Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 15)

Di Peter Amsterdam

Gennaio 30, 2018

Risuscitare i morti (parte 1)

[Jesus—His Life and Message: Miracles—Raising the Dead (Part 1)]

Dopo aver visto i miracoli con cui Gesù guarì varie malattie, oltre ad aver preso in esame il suo potere di scacciare demoni, la nostra attenzione si sposterà ora sulla sua capacità di risuscitare i morti. I Vangeli raccontano tre casi in cui Gesù riportò in vita persone già morte1 e li vedremo in questo e nei prossimi articoli. Il primo racconto, la risuscitazione del figlio della vedova, si trova solo nel Vangelo di Luca.

E il giorno dopo egli si recò in una città, chiamata Nain; e con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla. E quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei.2

Nain è una cittadina galilea a circa 9,6 km a sud di Nazareth. Gesù arrivò lì con un seguito di molte persone, quindi l’avvenimento ebbe numerosi testimoni. Arrivando, s’imbatté in un funerale. In Israele, in epoca neotestamentaria, i funerali erano una manifestazione pubblica di dolore ed emozione. Piangere, lamentarsi e battersi il petto erano comuni espressioni di lutto. I membri della famiglia si strappavano le vesti esterne; alcuni si buttavano terra sul capo, si rotolavano nella polvere o si sedevano tristemente nella cenere. Il periodo di lutto durava sette giorni.3

A causa del clima caldo della Palestina, i funerali in genere avvenivano poco dopo la morte, solitamente nel pomeriggio, e spesso nello stesso giorno in cui la persona era morta. Gli occhi del morto venivano chiusi, la bocca legata e il corpo lavato e unto. Di solito i morti venivano sepolti con i loro vestiti o avvolti in teli preparati allo scopo. Il cadavere veniva trasportato dentro una bara, su una struttura di legno dove tutti potevano vederlo.4 La processione si concludeva nel cimitero di famiglia, che si trovava fuori dalla città.

Luca ci racconta due fatti importanti che rendono questo funerale particolarmente tragico. La donna era una vedova e stava seppellendo il suo unico figlio. Oltre al dolore per la perdita del figlio, questa donna ora era sola, senza alcun maschio a proteggerla e provvedere a lei. Questo l’avrebbe resa molto vulnerabile e privata di mezzi di sostegno e di prestigio sociale nel villaggio, secondo le usanze dell’epoca.

Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!» 5

Qui vediamo da vicino il carattere di Gesù. Era un uomo compassionevole, comprensivo, dal cuore buono e premuroso. Sapeva che la donna avrebbe incontrato difficoltà senza suo figlio. Anche in altri punti dei Vangeli vediamo che Gesù manifestò compassione per le persone.6 Gesù si avvicinò alla madre e le disse di non piangere. Poi, per darle un motivo per smettere di piangere, si avvicinò alla bara su cui veniva trasportato il figlio.

Accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: «Giovinetto, io ti dico, alzati!»7

Toccare la bara non era un gesto destinato a guarire, ma a fermare la processione. Toccandola, Gesù superò la barriera della purezza rituale,8 cosa che fece spesso quando guariva i malati. Quando la processione si fermò, Gesù parlò direttamente al figlio morto. Usando la sua autorità personale – Io ti dico – comandò al giovane di alzarsi. Come vedremo, questo ordine è usato anche nelle altre due occasioni in cui Gesù risuscitò i morti.9

E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre.10

All’ordine di Gesù il figlio della vedova ritornò in vita. Il fatto che il ragazzo abbia parlato aggiunge attendibilità alla sua risurrezione. Gesù, mosso a compassione per la vedova addolorata e senza essere chiesto, agì per amore e bontà e ridiede vita a suo figlio. Immaginate la gioia che la donna deve aver provato! Il ritorno invita di suo figlio cambiò completamente la sua vita e il suo futuro.

Questo miracolo presenta alcune analogie e alcuni contrasti con due storie del Vecchio Testamento di persone risuscitate. Leggiamo che il profeta Elia risuscitò il figlio di una vedova. Durante un periodo di carestia, questa vedova aveva condiviso la sua ultima manciata di cibo con il profeta e grazie a ciò lei, suo figlio ed Elia ebbero miracolosamente del cibo durante l’intera carestia.11

In seguito a queste cose, il figlio della donna, che era la padrona di casa, si ammalò; la sua malattia fu così grave, che non gli rimase più soffio di vita. Ella allora disse ad Elia: «Che ho io da far con te o uomo di DIO? Sei forse venuto da me per farmi ricordare il mio peccato e per uccidermi il figlio?». Egli le rispose: «Dammi tuo figlio». Così lo prese dal suo seno, lo portò nella stanza di sopra e lo coricò sul suo letto. Poi invocò l’Eterno e disse: «O Eterno, DIO mio, hai forse colpito di sventura anche questa vedova, che mi ospita, facendole morire il figlio?». Si distese quindi tre volte sul fanciullo e invocò l’Eterno, dicendo: «O Eterno, DIO mio, ti prego, fa’ che l’anima di questo fanciullo ritorni in lui». L’Eterno esaudì la voce di Elia: l’anima del fanciullo ritornò in lui ed egli riprese vita. Allora Elia prese il fanciullo, lo portò giù dalla stanza di sopra in casa e lo diede a sua madre dicendole: «Guarda, tuo figlio è vivo!». Allora la donna disse ad Elia: «Ora riconosco che tu sei un uomo di DIO e che la parola dell’Eterno sulla tua bocca è verità».12

La seconda risuscitazione coinvolse il profeta Eliseo, protetto di Elia. Una coppia senza figli aveva costruito sul tetto di casa una cameretta per il profeta, perché avesse un posto dove stare ogni volta che passava di lì. La moglie era sterile, ma Eliseo le disse che entro un anno avrebbe avuto un figlio. Così avvenne.13 Alcuni anni dopo, quando era già cresciuto, il bambino morì fra le braccia di sua madre. Lei lo depose sul letto di Eliseo, poi salì su un asino e percorse circa dodici chilometri fino al monte Carmelo, per andare a trovare Eliseo. Dopo aver sentito della morte del bambino, Eliseo mandò il servo a deporre il proprio bastone sul bambino, ma questo gesto non lo guarì.

Quando Eliseo entrò in casa, vide il fanciullo morto e sdraiato sul suo letto. Egli allora entrò, chiuse la porta dietro loro due e pregò l’Eterno. Poi salì sul letto e si coricò sul fanciullo; pose la propria bocca sulla sua bocca, i propri occhi sui suoi occhi, le proprie mani sulle sue mani; si distese sopra di lui e la carne del fanciullo si riscaldò. Quindi Eliseo si tirò indietro e andò qua e là per la casa; poi salì di nuovo e si distese sopra il fanciullo; il fanciullo starnutì sette volte ed aperse gli occhi. Allora egli chiamò Ghehazi e gli disse: «Chiama questa Shunamita». Egli la chiamò; quando ella giunse da Eliseo, questi le disse: «Prendi tuo figlio». Così ella entrò e gli si gettò ai piedi, prostrandosi fino a terra; poi prese suo figlio ed uscì.14

In entrambi questi episodi del Vecchio Testamento, il profeta di Dio risuscitò un morto. Sia Elia sia Eliseo pregarono che Dio facesse il miracolo; entrambi si sdraiarono sopra il morto, più di una volta, dopo di che entrambi i giovani furono riportati in vita.

La madre vedova nel Vangelo di Luca ricevette lo stesso regalo meraviglioso quando Gesù le restituì il figlio, ma ci furono alcune differenze nel miracolo stesso. Quando Gesù risuscitò il figlio della vedova, si limitò a parlargli e quello si alzò e parlò. Diversamente dai profeti del Vecchio Testamento, Gesù non fece alcuna azione fisica né pregò che suo Padre risuscitasse il ragazzo. Invece comandò al ragazzo di alzarsi: «Giovinetto, io ti dico, alzati!» Questo indica che la potenza di Dio Padre era parte integrante di Dio Figlio. Gesù era diverso dai grandi profeti dell’antichità, perché non era solo uno strumento di Dio, ma il Figlio di Dio.

A questo punto del suo ministero, la gente non si era ancora resa conto del significato del ruolo di Gesù come Messia e Salvatore. Comunque, i testimoni di questo miracolo compassionevole considerarono Gesù un grande profeta, una persona che aveva ricevuto potenza da Dio.

Allora furono tutti presi da meraviglia e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto fra noi» e: «Dio ha visitato il suo popolo».15

Le azioni di Gesù causarono stupore e timore nei presenti, perché si resero conto che l’accaduto era opera di Dio. Riconoscendo che il ragazzo era stato riportato in vita dalla mano di Dio, diedero gloria a Dio. Erano emozionati che Dio si stesse muovendo in mezzo a loro.

E questo detto a suo riguardo si sparse per tutta la Giudea e per tutta la regione all’intorno.16

Come per tutti gli altri miracoli da Lui operati, il risultato finale fu che in tutto il paese si diffusero le notizie riguardanti Gesù. Anche se la gente non comprendeva tutto il significato di chi fosse Gesù, diffondeva ugualmente la notizia che “un grande profeta è sorto fra noi”.

Nei prossimi due articoli vedremo gli altri due casi in cui Gesù risuscitò i morti.

Come nota a parte, gli autori dei Vangeli non parlarono degli episodi in cui Gesù risuscitò morti come di risurrezioni. Riportare in vita una persona è una risuscitazione. La persona che risuscitava alla fine sarebbe morta lo stesso. La risurrezione si riferisce al riportare in vita una persona e che quella persona non morirà mai più.

(Questo argomento continuerà in “Risuscitare i morti, parte due”)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 La figlia di Iairo (Matteo 9,18–26; Marco 5,21–43; Luca 8,40–56), il figlio della vedova di Nain (Luca 7,11–15) e Lazzaro (John 11,1–44).

2 Luca 7,11–12.

3 T. C. Butler, Luke, Vol. 3 (Nashville: Broadman & Holman, 2000), 114–115.

4 Green, The Gospel of Luke, 291.

5 Luca 7,13.

6 Matteo 9,36; 14,14; 15,32; 20,34; Marco 1,41; 6,34; 8,2.

7 Luca 7,14.

8 Chi tocca il corpo morto di qualsiasi persona sarà impuro per sette giorni (Numeri 19,11). Chiunque, nei campi, avrà toccato un uomo ucciso da un'arma o morto per cause naturali, o delle ossa umane, o un sepolcro, sarà impuro per sette giorni (Numeri 19,16 NR).

9 Luca 8,54; Giovanni 11,43.

10 Luca 7,15.

11 1 Re 17,10–16.

12 1 Re 17,17–24.

13 2 Re 4,8–17.

14 2 Re 4,32–37.

15 Luca 7,16.

16 Luca 7,17.


Pubblicato originariamente in Inglese il 18 luglio 2017.

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