Gesù – la sua vita e il suo messaggio: Giovanni e Gesù (parte 3)

Di Peter Amsterdam

Luglio 19, 2015

(Puoi leggere lo scopo di questa serie e una sua veduta d’insieme in questo articolo introduttivo.)

Prima di esplorare gli inizi del ministero di Gesù, seguiremo le tracce di quello di Giovanni, per vedere alcuni dei collegamenti e delle interazioni tra Gesù, Giovanni e i loro discepoli.

Per un certo periodo, il ministero di Gesù e quello di Giovanni procedettero simultaneamente. Quello di Giovanni era già iniziato da tempo, prima del battesimo di Gesù. Giovanni era molto conosciuto e la gente veniva da lontano per ascoltarlo predicare ed essere battezzata.

Gesù iniziò il suo ministero qualche tempo dopo essere stato battezzato da Giovanni. Il Vangelo di Giovanni ci fa sapere indirettamente che il ministero di Gesù stava crescendo e riscuotendo successo quando menziona che i discepoli di Giovanni Battista andarono a informarlo che «[Gesù] che era con te al di là del Giordano, a cui hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui».1

Leggiamo di alcuni punti di contatto tra i ministeri di Gesù e di Giovanni quando i discepoli di Giovanni andarono da Gesù e gli chiesero:

«Perché noi e i farisei digiuniamo spesso, mentre i tuoi discepoli non digiunano?»2

Veniamo a sapere che uno dei discepoli di Gesù riferì ciò che Giovanni insegnava ai suoi discepoli:

Egli si trovava in un certo luogo a pregare e, come ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».3 Più tardi nel ministero di Gesù, quando alcuni dei Giudei volevano arrestarlo, Lui fuggì in un luogo dove Giovanni aveva battezzato in passato.

Perciò essi cercavano nuovamente di prenderlo, ma Egli sfuggì dalle loro mani. E se ne andò di nuovo al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava; e si fermò qui.4

Tutti i Vangeli raccontano che Giovanni fu incarcerato e in seguito decapitato da Erode Antipa. Sia Matteo che Marco parlano degli avvenimenti riguardanti la sua incarcerazione ed esecuzione. Marco lo racconta così:

Erode stesso infatti aveva fatto arrestare Giovanni e l’aveva tenuto legato in carcere a causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello, perché egli l’aveva presa per moglie. Giovanni infatti diceva ad Erode: «Non ti è lecito di avere la moglie di tuo fratello». Ed Erodiade gli portava rancore e volentieri l’avrebbe fatto uccidere, ma non poteva. Erode infatti temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e lo proteggeva; e, dopo averlo udito, faceva molte cose e lo ascoltava volentieri.

Ora, venuto un giorno propizio, Erode per il suo compleanno offrì un banchetto ai suoi grandi, ai comandanti e ai notabili della Galilea. La figlia di Erodiade stessa entrò e danzò, e piacque ad Erode e a coloro che erano a tavola con lui; allora il re disse alla fanciulla: «Domandami tutto ciò che vuoi e io te lo darò». E le giurò: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fino alla metà del mio regno!». Ella uscì, e disse a sua madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni Battista». Ed ella, ritornata subito dal re, gli fece in fretta la richiesta, dicendo: «Io desidero che tu mi dia immediatamente, su un piatto, la testa di Giovanni Battista».

E il re, sebbene ne fosse molto rattristato, a motivo del giuramento e per rispetto dei convitati, non volle opporle un rifiuto. Così il re mandò subito una guardia, con l’ordine di portargli la testa di Giovanni. E quegli andò, lo decapitò in prigione e portò la sua testa su un piatto e la diede alla fanciulla, e la fanciulla la diede a sua madre. E, quando i suoi discepoli udirono ciò, vennero, presero il suo corpo e lo posero in un sepolcro.5

Secondo lo storico del primo secolo Flavio Giuseppe, Erode fece imprigionare Giovanni a Macheronte, una delle sue fortezze a est del Mar Morto, poi lo fece uccidere perché temeva che a causa della grande influenza che aveva sulla popolazione, questa potesse insorgere contro di lui.6 Giuseppe scrisse anche che Erode sposò Erodiade, moglie di suo fratello, ma non cita il matrimonio come causa principale della morte di Giovanni; invece, da storico, vedendo questo avvenimento nel contesto più ampio di ciò che succedeva a quei tempi, ne diede un motivo puramente politico. Marco e Matteo ci dicono che Giovanni fu ucciso perché predicava contro il matrimonio di Erode alla moglie di suo fratello, raccontando la storia come un intrigo personale all’interno della corte reale.7

Erodiade voleva la morte di Giovanni, ma, secondo Marco, Erode lo considerava un uomo giusto e santo e lo mantenne vivo. Matteo, d’altra parte, ci racconta che anche Erode voleva mettere a morte Giovanni, ma temeva il popolo che considerava Giovanni un profeta.8 Ecco il commento di Leon Morris a proposto della differenza tra i due racconti:

Certamente la situazione che entrambi gli evangelisti immaginavano era che ci fosse ostilità tra marito e moglie nel palazzo. Erodiade non gradiva assolutamente ciò che Giovanni aveva detto del suo matrimonio e ne voleva l’esecuzione, incurante delle conseguenze. Anche Erode voleva uccidere Giovanni, ma era più attento alle conseguenze. Esitava, perché sapeva che tipo d’uomo era Giovanni e aveva paura della reazione del popolo qualora un santo come lui fosse stato giustiziato.9

Chi era dunque Erodiade e qual era il problema nel suo matrimonio con Erode Antipa?10 Ecco come Morris spiega quella relazione piuttosto complessa:

Questa donna era la nipote di Erode il Grande, essendo figlia di suo figlio Aristobulo. Aveva sposato suo zio Erode Filippo (da non confondersi con il tetrarca Flippo di Luca 3,1) che era il fratellastro di Erode Antipa. Erode Filippo ed Erodiade avevano una figlia, Salomè. Erode Antipa avevano sposato una principessa nabatea (il cui nome è ignoto), figlia del re Areta, ma lui ed Erodiade s’innamorarono. Decisero di sposarsi ed Erodiade lasciò il marito Erode Filippo. La figlia di Areta ebbe sentore di ciò che stava succedendo e fuggì da suo padre, che immediatamente scese in guerra con Erode e lo sconfisse (provocando l’intervento romano). A quanto pare, Salomè, la figlia di Erodiade che aveva ballato durante la festa, in seguito sposò il tetrarca Filippo, fratellastro di Erode Filippo. Così divenne contemporaneamente zia e cognata di sua madre.11

Era una situazione complicata. La legge mosaica proibiva severamente di sposare la moglie di un fratello:12

Non dovete disonorare vostro fratello, avendo relazioni con sua moglie.13 Se un uomo prende in sposa la moglie di suo fratello, agisce in maniera ripugnante. La coppia non avrà figli, poiché l’uomo ha disonorato suo fratello.14

Chiaramente la famiglia di Erode non aveva molta considerazione per la Legge, perché Antipa la violò apertamente sposando Erodiade.

Anche se non sappiamo quanto tempo Giovanni rimase in prigione prima di essere giustiziato, alcuni commentatori suggeriscono che fu per circa un anno. Quello che sappiamo dai Vangeli è che al momento della morte di Giovanni il ministero di Gesù era ben avviato.

La morte brutale di Giovanni avvenne durante una festa per il compleanno di Erode, a cui prendevano parte politici, magistrati, comandanti militari romani e altri personaggi eccellenti.15 I lettori del primo secolo non si sarebbero stupiti che ci fossero delle danze durante una simile festa, ma si sarebbero aspettati uno spettacolo di ballerini professionisti. Sarebbe sembrato piuttosto disdicevole che una principessa, Salomè, danzasse davanti a un gruppo di uomini a un banchetto.16 La danza piacque molto a Erode, che le offrì qualsiasi cosa desiderasse, “fino alla metà del mio regno” – come ciò che Re Assuero aveva promesso a Esther nel Vecchio Testamento.17

Salomè, che probabilmente aveva 12–14 anni,18 chiese consiglio a sua madre e, seguendo le sue istruzioni, ritornò in fretta e disse a Erode: «Io desidero che tu mi dia immediatamente, su un piatto, la testa di Giovanni Battista». Chiedendola “immediatamente” e chiedendo che le fosse presentata su un piatto, non concesse a Erode alcuno spazio di manovra per rimandare l’esecuzione. Questo piccolo intrigo di palazzo perpetrato da Erodiade costrinse Erode a farlo immediatamente. Erode mantenne la promessa e così facendo salvò la faccia davanti ai suoi ospiti, ma uccise un innocente. Guelich osserva:

Erodiade, che all’inizio della storia era stata il motivo stesso per cui Giovanni era finito in prigione, ora la conclude ottenendo il suo trofeo.19

Prima della sua morte, Giovanni ebbe qualche dubbio su Gesù e il suo ministero. Matteo ci dice che Giovanni, avendo in prigione sentito parlare delle opere del Cristo, mandò due dei suoi discepoli a dirgli: «Sei tu colui che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?»20 Perché mai Giovanni, che in precedenza aveva riconosciuto Gesù come “colui che doveva venire”, che era più forte di lui e non aveva bisogno di essere battezzato, doveva mettere in dubbio le sue credenziali? Chiedendo se dovevano “aspettarne un altro”, suggeriva che Gesù fosse semplicemente un altro predecessore del Messia e che questi in realtà dovesse ancora venire. Che cosa spinse Giovanni a mandare i suoi discepoli da Gesù a chiederglielo? Probabilmente era a causa della percezione che Giovanni aveva del ruolo che avrebbe avuto il Messia.

Parlando di colui che doveva venire dopo di lui, Giovanni immaginava il giudizio:

E già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero quindi che non produce buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco… Egli ha in mano il suo ventilabro, per pulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile.21

Il ministero di Gesù non soddisfaceva le attese di Giovanni, che erano quelle generalmente condivise dal popolo ebreo di quei giorni.22 Invece di predicare giudizio e liberazione, Gesù si muoveva in mezzo alla gente comune, insegnando a proposito di Dio e guarendo i malati. Per Giovanni e per chi aveva idee simili alle sue, la natura delle attività di Gesù sembrava escludere che fosse il Messia. L’errata percezione di ciò che il Messia doveva essere gli causarono dei dubbi e così chiese delle chiarificazioni. Gesù gli diede una risposta che indicava come interpretare correttamente il ruolo del Messia e che allo stesso tempo l’identificava come tale.

Gesù dice ai discepoli di Giovanni:

Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: I ciechi riacquistano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono mondati e i sordi odono; i morti risuscitano e l’evangelo è annunziato ai poveri. Beato è colui che non si sarà scandalizzato di me!23

Gesù rispose facendo riferimento a varie citazioni dal libro di Isaia. Non era necessario che citasse i versetti nella loro interezza, perché in quei giorni la gente conosceva bene le Scritture e bastava citare poche parole di un versetto perché gli ascoltatori lo ricordassero tutto, come:

Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi; allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia, perché sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine.24 […] Sordi, ascoltate; ciechi, guardate e vedete!25 […] L’Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli dal cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l’apertura del carcere ai prigionieri.26

Giovanni (e i primi lettori del Vangelo) avrebbero capito che Gesù voleva indicargli che stava facendo proprio ciò per cui lo Spirito del Signore l’aveva unto. Nel capitolo precedente a quello con la domanda di Giovanni, sia Luca che Matteo raccontano le grandi cose che Gesù stava facendo. Luca lo spiega così:

Al tramontar del sole, tutti coloro che avevano degli infermi colpiti da varie malattie li condussero da lui; ed egli, imposte le mani su ciascuno di loro, li guarì. Da molti uscivano i demoni, gridando e dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio».27Un gran numero di popolo da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per udirlo e per essere guariti dalle loro malattie; e anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi erano guariti. E tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una potenza che guariva tutti.28

Giovanni era concentrato sul ruolo del Messia come giudice. Gesù diede un’immagine più completa degli scopi del Messia. Anche se alla fine il giudizio sarebbe arrivato per mano del Messia, il ruolo di Gesù sulla terra non era unicamente finalizzato al giudizio, ma a mostrare con i suoi insegnamenti e le sue azioni il grande amore di Dio per l’umanità. La risposta che Gesù dà a Giovanni rimette a fuoco il ruolo del Messia. Così trasmise ai discepoli di Giovanni il messaggio che non c’era bisogno di aspettare un altro, perché anche se le azioni di Gesù non rispondevano alle sue attese, rispondevano in pieno a quelle divine.

Dopo la partenza dei discepoli di Giovanni, Gesù parlò di lui alle folle, dicendo:

Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Ma che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Ecco, coloro che portano vesti morbide abitano nei palazzi dei re. Insomma, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, egli è più che un profeta.29

Leon Morris spiega:

Ci voleva una forte motivazione perché la gente andasse fuori nel deserto e il pensiero di poter vedere un profeta gliela dava. Un profeta era il portavoce di Dio; per gli Ebrei non poteva esserci piedestallo più alto per un uomo. E anche se in antichità c’erano stati molti profeti, la gente di quei tempi non ne aveva mai visto uno, né l’avevano visto i loro antenati, per centinaia di anni. Così sarebbero affluiti in gran numero per poterlo vedere.30

Gesù concorda che Giovanni era un profeta e afferma che è anche qualcosa di più; e a questo punto dà la sua valutazione di Giovanni e del suo ministero.

Perché questi è colui del quale è scritto: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia; egli preparerà la tua strada davanti a te”. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui. E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono. Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire. Chi ha orecchi da udire, oda!”31

Gesù cita le Scritture per sottolineare che Giovanni è il messaggero di Dio, che è “l’Elia che doveva venire”. Poi afferma che non c’è mai stato nessuno più grande di Giovanni, che è più di un profeta e che è anche l’adempimento di una profezia. È il predecessore mandato a preparare il popolo per la venuta del Messia. Tuttavia, per quanto Giovanni sia grande, “il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui”. Gesù non sta svalutando Giovanni, né confronta la sua statura morale o il suo servizio a quello di altri. Parla di un privilegio: i più piccoli nel regno dei cieli sono più grandi di Giovanni, non per quello che fanno per Dio, ma per ciò che Dio fa per loro. Anche essere l’araldo e il predecessore di Dio sulla terra, come lo fu Giovanni, non costituisce un privilegio grande come il far parte del ministero di “Colui che verrà” – l’essere eredi del regno che Giovanni, come ultimo dei profeti antichi, previde e predisse.32

Poi Matteo afferma:

E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.33

In genere s’interpreta questo versetto come una descrizione del regno di Dio attaccato da persone violente. In realtà il significato è più comprensibile quando lo si vede alla luce di Michea 2,13 che dice:

Chi aprirà la breccia salirà davanti a loro; essi penetreranno, passeranno per la porta e per essa usciranno; il loro re camminerà davanti a loro, l’Eterno sarà alla loro testa.34

In questo versetto ci sono due persone: quella che aprirà la breccia, e il re che passa attraverso la breccia alla testa del suo popolo. Queste due persone hanno un ruolo predominante nelle attese degli Ebrei rispetto all’arrivo della redenzione. Elia doveva venire per primo e aprire la breccia, poi sarebbe stato seguito da quelli che sarebbero penetrati con il loro re, il Messia.35 Gesù disse che Giovanni era Elia:

Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire.36

Giovanni è colui che apre la breccia e apre il regno. Gli altri poi penetrano nella breccia con il loro re, il Messia, a guidarli.

Così, questo versetto può essere tradotto in questo modo:

Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli si apre e quelli che lo aprono e vi penetrano se ne impadroniscono.37

Dall’inizio del ministero di Giovanni il regno di Dio si apre e quelli che lo aprono e vi entrano seguono i principi del regno di Dio con tutta la loro forza. Svolgono il lavoro del Signore con grande intensità. Vogliono il dominio di Dio in ogni parte della loro vita. Diventano sudditi del re, accettando il giogo del regno dei cieli e cercando di vedere la forza rigeneratrice di un amore guaritore penetrare un mondo pieno di persone che hanno bisogno di Dio.38

Gesù aveva grande stima di Giovanni, anche dopo i dubbi da lui manifestati sul suo ruolo. Gesù ribadisce il significato della chiamata e del ministero di Giovanni, ricollegandolo alla profezia del Vecchio Testamento:

“Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia; egli preparerà la tua strada davanti a te”.39

Gesù poi precisa che le reazioni al suo ministero e a quello di Giovanni saranno simili, anche se i metodi e gli stili sono stati diversi:

«Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto”. Difatti è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “Ha un demonio!” È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!” Ma la sapienza è stata giustificata dalle sue opere».40

Il significato di questa parabola è discusso, ma una delle vedute è che “questa generazione” si lamenta che Giovanni e Gesù non si comportano come secondo lei dovrebbero. Vedono Giovanni come se fosse posseduto da un demonio perché è un asceta. Gesù, al contrario, non si separa dai peccatori, ma mangia e beve con i peggiori di loro e così è considerato un mangione e un beone. La gente si lamenta che né Gesù né Giovanni hanno “ballato alla loro musica”, così Gesù li paragona a bambini viziati che si lamentano perché i compagni di gioco non fanno quello che vogliono loro.

Durante il suo ministero, Gesù viene criticato perché non si adegua alle aspettative degli altri. Alla fine, però, la saggezza di Dio sarà vista nei fatti, anche se in maniera diversa da come si aspetta la maggioranza della gente.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 3,26.

2 Matteo 9,14.

3 Luca 11,1.

4 Giovanni 10,39–40.

5 Marco 6,17–29.

6 Antichità giudaiche, 18,117–118.

7 Guelich, World Biblical Commentary, Mark, 331.

8 Matteo 14,5.

9 Morris, The Gospel According to Matthew, 143.

10 Questo matrimonio e la sua storia sono già stati descritti brevemente in questa serie, in Gesù, la sua vita e il suo messaggio: governanti e religioni.

11 Morris, The Gospel According to Matthew, 142.

12 Tranne che nel caso di un matrimonio per levirato. Deuteronomio 25,5–6: Se dei fratelli abitano assieme e uno di essi muore senza lasciar figli, la moglie del defunto non si mariterà ad un estraneo fuori della famiglia; suo cognato entrerà da lei e la prenderà in moglie, compiendo verso di lei il dovere di cognato; e il primogenito che ella partorirà prenderà il nome del fratello defunto, perché il suo nome non sia cancellato in Israele.

13 Levitico 18,16 TILC.

14 Levitico 20,21 TILC.

15 Guelich, World Biblical Commentary, Mark, 322.

16 Morris, The Gospel According to Matthew, 372.

17 Allora il re le disse: «Che cosa vuoi, regina Ester? Qual è la tua richiesta? Fosse anche la metà del mio regno, ti sarà dato» (Ester 5,3).

18 Morris, The Gospel According to Matthew, 373.

19 Guelich, World Biblical Commentary, Mark, 333.

20 Matteo 11,2–3.

21 Luca 3,9.17.

22 Altre informazioni sull’argomento delle attese riguardanti il del Messia in Gesù—la sua vita e il suo messaggio: Lo scenario.

23 Luca 7,22; Matteo 11,4–6.

24 Isaia 35,5–6.

25 Isaia 42,18.

26 Isaia 61,1.

27 Luca 4,40–41.

28 Luca 6,17–19.

29 Matteo 11,7–9.

30 Morris, The Gospel According to Matthew, 279.

31 Matteo 11,10–15.

32 W.C. Kaiser, Jr., P. H. Davids, F. F. Bruce, e M. T. Brauch. Hard Sayings of the Bible (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1996),460.

33 Matteo 11,12 NR.

34 Questi punti sono tratti e riassunti da: Young, Jesus the Jewish Theologian.

35 Young, Jesus the Jewish Theologian, 54.

36 Matteo 11,13–14.

37 Young, Jesus the Jewish Theologian, 55.

38 Ibid.

39 Matteo 11,10; Malachia 3,1.

40 Matteo 11,16–19 NR.


Titolo originale: Jesus—His Life and Message: John and Jesus – Part 3
Pubblicato originariamente in Inglese il 3 Marzo 2015
versione italiana affissa il 19 Luglio 2015;
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