Di Peter Amsterdam
Febbraio 20, 2018
[Jesus—His Life and Message: Miracles—Raising the Dead (Part 2)]
La storia di come Gesù risuscitò una ragazzina è documentata in tutti e tre i Vangeli sinottici, a differenza della risuscitazione del figlio della Vedova, che è stata descritta solo nel Vangelo di Luca. La versione di Marco è la più dettagliata, seguita da una versione più breve in Luca e una ancora più corta in Matteo. Qui farò riferimento alla versione di Luca. In tutte e tre, nella storia della risuscitazione della ragazza è incluso un secondo miracolo, e qui parleremo anche di quello.
Questi episodi sono descritti come avvenuti dopo il ritorno di Gesù dalla parte orientale del mare di Galilea, dove aveva scacciato i demoni dall’indemoniato a Gerasa (o Gadara), nella Decapoli.
Or avvenne che, quando Gesù fu ritornato, la folla lo accolse perché tutti lo aspettavano. Ed ecco venire un uomo di nome Iairo, che era capo della sinagoga; gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di andare a casa sua, perché egli aveva una figlia unica di circa dodici anni, che stava per morire.1
Iairo aveva una buona posizione sociale nella cittadina. Come capo della sinagoga era responsabile per la prosperità finanziaria e materiale della sinagoga, rappresentava la comunità ebraica di fronte al mondo esterno e regolava e sceglieva le persone che guidavano le attività di culto, come la lettura della Torah, la preghiera, l’insegnamento e così via.2 Quest’uomo importante era così disperato che cadde in ginocchio in segno di sottomissione, implorando con fervore Gesù di guarire sua figlia che era in punto di morte. Buttarsi ai piedi di Gesù era un gesto considerevole per una persona di quella posizione. Questo dimostra che non tutti i capi religiosi ebrei si opponevano a Gesù.
Il Vangelo di Marco aggiunge alcuni particolari a ciò che Iairo disse a Gesù:
Gli si gettò ai piedi, e lo pregò con molta insistenza, dicendo: «La mia figliola è agli estremi; vieni a imporle le mani, affinché sia guarita e viva».3
Si può avvertire la sua disperazione, proprio come in altri casi di persone che vennero da Gesù a implorare la guarigione:
E venne da lui un lebbroso il quale, supplicandolo, cadde in ginocchio davanti a lui, e gli disse: «Se vuoi, tu puoi mondarmi».4
Dovunque egli giungeva, in villaggi, città o borgate, la gente metteva gli infermi sulle piazze e lo pregava di poter toccare almeno il lembo del suo vestito; e tutti quelli che lo toccavano erano guariti.5
Gesù andò immediatamente con Iairo. È a questo punto che avvenne il secondo miracolo.
Or mentre Gesù vi andava, la folla faceva ressa intorno a lui. Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva speso tutti i suoi beni con i medici senza poter essere guarita da nessuno, si avvicinò…6
Sappiamo già che c’era una folla ad attendere Gesù e mentre Lui si dirigeva verso la casa di Iairo la folla lo seguì. Luca dice che la gente si accalcava intorno a Lui. Marco dice che la folla gli si stringeva intorno. Il termine greco tradotto con stringeva significa premere da tutti i lati, indicando che mentre Gesù si avviava verso la casa era indubbiamente in contatto fisico con chiunque gli fosse vicino.
Nella folla c’era una donna in condizioni davvero pessime. Aveva perdite di sangue da dodici anni. Le ripercussioni dell’afflizione di questa donna andavano oltre il fastidio fisico della malattia, perché influenzavano negativamente anche la sua vita e la sua posizione sociale. La Legge di Mosè affermava che durante le mestruazioni una donna era ritualmente impura. Si affrontava anche il caso di una perdita prolungata di sangue:
Se una donna ha un flusso di sangue di vari giorni fuori del tempo della sua impurità mestruale, o se il flusso continua oltre il tempo dovuto, sarà impura per tutti i giorni del suo flusso impuro, come è nei giorni della sua impurità mestruale.7
Ciò significa che durante i dodici anni in cui era continuata l’emorragia, lei era stata considerata ritualmente impura. Ogni posto in cui si sedeva o su cui si sdraiava diventava impuro. Chiunque toccasse lei o il suo letto o una sedia su cui si era seduta diventava impuro e doveva lavarsi gli abiti e fare un bagno completo. Questo limitava seriamente i suoi rapporti con gli altri, escludendola praticamente da ogni compagnia e impedendole di partecipare alla vita religiosa ebraica, emarginandola così dalla società.
Oltre ad avere sofferto fisicamente e socialmente per dodici anni, veniamo a sapere che aveva speso invano tutti i suoi soldi per consultare numerosi medici nella speranza che potessero guarirla. Il Vangelo di Marco aggiunge che aveva molto sofferto da parte di parecchi medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun giovamento, anzi piuttosto peggiorando.8
Si avvicinò di dietro e toccò il lembo del suo vestito, e in quell’istante il suo flusso di sangue si arrestò.9
Varie traduzioni dicono che toccò il lembo della veste o del vestito, l’orlo della veste, il lembo del mantello o i fiocchi della veste. Alcuni commentatori pensano che ciò potrebbe riferirsi alla frangia o ai fiocchi che gli uomini ebrei dovevano portare ai quattro angoli dei loro vestiti. Nel libro dei Numeri leggiamo:
L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: «Parla ai figli d’Israele e di’ loro che si facciano, di generazione in generazione, delle frange agli angoli delle loro vesti e che mettano alle frange di ogni angolo un cordone violetto. Sarà una frangia alla quale guarderete per ricordarvi di tutti i comandamenti dell’Eterno e metterli in pratica, e per non seguire invece il vostro cuore e i vostri occhi che vi portano alla fornicazione. Così vi ricorderete di tutti i miei comandamenti e li metterete in pratica, e sarete santi per il vostro Dio».10
La donna con il flusso di sangue non fu l’unica a toccare il lembo della sua veste e a essere guarita:
Dovunque egli giungeva, in villaggi, città o borgate, la gente metteva gli infermi sulle piazze e lo pregava di poter toccare almeno il lembo del suo vestito; e tutti quelli che lo toccavano erano guariti.11
E gli uomini di quel luogo, avendolo riconosciuto, diffusero la notizia per tutta la regione circostante; e gli presentarono tutti i malati; e lo pregarono che potessero toccare almeno il lembo della sua veste; e tutti quelli che lo toccarono furono perfettamente guariti.12
Questa donna aveva sentito che Gesù guariva i malati,13 e quando Lui arrivò in città si mescolò alla folla senza farsi notare, per arrivare alle sua spalle e toccare l’orlo del suo vestito, nella speranza di essere guarita – e lo fu, immediatamente! Dodici anni di emorragie e isolamento sociale terminarono istantaneamente.
E Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Siccome tutti lo negavano, Pietro e coloro che erano con lui dissero: «Maestro, le folle ti stringono e ti premono e tu dici: “Chi mi ha toccato?”». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato, perché ho sentito che una potenza è uscita da me».14
La donna aveva cercato di restare anonima, forse perché pensava che ,essendo ritualmente impura, sarebbe stato meglio toccare l’orlo della sua veste senza farsi notare. Gesù però se ne accorse immediatamente. Davanti alla domanda di Gesù e al diniego della folla, era normale che Pietro facesse notare che erano in tanti a toccarlo, con la folla che gli si stringeva attorno. Gesù però sapeva che non si trattava di un tocco normale, perché aveva sentito che da Lui era uscita una potenza, una forza. Il Vangelo di Luca parla della potenza che aveva Gesù – la potenza di Dio e dello Spirito Santo. E Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne ritornò in Galilea e la sua fama si sparse per tutta la regione all’intorno.15 Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, e questi escono!16La potenza del Signore era con lui, per compiere guarigioni.17 E tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una potenza che guariva tutti.18
Allora la donna, vedendo che non era rimasta inosservata, venne tutta tremante e, gettandosi ai suoi piedi, gli dichiarò in presenza di tutto il popolo per quale motivo lo aveva toccato e come era stata guarita all’istante.19
Non sappiamo perché tremasse. Forse aveva paura di ciò che Gesù avrebbe potuto fare, o che Lui fosse arrabbiato perché dopo che lei l’aveva toccato era diventato ritualmente impuro. Gettarsi a suoi piedi era un gesto di rispetto, un’implorazione di misericordia. Spiegò il motivo per cui l’aveva fatto e testimoniò di essere stata completamente guarita non appena l’aveva toccato. In quei giorni, sarebbe stato insolito per una donna fare una simile dichiarazione pubblica.20
Ed egli le disse: «Fatti animo, figliola; la tua fede ti ha guarita; va’ in pace!»21
Chiamarla “figliola” era un modo rispettoso e affezionato di rivolgersi a una donna, qualunque fosse la sua età o il tipo di rapporto con lei. Gesù la elogiò, dicendole che era stata la sua fede a guarirla. La guarigione era avvenuta non appena aveva toccato il lembo della sua veste perché aveva fede che Gesù potesse dargliela; la fede si era manifestata nel suo gesto di avvicinarsi a Lui abbastanza da toccarlo.
Invitarla ad andare in pace era un modo per Gesù di dirle che il suo rapporto con Dio era pienamente restaurato, dato che non era più ritualmente impura e quindi poteva frequentare la sinagoga, entrare nel tempio e offrire sacrifici per il perdono dei propri peccati, cosa che non poteva fare da dodici anni. La pace a cui ci si riferisce qui non era una sensazione interna soggettiva; era uno stato che esisteva fra la donna e Dio, a causa della sua fede. Una simile rassicurazione, a una donna che era stata cerimonialmente impura per dodici anni, avrebbe portato grande conforto e incoraggiamento.22
Dopo questa guarigione, l’attenzione si posta nuovamente sulla figlia di Iairo.
Mentre egli parlava ancora, venne uno dalla casa del capo della sinagoga, e gli disse: «La tua figlia è morta, non disturbare il maestro». Ma Gesù, udito ciò, gli disse: «Non temere; credi solamente ed ella sarà guarita».23
Iairo dimostrò fede lasciando che Gesù continuasse a dirigersi verso la sua casa.
Giunto alla casa, non permise ad alcuno di entrare, eccetto Pietro, Giovanni e Giacomo, e il padre e la madre della fanciulla. Or tutti piangevano e facevano cordoglio per lei. Ma egli disse: «Non piangete; ella non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano, sapendo che era morta.24
Il Vangelo di Marco aggiunge altri particolari, dicendo che al suo arrivo Gesù vide un gran trambusto e gente che piangeva e urlava forte.25 Il Vangelo di Matteo aggiunge che quando arrivarono alla casa videro i sonatori di flauto e la folla che faceva strepito.26 Marco aggiunge anche che Gesù mandò tutti fuori, prese con sé il padre, la madre della fanciulla e coloro che erano con lui, ed entrò là dove giaceva la fanciulla.27
Nella casa di Iairo erano iniziate le manifestazioni di lutto tradizionali. Lo scrittore Robert Stein spiega:
In tipico stile semita, c’erano grandi dimostrazioni di dolore. La posizione di Iairo come leader all’interno della comunità avrebbe garantito “molti” pianti e lamenti. Per contribuire a queste dimostrazioni di lutto spesso venivano ingaggiate prefiche o “piagnone”. Matteo 9,23 cita la presenza di suonatori di flauto. [Alcune opere ebraiche affermano che in circostanze simili] “perfino i più poveri di Israele dovevano assoldare non meno di due flauti e una prefica”.28
Gli unici presenti nella stanza con la ragazza morta erano Gesù, tre dei suoi discepoli e i genitori.
[Gesù] le prese la mano ed esclamò dicendo: «Fanciulla, alzati!». E il suo spirito ritornò in lei e subito ella si alzò; Gesù poi comandò che le si desse da mangiare. E i suoi genitori rimasero stupefatti. Ma Gesù raccomandò loro di non dire a nessuno quanto era accaduto.29
Il Vangelo di Marco include altri particolari:
[Gesù] presala per mano, le disse: «Talità cum!» che tradotto vuol dire: «Ragazza, ti dico: alzati!» Subito la ragazza si alzò e camminava, perché aveva dodici anni. E furono subito presi da grande stupore.30
Dato che in precedenza Gesù aveva detto: «Non piangete; ella non è morta, ma dorme», alcuni commentatori interpretano il fatto come se la ragazza non fosse morta, ma soltanto in coma. Comunque, visto che la gente in casa piangeva e si lamentava, è chiaro che pensavano fosse morta – probabilmente perché non respirava più. Gesù prese la mano della ragazza morta e le comandò di alzarsi. Prenderla per mano lo rendeva ritualmente impuro, ma la cosa gli importava poco; riportarla in vita era infinitamente più importante.
Immediatamente la ragazza riprese vita e il suo spirito ritornò in lei. Questo versetto insegna che lo spirito è la parte di una persona che sopravvive alla morte e che con la morte avviene una separazione tra il corpo e lo spirito.31 Immediatamente lei reagì al comando di Gesù e si alzò. Gesù ordinò che le dessero del cibo. In Marco leggiamo che si mise a camminare. Tutti questi punti indicano che la ragazza era pienamente risuscitata. I genitori ne rimasero sorpresi, come probabilmente avvenne a tutti quelli che stavano piangendo. Possiamo solo immaginare la sorpresa di quelli che avevano riso di Gesù, quando videro la ragazza riportata in vita.
Gesù disse ai genitori di non raccontare agli altri cos’era successo. È difficile capirne il motivo, visto che la casa era piena di persone in lutto che sapevano che la ragazza era morta, e che per di più molto probabilmente l’avevano già detto alla folla che aveva accompagnato Gesù alla casa di Iairo. Molte persone quindi sapevano che la ragazza era stata risuscitata. Bock offre questa spiegazione:
Gesù sa che sta per intraprendere un tipo di ministero diverso da quello che la gente si aspetta da Lui. Un’attenzione eccessiva alle manifestazioni della sua potenza avrebbe minato il tipo d’impegno che avrebbe richiesto alla gente. […] Verrà il momento in cui i suoi miracoli diverranno pubblici, ma questa pubblicità non va incoraggiata, perché questi atti non sono al centro di ciò che Gesù sta facendo. […] La richiesta di silenzio indica chiaramente che Gesù non ritiene che questi gesti siano il punto centrale della sua missione, ma solo una sua dimostrazione periferica.32
Al centro di ognuno di questi miracoli c’è la fede. La donna che era stata malata per così tanti anni e aveva cercato così tanti rimedi ebbe la fede di cercare Gesù e toccare la sua veste. Iairo ebbe la fede di chiedere a Gesù di andare a curare sua figlia e, anche se era arrivato in ritardo e aveva scoperto che era morta già prima che Gesù arrivasse a casa sua, credette a ciò che Gesù gli disse: «Non temere; credi solamente ed ella sarà guarita».
Il messaggio è che dovremmo avere fede basandoci sulla grandezza della persona in cui la riponiamo. Gesù dimostrò la potenza affidatagli, in quanto Figlio di Dio, con vari segni soprannaturali, compresi i miracoli di guarigione e risuscitazione, l’esorcismo dai demoni e i miracoli sulla natura.
(Questo argomento continuerà in “Risuscitare i morti, parte tre”)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Luca 8,40–42.
2 Stein, Mark, 265.
3 Marco 5,22–23.
4 Marco 1,40.
5 Marco 6,56.
6 Luca 8,42–43 NR.
7 Levitico 15,25.
8 Marco 5,26.
9 Luca 8,44.
10 Numeri 15,37–40.
11 Marco 6,56.
12 Matteo 14,35–36.
13 Avendo sentito parlare di Gesù, venne tra la folla alle sue spalle e toccò il suo vestito (Marco 5,27).
14 Luca 8,45–46.
15 Luca 4,14.
16 Luca 4,36.
17 Luca 5,17.
18 Luca 6,19.
19 Luca 8,47.
20 Bock, Luke 1:1–9:50, 798.
21 Luca 8,48.
22 Bock, Luke 1:1–9:50, 799.
23 Luca 8,49–50.
24 Luca 8,51–53.
25 Marco 5,38.
26 Matteo 9,23.
27 Marco 5,40.
28 Stein, Mark, 273.
29 Luca 8,54–56.
30 Marco 5,41–42.
31 Bock, Luke 1:1–9:50, 805.
32 Ibid., 805.
Pubblicato originariamente in Inglese nel luglio 2017.
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