Di Peter Amsterdam
Maggio 24, 2015
(Puoi leggere lo scopo di questa serie e una sua veduta d’insieme in questo articolo introduttivo.)
La storia della vita di Gesù inizia con il racconto della sua nascita che possiamo leggere nei Vangeli di Matteo e di Luca. Il Vecchio Testamento aveva predetto la sua venuta, rivelando delle informazioni specifiche sul Messia, il Salvatore promesso da Dio. Sarebbe nato a Betlemme,1 discendente di Abraamo,2 di Isacco3 e di Giacobbe;4 sarebbe venuto dalla tribù di Giuda,5 avrebbe ereditato il trono di Davide6 e il suo regno sarebbe stato eterno;7 avrebbe passato del tempo in Egitto.8
Oltre a queste c’erano numerose altre profezie antiche sulla sua vita a sulla sua morte.
Nei Vangeli troviamo l’adempimento delle predizioni del Vecchio Testamento sulla vita, la morte e la risurrezione di Gesù, che hanno portato al mondo la salvezza. Matteo fa di tutto per attirare la nostra attenzione sulle profezie del Vecchio Testamento adempite in Gesù, il Messia promesso.9
Matteo inizia con una genealogia abbreviata, per dimostrare che Gesù aveva i requisiti genealogici per essere il Messia promesso. Comincia con Abramo, il padre del popolo ebreo; e include i patriarchi Isacco, Giacobbe e Giuda, ponendo l’accento sull’ascendenza ebraica di Gesù. Quando menziona Davide, si riferisce a lui come re, indicando che Gesù, attraverso la discendenza davidica, aveva sangue reale e poteva legalmente e legittimamente essere chiamato “Re dei Giudei”.10 Poi continua attraverso le varie generazioni dei discendenti per terminare con Giuseppe, marito di Maria, madre di Gesù.
<Omissis>
La genealogia di Matteo include quattro donne, il che è insolito nelle genealogie bibliche. Tre di queste donne – Tamar, Rahab e Ruth – non erano ebree; Bath-sceba era sposata a un Ittita, un gentile. Delle quattro, tre avevano una dubbia reputazione per via delle circostanze insolite dei loro rapporti matrimoniali.12 Includendo le donne, e in particolar modo quelle non ebree, Matteo voleva probabilmente indicare che Gesù è per tutti, non solo per gli Ebrei, ma indistintamente per santi e peccatori.13 Forse le ha incluse anche per dimostrare che, nonostante le circostanze insolite in cui Maria concepì Gesù, non era la prima volta nella storia che la discendenza di Davide era avvenuta in situazioni atipiche.
Anche Luca include una genealogia nel suo Vangelo, ma, invece di tracciare la discendenza di Gesù fino ad Abramo, come fa Matteo, la segue fino al primo uomo – Adamo – e da lui a Dio stesso. Termina il suo elenco con: figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.14 La sua genealogia non precede il racconto della nascita di Gesù, come si legge in Matteo, ma la introduce subito dopo l’episodio del battesimo di Gesù, dopo che lo Spirito Santo era disceso su di Lui e una voce dal cielo aveva detto: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.15 Siccome Luca scriveva a un pubblico gentile e non ebreo, voleva indicare che Gesù non faceva soltanto parte della progenie di Abraamo, ma discendeva dal padre di tutta l’umanità, Adamo, e ancora oltre, da Dio stesso. Gesù, come abbiamo visto nella genealogia di Luce, è per tutti, Ebrei e Gentili, indistintamente.16
Scrivendo la loro storia della nascita di Gesù, Matteo e Luca presentano aspetti diversi e includono avvenimenti differenti, ma allo stesso tempo trattano gli stessi argomenti ed evidenziano gli stessi punti rilevanti. Matteo racconta la storia ponendo la sua attenzione su Giuseppe e sul ruolo da lui avuto, mentre il racconto di Luca si concentra sul ruolo di Maria, raccontando la storia dalla sua prospettiva.
Dal racconto di Matteo veniamo a sapere che Giuseppe era un uomo “giusto”, o “buono”, nel senso che era un Ebreo osservante che rispettava le leggi divine. Era fidanzato a una giovane di nome Maria che “prima che iniziassero a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”.17
Nella Palestina del primo secolo, il fidanzamento era il periodo che precedeva il matrimonio. Raymond Brown lo spiega così:
[Il fidanzamento] consiste in due passi: un mutuo consenso formale davanti a dei testimoni e successivamente l’accompagnamento della sposa alla casa della famiglia dello sposo. Anche se a volte il termine matrimonio era usato per indicare il secondo passo, in termini di impegni legali sarebbe più corretto utilizzarlo per il primo. Il consenso, solitamente accordato quando la ragazza era tra i dodici e i tredici anni, costituiva quello che in termini nostri sarebbe un matrimonio ratificato legalmente, dato che dava al ragazzo dei diritti sulla ragazza. Da quel momento lei era sua moglie e qualsiasi violazione dei suoi diritti di marito poteva essere punito come adulterio. La moglie, tuttavia, continuava a vivere con la propria famiglia, di solito per un altro anno. Poi avveniva il trasferimento formale della sposa, che veniva accompagnata alla casa del marito, dove lui si assumeva il suo mantenimento.18
Maria, fidanzata a Giuseppe, era considerata sua moglie, anche se avevano completato solo il primo passo del processo matrimoniale e non avevano ancora cominciato a vivere insieme né avevano avuto rapporti sessuali. Tuttavia, prima di fare il secondo passo, Maria rimase incinta.
Matteo ci dice che la gravidanza di Maria avviene per opera dello Spirito Santo, ma non ne dà alcun particolare. Luca, invece, lo spiega più dettagliatamente, raccontandoci che l’angelo Gabriele fu mandato a Nazareth a una vergine fidanzata a un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria.19 Gabriele dice a Maria che è favorita dalla grazia divina e poi: concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine.20
Maria gli chiede come può avvenire una cosa simile, giacché è vergine, e l’angelo risponde:
Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.21
Maria, probabilmente ancora una giovane adolescente, gli pone la domanda ovvia di come potrà avere un figlio se è solo fidanzata e non ha ancora avuto rapporti sessuali con il suo futuro marito. La risposta dell’angelo è che la gravidanza sarà causata dalla potenza divina nello Spirito Santo. Brown scrive:
Né in Luca né in Matteo vi è alcun suggerimento che lo Spirito Santo sia l’elemento maschile in un’unione con Maria, svolgendo il ruolo del marito nel concepimento. Non solo lo Spirito Santo non è un maschio (il nome è femminile in ebraico e neutro in greco”), ma anche la modalità del concepimento è implicitamente creativo piuttosto che sessuale.22 Né in Luca né in Matteo il concepimento divino di Gesù ha connotazioni sessuali. Lo Spirito Santo è il mezzo della potenza creatrice di Dio, non la controparte maschile nel matrimonio tra una divinità e una donna.23
Questo è un concepimento diverso da qualunque altro. Maria rimane incinta per un atto creativo di Dio. Non ci viene detto esattamente come avvenne questo atto, proprio come non ci vengono spiegati i particolari di come Dio creò il mondo, tranne che Egli parlò e avvenne.
Maria dà il suo consenso quando dice: “Ecco la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola”.24 Fulton Sheen descrive la situazione in questo modo:
L’avvenimento chiamato Annunciazione in realtà è Dio che chiede a una sua creatura di aiutarlo a incorporarsi nell’umanità. […] Ciò che fece, quindi, fu chiedere a una donna, rappresentante dell’umanità, di dargli volontariamente una natura umana, mediante la quale avrebbe dato inizio a un’umanità nuova. Come c’era un’umanità vecchia in Adamo, così ci sarebbe stata un’umanità nuova in Cristo, che era Dio fatto uomo grazie all’azione volontaria di una madre umana.25
L’angelo dà a Maria un segno per dimostrare che queste cose sono vere; le dice che anche Elisabetta, una sua parente anziana, ha concepito un figlio. Luca ci dice che Maria si levò e si recò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda a visitare Elisabetta che aveva anch’essa concepito un figlio miracolosamente, nonostante avesse superato l’età della fertilità.26 (Approfondiremo in seguito la storia di Elisabetta.)
Dopo essere rimasta con Elisabetta per circa tre mesi, Maria ritorna a casa a Nazareth, incinta di tre mesi. Al suo ritorno deve affrontare l’ovvio problema che è incinta e che Giuseppe sa di non essere il padre. Matteo dice chiaramente che Maria e Giuseppe non erano stati insieme prima della gravidanza di lei; infatti dice che prima che iniziassero a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.27
Rendendosi conto che Maria è incinta e sapendo che il bambino non è suo, possiamo soltanto immaginare il dolore, la sofferenza, la tristezza, il senso di tradimento e la rabbia che deve aver provato Giuseppe. Matteo ci dice che Giuseppe rifletteva su queste cose.28
Kenneth Bailey ha scritto:
La parola greca qui tradotta con “rifletteva” ha due significati. Ovviamente, uno è “ci pensava sopra”; ma un secondo significato è “si arrabbiò”. Non è la rabbia, l’emozione naturale che deve aver provato? Sentendo che la sua fidanzata era incinta, ci aspettiamo che stia seduto lì tranquillo a “riflettere” sulla situazione? Oppure era normale che si sentisse molto deluso e fosse davvero arrabbiato? […] Un significato letterale della parola greca ha a che fare con la rabbia della persona in questione. […] Forse “mentre fumava dalla rabbia per queste cose” sarebbe una traduzione più accurata dell’originale greco e coglierebbe meglio l’autenticità di questa scena umana.29
Per quel che ne sa, Maria, la sua promessa sposa, ha commesso adulterio. La legge mosaica stabilisce che può essere lapidata a morte per questo.30 Ma Giuseppe, non voleva esporla ad infamia, [e] deliberò di lasciarla segretamente31. Alcune traduzioni dicono “licenziarla”, “divorziare da lei o “mandarla via segretamente”. Non era possibile farlo completamente in segreto, perché la lettera o il certificato di divorzio doveva essere consegnato dal marito alla moglie davanti a due testimoni. Né la vergogna di Maria poteva essere nascosta indefinitamente, perché la sua gravidanza sarebbe stata presto di dominio pubblico e qualunque motivo Giuseppe adducesse per il divorzio, tutti avrebbero concluso che la ragione vera era l’adulterio. Dicendo che Giuseppe decise di lasciarla segretamente, Matteo forse voleva dire che non l’avrebbe accusata pubblicamente di adulterio, cosa che l’avrebbe sottoposta a un processo, ma che avrebbe presentato un motivo meno grave per il divorzio. “Lasciarla segretamente” potrebbe significare divorziare da lei in maniera tranquilla.32 Per Giuseppe, un uomo giusto che rispettava le leggi divine, divorziare da Maria era la cosa giusta da fare; l’avrebbe fatto con misericordia, perché non pensava di addurre come motivo l’adulterio, ma chiaramente pensava di divorziare secondo la legge.
Poi veniamo a sapere che un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria come tua moglie, perché ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo. Ed ella partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati». E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; ma egli non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù.33
Il messaggio datogli in sogno mette fine ai suoi pensieri sul divorzio e alla preoccupazione di infrangere la legge mosaica sposando Maria. L’angelo gli dice che il bambino è opera dello Spirito Santo e che quindi non deve temere di infrangere la legge di Dio sposandola, perché non è stato commesso nessun adulterio. Giuseppe capisce e segue le istruzioni.
Giuseppe poi compie il secondo passo del matrimonio portando a casa Maria come sua moglie, assumendosi la responsabilità di della donna e del bambino che nascerà. Dopo la sua nascita, Giuseppe lo chiama Gesù, come gli era stato ordinato dall’angelo. Dando il nome al bambino, Giuseppe lo riconosce come suo. La legge ebraica basava la paternità sul riconoscimento da parte del padre. Esercitando il diritto paterno di dargli un nome, Giuseppe riconosce il figlio di sua moglie come legittimamente suo e quindi diventa il padre legittimo di Gesù.34
Anche se Giuseppe accolse Maria in casa sua come moglie, non ebbero rapporti sessuali fino a dopo la nascita di Gesù. Matteo scrisse: non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito.35 La parola greca tradotta “conobbe” è un termine idiomatico per il rapporto sessuale tra un uomo e una donna. L’interpretazione generale è che anche se non ebbero rapporti fino alla nascita di Gesù, in seguito furono sposati in ogni senso della parola.36 Tutti e quattro i Vangeli fanno menzione dei fratelli di Gesù;37 Marco ne fa perfino il nome e menziona anche delle sorelle.
“Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Iose, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui fra noi?». Ed erano scandalizzati a causa di Lui.38
Alcuni affermano che Giuseppe fosse vedovo e questi fossero i figli di un matrimonio precedente, ma sembra piuttosto improbabile. È più facile che Maria e Giuseppe abbiano avuto un matrimonio normale e abbiano allevato almeno sette figli insieme, di cui Gesù era il più grande. Molto probabilmente a Nazareth sapevano che Maria era incinta di Gesù prima di andare a vivere con Giuseppe, perché il bambino sarebbe nato molto meno di nove mesi dopo. Non sappiamo esattamente quale fosse l’atteggiamento della gente di Nazareth nei confronti di Maria e di suo figlio, ma forse possiamo farcene un’idea da un successivo episodio nella vita di Gesù, quando alcuni Giudei sembrano schernirlo dicendo: “Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo un solo Padre: Dio”.39
I Vangeli di Matteo e di Luca dicono che Maria concepì senza intervento umano, ma per opera dello Spirito Santo. Maria e Giuseppe dovettero entrambi prendere decisioni per fede. Per Maria, la scelta era credere a ciò che l’angelo le aveva detto e accettare l’incarico di essere la madre del Messia, il Figlio unigenito di Dio. Per Giuseppe, la scelta era credere a ciò che l’angelo gli aveva detto in sogno, che il bambino veniva dallo Spirito Santo e che era tutto opera di Dio. Con le loro decisioni, sia Maria che Giuseppe dimostrarono il loro amore e la loro fiducia nei confronti di Dio. Erano persone di fede e chiaramente erano quelle giuste per far crescere Gesù.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Michea 5,2.
2 Genesi 12,3; 22,18.
3 Genesi 17,19; 21,12.
4 Numeri 24,17.
5 Genesi 49,10.
6 2 Samuele 7,12–13, Isaia 9,7.
7 Salmi 45,6–7, Daniele 2,44.
8 Osea 11,1.
9 Matteo 2,15.17.23; 4;14; 8,17; 12,17; 13,35; 21,4; 26,56; 27,9.
10 Morris, The Gospel According to Matthew, 24.
11 Omissis
12 Per una descrizione più accurata delle quattro donne, vedi: Le cinque donne del Natale.
13 Morris, The Gospel According to Matthew, 23.
14 Luca 3,38.
15 Luca 3,22.
16 Omissis
17 Matteo 1,18.
18 Brown, The Birth of the Messiah, 123–4.
19 Luca 1,26–27.
20 Luca 1,31–33.
21 Luca 1,35 NR.
22 Ibid., 124.
23 Ibid., 137.
24 Luca 1,38.
25 Sheen, Life of Christ, 9–10.
26 Luca 1,39.
27 Matteo 1,18.
28 Matteo 1,20.
29 Bailey, Jesus Through Middle Eastern Eyes, 46.
30 Ma se la cosa è vera e nella giovane non sono stati trovati i segni della verginità, allora faranno uscire la giovane all’ingresso della casa di suo padre e la gente della sua città la lapiderà con pietre, ed essa morirà, perché ha commesso un atto infame in Israele, facendo la prostituta in casa di suo padre. Così estirperai il male di mezzo a te (Deuteronomio 22,20–21).
31 Matteo 1,19.
32 Brown, The Birth of the Messiah, 128.
33 Matteo 1,20–22.24–25.
34 Ibid., 139.
35 Matteo 1,24–25.
36 Questo sarà approfondito meglio nella parte 5.
37 Dopo questo, scese a Capernaum con sua madre, con i suoi fratelli e i suoi discepoli, e rimasero là alcuni giorni (Giovanni 2,12 NR).
Sua madre e i suoi fratelli vennero da Lui, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla (Luca 8,19).
Mentre Egli parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli i quali, fermatisi fuori, cercavano di parlargli (Matteo 12,46).
38 Marco 6,3.
39 Giovanni 8,41.
Titolo originale: Jesus—His Life and Message: Jesus’s birth (Part 1)
Pubblicato originariamente in Inglese il 2 Dicembre 2014
versione italiana affissa il 24 Maggio 2015;
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