se la salverà, voglio farlo”.

Nel corso della trasfusione era sdraiato su un letto di fianco a sua sorella e, come tutti, si mise a sorridere vedendo il colore tornare sulle sue guance. Poi impallidì e il suo sorriso svanì. Alzò lo sguardo verso il medico e con voce tremante gli chiese: “Comincerò a morire subito?”

Il bambino aveva frainteso le parole del medico; pensava che per salvare la sorella avrebbe dovuto darle tutto il suo sangue.[15]

Che splendido e commovente esempio d’amore! La Bibbia dice: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli”.[16]

I versetti biblici associati a questo valore fondamentale e che voi avete sentito all’inizio di questo video implicano un’azione diretta verso l’esterno. Sono obiettivi pratici che ci indicano cose che dovremmo fare, come:

È una bella lista di cose da fare, quella che ci dà la Parola di Dio, non è vero?

Questi versetti concentrano la nostra attenzione all’esterno, verso gli altri. Parlano di azioni spirituali e pratiche. Affrontano la questione del bisogno principale dell’umanità, quello di ricevere la salute spirituale avvicinandosi a Dio tramite la fede in Gesù, oltre a quella dell’aiuto pratico necessario per assistere gli oppressi e i bisognosi e per alleviare la sofferenza e la povertà che esiste in tutto il mondo, sia in altri paesi che nel nostro stesso cortile.

È un invito a deporre la nostra vita contribuendo con il nostro tempo, il nostro servizio e i nostri beni ad assistere sia chi ha bisogno della salvezza sia che richiede aiuto materiale o pratico. La Parola di Dio ci dice che dobbiamo informare gli altri di Gesù e del sacrificio che ha fatto per noi. Parla anche di prendersi cura dei deboli, degli infermi, delle vedove, degli orfani, degli affamati e degli oppressi.

Giacomo, fratello di Gesù, indicò che la vera pratica della nostra fede consiste di azioni esteriori e interiori. Esteriori verso gli altri in maniera pratica, e interiore nella nostra devozione a Dio. Disse: “Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo”.[17]

Manifestare la nostra fede non è soltanto un’attività interiore; siamo chiamati a esprimerla mediante azioni che rispecchiano ed emulano Cristo. Questo ci chiama a sacrificare del tempo che dedicheremmo a noi stessi e darlo invece ad altri. Vuol dire rinunciare a dei piani che abbiamo già fatto, per aiutare altri che hanno bisogno. Vuol dire vivere la nostra fede facendo intenzionalmente qualcosa a beneficio delle persone bisognose.

Lo scrittore Dave Branon ha scritto:

Quando Dave Thomas morì, agli inizi del 2002, lasciò dietro di sé qualcosa di più che migliaia di ristoranti Wendy. Lasciò anche il retaggio di uomo pratico e lavoratore, rispettato per i suoi valori realistici.

Tra i buoni consigli lasciatici da questo imprenditore sorridente, c’è il suo punto di vista su come i Cristiani dovrebbero impiegare la loro vita. Thomas, che da giovane aveva subito l’influenza religiosa di sua nonna, disse che i credenti dovrebbero essere Cristiani “con le maniche della camicia arrotolate”.

Nel suo libro Well Done [Ben fatto], Thomas disse: “I cristiani con le maniche arrotolate vedono il Cristianesimo come fede e azione. Trovano ancora il tempo di parlare con Dio in preghiera, studiano le Scritture con devozione, sono molto attivi nella loro chiesa e si dedicano agli altri per diffondere la Buona Parola”. Continuò dicendo che “le persone anonime che fanno del bene in nome di Cristo probabilmente ne fanno di più di tutti i più famosi cristiani del mondo”.[18]

Come ha detto Rick Warren nel suo libro La vita con uno scopo:

In cielo Dio non dirà: “Parlami della tua carriera, del tuo conto in banca e dei tuoi hobby”. Esaminerà, invece, il modo in cui hai trattato gli altri, specialmente le persone bisognose”.[19]

Gesù esemplificò il concetto delle “maniche arrotolate”. Dimostrò costantemente il suo amore per gli altri. Provò compassione per i bisognosi e fu spinto ad agire con amore. Fu misericordioso. Dimostrò la sua bontà. Nutrì gli affamati e guarì gli ammalati. Lottò contro il male e l’iniquità.

Dio guida ogni individuo in modo diverso per quel che riguarda il modo in cui condividere l’amore e il messaggio divino. Spinge alcuni a ministeri principalmente spirituali, altri ad assistere praticamente e materialmente i bisognosi, altri a dedicarsi a opere che combinano assistenza spirituale e pratica. E guida altri a contribuire finanziariamente al sostegno di ministeri, sia spirituali sia pratici. Tutti questi contributi al lavoro di Dio sono necessari e gli fa piacere quando diamo parte del nostro tempo, delle nostre energie e delle nostre risorse, da ognuno secondo le sue possibilità a ognuno secondo il suo bisogno.

Sia che veniate incontro ai bisogni spirituali delle persone con cui venite in contatto, a quelli pratici, o a entrambi, è importante ricordare una cosa che Gesù disse: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.[20] Così cerchiamo di fare il possibile per essere esempi tangibili dell’amore divino per l’umanità, mettendo in pratica quello che ci mostra di fare per condividere Lui e il suo amore con le persone che hanno bisogno: spiritualmente, presentando loro Gesù, e praticamente, assistendole nelle loro altre necessità. Arrotoliamoci le maniche e seguiamo l’esempio di Gesù, che ne dite?


Note: Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


[1] Matteo 5,14–16.

[2] Matteo 9,36.

[3] Matteo 25,35–40.

[4] 2 Corinzi 5,14.

[5] Efesini 5,1.

[6] Romani 5,6–8 NR.

[7] Marco 1,34–35.

[8] Matteo 8,5–13.

[9] Marco 7,25–30.

[10] Matteo 9,10–13; Luca 8,1–3; Matteo 27,55.

[11] Matteo 5,45.

[12] Matteo 22,37–40.

[13] Genesi 1,26–27; 1 Giovanni 4,7–8.

[14] Matteo 5,16.

[15] Unconditional Love [Sito e materiale in inglese; utilizzabile gratuitamente per uso personale; per un uso commerciale potete ottenere il permesso presso georgynjoseph@gmail.com].

[16] 1 Giovanni 3,16.

[17] Giacomo 1,27 CEI.

[18] Our Daily Bread, 6 febbraio. Da un sermone di Dennis Davidson, Authentic Faith Works, 26 ottobre 2009.

[19] La vita con uno scopo (Publielim, MI, 2006. ISBN 9788887511710).

[20] Matteo 25,40.


Titolo originale: TFI’s Core Values: Love for Humankind
Pubblicato originariamente in Inglese il 15 Ottobre 2013
versione italiana affissa il 30 Marzo 2014;
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