Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 7)

Di Peter Amsterdam

Ottobre 3, 2017

I miracoli sulla natura (parte 1)

[Jesus—His Life and Message: Nature Miracles (Part 1)]

I Vangeli riportano molti miracoli di Gesù, comprese numerose guarigioni, demoni scacciati e perfino morti risuscitati. Includono anche alcuni miracoli operati da Gesù che prevalevano sulla natura, cui spesso i commentatori fanno riferimento come miracoli sulla natura.

Nel Vecchio Testamento leggiamo che Dio causò eventi contrari al normale funzionamento della natura: le piaghe d’Egitto,1 l’apertura delle acque del mare,2 l’invio delle quaglie,3 l’acqua che sgorga dalla roccia,4 il fuoco mandato dal Signore,5 il bastone di Aaronne che germoglia e porta mandorle6 e altri.7 Nei Vangeli si legge di come anche Gesù operò miracoli sulla natura: camminare sulle acque,8 calmare una tempesta,9 sfamare cinquemila persone con solo alcuni pani e un paio di pesci,10 trasformare l’acqua in vino11e fare pescare enormi retate di pesci.12 Nei prossimi articoli ci concentreremo sui miracoli che Gesù fece sulla natura.

Come i miracoli del Vecchio Testamento attestavano la potenza di Dio e l’autorità da Lui data alle persone che aveva unto come leader e profeti, anche i miracoli di Gesù nel Nuovo Testamento dimostravano la potenza di Dio che operava in Lui. Le sue guarigioni e i suoi esorcismi dimostravano la sua potenza sulle malattie e sulle forze spirituali, mentre i miracoli sulla natura evidenziavano la sua autorità sulle forze naturali.

Nel Vangelo di Luca leggiamo di un miracolo sulla natura che avvenne agli inizi del suo ministero e che ebbe un impatto enorme su alcuni dei suoi futuri discepoli. Anche se in questi versetti l’attenzione è posta su Pietro, anche Giacomo e Giovanni erano presenti e, vedendo il miracolo, anche loro presero la decisione importante di lasciare il loro lavoro di pescatori per seguire Gesù.

Ecco il racconto:

Mentre egli stava in piedi sulla riva del lago di Gennesaret e la folla si stringeva intorno a lui per udire la parola di Dio, Gesù vide due barche ferme a riva: da esse i pescatori erano smontati e lavavano le reti. Montato su una di quelle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da terra; poi, sedutosi sulla barca, insegnava alla folla.13

Il lago di Gennesaret era conosciuto anche come mare di Galilea,14 mare di Tiberiade15 e, nel Vecchio Testamento, come mare di Chinnereth.16 È un bacino d’acqua molto più simile a un lago che a un mare; ha una circonferenza di circa 53 km ed è lungo 21 km e largo 13 km. Per allontanarsi dalla gente che si stringeva intorno a Lui, Gesù salì su una barca e chiese al suo proprietario di allontanarsi dalla riva, così da poter insegnare senza essere schiacciato dalla folla. I pescatori avevano già terminato il loro lavoro – probabilmente durante la notte, perché era allora che andavano a pescare al largo – e le barche probabilmente erano ormeggiate sulla riva o tirate in secca sulla spiaggia. I pescatori avevano tolto le reti dalla barca e le stavano lavando.

Appena terminò di insegnare, Gesù si rivolse a Simone, che gli aveva prestato la barca. Si chiamava Simone, ma in seguito Gesù lo chiamò Cefa (la forma greca di Pietro). Il Nuovo Testamento si riferisce a lui come Simone, Pietro, Simon Pietro e Cefa.

E, quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo, e calate le vostre reti per pescare». E Simone, rispondendo, gli disse: «Maestro, ci siamo affaticati tutta la notte e non abbiamo preso nulla; però, alla tua parola, calerò la rete».17

Pietro era pescatore di professione, insieme a suo fratello Andrea; avevano come soci Giacomo e Giovanni. Pietro si rivolse a Gesù chiamandolo “maestro”, un titolo usato per rivolgersi a una persona della sua posizione. Chiamandolo “maestro”, Pietro dimostrò di riconoscere l’autorità di Gesù, anche se il padrone della barca era lui. (A questo punto del Vangelo Pietro non era ancora n discepolo.) Quando Pietro disse che lui e i suoi soci avevano faticato tutta la notte e non avevano preso nulla, la parola greca tradotta con affaticarsi significa diventare esausti impegnandosi in lavori pesanti. Dal commento di Pietro comprendiamo che tutto stava succedendo di giorno, probabilmente di mattina, poco dopo una nottata di lavoro. Pietro sapeva che la pesca al largo era migliore di notte, usando una rete fatta apposta per quello (diversamente dalla rete per la pesca in acque basse che si utilizzava per pescare di giorno dalla riva). Nonostante questo e nonostante fosse esausto per una notte di pesca infruttuosa, Pietro acconsentì a uscire di giorno, affidandosi alle indicazioni di Gesù. Pietro e i suoi soci caricarono le reti in barca e remarono fino in mezzo al lago. Arrivati al punto giusto, presumibilmente dove Gesù aveva detto di andare, gettarono le reti.

E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano. Allora fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli. Quelli vennero e riempirono tutt’e due le barche, tanto che affondavano. Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Perché lo spavento aveva colto lui, e tutti quelli che erano con lui, per la quantità di pesci che avevano presi, e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone.18

Anche se sulla barca c’erano altre persone, il passo si concentra su Pietro. Visto l’enorme quantità di pesci, tanto che le reti erano così piene da cominciare a sfilacciarsi e che le barche cominciavano ad affondare a causa del peso, Pietro cadde ai piedi di Gesù. Era un segno d’umiltà che a quei tempi una persona manifestava davanti a qualcuno che era considerato superiore. A questo punto del Vangelo, Pietro non ha ancora compreso pienamente chi era Gesù, ma inginocchiandosi davanti a Lui riconosceva la sua autorità e il fatto che era un rappresentante di Dio e agiva in suo nome.

Ci volle del tempo perché i discepoli di Gesù capissero pienamente chi Lui era. Tre capitoli più tardi, nel Vangelo di Luca, dopo che Gesù calmò il vento e la tempesta, leggiamo che i discepoli si chiedevano l’un l’altro: “Chi è mai costui, che comanda anche al vento e all’acqua, e gli ubbidiscono?19 Fu un bel po’ di tempo dopo che Gesù chiese a Pietro: “E voi, chi dite che io sia?” Pietro allora, rispondendo, disse: “Il Cristo di Dio”.20

A questo punto, ancora agli inizi della loro conoscenza, Pietro riconobbe che Gesù era profondamente collegato a Dio e che Dio operava attraverso di Lui, anche se non aveva ancora il quadro completo. Rendendosi conto di questo, disse: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”. Riconoscendo l’enorme differenza tra sé, un peccatore, e Gesù, uno che faceva le opere di Dio – come si era visto in quella pesca miracolosa – Pietro si sentì indegno di stare alla sua presenza. Riconobbe la grandezza e la santità di Gesù. Chiamarlo “Signore” a questo punto del Vangelo era diverso dal chiamarlo “Signore” dopo la risurrezione. A questo punto, “Signore” non indicava ancora un riconoscimento della divinità di Cristo, ma dell’autorità di Gesù e del fatto che Dio operava attraverso di Lui.

Anche se probabilmente Pietro non capì in pieno il significato di chi fosse Gesù, la sua reazione rappresentò un buon inizio. Umiliò se stesso e rese onore al Signore. Vide la bontà di Dio nelle reti traboccanti di pesci. Come scrisse in seguito l’apostolo Paolo:

La bontà di Dio ti spinge alla conversione.21

Lo scrittore DarrelBock l’ha spiegato così:

È all’opera la grazia. Un Pietro immeritevole, insieme ai suoi compagni, riceve e vede bene i benefici offerti da un Dio benevolo mediante il suo rappresentante. Sono stupefatti. Il timore reverenziale visibile qui è focalizzato innanzitutto sulla visita del Dio santo – un po’ come lo stupore di Elisabetta in Luca 1,43. Una santità e una conoscenza impressionante si manifestano nell’operato di Dio attraverso Gesù. Come secondo punto, il timore reverenziale è rinforzato dal riconoscimento che questo Dio è stato così buono con loro da fornire quella pesca abbondante. Terzo, la pesca indica anche la grandezza e la potenza di Gesù. Gesù è il tramite della beneficenza divina.22

Pietro non fu l’unico a restare sorpreso dalla pesca abbondante:

Pietro e tutti quelli che erano con lui furono presi da grande stupore, per la quantità di pesci che avevano preso. Lo stesso avvenne pure a Giacomo e a Giovanni, figli di Zebedeo, che erano compagni di Simone.23

La parola tradotta con presi da grande stupore trasmette un senso di meraviglia combinata a paura, cosa comprensibile, considerando che una pesca del genere non aveva una spiegazione razionale. Gesù si rivolse a Pietro, e di conseguenza anche agli altri, dicendo: Non temere24 – cosa che nei Vangeli ripeté molte volte a lui e agli altri.

Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno.25

Non temete dunque, voi valete più di molti passeri.26

Non temere; credi solamente ed ella sarà guarita.27

Poi proseguì dicendo a Pietro, che rappresentava anche gli altri:

Da ora in avanti tu sarai pescatore di uomini.28

Pietro e gli altri non avrebbero più pescato pesci per venderli al mercato, ma avrebbero pescato uomini per portarli nel regno di Dio. Questi pescatori, da ora in avanti, avrebbero rotto completamente con il passato. Da quel momento avrebbero “pescato uomini”. L’affermazione di Gesù può essere vista sia come una predizione del loro successo nel farlo sia come un loro lavoro continuo. Proprio come avevano lavorato pescando, da quel momento avrebbero lavorato portando uomini e donne a Lui.

Essi quindi, tirate in secco le barche, lasciarono ogni cosa e lo seguirono.29

Dopo quella che probabilmente era stata la pesca più grande della loro vita, e certamente la più eccezionale, questi uomini la lasciarono per seguire Gesù in una nuova carriera come pescatori di uomini. Si allontanarono dalle loro barche e dal loro lavoro per affidarsi all’impegno di seguire Gesù per il resto della loro vita.

In questo caso vediamo che Gesù, o aveva pianificato soprannaturalmente che i pesci fossero in un punto preciso del lago, o aveva una conoscenza soprannaturale di dove sarebbero stati. In qualunque caso, vediamo che Gesù aveva il potere di dirigere Pietro e i suoi soci al punto esatto in cui avrebbero preso tanto pesce da riempire due barche, un gesto che avrebbe lasciato attoniti questi pescatori professionisti, spingendoli a lasciare tutto per seguirlo.

Quando Gesù fece questo e altri miracoli che vedremo nei prossimi capitoli, dimostrò il potere che aveva sulla natura. Queste azioni rispecchiavano la potenza creativa di suo Padre. Erano segni che Dio operava attraverso Gesù, oltre che manifestazioni dell’amore e della premura di Dio per il suo popolo. Questi miracoli aiutarono i primi seguaci di Gesù e capire in modo sempre più chiaro chi Lui fosse; e ancora oggi ci ricordano che con la sua morte e la sua risurrezione non solo abbiamo ricevuto il dono della vita eterna, ma anche che Dio può agire nella nostra vita e lo fa.

(Continua in Miracoli sulla natura, parte 2)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Esodo 4,2–3; 7,20; 8,6.24; 10,13.

2 Esodo 14,21.

3 Esodo 16,11–15.

4 Esodo 17,6.

5 Levitico 9,24.

6 Numeri 17,8.

7 Giosuè 3,14–16; 10,13; 1 Re 17,14; 2 Re 2,8–22; 6,5–7.

8 Matteo 14,23–32; Marco 6,47–51; Giovanni 6,16–21.

9 Matteo 8,23–27.

10 Matteo 14,13–23; Marco 6,30–44; Luca 9,10–17; Giovanni 6,1–15.

11 Giovanni 2,1–11.

12 Luca 5,1–11; Giovanni 21,4–11.

13 Luca 5,1–3 NR.

14 Marco 7,31, Matteo 15,29.

15 Giovanni 21,1.

16 Numeri 34,11 NR.

17 Luca 5,4–5.

18 Luca 5,6–10.

19 Luca 8,25.

20 Luca 9,20.

21 Romani 2,4 CEI.

22 Bock, Luke 1:1–9:50, 458.

23 Luca 5,9–10.

24 Luca 5,10.

25 Luca 12,32.

26 Luca 12,7.

27 Luca 8,50.

28 Luca 5,10.

29 Luca 5,11.


Pubblicato originariamente in Inglese il 25 aprile 2017.

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