Di Peter Amsterdam
Aprile 1, 2017
(Questo articolo si basa su alcuni punti chiave del libro Processo decisionale e volontà divina, di Garry Friesen.1)
More Like Jesus: Holiness (Part 3)
Come abbiamo visto nella prima e nella seconda parte di “Santità”, la somiglianza a Cristo, o religiosità, viene dalla trasformazione della nostra volontà in modo tale da allinearsi con quella di Dio. Se desideriamo essere più simili a Gesù, il punto d’inizio è comprendere la volontà di Dio per poterci allineare a essa. Fare ciò che Dio vuole, significa allinearsi con la sua volontà morale.
Dio ha rivelato la sua volontà morale nelle Scritture, che ci insegnano come dovremmo vivere e cosa dovremmo credere. Indica chiaramente che alcune cose sono moralmente sbagliate e quindi sono peccato. Con la grazia di Dio e la potenza dello Spirito Santo ci sforziamo di evitare il peccato e di assumere invece tratti, caratteristiche e atteggiamenti che rispecchiano e imitano la natura e le caratteristiche di Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo). Per esempio:
Santità: Ma come colui che vi ha chiamati è santo, voi pure siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».2
Giustizia: Figlioletti, nessuno vi seduca: chi pratica la giustizia è giusto, come Egli è giusto. 3
Purezza: E chiunque ha questa speranza in Lui, purifichi se stesso, come Egli è puro. 4
Amore: Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi, e camminate nell’amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave. 5
Perdono: Perdonandovi [gli uni gli altri]; e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi. 6
Compassione: Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso. 7
Sottomissione: A questo infatti siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguitate le sue orme. «Egli non commise alcun peccato e non fu trovato alcun inganno nella sua bocca». Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di Ccolui che giudica giustamente. 8
Umiltà e ubbidienza: Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. 9
Bontà: Ma amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete i figli dell’Altissimo, perché Egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi. 10
Con questi e numerosi altri esempi nella Bibbia, ci viene insegnato come vivere in modo tale da allinearci con la volontà morale di Dio. Siamo invitati a osservare i suoi insegnamenti, farli nostri e usarli come una bussola nel viaggio della vita.Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.11 Quando mettiamo in pratica gli insegnamenti delle Scritture, manifestiamo una somiglianza con Dio in quanto parte della sua famiglia. Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi. 12
Diventare figli di Dio per fede in Gesù ha fatto di noi delle creature nuove13 che devono essere conformi all’immagine del suo Figlio14 e che sono rivestite dell’uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di Colui che l’ha creato.15 Fa parte del processo di essere rinnovati a sua immagine anche il conformare la nostra vita alla sua volontà morale. Mettiamo in linea con la sua Parola il nostro comportamento e le nostre azioni esteriori, oltre ai nostri motivi e ai nostri atteggiamenti.
Conoscere, comprendere e mettere in pratica la Parola di Dio è essenziale per vivere in linea con la volontà morale di Dio. Dalla sua Parola apprendiamo quali atteggiamenti e azioni sono giusti o sbagliati, che cosa è peccato e cosa non lo è, che cosa fa piacere a Dio e cosa no, cosa rispecchia il suo carattere e cosa no. Possiamo visualizzare la volontà morale di Dio come l’area racchiusa da un cerchio. L’interno del cerchio contiene tutti i comandi e i principi moralmente vincolanti per i credenti. Qualsiasi pensiero, atteggiamento o azione, che non sia conforme agli insegnamenti delle Scritture, giace fuori dal cerchio ed è inaccettabile, dispiace a Dio ed è un peccato. Qualsiasi decisione o azione giaccia all’interno del cerchio è accettabile a Dio e non è peccato. (Le azioni non contemplate dalle Scritture, come quale modello d’auto comprare o cosa mangiare a pranzo, sono anch’esse accettabili.) Quindi è essenziale sapere cosa giace all’interno o all’esterno del cerchio.
Sappiamo questo perché leggiamo la Parola di Dio, meditiamo su di essa, la accettiamo e la mettiamo in pratica. Accettare ciò che Dio dice significa che, leggendo che Dio censura alcune azioni, alcuni desideri e alcuni atteggiamenti, accettiamo il fatto che cadono all’esterno del cerchio della sua volontà morale e quindi sono sbagliati e costituiscono un peccato. Per esempio, quando in Efesini leggiamo che non dobbiamo rubare o lasciar uscire parole malvagie dalla nostra bocca, o in Colossesi che dobbiamo eliminare ira, collera, malignità, calunnia e parole oscene, desideri malvagi, lussuria e avidità, allora dobbiamo capire che queste cose cadono fuori dalla volontà morale di Dio e quindi sono peccaminose e dispiacciono a Dio.16
Per i credenti che vogliono seriamente diventare più simili a Gesù, può essere utile scavare più a fondo per capire ciò che insegnano le Scritture riguardo a queste cose, per riconoscerle dentro di sé ed eliminarle dalla propria vita, oltre a evitarle in futuro. Per esempio, l’apostolo Paolo scrisse di evitare le calunnie. La definizione di calunnia è il fare affermazioni false e dannose nei riguardi di qualcuno. Questo spesso succede quando spettegoliamo su un’altra persona. Leggendo alcuni versetti sull’argomento della calunnia, comprendiamo meglio il modo in cui la vede Dio – cioè la sua volontà morale. Vediamo un po’:
O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? Colui che […] non calunnia con la sua lingua. 17
Chi sparge calunnie è uno stolto. 18
Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, […] maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo. 19
Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria; e non esca dalla vostra bocca maldicenza e alcun parlare disonesto. 20
Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie ed ogni maldicenza. 21
Inoltre esse imparano anche a essere oziose e ad andare in giro per le case, ed ancor peggio, non solo ad essere oziose, ma anche pettegole e indiscrete e a parlare di cose inutili. 22
Non andrai in giro calunniando fra il tuo popolo. 23
Non farai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. 24
Chiaramente la Bibbia ci dice che calunnie, pettegolezzi, maldicenze, la diffusione di voci e bugie sugli altri, sono tutte azioni fuori dal cerchio della volontà morale di Dio e quindi sono peccato. Ciò significa che ogni volta che facciamo queste cose, pecchiamo. Lo stesso vale per molte delle altre cose proibite nelle Scritture: lussuria, ira ingiusta, disonestà, invidia, immoralità, gelosia, superbia ecc.
Naturalmente ogni comando della volontà morale di Dio è un’espressione del comandamento più grande di tutti: quello di amare Dio.
"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Questo è il primo comandamento. E il secondo è simile a questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi. 25
Siamo tenuti a comportarci con amore nei confronti degli altri:
Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti. 26
Questi insegnamenti di Gesù riassumono tutti gli insegnamenti sul peccato; quando facciamo dell’amore per Dio e il prossimo il nostro principio guida – cioè quando le nostre azioni, i nostri pensieri e i nostri atteggiamenti hanno la premessa di un cuore che ama Dio completamente, con tutto il nostro essere, e quando proviamo per gli altri lo stesso amore che proviamo per noi stessi – allora eviteremo di peccare.
Poiché siamo esseri umani peccatori, a volte siamo inclinati a giustificare le nostre azioni e a considerarle amorevoli quando in realtà non lo sono. Oppure pensiamo che un’azione sia amorevole e quindi non peccaminosa, senza esplorare fino in fondo tutte le sue possibili ramificazioni, che possono finire per essere poco amorevoli nei confronti degli altri. Ci sono anche occasioni in cui a causa di uno studio insufficiente possiamo interpretare male le Scritture, pensando che una cosa non sia peccato mentre lo è. Anche se Gesù disse che agire con amore e fare agli altri ciò che vorremmo che fosse fatto a noi riassume tutta la legge e i profeti, si riferì anche a peccati ben precisi. Dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo.27 Chiaramente è importante comprendere bene ciò che è incluso nella volontà morale di Dio e ciò che non lo è. Questo viene dalla lettura, dallo studio e dalla meditazione degli insegnamenti della Bibbia.
Il nostro obiettivo non è la perfezione. Non stiamo cercando di ubbidire come automi a ogni iota e apice della legge, allo scopo di essere privi di peccato – è impossibile. Il nostro obiettivo è rispondere all’espressa volontà morale di Dio, così da manifestare in maniera genuina la realtà della nostra salvezza, da un cuore pieno di gratitudine. Gli ubbidiamo perché lo amiamo. Lo amiamo per quello che è: il nostro Creatore e Salvatore. Desideriamo imitarlo perché è puro amore, pura bontà e pura santità. Vogliamo emularlo interiormente ed esteriormente. Poiché Dio è il parametro della santità, e poiché ci ha rivelato la sua natura e ciò che Lui approva o disapprova, se vogliamo essere come Lui, prenderemo queste cose sul serio. Quando la sua Parola ci dice che certe azioni, certi desideri e certi atteggiamenti sono giusti, dobbiamo credere e accettare ciò che ha detto e comportarci di conseguenza. Quando quella stessa Parola ci indica che una cosa è sbagliata e peccaminosa, crederemo al suo giudizio e lo accetteremo, facendo del nostro meglio per evitarla.
Dio è bontà perfetta, amore perfetto, santità e giustizia. È un esempio della perfezione morale ed etica. Anche se non possiamo raggiungere la perfezione, siamo tenuti a capire e a credere che i suoi standard sono giusti e veri, e quindi ad adottarli. Dobbiamo assimilare gli standard divini e seguirli, facendo del nostro meglio per rispecchiare Lui.
Siate santi, perché io, l’Eterno, il vostro DIO, sono santo. 28
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Garry Friesen, Decision Making and the Will of God (Colorado Springs: Multnomah Books, 2004).
2 1 Pietro 1,15–16.
3 1 Giovanni 3,7.
4 1 Giovanni 3,3.
5 Efesini 5,1–2.
6 Colossesi 3,13.
7 Luca 6,36.
8 1 Pietro 2,21–23.
9 Filippesi 2,5–8.
10 Luca 6,35.
11 1 Giovanni 5,3.
12 Efesini 5,1.
13 2 Corinzi 5,17.
14 Romani 8,29.
15 Colossesi 3,10.
16 Efesini 4,28–29 NR; Colossesi 3,8 NR.
17 Salmi 15,1–3.
18 Proverbi 10,18.
19 Matteo 15,19–20.
20 Colossesi 3,8.
21 1 Pietro 2,1.
22 1 Timoteo 5,13.
23 Levitico 19,16.
24 Esodo 20,16.
25 Marco 12,30–31.
26 Matteo 7,12.
27 Matteo 15,19–20.
28 Levitico 19,2.https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-santita-parte-2/
Pubblicato originariamente in Inglese l’11 ottobre 2016.
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