I valori fondamentali di LFI: un senso di collettività.

Di Peter Amsterdam

Aprile 13, 2014

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Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici.[1]

Mentre dunque abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede.[2]

Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.[3]

Ecco, quanto è buono e quanto è piacevole, che i fratelli dimorino assieme nell’unità![4]

Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.[5]

Il sesto valore fondamentale della Famiglia Internazionale è:

Un senso di collettività. Coltiviamo la fratellanza e il cameratismo. Cerchiamo di sviluppare uno spirito di unità e di amore, un senso di appartenenza che dia sostegno pratico e spirituale ai nostri membri. Insieme possiamo fare di più.

Il nostro amore per Dio, le dottrine e gli obiettivi che condividiamo, ci aiutano a forgiare legami di fratellanza e di amore gli uni per gli altri.

LFI non ha un modello globale per costruire una collettività a livello locale, quindi c’è una varietà di modi in cui le persone scelgono di sviluppare un senso di comunità locale, costruire reti sociali e promuovere la fratellanza.

Siamo una rete mondiale di credenti. Abbiamo una comunità virtuale in rete che si estende a tutti i continenti, con appartenenti in oltre ottanta paesi. Il materiale posto sui molti siti di LFI serve a tenere aggiornati i nostri membri in tutto globo su insegnamenti spirituali, articoli devozionali, notizie sulla missione, richieste di preghiera, aggiornamenti e annunci. I membri hanno accesso anche a risorse, strumenti e prodotti collegati alla missione in diverse lingue. Anche se i membri di LFI vivono in tutto il mondo, siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda le nostre dottrine fondamentali, i nostri valori fondamentali e il valore che diamo alla missione di predicare il Vangelo di Gesù e cambiare il mondo, un cuore alla volta.

Anche se molti membri forse non hanno la possibilità di frequentarsi fisicamente, restiamo uniti nello spirito grazie alle dottrine che condividiamo, leggendo e ascoltando il materiale disponibile sui nostri siti web e condividendo la visione di raggiungere gli altri con l’amore di Gesù.

I nostri membri sono incoraggiati a partecipare o a sviluppare comunità nella loro città o nel loro paese, in maniera adatta alla situazione e al bisogno. La nostra organizzazione facilita la formazione di comunità, quando è possibile, ma l’onere di farlo giace sui singoli membri. Quando, o dove, non è possibile ritrovarsi per formare una comunità, li incoraggiamo a farlo con altri membri in rete, con metodi diversi.

La nostra fede e il nostro discepolato crescono nella comunione con altri membri con idee affini. Il cristianesimo non è fatto per essere vissuto nel vuoto, ma per essere condiviso in comunione amorevole e in unità con gli altri.

Il nostro carattere cresce e matura vivendo in una comunità sociale. Per loro stessa natura, l’appartenere a una comunità, il collaborare con personalità che possono essere molto diverse e l’essere costretti a spingerci al limite e dedicarci agli altri, ci costringe a esercitare le qualità che Gesù vuole affinare in noi. Senza quelle interazioni è più difficile maturare spiritualmente in maniera completa. Quelle sfide sono anche un momento di preparazione per la crescita interiore; ci aiutano a essere più simili a Gesù e ci preparano a raggiungere meglio gli altri ed essere canali dell’amore divino.

In La persona che voglio essere, John Ortberg ha scritto:

Dio usa le persone per formarne delle altre. Per questo ciò che succede tra voi e un’altra persona non è mai soltanto un’interazione tra esseri umani: lo Spirito brama essere all’opera in ogni incontro, in tutta la sua potenza. […] Spiritualmente, come disse [l’apostolo] Giovanni, “chi non ama, rimane nella morte”. Quando viviamo in isolamento, cadiamo più facilmente vittime della tentazione o dello scoraggiamento. Siamo più portati all’egocentrismo. Spendiamo più facilmente il denaro in maniera egoista. E non siamo solo noi a soffrire, quando viviamo separati dagli altri; anche le persone che Dio ci ha messo vicino vengono private dell’amore che Dio voleva dessimo loro.[6]

I membri di LFI sono piuttosto creativi quando si tratta di formare un senso di appartenenza e unità. Ecco alcuni dei modi in cui abbiamo sentito che la gente si riunisce per stare in compagnia e formare legami di comunità, sia fisicamente, sia in rete:

Fare la nostra parte per formare una comunità e un cerchio di fratellanza è una responsabilità cristiana per ognuno di noi. Dobbiamo prendere l’iniziativa, trovare il tempo per farlo e avere a cuore il contatto con gli altri.

Alcuni elementi importanti della nostra crescita spirituale nascono dall’interazione con gli altri all’interno di una comunità e di una fratellanza spirituale. Questa crescita si manifesta in maggior comprensione, empatia, umiltà, autenticità, onestà, altruismo e accettazione degli altri. La comunità non si basa su hobby, condizioni economiche, compatibilità o altre caratteristiche personali; l’elemento base della nostra comunità è la fede che condividiamo.

Nel creare un senso di comunità, ci ritroviamo insieme come parti del corpo di Cristo. Anche se è importante avere le stesse informazioni e gli stessi contributi spirituali e restare in contatto mediante la nostra fratellanza, alcuni elementi altrettanto importanti per la nostra fratellanza e la nostra amicizia sono il nostro amore e la nostra considerazione amorevole gli uni per gli altri.

Come ha spiegato il Pastore Peter Marty:

Uno spirito comunitario fiorisce quando le persone hanno un contatto profondo tra di loro, prosperando grazie alla loro interazione fedele. Esteriormente, i membri di una congregazione possono avere poche cose in comune. Interiormente, possono essere influenzati dalla possibilità di imparare qualcosa gli uni dagli altri. Amicizia, comunione d’intenti e attenzione persistente e reciproca, sono tutti prodotti secondari di una comunità basata su principi spirituali, i cui membri collaborano insieme. Il modo in cui i membri di una congregazione propagano l’amore di Dio attraverso ospitalità sincera e amore reciproco, indica se sono davvero il corpo di Cristo o semplicemente un club religioso.[7]

Far parte di una comunità cristiana è simile a far parte di una famiglia. Di solito c’è un senso di appartenenza alla propria famiglia; siamo sicuri che i nostri genitori, nonni o fratelli e sorelle, ci amano e che saranno pronti ad aiutarci se ne avremo bisogno. Sentiamo che si preoccupano per noi.

È quello stesso senso di appartenenza, di attenzione e di amore che dobbiamo formare con i nostri fratelli e sorelle nel Signore. Noi credenti facciamo parte della famiglia di Dio.

E, distesa la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli. Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre».[8]

Per creare questo senso di unità, dobbiamo trovare il tempo di prenderci cura gli uni degli altri, di pregare gli uni per gli altri, di far visita a chi è malato, di aiutare chi ha bisogno, per quanto rientra nelle nostre possibilità, e di cercare di dare una mano quando c’è un lavoro più grosso da fare, come un trasloco o il lancio di un progetto importante. Naturalmente, a volte quello di cui la gente ha più bisogno è di qualcuno che le dia ascolto, che le dimostri comprensione, che riconosca i suoi sforzi e che le offra preghiera e incoraggiamento.

Abbiamo il privilegio e la responsabilità di manifestare l’amore del Signore alle persone bisognose della nostra comunità. Dobbiamo mostrare amore a tutta l’umanità ma specialmente a quelli all’interno della nostra comunità della fede. La Bibbia dice: “Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo”.[9]

Una persona ha spiegato così il bisogno di prendersi cura gli uni degli altri all’interno di una comunità:

Abbiamo bisogno di persone che camminino costantemente con noi — che condividano gli alti e i bassi e tutti i momenti ordinari che stanno nel mezzo. Vogliamo gente che rida con noi, che pianga con noi; altre persone che si preoccupino dei nostri figli e diano una mano con loro; amici e amiche con cui pregare e che possiamo chiamare quando la batteria dell’auto è scarica e abbiamo bisogno d’aiuto. Vogliamo una comunità piena di Gesù.

Aggiungerei che questo non succede se non c’è impegno, […] un impegno vicendevole in Cristo, un tipo di relazione unica che non ci chiede di essere tutti uguali. Sì, tutti hanno delle aspettative gli uni dagli altri, ma va bene se non sono le stesse per tutti: nessuno ti costringe a essere quello che vuole lui. Perché il punto è che ognuno di noi deve essere ciò che Dio vuole. E tutti quanti possiamo raggiungere quel punto di eccellenza!

Vivendo in questo modo, siamo la chiesa. Amate Dio, amate gli altri, amatevi a vicenda. Aiutate gli altri a fare lo stesso. Cercate il regno di Dio. Fate il vostro percorso insieme, svolgete la missione insieme, siate quello che dovete essere insieme.[10]

Nella comunità locale di cui facciamo parte Maria ed io, ci sono molti esempi di questo tipo di premura e attenzione quando altri membri della comunità hanno bisogno. Per esempio:

Simili atti di cortesia non sono limitati alla nostra città. Sentiamo regolarmente storie di membri che hanno aiutato altri nel momento del bisogno. Un esempio che mi viene in mente è quello di una famiglia in Texas che ha accolto una ragazza di ventidue anni tornata dal campo di missione in Indonesia per un trattamento di chemioterapia contro la leucemia. La loro ospitalità ha contribuito a rendere i suoi ultimi mesi sulla terra belli e pieni di amore e premure.

Riguardo alla stessa situazione, un’altra coppia, sempre in Texas, ha prestato ai genitori di quella ragazza il loro camper, perché avessero un posto in cui vivere con i figli durante la sua malattia e poi in seguito mentre si riorganizzavano e facevano piani per il futuro dopo che la figlia era andata a stare con il Signore.

A volte, in casi di malattie o lesioni gravi, i membri di tutto il mondo hanno sostenuto in preghiera chi ne aveva bisogno e hanno contribuito finanziariamente. Alcuni hanno fatto lunghi viaggi per portare personalmente aiuto. È in momenti simili che l’amore e il cameratismo dei nostri fratelli e delle nostre sorelle risplende davvero.

Sentiamo parlare regolarmente di membri che accolgono ospiti in casa loro per diversi periodi, mentre passano da un campo di missione all’altro, o che danno generosamente tempo,  soldi, aiuto pratico, o incoraggiamento e preghiera.

Oltre ai modi pratici con cui possiamo aiutarci a vicenda e portare i pesi gli uni degli altri, ce n’è anche di spirituali. Uno degli elementi spirituali di una comunità sana e fiorente è quando dedichiamo tempo a incoraggiarci a vicenda.

Per citare nuovamente John Ortberg:

Ogni giorno, tutte le persone che conoscete affrontano la vita con la prospettiva dell’eternità; e la vita ha un modo tutto suo di scoraggiare la gente. Per questo ogni vita ha bisogno di un gruppo di tifosi. Ogni vita ha bisogno di una spalla cui appoggiarsi di tanto in tanto. Ogni vita ha bisogno di chi la presenti a Dio in preghiera. Ogni vita ha bisogno di chi l’abbracci e la stringa a sé ogni tanto. Ogni vita ha bisogno di sentire una voce che dice: “Non arrenderti”.[11]

Quando incoraggiamo i fratelli, facciamo parte anche noi del loro lavoro. Solo Dio sa quante volte le grandi opere realizzate da uomini e donne di Dio nel corso dei secoli sono state possibili grazie a un altro credente che aveva il ministero dell’incoraggiamento e della preghiera.

Non siamo isole. Dipendiamo gli uni dagli altri, che siamo disposti ad ammetterlo o no. Ispirare e incoraggiare gli altri nella nostra comunità della fede infonde energia nella missione e nella diffusione del Vangelo, perché ognuno di noi è incoraggiato dagli altri a fare la volontà di Dio, probabilmente più di quanto pensiamo.

La Bibbia dice:

Ecco, quanto è buono e quanto è piacevole, che i fratelli dimorino assieme nell’unità![12]

Essere in unità non significa che tutti debbano vederla esattamente allo stesso modo su ogni cosa, o avere gli stessi interessi o le stesse opinioni. Come dice quella citazione divertente: “Possiamo imparare molto dai pastelli; alcuni sono appuntiti, alcuni sono belli; alcuni sono sbiaditi, mentre altri sono vivaci; alcuni hanno dei nomi strani; ma tutti hanno imparato a vivere insieme nella stessa scatola”.[13]

L’unità si ottiene quando si accetta la diversità degli altri e ci si concentra sulle cose più importanti che si hanno in comune, come la fede nella Parola di Dio, il desiderio di crescere spiritualmente, il desiderio di predicare il Vangelo ed essere una forza per il bene nella propria città.

Non solo vivere in unità è più piacevole e una testimonianza per gli altri; rende anche più efficace il nostro lavoro per il Signore. Insieme possiamo andare più lontano e più in fretta. Insieme possiamo spostare i monti.

È come la storia di un grande architetto e costruttore di ponti. Costruì uno dei ponti più grandi e più robusti del mondo, affermando che niente poteva farlo cadere. Il ponte poteva sostenere il peso di un numero incredibile di veicoli. L’unica cosa che avrebbe potuto distruggerlo era un gruppo di un centinaio di uomini che l’avesse attraversato marciando all’unisono. Così avvertì che qualsiasi gruppo di persone che avesse attraversato il ponte, che si trattasse di soldati al passo di marcia o di una banda musicale, avrebbe dovuto variare il passo, altrimenti il ponte sarebbe crollato. Questo illustra la forza dell’unità.[14]

L’impatto che abbiamo nel cambiare il mondo con il suo amore può riverberare intorno al globo, se camminiamo in unità. La Bibbia dice che una persona può inseguirne mille, ma due possono metterne in fuga diecimila.[15] È un aumento di più del mille per cento, soltanto la differenza tra una persona o due.

Dio vuole che amiamo tutta l’umanità e che siamo esempi delle sue qualità davanti alle persone che incontriamo e con cui interagiamo quotidianamente. Ma gli interessa ancora di più che mostriamo amore ai nostri compagni cristiani, il corpo di Cristo. Paolo disse: “Mentre dunque ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede”.[16]

Perché è così importante che ci prendiamo cura dei nostri confratelli credenti e che forniamo loro aiuto — spiritualmente o praticamente? Gesù rispose a quella domanda quando disse: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”.[17]

L’amore è la cosa più importante. Gesù vuole che noi, i suoi seguaci, siamo conosciuti per il nostro amore. Così, mentre cerchiamo di formare una comunità e di promuovere un senso di appartenenza, fratellanza e cameratismo, facciamolo per e con l’amore di Cristo che ci costringe.


[1] Giovanni 15,12–13.

[2] Galati 6,10.

[3] 1 Giovanni 3,16.

[4] Salmi 133,1.

[5] Galati 6,2.

[6] John Ortberg, The Me I Want To Be [La persona che voglio essere] (Grand Rapids: Zondervan, 2010), 182, 186.

[7] Peter W. Marty, "Community as a Way of Life," The Christian Century, August 23, 2005, 8–9. (Peter W. Marty is senior pastor of St. Paul Lutheran Church in Davenport, Iowa.)

[8] Matteo 12,49–50.

[9] Galati 6,2.

[10] Arthur Stewart, “Why Christian Community Requires Choice,” 11 marzo 2013.

[11] Ortberg, The Me I Want To Be [La persona che voglio essere], 188.

[12] Salmi 133,1.

[13] Robert Fulghum.

[14] Raccontato da Tom Brown.

[15] Deuteronomio 32,30.

[16] Galati 6,10.

[17] Giovanni 13,35.


Titolo originale: TFI’s Core Values: A Sense of Community
Pubblicato originariamente in Inglese il 29 Ottobre 2013
versione italiana affissa il 13 Aprile 2014;
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