Di Peter Amsterdam
Gennaio 23, 2018
[Jesus—His Life and Message: Miracles—Casting Out Demons (Part 4)]
In quest’ultimo articolo sugli esorcismi di Gesù e la sua autorità sugli spiriti maligni, ci concentreremo sulla sua reazione alle affermazioni dei capi religiosi che la sua capacità di scacciare i demoni indicava che era in combutta con Satana. La sua risposta ci fa capire in che modo Gesù vedeva il suo potere di scacciare i demoni. Anche se ognuno dei Vangeli sinottici1 include questo racconto,2 useremo quello di Matteo come base per la storia, con alcuni punti tratti da Marco e Luca.
Allora gli fu presentato un indemoniato, cieco e muto; ed egli lo guarì, in modo che il muto parlava e vedeva. E tutta la folla stupiva e diceva: «Non è questi il Figlio di Davide?» Ma i farisei, udendo ciò, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per l’aiuto di Belzebù, principe dei demòni».3
La guarigione e l’esorcismo di questo uomo cieco e muto rivela opinioni diverse riguardo a Gesù. La gente comune fu piena di stupore e si chiedeva: «Non è questi il Figlio di Davide?». Da queste parole si deduce che alcuni cominciavano a pensare che Gesù potesse essere il Messia, perché il termine Figlio di Davide aveva implicazioni messianiche. Come abbiamo notato in altri punti dei Vangeli, i farisei avevano una reazione negativa ogni volta che si accorgevano che la gente pensava che Gesù potesse essere il Messia. Per esempio, Matteo afferma che i capi dei sacerdoti e gli scribi, viste le meraviglie che egli aveva fatto e i fanciulli che gridavano nel tempio dicendo: «Osanna al Figlio di Davide!», ne furono indignati.4
Da altri passi è chiaro che i capi religiosi cercavamo di screditare Gesù provando a collegare il suo ministero al diavolo e paragonando Lui a Satana.
Se hanno chiamato il padrone di casa Beelzebub, quanto più chiameranno così quelli di casa sua! 5
Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che Gesù fu accusato di avere un demonio:
La folla rispose e disse: «Tu hai un demone; chi cerca di ucciderti?».6
Allora i Giudei gli risposero e gli dissero: «Non diciamo con ragione che sei un Samaritano e che hai un demone?»7
E molti di loro dicevano: «Egli ha un demone ed è fuori di sé; perché lo ascoltate?»8
In questo caso i farisei non misero in dubbio il potere soprannaturale di Gesù, ma lo attribuirono a Satana. Il loro scopo era diffamarlo e quindi distruggere la sua attendibilità davanti al popolo. Volevano impedire che qualsiasi nozione che Gesù potesse essere il Messia mettesse radici nella mente di chi vedeva il suo potere, quindi affermarono che Gesù aveva fatto questo miracolo per l’aiuto di Belzebù, principe dei demòni. L’origine del nome Belzebù (Beelzebub o Beelzebul in altre traduzioni) è incerta. Tra le varie possibilità vi sono “signore dell’abitazione”, “signore dello sterco” e “signore delle altezze”. Non è chiaro come il nome fu applicato a Satana, ma Belzebù sembra esser stato un nome alternativo di Satana. Quindi in questi punti i farisei affermano che Gesù scaccia i demoni grazie al potere di Satana.
E Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; ed ogni città o casa, divisa contro se stessa non può durare. Ora, se Satana scaccia Satana, egli è diviso contro se stesso, come dunque può durare il suo regno?»9
Gesù risponde alle loro accuse con due controargomentazioni. La prima, che quando un’entità come un regno, una città o una famiglia è unita in una causa comune, ha successo; ma se le persone all’interno di quella entità sono divise, allora le fazioni si combattono a vicenda a detrimento dell’entità stessa. Sprecano le loro energie combattendo con chi dovrebbe essere loro alleato. Quando questo succede, il regno, la città o la famiglia cade. Se Belzebù – il diavolo – scacciasse i demoni, scaccerebbe i suoi stessi alleati e ciò significherebbe che il suo regno cadrebbe nel caos e sarebbe sconfitto. Perciò l’accusa dei farisei che Gesù scacciava i demoni per il potere di Satana era illogica e falsa.
La seconda argomentazione di Gesù è questa: Se io scaccio i demoni con l’aiuto di Beelzebub, con l’aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Per questo essi saranno i vostri giudici.10 Gesù riconosce che all’interno della fede ebraica anche altri avevano avuto successo nello scacciare i demoni. R. T. France ha scritto:
Vari riferimenti di fonti dell’epoca, sia ebraiche che pagane, indicano che l’esorcismo era una caratteristica accettata nel ministero di quelli che affermavano di essere uomini di Dio.11
Graig Keener aggiunge:
Gli esorcisti ebrei erano comuni e impiegavano varie tecniche magiche piuttosto in contrasto con Gesù, che si limitava a comandare con autorità e a cui i demoni ubbidivano per paura.12
Poiché c’erano altri Giudei, verosimilmente membri della comunità farisea – “i vostri figli” – che avevano successo nello scacciare i demoni, Gesù chiede per potere di chi erano in grado di farlo. I farisei credevano che i loro pari che operavano esorcismi lo facessero per il potere di Dio e non di Satana. Se alcuni Giudei potevano scacciare i demoni per il potere di Dio, perché gli esorcismi operati da Gesù avrebbero dovuto essere diversi? Gesù indicò che i Giudei che esorcizzavano con successo avrebbero “giudicato” i farisei per aver attribuito a Satana un potere che gli esorcisti sapevano provenire da Dio.13
Poi Gesù affermò: Ma, se io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio, allora il regno di Dio è giunto in mezzo a voi.14 Nei tre Vangeli sinottici leggiamo che lo Spirito di Dio discese su Gesù, dandogli potere per il suo ministero.
E Gesù, appena fu battezzato, uscì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli gli si aprirono, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.15
Grazie a questo potere, Gesù, per lo Spirito di Dio, aveva l’autorità di scacciare demoni e fare miracoli. Nel Vangelo di Luca leggiamo: Ma se io scaccio i demoni col dito di Dio, il regno di Dio è dunque giunto fino a voi.16 L’espressione “il dito di Dio” fu usato anche nel libro dell’Esodo, nella storia di come i maghi del faraone non riuscirono a ripetere i miracoli fatti da Aaronne, dimostrando così che erano stati fatti da Dio.
I maghi cercarono di fare la stessa cosa con le loro arti occulte per produrre le zanzare, ma non poterono. Le zanzare infierivano sugli uomini e sugli animali. Allora i maghi dissero al faraone: «Questo è il dito di Dio». Ma il cuore del faraone si indurì e non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne.17
Gesù precisò che la sua capacità di scacciare demoni traeva origine dallo Spirito di Dio, quindi i farisei non stavano solo svilendo le opere compiute da Gesù, ma la stessa potenza divina. Proseguì dicendo che il fatto che scacciasse i demoni grazie allo Spirito di Dio dimostrava che il regno di Dio era giunto.
Questo uso della potenza dello spirito non è solo un mezzo per combattere la possessione demoniaca, ma anche un segno di qualcosa di più importante: l’instaurazione del regno di Dio al posto di quello di Satana.18
Gesù continuò: Come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli la sua roba, se prima non lega l’uomo forte? Allora soltanto gli saccheggerà la casa.19 Con un’espressione da parabola, Gesù sottolinea di aver sconfitto l’uomo forte, il diavolo; l’ha legato, così da potergli saccheggiare la casa. Avendo sconfitto Satana, ha potuto salvare quelli che erano mantenuti schiavi mediante la possessione demoniaca e altri mezzi. Contrariamente alle accuse dei farisei, Gesù non operava per il potere di Satana, ma lo aveva attaccato direttamente, l’aveva sconfitto e ora gli stava rubando i suoi beni.
Questo legare rappresenta […] la completa superiorità dell’autorità di Gesù su quella di Satana e quindi l’entrata in vigore del potere sovrano di Dio. È proprio quel “legare” che distingue l’attacco violento di Gesù contro il regno di Satana dalle piccole scaramucce locali degli esorcisti dell’epoca.20
Se ne deduce che c’era stato un momento, prima dell’inizio del suo ministero, in cui Gesù aveva legato Satana. Alcuni commentatori biblici, anche se non tutti, pensano che Gesù si riferisse all’aver sconfitto Satana quando era stato tentato nel deserto.21
Gesù dice qui che la sua integrità davanti a Dio, nello sconfiggere la tentazione, gli aveva dato potere sopra Satana. Stabilendo il primo stadio del suo regno, Gesù aveva già sconfitto il diavolo e aveva delegato la sua autorità sopra gli spiriti maligni a quelli che erano veramente suoi seguaci, uomini e donne sottomessi al suo regno.22
Avendo stabilito che i suoi esorcismi erano opera di Dio, Gesù tracciò una linea nella sabbia tra chi credeva in Lui e chi, come i farisei, si opponeva a Lui e cercava di screditarlo e sconfiggerlo.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.23
Gli oppositori di Gesù sono come chi disperde le pecore invece di radunarle. Gesù dice ai suoi ascoltatori che i farisei e chiunque si oppone a Lui si dà da fare per vanificare gli obiettivi divini di portare salvezza al mondo.
In una situazione diversa, nel Vangelo di Marco leggiamo un’altra affermazione di Gesù su come non esistono vie di mezzo, vista però da una prospettiva positiva.
Allora Giovanni, prendendo la parola, gli disse: «Maestro, noi abbiamo visto un tale che non ci segue scacciare demoni nel tuo nome e glielo abbiamo proibito, perché non ci segue». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché nessuno può fare un’opera potente nel nome mio, e subito dopo dire male di me. Poiché chi non è contro di noi, è per noi».24
Con entrambe queste espressioni, Gesù insegnò che le persone devono scegliere un lato nel conflitto tra il bene e il male, e che chi sceglie di stare contro di Lui o sceglie di non fare una scelta, in fondo si sta allineando contro di Lui.
Nel caso dei farisei, essi scelsero di opporsi a Lui. Poiché accreditarono al diavolo l’opera dello Spirito di Dio, secondo Gesù peccarono gravemente, al punto che non saranno perdonati.
Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà loro perdonata. E chiunque parla contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi parla contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonato, né in questa età né in quella futura.25
È importante vedere la bestemmia contro lo Spirito nel contesto di questo versetto. Qui si parla specificamente della situazione in cui i farisei accreditarono a Satana l’opera dello Spirito di Dio. France ha scritto:
È quindi una perversione totale dei valori spirituali, rivelando una scelta precisa del lato sbagliato nella battaglia tra il bene e il male, tra Dio e Satana. È questo che ha dimostrato i farisei essere decisamente “contro” Gesù. Ed è questa opposizione diametrale al buono scopo di Dio che è sostanzialmente imperdonabile.26
Morris Spiega:
Non è che Dio rifiuti di perdonare; è che la persona che vede il bene come male e il male come bene è incapace di pentirsi e quindi presentarsi umilmente davanti a Dio per riceverne il perdono. […] Chiamarono il bene male. Chi si trova in questa situazione non può pentirsi e chiedere perdono: gli manca un senso del peccato; nega che Dio abbia la competenza di dichiarare cosa è giusto. È questo atteggiamento continuo che costituisce il peccato più grande.27
È tragico e triste che alcune persone facciano una scelta simile, perché ne pagano un prezzo molto alto.
In vari punti dei Vangeli Gesù scacciò i demoni. Incaricò i suoi discepoli di fare lo stesso. Quando fu accusato di scacciare i demoni per il potere di Satana, respinse con forza l’accusa e sostenne la sua posizione indicando che nemmeno Satana avrebbe causato una divisione nel suo regno dando a Gesù o a chiunque altro il potere di scacciare gli altri demoni. Chiese anche, saggiamente: “Con l’aiuto di chi li scacciano gli altri esorcisti giudei?” Gesù aveva più potenza di Satana, essendo stato più forte di lui, avendolo legato e avendo saccheggiato i suoi beni. Grazie alla vita, alla morte e alla risurrezione di Gesù, il potere di Satana è stato definitivamente sconfitto. Gesù lo affermò con la risposta che diede ai discepoli che erano appena tornati dopo aver predicato il Vangelo, guarito i malati e scacciato i demoni:
Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome!» Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore».28
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
Bibliografia generale
Bailey, Kenneth E. Jesus Through Middle Eastern Eyes. Downers Grove: InterVarsity Press, 2008.
Biven, David. New Light on the Difficult Words of Jesus. Holland: En-Gedi Resource Center, 2007.
Bock, Darrell L. Jesus According to Scripture. Grand Rapids: Baker Academic, 2002.
Brown, Raymond E. The Birth of the Messiah. New York: Doubleday, 1993.
Brown, Raymond E. The Death of the Messiah Vols 1,2. New York: Doubleday, 1994.
Charlesworth, James H. (editor). Jesus’ Jewishness, Exploring the Place of Jesus Within Early Judaism. New York: The Crossroad Publishing Company, 1997.
Edersheim, Alfred. The Life and Times of Jesus the Messiah. Updated Edition. Hendrickson Publishers, 1993.
Elwell, Walter A., and Robert W. Yarbrough. Encountering the New Testament. Grand Rapids: Baker Academic, 2005.
Evans, Craig A. World Biblical Commentary: Mark 8:27–16:20. Nashville: Thomas Nelson, 2000.
Flusser, David. Jesus. Jerusalem: The Magnes Press, 1998.
Flusser, David, and R. Steven Notely. The Sage from Galilee: Rediscovering Jesus’ Genius. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2007.
Green, Joel B., and Scot McKnight, eds. Dictionary of Jesus and the Gospels. Downers Grove: InterVarsity Press, 1992.
Green, Joel B. The Gospel of Luke. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1997.
Guelich, Robert A. World Biblical Commentary: Mark 1–8:26. Nashville: Thomas Nelson, 1989.
Jeremias, Joachim. Jerusalem in the Time of Jesus. Philadelphia: Fortress Press, 1996.
Jeremias, Joachim. Jesus and the Message of the New Testament. Minneapolis: Fortress Press, 2002.
Jeremias, Joachim. New Testament Theology. New York: Charles Scribner’s Sons, 1971.
Jeremias, Joachim. The Eucharistic Words of Jesus. Philadelphia: Trinity Press International, 1990.
Lloyd-Jones, D. Martyn. Studies in the Sermon on the Mount. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1976.
Manson, T. W. The Sayings of Jesus. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1957.
Manson, T. W. The Teaching of Jesus. Cambridge: University Press, 1967.
Michaels, J. Ramsey. The Gospel of John. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2010.
Morris, Leon. The Gospel According to Matthew. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1992.
Pentecost, J. Dwight. The Words & Works of Jesus Christ. Grand Rapids: Zondervan, 1981.
Sanders, E. P. Jesus and Judaism. Philadelphia: Fortress Press, 1985.
Sheen, Fulton J. Life of Christ. New York: Doubleday, 1958.
Spangler, Ann, and Lois Tverberg. Sitting at the Feet of Rabbi Jesus. Grand Rapids: Zondervan, 2009.
Stein, Robert H. Jesus the Messiah, Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.
Stein, Robert H. The Method and Message of Jesus’ Teachings, Revised Edition. Louisville: Westminster John Knox Press, 1994.
Stott, John R. W. The Message of the Sermon on the Mount. Downers Grove: InterVarsity Press, 1978.
Wood, D. R. W., I. H. Marshall, A. R. Millard, J. I. Packer, and D. J. Wiseman, eds. New Bible Dictionary. Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.
Wright, N. T. Jesus and the Victory of God. Minneapolis: Fortress Press, 1996.
Wright, N. T. The Resurrection of the Son of God. Minneapolis: Fortress Press, 2003.
Yancey, Philip. The Jesus I Never Knew. Grand Rapids: Zondervan, 1995.
Young, Brad H. Jesus the Jewish Theologian. Grand Rapids: Baker Academic, 1995.
1 Matteo, Marco e Luca.
2 Matteo 12,22–32; Marco 3,21–30; Luca 11,14–26.
3 Matteo 12,22–24 NR.
4 Matteo 21,15.
5 Matteo 10,25.
6 Giovanni 7,20.
7 Giovanni 8,48.
8 Giovanni 10,20.
9 Matteo 12,25–26.
10 Matteo 12,27.
11 France, The Gospel of Matthew, 338.
12 Keener, The Gospel of Matthew: A Socio-Rhetorical Commentary, 363.
13 Morris, The Gospel According to Matthew, 316.
14 Matteo 12,28.
15 Matteo 3,16.
16 Luca 11,20.
17 Esodo 8,18–19 NR.
18 France, The Gospel of Matthew, 480.
19 Matteo 12,29.
20 France, The Gospel of Matthew, 481.
21 Matteo 4,1–11. Per altre informazioni, vedi https://directors.tfionline.com/it/post/gesu-la-sua-vita-e-il-suo-messaggio-la-prova/
22 Keener, The Gospel of Matthew: A Socio-Rhetorical Commentary, 364.
23 Matteo 12,30.
24 Marco 9,38–40.
25 Matteo 12,31–32.
26 France, The Gospel of Matthew, 482.
27 Morris, The Gospel According to Matthew, 318–319.
28 Luca 10,17–18.
* C’è una certa differenza tra dèmone, dèmon e demònio, demòni. Dèmone, nella storia delle religioni, nonché nella filosofia platonica, è una divinità inferiore, intermedia tra il divino e l’umano, una specie di “genio” che influisce beneficamente o maleficamente sulle azioni umane. Nella tradizione cristiana, demònio è sinonimo di diavolo, spirito e simbolo del male [NdT].
Pubblicato originariamente in Inglese l’11 luglio 2017.
Copyright © 2024 The Family International. Tutela della privacy Utilizzo dei cookie