Le storie raccontate da Gesù: il posto a tavola Luca 14,7-11

Di Peter Amsterdam

Aprile 16, 2019

[The Stories Jesus Told: The Place at the Table, Luke 14:7–11]

Il quattordicesimo capitolo di Luca si apre dicendo che durante il sabato Gesù fu invitato a mangiare a casa di uno dei capi dei farisei. Dopo essere arrivato, e avendo guarito un paralitico per strada, raccontò una parabola. Alcuni studiosi biblici dicono che il suo racconto in realtà non era una parabola, ma considerando che Luca la chiama specificamente così, sembra meglio includerla tra le parabole di Gesù.

Notando come essi sceglievano i primi posti a tavola, propose agli invitati questa parabola, dicendo: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché quel tale potrebbe aver invitato un altro più importante di te, e chi ha invitato te e lui non venga a dirti: “Cedi il posto a questi”. E allora tu, pieno di vergogna, non vada ad occupare l’ultimo posto».1

Nel mondo mediterraneo dei tempi di Gesù c’erano dei protocolli molto importanti riguardo al posto occupato dai commensali durante un pasto, specialmente in un’occasione importante come un pranzo di nozze. In tali occasioni lo stato sociale e il prestigio di una persona si riflettevano sul posto in cui sedevano rispetto al capotavola. L’uomo più onorato sedeva a capotavola e le altre persone importanti sedevano vicino a lui. A quei tempi, lo stato sociale, la posizione e il protocollo corretto erano estremamente importanti; disonorare qualcuno facendolo sedere a tavola nel posto sbagliato era considerato molto offensivo.

Gesù notò che alcuni dei partecipanti al pranzo si giostravano per avere i posti più onorati. Essendo ebrei religiosi, probabilmente conoscevano il proverbio che dice:

Non esaltarti alla presenza del re e non metterti al posto dei grandi uomini, perché è meglio che ti si dica: «Sali quassù», piuttosto che essere abbassato davanti al principe.2

Nel raccontare questa parabola Gesù evidenziava un principio simile.

Nella corsa per occupare un posto d’onore, si correva il rischio che in seguito arrivasse qualcuno con uno stato sociale più alto e con una pretesa più forte per tale posto. Nessun anfitrione poteva permettere che un ospite onorato prendesse un posto più in basso, perché sarebbe stata una grave infrazione all’etichetta. L’unica possibilità per il padrone di casa sarebbe stata parlare alla persona che aveva preso il posto d’onore che non gli spettava e indicargli di sedersi in un posto meno onorabile. Dato che gli altri ospiti erano già seduti, l’unico posto disponibile sarebbe stato quello più in basso. Il presuntuoso che si era seduto nel posto d’onore avrebbe dovuto alzarsi e, davanti a tutti, incamminarsi con vergogna verso il posto meno onorato.

Gesù disse ai suoi ascoltatori che avrebbero dovuto fare il contrario.

«Ma quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto affinché, venendo chi ti ha invitato, ti dica: “Amico, sali più su”. Allora ne avrai onore davanti a coloro che sono a tavola con te. Perché chiunque si innalza sarà abbassato, e chi si abbassa sarà innalzato».3

Gesù disse che è meglio prendere umilmente il posto meno onorato, perché il risultato potrebbe essere che l’anfitrione ti inviti a occupare un posto migliore, più onorato. Invece di essere ricoperto di vergogna per aver cercato di esaltarsi, uno avrebbe ricevuto onore davanti a tutti gli altri ospiti.

Gesù indicò che essere umili è la cosa migliore da fare, e lo insegnò anche in altri punti dei Vangeli:

Chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo. Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire.4

Chi dunque si umilierà come questo piccolo fanciullo, sarà il più grande nel regno dei cieli.5

Chiunque si innalzerà sarà abbassato; e chiunque si abbasserà sarà innalzato.6

Vediamo anche gli insegnamenti di Gesù sull’umiltà echeggiare in tutto il Nuovo Testamento.

Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili.7

Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.8

Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso.9

Rivestitevi tutti di umiltà verso gli altri.10

Dopo aver dipinto l’immagine del proverbiale ospite che finisce per essere umiliato pubblicamente per aver scelto presuntuosamente il posto migliore, Gesù si rivolse a chi lo aveva invitato a pranzo e disse:

«Quando fai un pranzo o una cena, non chiamare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i vicini ricchi, affinché essi non invitino a loro volta te, e ti sia reso il contraccambio. Ma quando fai un banchetto, chiama i mendicanti, i mutilati, gli zoppi, i ciechi; e sarai beato, perché essi non hanno modo di contraccambiarti; ma il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti».11

Data l’incredibile importanza del prestigio sociale di una persona nella società romana (che all’epoca includeva anche Israele), era normale invitare a pranzo la gente “giusta”, aspettandosi che in futuro avrebbero contraccambiato con un invito — pratica abbastanza comune anche oggi. Gesù molto probabilmente riconobbe che il fariseo che offriva il pranzo e tutti i suoi invitati erano colti da questo ciclo di reciprocità egoistica. Gesù indicò una via migliore. Invece d’invitare amici, fratelli, parenti e ricchi — tutte persone che avrebbero potuto restituire il favore — insegnò che avrebbero dovuto invitare chi non avrebbe mai potuto ricambiare. Invece dei quattro gruppi di persone che avrebbero potuto contraccambiare, Gesù ne elencò quattro di persone bisognose: i mendicanti, i mutilati, gli zoppi, i ciechi.

Gesù indicò una via migliore del solito sistema di reciprocità, cioè il sentiero dell’ospitalità senza alcuna aspettativa di essere in qualche modo ripagati. La generosità che viene dal cuore senza altri motivi piace a Dio. Chi manifesta una simile generosità sarà benedetto, disse Gesù, oltre che ripagato nella vita futura — anche se la ricompensa non è il motivo per farlo. I gesti di cortesia e sacrificio riflettono sugli altri l’amore e la misericordia di Gesù e sono frutto del nostro amore per Lui.


Il posto a tavola, Luca 14,7-11

7 Notando come essi sceglievano i primi posti a tavola, propose agli invitati questa parabola, dicendo:

8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché quel tale potrebbe aver invitato un altro più importante di te,

9 e chi ha invitato te e lui non venga a dirti: “Cedi il posto a questi”. E allora tu, pieno di vergogna, non vada ad occupare l’ultimo posto.

10 Ma quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto affinché, venendo chi ti ha invitato, ti dica: “Amico, sali più su”. Allora ne avrai onore davanti a coloro che sono a tavola con te.

11 Perché chiunque si innalza sarà abbassato, e chi si abbassa sarà innalzato».

12 Or egli disse a colui che lo aveva invitato: «Quando fai un pranzo o una cena, non chiamare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i vicini ricchi, affinché essi non invitino a loro volta te, e ti sia reso il contraccambio.

13 Ma quando fai un banchetto, chiama i mendicanti, i mutilati, gli zoppi, i ciechi;

14 e sarai beato, perché essi non hanno modo di contraccambiarti; ma il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti».


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Luca 14,7–9.

2 Proverbi 25,6–7.

3 Luca 14,10–11.

4 Matteo 20,26–28.

5 Matteo 18,4.

6 Matteo 23,12.

7 Giacomo 4,6.

8 Giacomo 4,10.

9 Filippesi 2,3 CEI.

10 1 Pietro 5,5.

11 Luca 14,12–14.


Pubblicato originariamente in inglese il 24 luglio 2018.

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