Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 18)

Di Peter Amsterdam

Marzo 6, 2018

Risuscitare i morti (parte 4)

[Jesus—His Life and Message: Miracles—Raising the Dead (Part 4)]

In questo articolo continueremo la storia di Lazzaro che abbiamo iniziato nell’articolo precedente.

L’incontro di Gesù con Maria

Dopo la discussione di Marta con Gesù e la sua dichiarazione di fede — «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, che doveva venire nel mondo» — leggiamo che:

Detto questo, andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Appena udito ciò, ella si alzò in fretta e venne da lui. Or Gesù non era ancora giunto nel villaggio, ma si trovava nel luogo dove Marta lo aveva incontrato. Perciò i Giudei che erano in casa con lei per consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, dicendo: «Ella se ne va al sepolcro per piangere là». Appena Maria giunse al luogo in cui si trovava Gesù, e lo vide, si gettò ai suoi piedi, dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto».1

Gesù rimase fuori dal villaggio, mentre Marta andava a dire a Maria che Lui era arrivato. Marta parlò a Maria in privato, molto probabilmente per non far sapere agli altri che Gesù era lì vicino, forse perché le persone che erano arrivate a condividere il lutto con loro venivano da Gerusalemme, dove recentemente Gesù era stato quasi lapidato. Appena Maria sentì che Gesù era vicino, corse immediatamente da Lui, seguita dalle altre persone che erano in casa. Vedendo Gesù, Maria si gettò ai suoi piedi, cosa che aveva già fatto in precedenza, come abbiamo visto all’inizio di questo capitolo e come succederà di nuovo nel prossimo.

Or Maria era quella che unse di olio profumato il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; e suo fratello Lazzaro era malato.2

Maria allora prese una libbra di olio profumato di nardo autentico di gran prezzo, ne unse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli.3

Il Vangelo di Luca racconta che Maria si sedette ai piedi del Signore e ascoltò i suoi insegnamenti.

Qui si getta ai suoi piedi e ripete in parte ciò che Marta aveva detto appena l’aveva visto: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto». Come Marta, espresse la sua convinzione che Gesù avrebbe potuto salvare Lazzaro se fosse stato presente quando suo fratello era ancora vivo.

Gesù allora, come vide che lei e i Giudei che erano venuti con lei piangevano, fremette nello spirito e si turbò.4

La definizione del termine greco tradotto con piangevano è piangere, lamentarsi o emettere espressioni rumorose di dolore o sofferenza. Come era comune a quei tempi, Maria e quelli che l’accompagnavano dimostravano il loro dolore piangendo, lamentandosi e manifestando visibilmente la loro tristezza. Il termine greco per fremere nello spirito è un’espressione insolita. Indica un suono forte e inarticolato e il suo uso più appropriato sembra essere lo sbuffare dei cavalli. Quando è utilizzato parlando di persone, solitamente indica rabbia. Vengono presentate diverse possibilità sul significato di questo versetto e su come debba essere interpretato. La domanda fondamentale è con chi o con che cosa fosse arrabbiato Gesù.

Uno scrittore lo spiega così:

La maggior parte delle traduzioni […] elude semplicemente il problema evitando il riferimento all’ira. Gesù non era arrabbiato, suggeriscono, ma semplicemente “agitato nello spirito e turbato” o “commosso profondamente e turbato”. La maggior parte dei commentatori, però, riconosce che Gesù è descritto come “arrabbiato” sia qui sia nel versetto 38.5

È possibile che fosse arrabbiato con i Giudei che accompagnavano Maria mentre lei veniva a trovarlo. Quando Marta aveva detto a Maria che Gesù era lì vicino, l’aveva fatto in modo da non farsi sentire dai Giudei venuti da Gerusalemme. Forse Gesù, che era vicino a questa famiglia, voleva stare da solo con Maria come aveva fatto con Marta, ma quelli che l’avevano seguita gliel’avevano reso impossibile. C’è un altro accenno a questa rabbia quando Gesù è davanti alla tomba, anche qui forse perché aveva sperato di fare il miracolo in un ambiente più intimo, come quando aveva risuscitato la figlia di Iairo. In quel caso Gesù aveva mandato tutti fuori di casa, tranne tre dei suoi discepoli e i genitori della bambina.

Altri commentatori pensano che questa rabbia fosse causata dalla presenza e dai pianti delle sorelle e dei Giudei, che quasi lo costringevano a fare un miracolo che sarebbe stato impossibile da nascondere e quindi gli avrebbe causato altri guai con le autorità religiose.

Altri ancora ritengono che al centro di questa rabbia ci fosse la sua indignazione per l’atteggiamento ipocrita degli altri presenti. Altri la vedono in relazione alla mancanza di fede espressa nel dolore incontrollato di Maria e dei suoi amici.

Sembra più probabile che lo spettacolo dell’angoscia di Maria e dei suoi compagni fece arrabbiare Gesù perché lo rendeva intensamente consapevole del male, dell’anormalità, della “violenta tirannia” della morte. Nel dolore di Maria Egli vede e sente la tristezza dell’intera razza umana, e brucia di rabbia contro l’oppressore dell’umanità.6

Gesù va alla tomba di Lazzaro

[Gesù] disse: «Dove l’avete posto?». Essi gli dissero: «Signore, vieni e vedi». Gesù pianse. Dissero allora i Giudei: «Vedi come l’amava!» Ma alcuni di loro dissero: «Non poteva costui che aprì gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?»7

Davanti ai pianti e ai lamenti degli altri, Gesù pianse. La parola tradotta con pianse trasmette il senso di un pianto silenzioso. Sapendo che avrebbe risuscitato Lazzaro, molto probabilmente Gesù non pianse per la tristezza, ma per il dolore degli altri, dimostrando così il suo amore e la sua compassione, oltre alla sua umanità. Anche qui alcuni menzionarono che avrebbe potuto guarire Lazzaro. La sua domanda di dove fosse sepolto fu molto probabilmente interpretata dai presenti come un segno che voleva andare a piangere sulla sua tomba.

Perciò Gesù, fremendo di nuovo in se stesso, venne al sepolcro; or questo era una grotta davanti alla quale era stata posta una pietra. Gesù disse: «Togliete via la pietra!». Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, poiché è morto da quattro giorni». Gesù le disse: «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?»8

Arrivato alla grotta in cui Lazzaro era stato sepolto, Gesù ordinò che la pietra che copriva la tomba fosse rimossa. Gli antichi Egizi imbalsamavano i loro morti per preservarli permanentemente dalla decomposizione. Gli Ebrei, invece, mettevano sui corpi dei morti delle spezie che impedivano alla puzza della decomposizione di essere asfissiante, al massimo per alcuni giorni, finché duravano le manifestazioni di lutto. Lo scopo non era impedire la decomposizione, ma incoraggiarla, perché un anno dopo la sepoltura riesumavano le ossa e le riseppellivano. Marta sapeva che il corpo di Lazzaro probabilmente a quel punto si stava già decomponendo e l’accenno alla puzza conferma che Lazzaro era davvero morto.

Gesù ricorda a Marta di averle detto che se credi, vedrai la gloria di Dio. Molto probabilmente si riferisce a ciò che aveva detto in precedenza in questo passo: «Questa malattia non è a morte, ma per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa»;9 e in questo: «Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?»10 In precedenza Marta gli aveva detto che credeva, quindi la sua risposta al riferimento alla puzza del cadavere serviva a ricordarle di avere fede.

Tolsero dunque la pietra. Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato».11

Presumibilmente, le persone a cui Gesù disse di togliere la pietra dall’ingresso della tomba erano le stesse che avevano accompagnato Marta quando era andata a incontrarlo. Gesù poi si rivolse a suo Padre, ringraziandolo per aver esaudito la sua preghiera. A causa del tempo dei verbi nell’espressione greca usata da Giovanni, è probabile che Gesù abbia pregato suo Padre in silenzio e poi l’abbia ringraziato a voce alta di aver esaudito la preghiera, indicando chiaramente che il potere di resuscitare i morti veniva da suo Padre. Anche se i Vangeli parlano molto delle preghiere di Gesù, di come passò anche notti intere in preghiera, c’è un solo altro caso in cui pregò prima di fare un miracolo: quando rese grazie prima di distribuire i pani e i pesci.12 Non che Gesù non pregasse prima di fare miracoli; indubbiamente lo faceva, ma i Vangeli sottolineano intenzionalmente la divinità di Gesù per mostrare che aveva una autorità personale su Satana, sulla morte, sui demoni e sulle malattie.

E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Allora il morto uscì, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».13

Dopo aver ringraziato suo Padre per aver esaudito la preghiera, Gesù si rivolse direttamente a Lazzaro, comandandogli di uscire. E Lazzaro lo fece. Era avvolto nelle sue vesti funebri, completamente fasciato da una larga tela di lino e con i piedi e le mani avvolti in altre fasce. Il capo probabilmente era avvolto in un fazzoletto separato per tenere chiusa la bocca. Legato in quel modo gli sarebbe stato difficile camminare, ma probabilmente sarebbe emerso dalla grotta trascinando i piedi o saltellando.

L’accenno alle vesti funebri e ai teli e alle fasce che lo avvolgevano potrebbe essere stato incluso nel racconto per far notare la differenza tra la risuscitazione di Lazzaro e la risurrezione di Gesù. Quando avvenne quest’ultima, nessuno dovette spostare la pietra; il corpo di Gesù non era più presente e non era più avvolto nelle vesti funebri. Quando Giovanni guardò nella tomba di Gesù, leggiamo che vide i panni di lino che giacevano nel sepolcro, ma non vi entrò. Arrivò anche Simon Pietro che lo seguiva, entrò nel sepolcro e vide i panni di lino che giacevano per terra, e il sudario, che era stato posto sul capo di Gesù; esso non giaceva con i panni, ma era ripiegato in un luogo a parte.14

Anche se Gesù risuscitò Lazzaro, alla fine questi morì e ora aspetta la risurrezione finale in cui tutti i morti in Cristo risorgeranno per l’eternità. La risurrezione di Gesù ebbe una dimensione diversa da quella di Lazzaro, come vediamo da ciò che scrisse l’apostolo Paolo: Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono. Infatti, siccome per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo, ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta. Poi verrà la fine, quando rimetterà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni dominio, ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte.15

Allora molti dei Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quanto Gesù aveva fatto.16

Come risultato dell’aver testimoniato la risuscitazione di Lazzaro, molti dei Giudei presenti credettero in Gesù. Altri dei testimoni, invece, lo tradirono. Nel resto dell’undicesimo capitolo di Giovanni leggiamo che dopo che Gesù risuscitò Lazzaro, alcuni dei presenti riferirono gli avvenimenti ai sommi sacerdoti e “al consiglio”, che da quel giorno deliberarono di farlo morire.17 Risuscitando Lazzaro, fu come se Gesù avesse firmato la propria condanna a morte. Allo stesso tempo, dimostrò la potenza di Dio che operava in Lui, rafforzò la fede dei credenti e indusse molte altre persone a credere.

I miracoli di Gesù – le guarigioni, i miracoli sulla natura, la liberazione degli indemoniati e la risuscitazione dei morti – testimoniarono tutti la potenza divina che risiedeva in Lui. Erano la prova che era chi affermava di essere: il Figlio di Dio.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 11,28–32.

2 Giovanni 11,2.

3 Giovanni 12,3.

4 Giovanni 11,33.

5 Michaels, The Gospel of John, 636.

6 B. B. Warfield,”The Emotional Life of Our Lord,”in The Person and Work of Christ (Presbyterian and Reformed, 1950), 115. Come citato da Bruce Milne in The Message of John, 165.

7 Giovanni 11,34–37.

8 Giovanni 11,38–40.

9 Giovanni 11,4.

10 Giovanni 11,25–26.

11 Giovanni 11,41–42 NR.

12 Giovanni 6,11, Matteo 15,36, Marco 8,7.

13 Giovanni 11,43–44.

14 Giovanni 20,5, 6–7.

15 1 Corinzi 15,20–26.

16 Giovanni 11,45–46.

17 Giovanni 11,53.


Pubblicato originariamente in Inglese l’8 agosto 2017.

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