Di Maria Fontaine
Febbraio 20, 2016
[Practice Runs]
Sappiamo perché la preghiera è importante e come Dio la usa nella nostra vita. Non la comprendiamo appieno e spesso non sappiamo perché alcune preghiere ricevono una risposta e altre no, ma nella nostra vita abbiamo pregato abbastanza da vedere l’intervento di Dio, la sua protezione, la sua provvidenza e la sua premura per noi in tante cose grandi e piccole. Comunicare l’importanza della preghiera e i suoi molti benefici può costituire una parte integrale della nostra testimonianza. Recentemente, nella mia testimonianza mi sono concentrata nel mettere in pratica diversi modi di spiegare la preghiera alle persone.
Per fare pratica di comunicazione, molti oratori utilizzano la tecnica di immaginare uno scenario e fare quella che si potrebbe definire una “prova in bianco”, o una “prova generale”. È uno strumento efficace che potreste provare per acquistare sicurezza nella testimonianza. Questi oratori provano il loro messaggio davanti a uno specchio o magari filmandolo, o semplicemente registrandone l’audio. A volte lo fanno senza materiale di scena, ripassandolo mentalmente.
A volte potrebbe essere necessario spiegare la preghiera in maniera concisa a una persona, prima di pregare per lei. Dato che la spiegazione avverrebbe all’interno di una conversazione vera e propria, devo cercare d’immaginare quello che la persona mi dirà e quale sarà la mia risposta. È un po’ come “studiarsi di essere approvati” ed “essere sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi spiegazione”.1
Il punto non è memorizzare meccanicamente delle frasi specifiche, ma capire meglio come esprimere le cose in modi diversi a seconda della situazione e della persona con cui si parla. Questa “prova generale” aiuta a formulare il concetto in maniera chiara e in termini generici che lo comunicheranno molto più facilmente e spontaneamente.
Ecco un esempio: ho deciso di provare l’idea di ripassarlo nella mente senza “attrezzature sceniche”. Mi sono immaginata uno scenario in cui parlavo con una persona che conosco da poco. È un uomo che sembra avere idee un po’ alternative e new age. Da alcune cose che ha detto, sembra che segua alcune ideologie orientali.
Ci sono soltanto brevi occasioni in cui ho la possibilità di parlare con lui, ma in quei momenti voglio fare del mio meglio per ispirarlo e cercare di dargli una piccola testimonianza. Uno degli argomenti a cui spesso la gente s’interessa è quello della preghiera.
A volte, per non voler dare un’impressione troppo forte, non diciamo abbastanza. In molti casi, comunque, la gente vuole sentire da noi più di quello che ci aspettiamo. Vogliamo restare positivi e fare il possibile per essere accettati, ma non possiamo preoccuparcene al punto di non seguire lo Spirito del Signore e non dare il messaggio che Lui vuole trasmettere.
Nello scenario che stavo ripassando, volevo lavorare sulla mia tendenza a procedere con troppa cautela. Dovevo essere un po’ più chiara e diretta, e prendere l’iniziativa di aprire qualche porta, invece di aspettare che siano gli altri a farmi capire che hanno delle domande.
Per esempio, quando l’unica cosa che dici a una persona è “pregherò per te”, senza dare altre spiegazioni, lei potrebbe rimanere perplessa, in attesa che tu completi il pensiero e risponda alle sue domande inespresse. Quali potrebbero essere queste domande?
“Chi preghi?”, o: “La preghiera può fare una differenza?”, o: “Cosa farà per me questa preghiera?”
Se riesco a comunicare in maniera breve le risposte a queste domande, potrei aiutarla a riconoscere la mano del Signore nella sua vita e ad aprirsi di più alla sua verità e al suo Spirito. Per lo meno le darà qualcosa a cui pensare.
Voglio assicurarmi che ciò che dico sia semplice e chiaro, così che possa interpretarlo come lo intendo io.
Potrei cominciare con qualcosa del genere:
“Vorrei pregare per te perché la persona con cui io comunico in preghiera – Gesù – ha un potere illimitato e prova un amore incondizionato per te. Credo che risponderà in un modo che parlerà al tuo cuore. Lo conosco, lo amo e ho un rapporto personale con Lui. Ascolta le mie preghiere e mi aiuta. So che ti ama e che vuole aiutare anche te!”.
È importante essere aperti allo Spirito del Signore e cercare di capire quando vogliono fare qualche altra domanda, perché spesso lo faranno, se ci dimostriamo aperti e disposti a dare una risposta.
Nel mio scenario, potrebbero farmi domande come: “Come funziona la preghiera?”, o: “Devo credere come te, perché la preghiera abbia efficacia?”
La mia risposta sarebbe:
“Dato che sono io a offrirmi di pregare per te, Gesù risponderà alla mia preghiera. Vuole farti capire che è reale e che può ascoltarti e rispondere anche alle tue preghiere.
“A volte le risposte alle preghiere sono immediate e visibili, ma altre volte i cambiamenti avvengono dietro alle quinte e diventano visibili sono dopo qualche tempo. A prescindere da quando arrivano, potrebbero non farlo nel modo che ci aspettiamo noi. Magari il Signore non risolverà il problema, ma potrebbe instillare in te una pace e una forza interiore più grandi, che ti faranno superare la difficoltà rendendoti più saggio o più forte.
“Oppure potrebbe scacciare la paura e la preoccupazione, così che potrai trasformare il problema in qualcosa di positivo che aiuterà te e gli altri. Non posso predire esattamente come risponderà, ma so che lo farà. Non mi aspetto nemmeno che sarà una risposta una tantum, ma piuttosto che continuerà a lavorare in tuo favore – fino al paradiso e oltre.
“A Gesù fa piacere quando gli rendiamo onore chiedendogli aiuto in preghiera. La nostra umiltà nel cercare il suo aiuto lo spinge ad aiutarci”.
Posso immaginare che mi rispondano così:
“Ma perché Gesù vorrebbe rispondere a delle preghiere per me? Non lo conosco nemmeno. Non ho fatto niente per Lui”
E probabilmente risponderei:
“Chiunque abbia bisogno dell’aiuto di Gesù può presentarsi davanti a Lui. Vuole dimostrare la sua compassione a chiunque desideri umilmente una risposta da Lui. Promette che non caccerà fuori nessuno di quelli che vengono a Lui. Quando preghi Gesù, si apre un canale con cui potrà lavorare più direttamente a tuo favore. Basta che gli dici che non capisci perché dovrebbe preoccuparsi d’aiutarti, visto che non sei stato un suo seguace, ma ti hanno detto che lo farà; e adesso hai veramente bisogno del suo aiuto.
“Vale sempre la pena di aprirsi all’amore di Dio con il semplice gesto della preghiera. Basta che gli parli come faresti con il tuo miglior amico e confidente. Ti capisce meglio di chiunque altro e ti ama così come sei. Puoi essere assolutamente sicuro che presterà una grande attenzione a qualsiasi cosa dirai e t’indicherà amorevolmente le soluzioni migliori”.
Ho scoperto che utilizzare questa semplice tecnica mi aiuta ad avere più fiducia e mi permette di concentrarmi sui bisogni dell’altra persona, invece di preoccuparmi di esprimere i miei pensieri. Come nell’esempio della cantante Jenny Lind, il cui insegnante di canto le disse di usare la testa quando faceva le prove a casa, ma di cantare dal cuore una volta salita sul palco. E così, “cantiamo” agli altri le sue lodi e la sua verità, da un cuore pieno di fiducia, proprio come Lui vuole che facciamo.
Pubblicato originariamente in Inglese il 7 maggio 2015.
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