Formula del cinque — La crescita spirituale

Di Peter Amsterdam

Dicembre 7, 2014

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Si diede con diligenza a cercare Dio […] e finché cercò il Signore, Dio lo fece prosperare.[1]

Se volete essere in forma fisicamente, dovete mangiare bene, fare esercizio e dedicare tempo ed energia a prendere buone abitudini fisiche. Allo stesso modo, se volete crescere spiritualmente — o, si potrebbe dire, avere una buona forma spirituale — dovete investire in un regime spirituale.

Acquistare e mantenere una buona salute spirituale richiede tempo. Richiede impegno. Richiede autodisciplina. Richiede sacrificio. Ci vuole anche fede, perché dare la priorità alla vostra vita spirituale significa che avrete meno tempo per altre cose, e in questo momento la vostra vita potrebbe essere così occupata che non sapete fino a che punto potete dare.

Una cosa che mi serve a riguadagnare la prospettiva giusta, quando mi trovo davanti a ostacoli o circostanze che sembrano allontanarmi dagli impegni che ho preso per la mia salute spirituale, è ricordare a me stesso alcune verità:

  1. Dare il mio tempo e il mio cuore a Dio è un investimento sicuro nella mia relazione più importante.
  2. Il tempo passato con Dio mi rende un marito, un padre e un nonno migliore, un amico e una persona migliore. Stare con Gesù non aiuta soltanto me; va a vantaggio di tutte le persone che mi stanno a cuore.
  3. Anche quando manco l’obiettivo di passare tempo con Dio, posso confidare che Lui è felice di ogni sforzo che faccio, anche i più piccoli. Conosce la nostra natura, le nostre circostanze ed è disposto a collaborare con noi.

Una delle cose che Dio desidera di più da noi è che manteniamo un rapporto stretto con Lui. È un conforto sapere che è più che disposto ad aiutarci quando ci sforziamo di migliorare la nostra salute spirituale.

Bene, adesso diamo un’occhiata ai cinque punti della nostra formula per la crescita spirituale.

1. Collegatevi a Dio mediante l’apporto di contenuti spirituali.

Trovare ogni giorno del tempo per assorbire nutrimento e contenuti spirituali è importantissimo per avere una vita spirituale attiva. Gesù affermò che la Parola di Dio è la nostra fonte di nutrimento spirituale, quando citò il versetto del Vecchio Testamento che dice: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”.[2]

La Bibbia è “la parola che proviene dalla bocca di Dio”. Proprio come dobbiamo mangiare cibo fisico ogni giorno per nutrirci e stare in buona salute, dobbiamo anche assumere il nostro nutrimento spirituale quotidiano. Leggere la Parola di Dio non è una cosa che è bello fare quando abbiamo tempo; è qualcosa per cui ognuno di noi deve trovare tempo. Abbiamo bisogno di riempirci spiritualmente ogni giorno, anche brevemente. Se avete solo pochi minuti da passare con il Signore, non fatene a meno, pensando che non conti o che non faccia nessuna differenza. Usate quei minuti. Gesù disse: “Le parole che vi ho dette sono spirito e vita”.[3] Non perdete il vostro nutrimento giornaliero di “spirito” e di “vita”.

Da dovrebbero arrivare i vostri contenuti spirituali? Innanzitutto dalla Bibbia, la Parola di Dio. La Bibbia espone il piano divino per l’umanità. È “il piano di Dio per la vita eterna: il fondamento di verità, solido e vero, sul quale noi costruiamo e il cui architetto è Dio. È la Bibbia che delinea il suo piano per l’umanità, dal suo inizio nella Genesi alla sua promessa di trasformazione spirituale mediante la resurrezione, fino alle sue promesse di immortalità e felicità eterna in cielo con Dio nell’Apocalisse, la Rivelazione. La Bibbia, il libro più grande del mondo, con l’unico autore al mondo che possa garantire vita e amore qui e poi felicità e paradiso per sempre nella vita a venire. La Bibbia è il nostro fondamento, la nostra guida, il nostro parametro e il metro con cui misuriamo ogni cosa”.[4]

Un’altra fonte di nutrimento spirituale è il materiale devozionale (fisico o multimediatico) creato da uomini e donne di fede. Le opere ispirate di altri cristiani possono servire a rafforzare la fede, dare una comprensione delle Scritture e aiutare a mettere in pratica la Parola di Dio applicandola alle esigenze e alle sfide correnti.

Dobbiamo leggere e studiare la Parola di Dio per sviluppare un rapporto con Lui, una connessione profonda. Quando calmate il vostro spirito e meditate sulla Parola di Dio, quando ascoltate la sua voce “come un dolce sussurro”, Lui parlerà al vostro cuore e vi guiderà personalmente sul sentiero della vita. Dio vuole un rapporto profondo con ognuno di noi, come quello che si ha con un amico e un confidente fidato, ma ancora più profondo. Noi creiamo e manteniamo questo meraviglioso rapporto con l’amorevole Dio dell’universo passando tempo con Lui, assorbendo la sua Parola, meditando su di essa e lasciandola penetrare nei nostri cuori e nei nostri pensieri, permettendole di plasmare le nostre decisioni e guidare le nostre azioni.

Giosuè 1,8 esprime chiaramente il segreto del successo nella vita con queste parole: “Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai”.

Questa verità è stata compresa molto bene da molti dei più grandi personaggi della storia, uomini e donne, compresi scienziati, filosofi inventori, statisti e altri. Potete trovare siti web con le citazioni di grandi uomini e donne che hanno esaltato la Bibbia come il faro che li ha guidati nella vita.[5]

Nell’affaccendato mondo di oggi è una sfida ritagliare ogni giorno del tempo da dedicare a Dio; ma, come cristiani, avere un contatto con Lui e la sua Parola dovrebbe essere la nostra priorità assoluta. Se salvaguardiamo quel tempo a ogni costo, ciò contribuirà a rafforzare il rapporto che Dio vuole avere con noi e ci porterà le benedizioni che vengono dal camminare più vicino a Lui. Passare costantemente del tempo di qualità con Dio è l’investimento più grande che si possa fare nella vita; i suoi dividendi sono enormi ed eterni.

2. Sviluppate una vita di preghiera attiva.

La preghiera è una componente essenziale della nostra vita spirituale; è il modo in cui comunichiamo con Dio, il nostro Creatore. Possiamo parlare con Lui, lodarlo e adorarlo, confidargli le nostre preoccupazioni, i nostri problemi e le nostre esigenze e chiedergli aiuto, intervento, forza e tutto ciò di cui abbiamo bisogno. La preghiera è chiedere che sia fatta la volontà di Dio. Ascoltiamo la sua voce e gli chiediamo guida, incoraggiamento, consolazione e istruzioni. La preghiera deve essere una conversazione, un’interazione, un mezzo per sviluppare e approfondire il nostro rapporto con Dio.

Una vita spirituale forte è quella che incorpora una preghiera quotidiana. La Bibbia ci insegna a “non cessare mai di pregare”.[6] Noi preghiamo in ubbidienza a queste istruzioni, ma quando sviluppiamo la disciplina della preghiera mietiamo anche molti benefici.

Dio ci ha dato la preghiera come regalo. Mediante la preghiera possiamo gettare tutte le nostre preoccupazioni mondane sulle sue spalle forti. Questa vita è piena di preoccupazioni, paure e ansie, ma Paolo ci dice di “non preoccuparci di niente” e di “pregare per ogni cosa”.[7] Grazie al cielo non dobbiamo preoccuparci se una nostra questione meriti la preghiera o no. Pregare è sempre la scelta giusta. Se il vostro cuore si preoccupa per qualcosa, se ne preoccupa anche Dio. Come ha detto qualcuno: “Se è abbastanza grande da farci preoccupare, è grande abbastanza da farci pregare”.

Potreste pensare: “Ma io sono troppo occupato per dedicare tempo alla preghiera!” Comunque avete 168 ore la settimana come tutti gli altri. È questione di priorità: che cosa scegliete di fare in quelle 168 ore?

Vale la pena di investire in quei momenti di preghiera fervente e incessante, ma Dio vuole anche che addestriamo la nostra mente a entrare in comunione con Lui durante il giorno, nel corso delle nostre attività. Non dobbiamo smettere di fare ogni cosa prima di pregare. Fondere insieme vita e preghiera risulta in una vita benedetta.

Evan Roberts ha detto: “La preghiera è il segreto della potenza”. E come ha detto Martin Lutero: “Come il mestiere del sarto è cucire abiti e quello del ciabattino fare scarpe, il lavoro del cristiano è pregare”.

3. Mantenete il cuore a posto con il Signore.

Il punto successivo della nostra formula per la crescita e la salute spirituale è mantenersi a posto con il Signore. Ciò non significa dover essere perfetti. Tutti pecchiamo e tutti commettiamo errori — ogni giorno, in effetti. Il Signore lo sa e non ci condanna per la nostra mancanza di perfezione o per le volte che inciampiamo. Gesù conosce tutte le nostre mancanze. Capisce i nostri difetti e le nostre debolezze umane, perché ne ha fatto esperienza vivendo come uomo. Quando ha dato la vita per i nostri peccati, sapeva benissimo che non avremmo mai fatto tutto nel modo giusto, per quanto ci sforzassimo. Possiamo avere quel meraviglioso senso di pace e di perdono confessando regolarmente al Signore le nostre colpe, i nostri errori e i nostri peccati. Possiamo trovare pace nel suo perdono quando ci abbassiamo umilmente, riconosciamo le nostre colpe e corriamo tra le sue braccia.

Per dirlo in maniera semplice, si può definire il peccato come fare la cosa sbagliata, mancare il bersaglio, ribellarsi e disubbidire, sviarsi, deviare dalla retta via. Ogni singola persona commette peccati. Ecclesiaste 7,20 dice: “Non c'è infatti alcun uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi”.

Pecchiamo in due modi diversi; facendo quello che sappiamo che non dovremmo fare, il peccato di commissione; e non facendo quello che sappiamo che dovremmo fare, il peccato di omissione. Peccato di commissione è fare qualcosa che sappiamo di non dover fare; è l’allontanarsi da Dio e dalla sua volontà, il trasgredire i suoi comandamenti o il non rispettare in azioni, comportamento o natura, la legge naturale di Dio, che è insita nel nostro senso innato di giusto e sbagliato ed è espressa nella Bibbia.

Il peccato di omissione è non fare le cose che sappiamo essere giuste, come è spiegato in Giacomo 4,17: “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato”.

Se camminiamo riverentemente davanti al Signore, ci sentiremo spinti a confessargli regolarmente i nostri peccati e a chiedergli perdono. Se siamo abituati a farlo, non è difficile. È come con un giardino, quando bisogna eliminare le erbacce: appena spuntano è possibile chinarsi e strapparle facilmente; è solo quando vengono ignorate che crescono e le radici finiscono per arrivare in profondità nel terreno. A quel punto ci vuole molto più tempo e più lavoro per scavare, sradicare le erbacce e ripulire il giardino. Lo stesso vale per il giardino del cuore. Se confessate regolarmente le vostre colpe al Signore, non permettete al peccato di mettere radici.

Una pulizia regolare permette alla vostra vita spirituale di fiorire e vi dona la pace. Vi attira più vicino al Signore, perché guarisce qualsiasi danno i vostri peccati abbiano causato al vostro rapporto con Lui. Quando sapete di essere a posto con il Signore, quando nella vostra vita non ci sono peccati inconfessati, è più facile presentarvi al Signore per i vostri momenti di culto e preghiera, e avrete più fede che Dio potrà benedirvi e prendersi cura di voi.[8]

4. Ubbidite a Dio (alla sua Parola, alla sua voce e alle sue indicazioni).

Come seguaci di Gesù, ci sforziamo di conoscere meglio Lui e la sua Parola. Studiamo, facciamo ricerche e meditiamo sulla verità contenuta nella Bibbia e in altre opere cristiane ispirate. Impariamo a memoria i versetti biblici e studiamo la Bibbia. Parliamo della Parola di Dio con altri credenti.

Tutto questo va benissimo, ma il nostro dovere nei confronti di Dio non termina lì. Un altro punto fondamentale per la nostra crescita spirituale è fare ciò che la Parola di Dio ci dice. Siamo tenuti a ubbidire a ciò che Dio chiede a tutti i cristiani, oltre alle indicazioni e alle istruzioni che rivolge a noi personalmente.

Non vogliamo essere soltanto dei “cristiani dotti”, persone che ne sanno molto di questioni spirituali, dottrine e teologia. Non vogliamo essere solo in grado di parlare di Gesù e di ciò che si aspetta da suoi seguaci. Dobbiamo mettere in pratica i principi spirituali. Dobbiamo agire in base a ciò che Gesù si aspetta da noi. Vogliamo essere degli esempi viventi, e questo viene dall’essere facitori della Parola e non uditori soltanto.[9]

È nostro dovere ubbidire, ma insieme a questo c’è la promessa di una benedizione. In Giovanni 13,17, Gesù ha detto: “Se sapete queste cose, siete beati se le fate”.[10]

Ecco un brano da La vita con uno scopo, di Rick Warren.

Dio non ti deve una spiegazione o una ragione per tutto ciò che ti chiede di fare. La comprensione può aspettare, l’ubbidienza no. L’ubbidienza immediata t’insegnare più cose su Dio di tutta una vita di discussioni sulla Bibbia. Anzi, non comprenderai mai alcuni comandamenti, se prima non avrai ubbidito a essi. L’ubbidienza apre la porta alla comprensione.

Spesso cerchiamo di offrire a Dio un’ubbidienza parziale. Vogliamo scegliere i comandamenti a cui ubbidire. Facciamo un elenco di quelli che ci piacciono e ubbidiamo a essi, ignorando quelli che ci sembrano irragionevoli, difficili, costosi o impopolari. Frequenterò la chiesa, ma non darò la decima. Leggerò la Bibbia, ma non perdonerò la persona che mi ha ferito. Tutta, l’ubbidienza parziale è disubbidienza.

Un’ubbidienza sincera viene con gioia, con entusiasmo. La Bibbia dice. “Ubbiditegli con gioia”. […] Giacomo, parlando ai cristiani, disse: “Compiacciamo Dio attraverso quello che facciamo e non solo con quello che crediamo”. La Parola di Dio dice chiaramente che non si può guadagnare la salvezza. Si ottiene solo per grazia, non per i nostri sforzi. Come figlio di Dio, però, puoi compiacere il tuo Padre celeste con la tua ubbidienza. Qualsiasi atto di ubbidienza è anche un atto di culto. Perché l’ubbidienza fa tanto piacere a Dio? Perché dimostra che lo ami davvero. Gesù disse: “Se mi amate, ubbidirete ai miei comandamenti”. […] Gesù indicò chiaramente che l’ubbidienza è una condizione di intimità con Dio. Disse: “Siete miei amici se fate le cose che vi comando”.

Ubbidiamo a Dio, non per dovere, paura o obbligo, ma perché lo amiamo e confidiamo che sappia ciò che è meglio per noi. Vogliamo seguire Cristo in segno di gratitudine per tutto ciò che ha fatto per noi; più lo seguiamo da vicino, più la nostra amicizia si approfondisce. I non credenti spesso pensano che i cristiani ubbidiscano solo per obbligo, senso di colpa o paura di una punizione, ma è proprio il contrario. Poiché siamo stati perdonati e liberati, ubbidiamo per amore e la nostra ubbidienza ci causa una grande gioia! Gesù disse: “Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa”.[11]

Vediamo ora l’ultimo punto della nostra formula per la crescita spirituale.

5. Formate una comunità di credenti.

Prima di iniziare l’argomento della comunità, voglio leggere alcuni versetti della Bibbia.

Se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.[12]

Così dunque, finché ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede.[13]

Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.[14]

Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.[15]

Come spiegato in “Le discipline spirituali: la fratellanza, o comunione fraterna”, questa assume aspetti diversi. Qui parlerò di fratellanza nel senso di riunirsi per culto, preghiera e amicizia con altri cristiani. Quando stiamo insieme, noi credenti ne traiamo grande profitto. Dopo aver passato tempo con altri cristiani adorando il Signore, leggendo la sua Parola, cantando e pregando insieme, e confidando gli uni negli altri, ne usciamo più forti. Siamo rinfrescati, la nostra visione si è schiarita e siamo più preparati per quello che il Signore porterà nella nostra vita mentre lavoriamo per il suo regno.

Nel suo libro Riscoprendo la Chiesa[16]

Può essere difficile ritagliare del tempo per una fratellanza di qualità o per creare una comunità cristiana in cui ci si senta a casa; ma v’incoraggio a fare uno sforzo per riunirvi il più spesso possibile con una comunità di credenti. È importante, non solo per la vostra edificazione e il vostro piacere personale, ma anche perché vi dà la forza di fare una differenza nel mondo.

È importante che noi credenti facciamo parte di una comunità, che ci riuniamo e adoriamo Dio insieme. Oltre a ciò, le nostre comunità dovrebbero fornire un luogo sicuro in cui le persone che desiderano sapere di più su Dio e la Bibbia possono sentirsi benaccette, partecipare, fare domande e rafforzarsi nella fede.

Rick Warren ha scritto:

Nel Nuovo Testamento si trova più di cinquanta volte la frase “gli uni gli altri” o “a vicenda”. Ci viene ordinato di amarci gli uni gli altri, di pregare gli uni per gli altri, di incoraggiarci gli uni gli altri, di ammonirci, salutarci e servirci gli uni gli altri, di insegnare gli uni agli altri, di accettarci e onorarci gli uni gli altri, di portare i pesi gli uni degli altri, di perdonarci gli uni gli altri, di sottometterci gli uni agli altri, di dedicarci gli uni gli altri e svolgere tanti altri compiti gli uni per gli altri. Questa è un’associazione biblica! Sono “responsabilità familiari” che Dio si aspetta che adempiate mediante una comunità locale. Con chi fate queste cose?

Dio vuole che facciamo esperienza di vita insieme. La Bibbia chiama questa esperienza condivisa fratellanza.[17]

V’incoraggio a proiettarvi verso altri credenti e a formare una comunità per la gloria di Dio. Tutto quello che ne guadagnerete varrà la pena del tempo, del denaro e del sacrificio coinvolto. Quando Maria ed io abbiamo fratellanza con altri membri di LFI e altri cristiani, siamo sempre contenti di aver trovato il tempo di farlo. Ci vogliono tempo, impegno ed energia per avere una fratellanza spirituale con altri, ma è una cosa che mi ritempra lo spirito e sono grato di averlo fatto.[18]

Così, per coltivare una prospera vita spirituale, i cinque punti fondamentali sono:

  1. Collegarsi a Dio mediante l’apporto di contenuti spirituali.
  2. Sviluppare una vita di preghiera attiva.
  3. Mantenere il cuore a posto con il Signore.
  4. Ubbidire a Dio (alla sua Parola, alla sua voce e alle sue indicazioni).
  5. Formare una comunità di credenti.

E mentre giudichiamo la nostra vita spirituale in base a questi cinque punti, ricordiamo le promesse meravigliose che Dio ha collegato alla nostra ubbidienza.

Ecco alcune frasi tratte dalle Scritture, che parlano delle benedizioni divine per quelli che lo amano, che camminano ubbidendo a Lui e che osservano i suoi comandamenti.[19]

Dice che:

…allontanerà da voi ogni malattia,

…aprirà le cataratte del cielo e riverserà tanta benedizione che non vi sarà dove riporla.

Dice che:

…sarete benedetti in quello che fate,

…prospererete e avrete successo,

…vivrete a lungo e non vi mancherà nulla,

…la prosperità dei vostri figli sarà grande,

e che qualsiasi cosa gli chiederete la riceverete.

Siamo così immeritevoli, tuttavia abbiamo ricevuto così tanto da Dio. Questo dovrebbe spingerci a lodare, adorare e glorificare continuamente Dio per la sua bontà, la sua misericordia e il suo amore infinito!

Noi cristiani siamo “una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiamo le virtù di Colui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.[20]


[1] 2 Cronache 26,5.

[2] Matteo 4,4; Deuteronomio 8,3.

[3] Giovanni 6,63.

[4] Adattato, da David Brandt Berg, “La Parola vecchia e nuova”, settembre 1974, ML 329,7–8.

[5] Per esempio, vedi qui.

[6] 1 Tessalonicesi 5,17.

[7] Filippesi 4,6.

[8] Altre letture: ACDT: Il peccato; Discipline spirituali della confessione.

[9] Giacomo 1,22.

[10] LND.

[11] Rick Warren, The Purpose-Driven Life: What On Earth Am I Here For? (Grand Rapids, MI: Zondervan, 2002), 72–73, 95–96.

[12] Matteo 18,19–20 NR.

[13] Galati 6,10 NR.

[14] Galati 6,2 NR.

[15] Ebrei 10,25 NR.

[16] Da un sermone di Dave McFadden, “A Golden Lampstand”, 8 giugno 2010. Il Dott. Gilbert Bilezikian è uno scrittore cristiano americano, nato in America, professore e pastore battista. Insieme a Bill Hybels, è il co-fondatore della Chiesa della Comunità di Willow Creek.

[17] Warren, The Purpose-Driven Life, 134, 138.

[18] Altre letture, Serie sulle Discipline Spirituali.

[19] Deuteronomio 30,16.

[20] 1 Pietro 2,9 NR.


Titolo originale: Formula of Five—Spiritual Growth
Pubblicato originariamente in Inglese il 8 Luglio 2014
versione italiana affissa il 7 Dicembre 2014;
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