Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 2)

Di Peter Amsterdam

Luglio 10, 2017

La guarigione del lebbroso

[Jesus—His Life and Message: Miracles (Part 2)]

Leggendo i Vangeli non sappiamo esattamente quanti miracoli Gesù compì. Leggiamo alcune frasi secondo le quali tutti quelli che avevano delle malattie si affollavano intorno a Lui per toccarlo, che guarì molta gente affetta da malattie diverse e che dovunque andava gli portavano dei malati. Il Vangelo di Giovanni termina dicendo che le cose scritte su Gesù sono solo una piccola parte di tutto quello che fece:

Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere.1

Anche se non conosciamo ogni miracolo fatto da Gesù, ne conosciamo molti, perché gli autori dei Vangeli ne raccontarono di specifici, per darci alcuni esempi delle sue opere potenti, così da far capire a noi, i lettori, che Gesù è quello che affermò di essere: Il Messia, il Figlio di Dio. Anche solo vedere o sentir parlare dei suoi miracoli ai suoi giorni convinse molti che era effettivamente il Messia, quindi anche oggi leggerli può aiutare la gente a credere.

Ognuno degli scrittori del Vangelo descrive alcuni miracoli che sono menzionati solo nel suo Vangelo. Marco ha due di questi esempi, Matteo tre, Luca e Giovanni cinque per uno. C’è un solo miracolo descritto in tutti e quattro i Vangeli, quando Gesù sfamò i cinquemila. Matteo, Marco e Luca hanno gli stessi undici miracoli, anche se li ambientano diversamente. In questo e in altri articoli della serie, quando prenderò in esame un miracolo incluso in più di un Vangelo, ne userò una versione come base, poi se necessario farò qualche commento anche sulle differenze fra le versioni.

Il miracolo di Gesù che guarisce il lebbroso è descritto nei tre Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca). Userò la versione di Marco, che dice:

Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo: «Se vuoi, tu puoi purificarmi!» Gesù, impietositosi, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio; sii purificato!» E subito la lebbra sparì da lui, e fu purificato. Gesù lo congedò subito, dopo averlo ammonito severamente, e gli disse: «Guarda di non dire nulla a nessuno, ma va’, mostrati al sacerdote, offri per la tua purificazione quel che Mosè ha prescritto; questo serva loro di testimonianza». Ma quello, appena partito, si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare apertamente in città; ma se ne stava fuori in luoghi deserti, e da ogni parte la gente accorreva a lui.2

Oggi usiamo il termine lebbra principalmente per descrivere il morbo di Hansen. Nel periodo biblico, comunque, era un termine più ampio che includeva una vasta gamma di malattie della pelle, compreso il morbo di Hansen. Alcune delle malattie che in tempi biblici rientravano nella categoria della lebbra – come la psoriasi, il lupus, la tigna normale e favosa – erano curabili, come vediamo in Levitico 13 e 14. A quei tempi il morbo di Hansen era incurabile. Qualsiasi malattia etichettata come lebbra nella Bibbia rendeva “impura” una persona, che di conseguenza veniva allontanata dalla società, dai vicini e dagli amici e perfino dalla sua famiglia e dalla sua casa, in linea con le prescrizioni di Levitico 13 e 14, fino a che non fosse guarita. Una volta guarita doveva sottoporsi a una cerimonia religiosa che durava otto giorni, dopo di che veniva dichiarata “pura” da un sacerdote.

Il motivo della separazione era che la malattia era contagiosa, ma naturalmente era difficile per la persona essere costretta alla separazione dalla famiglia e dal resto della società.

Il lebbroso, affetto da questa piaga, porterà le vesti strappate e il capo scoperto; si coprirà la barba e griderà: “Impuro, impuro”. Sarà impuro tutto il tempo che avrà la piaga; è impuro; vivrà da solo; abiterà fuori del campo.3

Poiché a volte la lebbra era considerata una punizione del peccato,4 questo aggiungeva un peso ulteriore alla persona che ne era stata colpita. L’effetto complessivo della lebbra sulla persona in questione era una specie di “morte vivente”.5

Questa era la condizione in cui si trovava l’uomo che quel giorno si presentò a Gesù e s’inginocchiò davanti a lui chiedendo di essere guarito. Si avvicinò a Gesù con umiltà. Nel mondo antico, chinarsi davanti a un’altra persona era un gesto di rispetto per la sua dignità o il suo potere di liberare da un pericolo.6 Quest’uomo era disposto a violare le norme della società avvicinandosi a Gesù per essere guarito. Voleva disperatamente condurre una vita normale. Il modo in cui fece la sua richiesta – Se vuoi, tu puoi purificarmi – dimostra che l’uomo riconosceva in Gesù la capacità e il potere di guarirlo. Alcune traduzioni dicono: Se vuoi, puoi guarirmi. È interessante che abbia chiesto a Gesù di purificarlo piuttosto che di guarirlo. Uno scrittore sottolinea:

Notate che la sua preoccupazione principale è di essere purificato, così da poter rientrare nella società ebraica, come persona sana. È un modo molto ebreo di vedere una malattia, concentrandosi sui suoi effetti ritualistici, mentre un pagano avrebbe semplicemente detto: “Se vuoi, puoi guarirmi”.7

Spinto da compassione, Gesù fece una cosa straordinaria: stese la mano e toccò l’uomo. Secondo la legge mosaica, quando uno veniva toccato o toccava qualcosa di impuro, diventava anche lui ritualmente impuro.

O se uno tocca qualcosa d’impuro, anche se inconsapevolmente, come il cadavere di una bestia impura o il cadavere di un animale domestico impuro o il cadavere di un rettile impuro, […] o se tocca una impurità umana, anche se inconsapevolmente, qualunque cosa per mezzo della quale l’uomo diviene impuro […] porterà quindi all’Eterno, come sacrifico della sua colpa per il peccato che ha commesso, una femmina del gregge, una pecora o una capra, come sacrificio per il peccato; e il sacerdote farà per lui l’espiazione a motivo del suo peccato.8

Toccando il lebbroso, Gesù era diventato ritualmente impuro e si era esposto alla malattia, ma chiaramente non se ne preoccupava. Invece di diventare impuro Gesù per aver toccato il lebbroso, l’uomo divenne puro quando fu toccato da Lui. Gesù avrebbe potuto guarirlo con un semplice comando, invece per amore e compassione lo toccò. Così facendo, rispose a entrambe le parti della richiesta dell’uomo. In risposta a “se vuoi”, Gesù rispose che voleva; e in risposta a “puoi purificarmi”, Gesù disse: “Sii purificato”. Leggiamo che la lebbra sparì immediatamente e lui fu purificato.

Dopo averlo guarito, Gesù lo congedò subito, dopo averlo ammonito severamente, e gli disse: «Guarda di non dire nulla a nessuno, ma va’, mostrati al sacerdote, offri per la tua purificazione quel che Mosè ha prescritto; questo serva loro di testimonianza». Nel racconto di questa guarigione in Matteo e Luca, non si dice che Gesù parlò all’uomo severamente. Il termine greco qui usato per “severamente” di solito indica l’essere profondamente arrabbiato e in altri punti è tradotto con sgridare aspramente, o criticare bruscamente. Comunque, in Giovanni 11,33 e 38 [versione CEI] è tradotto con profondamente commosso. Uno scrittore dice:

È meglio non interpretare “ammonito severamente” come un rimprovero duro, arrabbiato, ma da come è usato in Giovanni 11,33 e 38 possiamo interpretarlo come se per qualche motivo in quell’occasione Gesù fosse commosso.9

Anche se il lebbroso era stato guarito dalla sua malattia, non era stato ancora proclamato puro, quindi non poteva essere reintegrato nella società. Perché ciò avvenisse doveva presentarsi ai sacerdoti e seguire la procedura necessaria. Gesù quindi gli ordinò di mostrarsi ai sacerdoti e offrire i sacrifici necessari per ricevere la certificazione della sua purificazione. Il procedimento di questa purificazione rituale richiedeva otto giorni e doveva essere svolto nel tempio. La procedura, comandata in Levitico 14, richiede per prima cosa che il sacerdote esamini la persona. Se non ci sono segni di malattia, il passo successivo richiede il sacrificio di un uccello e l’aspersione del suo sangue. Poi la persona doveva radersi tutti i peli del corpo e lavarsi il corpo e i vestiti. L’ottavo giorno, la persona prendeva due agnelli, insieme a farina e olio, per un sacrificio. Durante il sacrificio il sacerdote prendeva parte del sangue dell’agnello e lo metteva sulla punta dell’orecchio destro della persona, sul pollice destro e sull’alluce destro. Proseguendo la cerimonia, il sacerdote metteva sulle stesse parti del corpo anche l’olio. Dopo che gli agnelli erano stati sacrificati come olocausto, la persona era purificata e poteva tornare alla sua famiglia e alla società.

Gesù ordinò all’uomo di non parlare a nessuno, ma di andare a mostrarsi ai sacerdoti. Potevano esserci due motivi per questo: uno era che Gesù voleva che restasse zitto fino a essere dichiarato ufficialmente puro dai sacerdoti; l’altra era che non voleva generare troppa eccitazione come risultato della sua opera di guarigione. Gesù aggiunse che voleva che l’uomo si mostrasse ai sacerdoti perché “servisse loro di testimonianza”. Gli studiosi biblici discutono sul significato di questa frase, ma sembra vogli dire che la sua guarigione sarebbe stata sia una testimonianza dei poteri di Gesù per i sacerdoti, sia una testimonianza della presenza del Messia per tutti quelli che avrebbero sentito parlare della guarigione.10

Non è chiaro se il lebbroso purificato si sia mai presentato ai sacerdoti per seguire il rito di purificazione, anche se presumibilmente prima o poi lo fece. È chiaro invece che non restò zitto sulla sua guarigione miracolosa, come Gesù l’aveva istruito, ma appena partito, si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare apertamente in città; ma se ne stava fuori in luoghi deserti, e da ogni parte la gente accorreva a lui.

Guarire un lebbroso era una notizia sensazionale. L’autore Craig Keener ha scritto:

Alcuni insegnanti ebrei, rifacendosi a Numeri 12,12 e 2 Re 5,7, ritenevano la lebbra simile alla morte e guarire un lebbroso simile al farlo risuscitare.11

Come risultato del fatto che l’uomo diffuse la notizia della sua guarigione dalla lebbra, grandi folle andarono a vedere Gesù, tanto che dovunque arrivasse la gente si affollava intorno a Lui al punto che non poteva più entrare in città.

La guarigione del lebbroso indica diverse cose su Gesù. Vediamo il suo amore e la sua compassione per i malati. Quando il lebbroso disse: “Se vuoi, tu puoi purificarmi”, la risposta di Gesù fu: “Sì, lo voglio!” Voleva aiutare le persone bisognose, guarirle, consolarle e rinnovare la loro vita. Vediamo la sua empatia nel modo in cui comprendeva cosa voleva dire per un lebbroso essere toccato, cosa che probabilmente non gli capitava da anni. Gesù avrebbe potuto guarirlo senza toccarlo, ma fece quel passo in più. Questa non fu l’unica volta in cui Gesù toccò una persona impura, o ne fu toccato. Prese per mano una ragazza morta, per ridarle la vita;12 permise a una peccatrice di toccarlo;13 e fu toccato dalla donna con l’emorragia, che fu guarita.14 Ovviamente per Gesù osservare gli aspetti rituali della legge mosaica era meno importante del dimostrare amore e compassione nei confronti di una persona bisognosa.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 21,25.

2 Marco 1,40–45.

3 Levitico 13,45–46.

4 Numeri 12,1–15; 2 Re 5,25–27; 2 Cronache 26,16–21.

5 Robert H. Stein, Mark, 105.

6 Craig S. Keener, The Gospel of Matthew: A Socio-Rhetorical Commentary, 260.

7 Ben Witherington III, The Gospel of Mark: A Socio-Rhetorical Commentary, 103.

8 Levitico 5,2–3.6.

9 Stein, Mark, 107.

10 Darrell L. Bock, Luke Volume 1: 1:1–9:50, 447.

11 Keener, The Gospel of Matthew: A Socio-Rhetorical Commentary, 261.

12 Matteo 9,25.

13 Luca 7,37–38.

14 Matteo 9,20–22.


Pubblicato originariamente in Inglese il 14 febbraio 2017.

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