Gesù – la sua vita e il suo messaggio: il sermone sul monte

Di Peter Amsterdam

Luglio 19, 2016

(Puoi leggere lo scopo di questa serie e una sua veduta d’insieme in questo articolo introduttivo.)

Le beatitudini (parte 2)

[Jesus—His Life and Message: The Sermon ont the Mount The Beatitudes (Part 2)]

Avendo preso in esame le prime tre Beatitudini del Sermone sul Monte, passiamo ora alle restanti cinque.

Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.1

Una chiave per comprendere questa Beautitudine è il significato della parola giustizia come è usata qui. Il termine greco dikaiosynē, tradotto nel Nuovo Testamento come giustizia, è spesso usato in riferimento al nostro essere reputati o dichiarati giusti davanti a Dio grazie alla vita, morte e risurrezione di Gesù – specialmente quando è usato nelle epistole di Paolo. Comunque, nel contesto di questa Beatitudine, come nel resto del Vangelo di Matteo, è usato in riferimento a un comportamento conforme alla volontà divina.2 La giustizia di cui si parla qui va meglio interpretata come il desiderio di vivere come vuole Dio, con l’atteggiamento espresso da Gesù: Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato.3

“Avere fame e sete” è usato metaforicamente e significa cercare con bramosia, desiderare ardentemente. Riflette la risposta di Gesù a Satana, quando disse: “L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio”.4 Chi desidera ardentemente vivere secondo la volontà di Dio sarà saziato.

Saziato vuol dire “soddisfatto”, “ricolmato”, “riempito fino a traboccare”. Quelli che hanno fame e sete di vivere secondo i desideri divini, che vivono secondo gli insegnamenti di Gesù, saranno riempiti dalla presenza di Dio nella loro vita.

Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia.5

Chi sono i misericordiosi così benedetti? Il termine greco tradotto come misericordioso deriva dalla radice verbale eleos e significa bontà o buona predisposizione verso i miserabili e gli afflitti, unita al desiderio di aiutarli. La misericordia è compassione per le persone bisognose. Non è soltanto pietà per i bisognosi e i miserabili, è pietà più azione, lo sforzo di fare qualcosa per soddisfare un bisogno. Un buon esempio di misericordia è visto nell’azione del soccorritore nella parabola del Buon Samaritano.6

In tutto il Vecchio Testamento leggiamo che Dio è misericordioso.

L’Eterno è misericordioso e pieno di compassione.7 L’Eterno è misericordioso e clemente, lento all’ira e di grande benignità.8

La parola ebraica usata per misericordioso in questi versetti è definita anche come compassionevole. Vediamo un esempio della misericordia e della compassione di Dio nel fatto che mandò Gesù a morire per i nostri peccati. Il nostro Dio è un Dio misericordioso e dimostra la sua misericordia continuamente; come cittadini del suo regno anche noi dobbiamo avere misericordia.9 Dobbiamo essere misericordiosi perché abbiamo ricevuto la sua misericordia. Si è rivolto verso di noi, nella nostra condizione infelice, ha perdonato i nostri peccati e ci ha messo in contatto con Lui.

I misericordiosi che sono beati sono quelli che hanno un cuore compassionevole, un atteggiamento di misericordia che li spinge ad agire a beneficio dei bisognosi. Le loro azioni nascono da un cuore pieno dell’amore di Dio. Poiché hanno ricevuto la misericordia divina, si sono trasformati in persone che fanno agli altri quello che vorrebbero fosse fatto a loro. Hanno fatto esperienza dell’amore misericordioso di Dio e sono spinti dal suo Spirito a immedesimarsi con gli altri e ad avere misericordia di loro.10

Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio.11

Oggi vediamo il cuore come un organo fisico, oltre che come metafora per far riferimento alle emozioni. Nel modo d’intendere degli Ebrei ai tempi di Gesù era considerato qualcosa di più: il centro dello stato interiore di una persona, dei suoi pensieri, della sua bontà e anche delle sue emozioni. Era il centro delle loro decisioni, delle loro scelte morali, dei loro sentimenti; il centro della loro personalità. Così, quando Gesù parla di “puri di cuore”, intende dire che dobbiamo avere la purezza come centro del nostro essere.

Parlò delle condizioni del nostro essere interiore quando disse:

Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l’uomo. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo.12

Queste parole indicano lo stato del cuore di tutti gli esseri umani, perché a causa del peccato siamo tutti impuri. Tuttavia, avvicinarci a Dio per mezzo della fede e della salvezza purifica il nostro cuore.

Dio, che conosce i cuori, ha reso loro testimonianza, dando loro lo Spirito Santo, proprio come a noi; e non ha fatto alcuna differenza tra noi e loro, avendo purificato i loro cuori mediante la fede.13 Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi; nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori.14

La purezza di cuore nel contesto di questa Beatitudine ha anche a fare con il nostro rapporto con Dio e con gli altri. Come scrisse Davide nei Salmi:

Chi salirà al monte dell’Eterno? Chi starà nel suo santo luogo? L’uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l’animo a vanità e non giura con frode.15

A stare nel luogo santo è la persona che si mantiene concentrata su Dio, che non eleva l’animo a cose false (gli idoli – cioè qualsiasi cosa che prenda il posto di Dio nella sua vita) e che è determinata nel suo rapporto con Dio. Non giura per ingannare; è libera da ogni falsità nei suoi rapporti con Dio e con il prossimo. Il termine ebraico usato per innocente in questo salmo significa anche puro, pulito, quindi chi ha le mani pulite è chi agisce in maniera innocente nei confronti degli altri. Similmente, il puro di cuore è la persona pulita da ogni motivo indegno nei confronti degli altri.16

I puri di cuore sono quelli che vedranno Dio. Ora noi lo vediamo con gli occhi della fede, ma nel futuro lo vedremo faccia a faccia. Le Scritture non spiegano esattamente in che modo. Comunque, ora lo vediamo in molti modi diversi: nella bellezza della sua creazione, nelle sue risposte alle nostre preghiere, nella guida che ci offre; nell’amore esistente nella nostra vita, nella nostra famiglia, nei nostri amici, in tutte le nostre molte benedizioni. I puri di cuore, quelli che sono entrati nel regno di Dio e vivono governati da Lui, vedono Dio avere una parte nella loro vita. Vedere questo, però, è solo un assaggio di come vedremo Dio in cielo.

Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio.17

I pacificatori portano la riconciliazione tra persone in conflitto. Dio è l’autore della pace e della riconciliazione, perché ha reso possibile questa riconciliazione tra se stesso e l’umanità mediante il sacrificio di suo Figlio.

Perché è piaciuto al Padre di far abitare in [Gesù] tutta la pienezza, e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di Lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli.18

Quando i Cristiani si adoperano per la pace, sono i “figli di Dio”, perché rispecchiano la qualità della riconciliazione divina.

I Cristiani sono chiamati a essere pacificatori. Anche se dobbiamo vivere in pace con tutti,19 questa non è la stessa cosa dell’adoperarsi per la pace. Adoperarsi per la pace vuol dire coinvolgersi attivamente con le parti in conflitto per portare riconciliazione.20 Non vuol dire prendere le parti di uno a discapito dell’altro, ma essere disposti a riconoscere le loro divergenze e tentare di riconciliarli. Potrebbe trattarsi di un marito e una moglie che hanno problemi nel loro rapporto, oppure genitori e figli che non si fidano gli uni degli altri, o colleghi di lavoro che non vanno d’accordo. Essere pacificatori può anche voler dire fare il primo passo per superare qualsiasi conflitto tu possa avere con gli altri.

Come credenti, siamo anche coinvolti nel processo di portare la pace tra l’umanità e Dio, mentre ci sforziamo di riconciliare gli altri con il loro Creatore condividendo con loro il messaggio del Vangelo.

Nelle Scritture, la frase “i figli di…” è a volte usata per unire una persona a una certa qualità. Per esempio, nella parabola del grano e della zizzania,21 queste erbe infestanti sono chiamate “i figli del maligno”, nel senso che hanno le qualità del diavolo. Più in là nel Sermone sul Monte Gesù dice ai suoi discepoli:

Amate i vostri nemici … e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli.22 Amando i nostri nemici, noi Cristiani rispecchiamo una qualità di Dio, che è amore.

Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi.23

Queste due Beatitudini sono combinate in una, dato che trattano lo stesso argomento. Avendo indicato le qualità e gli atteggiamenti che i discepoli dovevano avere, in quanto membri del regno di Dio, Gesù poi parlò del prezzo del vivere nel regno di Dio. Quelli che hanno fame e sete di giustizia saranno perseguitati. I discepoli sono immersi nella società, però il loro centro, la loro visione del mondo e il loro scopo finale sono in linea con Dio e con le sue vie, che li mettono in conflitto con la società in generale. Quando uno adotta i valori del regno spiccherà in mezzo agli altri. Questa differenza può portare alla persecuzione, come spesso succede. Più tardi nel Vangelo di Matteo Gesù lo indica molto chiaramente.

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili. Ora il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato. Il discepolo non è da più del maestro, né il servo da più del suo signore. Basta al discepolo di essere come il suo maestro e al servo come il suo padrone. Se hanno chiamato il padrone di casa Beelzebub, quanto più chiameranno così quelli di casa sua!24

Anche se la persecuzione non causa necessariamente sofferenze fisiche o la morte, può lo stesso manifestarsi con molestie, maltrattamenti e ostilità. Gesù parlò di abusi verbali, disse che altri “vi insulteranno”, inveiranno contro di voi e vi scherniranno. Disse anche che i discepoli sarebbero stati calunniati e accusati falsamente di cose che non avevano fatto.

Gesù disse che una simile persecuzione non avverrà soltanto a causa della giustizia, del diverso stile di vita dei discepoli, ma più specificamente “a causa mia”. I discepoli che vivono gli insegnamenti di Gesù pagheranno un prezzo in questa vita. Comunque, Gesù disse che quelli che subiranno persecuzioni e saranno insultati sono beati. Possono rallegrarsi e giubilare per due motivi. Il primo è che il vostro premio è grande nei cieli. Chi subisce la persecuzione ha la promessa di ricevere cose buone nell’aldilà. La benedizione non sta nella sofferenza in sé, ma nel risultato promesso. La fonte di gioia dei discepoli sta nel riconoscimento che il bene promesso loro è molto maggiore del male che potrebbero soffrire adesso.25

Il secondo motivo per rallegrarsi è che essere perseguitati a causa di Gesù è una medaglia d’onore. Nel dire rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi, Gesù metteva i discepoli perseguitati nella stessa categoria dei profeti del Vecchio Testamento che erano stati a loro volta perseguitati.

I credenti sono chiamati a seguire gli insegnamenti di Gesù, a entrare nel regno di Dio. Farlo significa giurare fedeltà a Dio e alla sua verità e adottare i suoi valori. Come risultato c’è la benedizione del regno di Dio nella nostra vita. Allo stesso tempo, vivere in accordo con la Parola di Dio ci espone a vari gradi di molestie e sofferenze. Quando succede, siamo invitati a rallegrarci e giubilare, perché il nostro premio sarà grande.

Questo ci porta alla fine delle Beatitudini, la sezione d’apertura del Sermone sul Monte. Le Beatitudini sono un quadro generale di come dovrebbero essere tutti i Cristiani nel tentativo di modellare la loro vita su quella di Gesù.

Confrontando le Beatitudini con la vita di Gesù, vediamo che Lui ci ha dato un esempio da seguire. Leggiamo che Gesù era mansueto e umile di cuore: Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime.26Si addolorò per Gerusalemme e le altre città impenitenti: Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!27Dimostrò misericordia: E, mentre Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono gridando e dicendo: «Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!». Allora Egli toccò loro gli occhi, dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede».28 Era un pacificatore: Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano».29 Fu schernito come falso profeta: Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; ed altri lo percossero con pugni, dicendo: «O Cristo, indovina! Chi ti ha percosso?»30

Le Beatitudini ci offrono una visione generale di come dobbiamo vivere la nostra fede. Il resto del Sermone sul Monte, che vedremo nei prossimi articoli, ci presenta altri principi e alcune descrizioni più dettagliate di come va vissuta la vita nel regno di Dio.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 5,6 NR.

2 McKnight, Sermon on the Mount, 44.

3 Giovanni 4,34.

4 Matteo 4,4.

5 Matteo 5,7.

6 Luca 10,30–37. Vedi anche: Le storie raccontate da Gesù: Il Buon Samaritano.

7 Salmi 111,4.

8 Salmi 103,8.

9 Stott, The Message of the Sermon on the Mount, 47.

10 McKnight, Sermon on the Mount, 44.

11 Matteo 5,8.

12 Atti 15,18–20.

13 Atti 15,8–9.

14 Giacomo 4,8.

15 Salmi 24,3–4.

16 The ESV Study Bible (Wheaton, IL: Crossway Bibles, 2008), 967.

17 Matteo 5,9.

18 Colossesi 1,19–20.

19 Romani 12,18.

20 McKnight, Sermon on the Mount, 47.

21 Matteo 13,24–30.38.

22 Matteo 5,44–45.

23 Matteo 5,10–12.

24 Matteo 10,16–18.21–22.24–25.

25 France, The Gospel of Matthew, 172.

26 Matteo 11,29.

27 Matteo 23,37. Vedi anche Matteo 11,20–24.

28 Matteo 9,27.29. Vedi anche Matteo 9,13; 20,30–34; 17,14–18; Luca 17,12–14; 18,38–43.

29 Matteo 5,43–44. Vedi anche Matteo 26,50.

30 Matteo 26,67–68.


Pubblicato originariamente in Inglese il 25 agosto 2015.

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