Prendere le giuste decisioni, parte 2: assumerci la responsabilità delle nostre decisioni

Di Peter Amsterdam

Novembre 18, 2014

Vi siete mai trovati a dover pendere decisioni importanti, con il bisogno d’indicazioni chiare, solo per avere la sensazione che Dio sia in modalità silenziosa?  – e proprio quando avreste più bisogno di una risposta precisa da parte sua per aiutarvi a prendere quella decisione? So che a me è successo e in quei momenti ho dovuto combattere una battaglia spirituale. Volevo davvero che il Signore illuminasse il mio cammino, ma nella sua saggezza, ha scelto di non darmi una risposta diretta. Invece ho dovuto andare avanti e fare il lavoro di picco e pala di ricercare le opzioni, chiedere consigli a persone sagge, considerare le opportunità presentate dalle porte aperte che mi trovavo davanti, pregare disperatamente e soprattutto affidare le mie vie a Lui. Ho dovuto confidare che avrebbe diretto i miei passi come aveva deciso.

In momenti del genere, saremmo felicissimi di avere una rivelazione diretta; niente ci piacerebbe di più che vedere il Signore indicarci la migliore tra tante scelte ed evitarci il procedimento spesso angoscioso di vagliare le opzioni, i pro e i contro, e assumerci la responsabilità di prendere una decisione senza essere sicuri di come finiranno le cose. Spesso il Signore conferma la sua volontà con una precisa parola di profezia, come segno della sua grazia e del suo favore, e ciò può essere tremendamente incoraggiante e stimolante. In altri momenti si aspetta che facciamo uso degli altri modi per trovare la sua volontà (vedi “Prendere le giuste decisioni, parte 1”), man mano che seguiamo il procedimento di analizzare la situazione e le opzioni per arrivare a una decisione finale; questa in genere si dimostra un’esperienza di apprendimento e di crescita.

In momenti simili possiamo ritrovarci in mezzo a molte battaglie mentali, emotive e spirituali, non dissimili dall’esperienza di Giacobbe quando lottò con l’angelo per una notte intera.[1] Se però abbiamo fatto di tutto per pregare e seguire Dio al meglio delle nostre possibilità, possiamo confidare che i risultati finali della nostra decisione, qualunque essi siano, cooperano al nostro bene.[2]

Molte volte quando ho cercato il Signore per conoscere la sua volontà e le sue indicazioni per delle decisioni importanti, Lui non mi ha detto esattamente che scelta fare, o come sarebbe finita. Spesso m’indicava la direzione generale in cui andare, o il primo passo da fare, con la raccomandazione di tornare da Lui in preghiera appena le cose avessero cominciato a muoversi. In queste situazioni di solito ci sono cose che devono sistemarsi, prima di poter prendere una decisione finale. Durante il processo decisionale, mentre continuavo a pregare per ricevere saggezza e orientamento, stava a me soppesare i pro e i contro, vedere quali porte fossero aperte e quali chiuse, chiedere consiglio ad altri e fare tutto il possibile per lavorare insieme a Dio per prendere le decisioni giuste. Anche se forse Lui non ci dà sempre una risposta specifica su cosa fare, posso sempre contare sulla sua presenza durante l’intero procedimento, guidandomi e dandomi istruzioni mentre esamino le varie opzioni e possibilità, finché non mi sento sicuro che la decisione è in linea con la sua volontà.

Un aspetto importante del piano divino per l’umanità è il suo dono del libero arbitrio, che ci permette di fare scelte e prendere decisioni secondo la nostra volontà. Come cristiani che vogliono glorificare Dio nella loro vita, vogliamo imparare a prendere decisioni basate su principi religiosi e scegliere le migliori possibilità tra le molte che possiamo incontrare ogni giorno. Considerare le opzioni, soppesare i vantaggi e gli svantaggi, usare la saggezza dataci da Dio e misurare le situazioni con il metro della Parola di Dio, fa tutto parte dell’amare Dio con tutta la mente, il cuore e l’anima, in ubbidienza al primo e grande comandamento.[3] Anche quando non riceviamo da Dio una rivelazione diretta che ci guidi nel prendere le nostre decisioni, possiamo lo stesso sentirci incoraggiati dal fatto che ha promesso di guidarci quando gli affidiamo le nostre vie e cerchiamo la sua volontà attraverso tutti i mezzi che ha messo a nostra disposizione. Anzi, anche quando non ci dà una rivelazione, è sempre meglio saggiare la decisione per capire se è la sua buona e accettevole volontà.[4] Possiamo misurare simili scelte ponendoci domande come queste: è in linea con la sua Parola? Ci ha parlato mediante versetti specifici? Abbiamo chiesto consiglio a persone sagge? (Per altri modi di conoscere la volontà di Dio vedi la prima parte.)

Parte dello stress e del tormento che spesso incontriamo nei momenti in cui dobbiamo prendere decisioni, è dovuta alla paura dell’insuccesso, di mancare la volontà di Dio o di prendere decisioni che potrebbero avere un impatto negativo su di noi o su altri. Quando si tratta di decisioni importanti che definiranno il corso del nostro futuro, o almeno di quello immediato, impariamo per esperienza che una decisione sbagliata può costringerci a tornare indietro oppure a viverne le conseguenze. A volte, nonostante le nostre migliori intenzioni e i nostri desideri, le decisioni che prendiamo hanno conseguenze e risultati negativi e siamo obbligati a subirli.

Poiché Dio ci ha disegnato come soggetti dotati di libero arbitrio, abbiamo la capacità di prendere decisioni indipendenti e, alla stessa stregua, siamo personalmente responsabili per le nostre decisioni e i loro risultati. Questo è uno dei motivi per cui dobbiamo pregare e usare saggezza nel momento della scelta. Assumerci la responsabilità dei risultati delle nostre decisioni è una parte importante del processo. Siamo liberi di fae le nostre scelte, ma dobbiamo essere responsabili di come si risolvono. Se ci sono ripercussioni negative, non dobbiamo cercare di dare la colpa ad altri o a Dio. La responsabilità è esclusivamente nostra. Dobbiamo anche confidare nella promessa divina di far cooperare tutto per il bene di chi lo ama, a dispetto di come possano sembrare inizialmente le cose. Dio può anche prendere i nostri errori e i momenti in cui sembra che abbiamo frainteso le coordinate dei nostri processi decisionali, e reindirizzare il nostro corso in modo che possiamo trarne beneficio e arrivare alla sua destinazione finale.

Le svolte impreviste e i risultati indesiderati fanno parte della vita, per quanto le nostre decisioni possano essere sagge. Nella Bibbia vediamo che spesso le cose si sono risolte in maniera diversa da come la gente si era aspettata o aveva progettato Quando Mosè sia avviò verso la terra promessa, probabilmente, non prevedeva di vagare nel deserto per quarant’anni. Tuttavia non mise in dubbio la saggezza della sua decisione, né perse di vista la destinazione finale; continuò ad andare avanti nonostante gli ostacoli.

Anche quando prendiamo la decisione giusta, non ci sono garanzie che la strada sarà facile. Spesso continueremo a incontrare insidie o contrattempi, ma fanno parte dell’esperienza umana e spesso servono a invigorire il nostro cammino per fede. Dio, il nostro Padre celeste, sa che imparare a prendere decisioni e assumerci la responsabilità dei loro risultati, insieme a tutte le lezioni che impariamo per strada, fa parte della nostra crescita e del nostro sviluppo spirituale.

Penso che tanti di noi possano raccontare di qualche occasione in cui si sono trovati in un punto decisivo della vita e il Signore ha parlato loro in profezia, mediante una visione, un sogno, o con qualche altro mezzo diretto, e la risposta era così chiara e precisa che non c’era dubbio su quale fosse la decisione giusta da prendere nella situazione. Sono sicuro, però, che ci sono stati anche dei momenti in cui è toccato a noi darci da fare per arrivare a una decisione attraverso gli altri mezzi disponibili per trovare la volontà di Dio. Lui ci ha promesso che quando lo cercheremo con tutto il cuore, lo troveremo;[5] che quando lo riconosceremo e gli affideremo le nostre vie, appianerà i nostri sentieri e ci assegnerà luoghi deliziosi.[6] Possiamo fidarci che non ci lascerà né abbandonerà, anche nei momenti in cui sembra silenzioso e non ci fornisce la guida diretta che desideriamo per riuscire a prendere una decisione.

Ecco cosa dice Rick Warren:

A parte Gesù, Davide più di chiunque altro sembra aver avuto un’amicizia molto intima con Dio. Dio si compiacque di chiamarlo un “uomo secondo il mio cuore”. Tuttavia Davide si lamentò spesso del suo apparente silenzio.

“Signore, perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempo d’angoscia?” (Salmi 10,1,NR). “Perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano e non vieni a liberarmi, dando ascolto alle parole del mio gemito?” (Salmi 22,1).

Naturalmente, Dio non aveva abbandonato Davide, né abbandona voi. Ha promesso ripetutamente: “Non ti lascerò né ti abbandonerò” (Deuteronomio 31,6). Ma non ha promesso “sentirai sempre la mia presenza”. Anzi, Dio ammette che a volte ci nasconde la sua faccia. Ci sono momenti in cui sembra “disperso in azione” nella nostra vita.

Io aspetto il Signore che nasconde la sua faccia alla casa di Giacobbe; in Lui ripongo la mia speranza (Isaia 8,17).

Ecco, vado ad oriente, ma là non c’è; ad occidente, ma non lo scorgo; opera a settentrione, ma non lo vedo; si volge a mezzogiorno, ma non riesco a vederlo. Ma Egli conosce la strada che io prendo; se mi provasse, ne uscirei come l’oro. […] Così Egli compirà ciò che ha decretato nei miei confronti (Giobbe 23,8-10.14).[7]

A volte uno dei motivi per cui Dio sembra silenzioso in questi momenti cruciali, è per lasciare la decisione a noi; vuole che facciamo scelte sagge e giuste e ci assumiamo la responsabilità delle conseguenze e dei risultati. Ecco cosa scrisse David Berg sulle varie opzioni che i cristiani possono trovarsi di fronte, pur sempre all’interno della volontà di Dio, e su come Dio prova piacere nel far prendere le decisioni a noi:

Potrebbe sorprendervi sapere che a Dio piace che voi, i suoi figli, facciate le vostre scelte all’interno della sua volontà. So che trovate il vostro diletto nel Signore, sopra ogni altra cosa, e che volete fare la sua volontà. Quando lo fate, però, è suo diletto darci ciò che il nostro cuore desidera, perché è Lui che ci dà quei desideri quando lo compiacciamo (Salmi 37,4).

Al Signore fa anche piacere lasciarci la nostra scelta personale tra diverse alternative buone, tutto all’interno della sua volontà, se è una cosa che desideriamo, proprio come noi permetteremmo a un bambino di scegliere un giocattolo, una gita, o un altro piacere, purché sia una cosa sicura e che vada bene per lui. Questa è una cosa che la gente sembra non capire di Dio: che gli fa davvero piacere lasciare la scelta a noi, proprio come facciamo noi con i nostri figli, purché non faccia male né a noi né agli altri.[8]

Dio diede agli esseri umani il libero arbitrio, che include tra l’altro proprio la facoltà di scegliere tra varie possibilità e di fare i passi necessari a realizzarle. I teologi Lewis e Demarest lo spiegano nel seguente modo:

Libero arbitrio può significare sia la capacità di scegliere tra varie possibilità sia quella di muoversi verso la realizzazione dell’opzione scelta. Primo, la libertà umana comporta la capacità di scegliere tra diversi fini. Concordiamo con i valori e i fini divini a noi rivelati, perché sono per il nostro bene. Possono esserci diverse opzioni specifiche che non violano le linee guida morali, quindi possiamo avere diverse alternative altrettanto morali. […] Secondo, la volontà umana include la capacità di autodeterminazione. Avendo scelto un’alternativa, non saremmo liberi se non avessimo la capacità di muoverci verso quell’obiettivo e fare quello che vogliamo. La nostra volontà è libera quando abbiamo sia la facoltà di fare scelte alternative sia quella di raggiungere l’obiettivo scelto.[9]

Adamo ed Eva, i primi esseri umani, si trovarono alle prese con delle scelte fin dall’inizio, nel Giardino dell’Eden. Dio li aveva creati come esseri razionali a sua immagine e aveva immediatamente dato loro la possibilità di prendere decisioni. Ad Adamo fu affidata la responsabilità di dare un nome a tutte le creature viventi e la Bibbia non dice che Dio gli abbia indicato il modo di farlo o che nome dare agli animali. Dio gli diede quel compito, sapendo che le qualità razionali e intellettuali di cui lo aveva dotato gli avrebbero permesso di prendere decisioni sagge. Naturalmente, allo stesso modo, l’autodeterminazione gli diede anche la libertà di prendere decisioni sbagliate, come vediamo da come Adamo ed Eva disubbidirono al comandamento divino. La loro decisione di mangiare il frutto proibito era completamente opposta all’espressa volontà divina e portò alla caduta, il peccato originale, con tutte le sue conseguenze negative.

La caduta aprì la strada al peccato, che a sua volta incrinò il rapporto tra il Creatore e la sua creazione. Fortunatamente Gesù pagò il prezzo dei nostri peccati e ci permise di riconciliarci con Dio e riprendere il rapporto con Lui. Non solo siamo riconciliati, ma mediante le nostre scelte personali di amarlo e di accettare il sacrificio di Gesù, siamo indirizzati sulla via dell’intimità con Dio. La metafora matrimoniale usata nella Bibbia per descrivere l’intimo rapporto spirituale tra Gesù e la sua chiesa rappresenta l’unione appassionata di cuore, mente e spirito che Gesù vuole avere con ognuno di noi. Quando amiamo Dio con passione e intensità e sviluppiamo la nostra fede con lo studio della sua Parola e con una vita consona ai suoi precetti, quel rapporto ci mette su una strada piena di opzioni e alternative, molte delle quali rappresentano possibilità buone e accettevoli a Dio.

Parte del percorso verso l’intimità con Dio e verso una vita produttiva e piena di Lui, comprende l’imparare a prendere decisioni sagge e giuste, che continueranno a far crescere il rapporto tra di noi, insieme alla nostra fede e alla nostra produttività. Tutto questo mentre confidiamo nella continuità della sua cura e della sua provvidenza. Affidando le nostre vie a Lui e cercando di compiacerlo e di fare ciò che gli è gradito, possiamo avere fiducia nel nostro rapporto con Lui; possiamo avere la certezza che sarà presente al nostro fianco in ogni decisione che dovremo affrontare nella vita, piccola o grande che sia.[10]

Ora il Dio della pace […] vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.[11]


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


[1] Genesi 32,24–30.

[2] Romani 8,28.

[3] Matteo 22,37–38. E Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente". Questo è il primo e il gran comandamento.

[4] Romani 12,2.

[5] Geremia 29,13. Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore.

[6] Proverbi 3,6. Riconoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri (NR).

Salmi 16,6. La sorte mi ha assegnato luoghi deliziosi; una bella eredità mi è toccata (NR).

[7] The Purpose Driven Life (Grand Rapids, MI: Zondervan, 2002), 108–109.

[8] David Berg, “Choice,” 1973.

[9] Gordon R. Lewis and Bruce A. Demarest, Integrative Theology (Grand Rapids, MI: Zondervan, 1994), 156–157.

[10] 1 Giovanni 3,21–22: Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da Lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito.

[11] Ebrei 13,20–21.


Titolo originale: Making Godly Decisions, Part 2: Taking Responsibility for Our Decision
Pubblicato originariamente in Inglese il 1 Aprile 2014
versione italiana affissa il 18 Novembre 2014;
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