Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la missione dei Settantadue (parte 1)

Di Peter Amsterdam

Maggio 7, 2019

[Jesus—His Life and Message: The Mission of the Seventy-Two, Part 1]

Come menzionato nell’articolo precedente (Fuoco dal cielo) il Vangelo di Luca contiene alcune descrizioni della vita di Gesù non incluse negli altri Vangeli; e tra queste una sezione che i commentatori chiamano “racconto di viaggio”, che include circa dieci capitoli.

In Luca capitolo 9 (come in Matteo capitolo 10) leggiamo che Gesù, chiamati insieme i suoi dodici discepoli, diede loro potere ed autorità sopra tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò a predicare il regno di Dio e a guarire i malati. Il racconto del viaggio inizia nel decimo capitolo di Luca:

Il Signore ne designò altri settanta e li mandò a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo dove egli stava per recarsi.1

Alcune traduzioni della Bibbia dicono che ce n’erano settanta, altre settantadue. È un numero pari a quello delle nazioni esistenti nel mondo in quell’epoca, basato sulle nazioni indicate in Genesi capitolo 10. A questo punto Gesù aveva allargato il suo ministero fino a includere altri discepoli oltre ai primi dodici. La missione dei dodici, e poi dei settantadue, era di fare il lavoro preliminare nei paesi che Gesù avrebbe visitato poco dopo.

Mandare i discepoli a due a due permetteva assistenza e sostegno reciproci e sembra che fosse una pratica comune nel Nuovo Testamento, come vediamo nel libro degli Atti.

Ora gli apostoli che erano a Gerusalemme, quando seppero che la Samaria aveva ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni.2

Mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati».3

Anche il libro dell’Ecclesiaste, nel Vecchio Testamento, suggerisce che fosse saggio operare in due.

Due valgon meglio di uno solo, perché hanno una buona ricompensa per la loro fatica. Se infatti cadono, l’uno rialza l’altro; ma guai a chi è solo e cade, perché non ha nessun altro che lo rialzi!4

Oltre ad avere un compagno o un collega, la legge mosaica richiedeva due testimoni per condannare qualcuno di un reato. Era importante perché, come vedremo in seguito, Gesù disse che i discepoli avrebbero invocato il giudizio di Dio sulle città che li rifiutavano; di conseguenza, secondo la legge, era necessaria la presenza di due testimoni per pronunciare un simile giudizio.

Un solo testimone non basterà ad incolpare alcuno per qualsiasi crimine o peccato abbia commesso; il fatto sarà stabilito sulla deposizione di due o di tre testimoni.5

Se uno uccide una persona, l’omicida sarà messo a morte sulla deposizione di testimoni; ma non si metterà a morte nessuno sulla deposizione di un solo testimone.6

I dodici discepoli, e poi i settantadue, non furono i primi ad andare davanti a Gesù per preparargli la vita. Già prima, in questo Vangelo, Gesù aveva parlato di Giovanni Battista, dicendo:

Egli è colui del quale è scritto: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia, il quale preparerà la tua strada davanti a te”.7

Prima della nascita di Giovanni, era stato profetizzato: Tu, o piccolo bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché tu andrai davanti alla faccia del Signore a preparare le sue vie.8 In seguito, quando Gesù progettò di entrare in un villaggio samaritano, mandò dei messaggeri davanti a sé.9 Anche qui Gesù mandò dei messaggeri davanti a Sé. Dopo la morte di Giovanni Battista il ruolo di preparare le vie del Signore passò ai suoi discepoli e in questo caso ai settantadue.

E diceva loro: «La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse».10

Anche se avere settantadue discepoli oltre ai dodici potrebbe sembrare molto, Gesù capiva che perché il suo messaggio raggiungesse le moltitudini – la messe grande – erano necessari più operai. Di conseguenza, parte del suo obiettivo era allargare la base dei discepoli che avrebbero contribuito a diffondere il Vangelo, come Gesù ripeté dopo la sua risurrezione.

Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture, e disse loro: «Così sta scritto, e così era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicasse il ravvedimento e il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Or voi siete testimoni di queste cose».11

La grande messe a cui si riferiva Gesù non era il raccolto finale a cui si riferì in altri punti come il giorno del giudizio,12 ma quello del tempo presente – sia al momento in cui Gesù disse queste parole sia al presente dei suoi discepoli di tutte le epoche prima del suo ritorno.

Parte della soluzione del problema della scarsità di operai è la preghiera, l’implorazione fervente al Signore perché mandi altri credenti che aiutino a diffondere il messaggio di Gesù agli altri. Dio è il Signore della messe e porterà altri a suo Figlio, procurando più operai. Oltre a predicare il Vangelo, il lavoro dei discepoli consiste anche nel pregare Dio di mandare altri operai per diffondere meglio il messaggio.

Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi.13

Andando fuori a predicare il Vangelo, i discepoli avrebbero corso dei pericoli. Gli agnelli sono piuttosto indifesi in compagnia dei lupi, quindi i discepoli sarebbero stati vulnerabili, ma avrebbero dovuto rivolgersi a Dio perché provvedesse a loro. Gesù disse ai settantadue: Non portate borsa, né sacca, né sandali, e non salutate alcuno per via.

Sono praticamente le stesse istruzioni che aveva dato ai dodici discepoli quando li aveva mandati fuori per una missione simile:

Non prendete nulla per il viaggio: né bastoni, né sacca, né pane, né denari, e non abbiate due tuniche ciascuno.14

I settantadue, come i dodici, dovevano confidare nella provvidenza divina. Non dovevano portare con sé denaro né provviste. La maggior parte dei commentatori dicono che Gesù non chiedeva loro di andare scalzi, ma di non prendere dei sandali di scorta. È interessante notare che poco prima di esser crocifisso Gesù modificò le sue istruzioni, perché la situazione stava per cambiare.

«Quando vi mandai senza borsa, senza sacca e senza sandali, vi è forse mancata qualche cosa?». Ed essi dissero: «Nessuna». Disse loro dunque: «Ma ora chi ha una borsa la prenda con sé, e così pure una sacca; e chi non ha la spada venda la sua veste e ne compri una».15

La raccomandazione di non salutare nessuno per strada indicava l’urgenza del loro compito, da cui non dovevano distrarsi. Sono simili alle istruzioni che Eliseo diede al suo servo Gheazi, quando gli disse:

«Cingiti i lombi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontri qualcuno, non salutarlo; e se qualcuno ti saluta non rispondergli; poserai il mio bastone sulla faccia del fanciullo».16

I saluti tra le persone in Medio Oriente richiedevano molto tempo e in quelle occasioni si richiedevano cortesie elaborate; durante una missione urgente e importante era meglio evitarle.

E in qualunque casa entriate, dite prima: “Pace a questa casa”. E se lì vi è un figlio di pace, la vostra pace si poserà su di lui; se no, essa ritornerà a voi. Rimanete quindi nella stessa casa, mangiando e bevendo ciò che vi daranno, perché l’operaio è degno della sua ricompensa. Non passate di casa in casa. E in qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate di ciò che vi sarà messo davanti.17

Poiché i discepoli si sarebbero spostati di città in città per diffondere il messaggio, Gesù diede loro alcune istruzioni sul soggiorno nelle case di altre persone. La frase pace a questa casa indica la richiesta a Dio di trattare in maniera favorevole chi abitava in quella casa. Comunque, come spiegò Gesù, le benedizioni divine sulla casa sarebbero dipese dalla reazione della persona. Se il proprietario era un “figlio di pace” che rispondeva positivamente al saluto dei discepoli offrendo a sua volta pace e ospitalità, allora “la pace si poserà su di lui”, nel senso che tra gli interessati sarebbe esistito uno stato di armonia. Se la persona non avesse ricambiato con la sua pace, allora il beneficio del favore di Dio non si sarebbe fermato su di lei.

I discepoli dovevano accettare l’ospitalità della prima persona che avrebbe offerto loro un posto in cui alloggiare e una tavola a cui mangiare. Non dovevano trasferirsi dalla casa della persona che li aveva ospitati originariamente anche se qualcuno avesse offerto loro un posto o del cibo migliore. Come un operario è degno del suo salario, così i discepoli che predicano il Vangelo si meritano il loro. È un principio indicato in altri punti del Nuovo Testamento. Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo.18

Guarite i malati che saranno in essa e dite loro: “Il regno di Dio si è avvicinato a voi”.19

I discepoli avevano sia l’incarico di predicare il vangelo del regno sia quello di guarire i malati, cose che rispecchiavano il ministero di Gesù prima della sua morte e della sua risurrezione. Nel Vangelo di Matteo troviamo un elenco più dettagliato delle istruzioni che Gesù aveva dato ai suoi discepoli.

Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.20

Poi Gesù passò a spiegare cosa fare quando i discepoli avrebbero incontrato il rifiuto degli abitanti di un villaggio in cui erano entrati. Quando Gesù aveva incontrato un rifiuto in Samaria, i suoi discepoli volevano far scende il fuoco dal cielo, idea che Gesù aveva respinto.21 Qui Gesù parla delle azioni che i discepoli avrebbero dovuto intraprendere quando una città avesse rifiutato loro e il loro messaggio.

Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: “Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi”.22

Quando una città rifiutava il messaggio, i discepoli dovevano scendere nelle piazze, termine che nell’originale greco indicava strade principali ampie e molto frequentate, e fare una simile dichiarazione mentre si scuotevano la polvere dai piedi. Un commentatore spiega:

C’era un’idea rabbinica secondo la quale la polvere dei paesi dei Gentili era impura. SI dice che gli Ebrei osservanti la scuotessero dalle loro scarpe ogni volta che ritornavano in Palestina dall’estero. Il fatto che i discepoli scuotessero la polvere dai loro piedi era una testimonianza contro di loro. Era il simbolo che gli Israeliti che rifiutavano il regno non erano meglio dei Gentili. Non appartenevano al popolo di Dio.23

Vediamo questo anche in Atti 13,44-52, quando Paolo e Barnaba scossero la polvere dai loro piedi. Qui Gesù voleva indicare che le persone che rifiutavano il messaggio dei discepoli erano responsabili delle proprie decisioni.

Per le città che respingono i suoi discepoli la punizione è severa:

Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata con più tolleranza di quella città.24

Le città che rifiutano i messaggeri di Cristo, e di conseguenza il suo messaggio, saranno giudicate severamente “in quel giorno”. Qui non viene spiegato esattamente quale sarà “quel giorno”, ma in altri punti di questo vangelo e in tutto il Nuovo Testamento “quel giorno” indica il Giorno del Giudizio.

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Fate attenzione che talora i vostri cuori non siano aggravati da gozzoviglie, da ubriachezza e dalle preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi piombi addosso all’improvviso. Perché verrà come un laccio su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra.25

Saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà, in quel giorno.26

Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione.27

Quando Dio disse ad Abraamo che avrebbe distrutto la città di Sodoma, Abraamo gli chiese se l’avrebbe risparmiata se in essa si fossero trovati dieci giusti. Dio acconsentì; la città, comunque, era così empia che non c’erano nemmeno dieci giusti. Allora l’Eterno fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno.28 Nel resto delle Scritture Sodoma rappresenta l’empietà e viene usata come esempio delle punizioni divine.29 Gesù affermò che nel giorno del giudizio le città che rifiutavano la testimonianza dei settantadue si sarebbero trovate peggio di Sodoma e Gomorra. L’apostolo Pietro scrisse:

Condannò alla distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, riducendole in cenere, e le fece un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente.30

Come ha scritto un commentatore:

Le città che rifiutano questi messaggeri subiranno un giudizio più severo, perché hanno ricevuto una rivelazione più grande e abbondante, quindi il loro peccato è più grande.31

(Continua nella seconda parte.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Luca 10,1 LND; CEI: “settantadue”.

2 Atti 8,14.

3 Atti 13,2.

4 Ecclesiaste 4,9–10.

5 Deuteronomio 19,15.

6 Numeri 35,30.

7 Luca 7,27.

8 Luca 1,76. Vedi anche Luca 1,17; 3,4.

9 Luca 9,52.

10 Luca 10,2.

11 Luca 24,45–48.

12 Matteo 13,24–30.36–40; Apocalisse 14,15–16.

13 Luca 10,3.

14 Luca 9,3.

15 Luca 22,35–36.

16 2 Re 4,29.

17 Luca 10,5–8.

18 1 Corinzi 9,14 NR. Vedi anche 1 Timoteo 5,18.

19 Luca 10,9.

20 Matteo 10,8.

21 Luca 9,54–55. Vedi anche Fuoco dal cielo.

22 Luca 10,10–11.

23 Leon Morris, Luke (Downers Grove: InterVarsity Press, 1996), 183.

24 Luca 10,12.

25 Luca 21,33–35.

26 2 Tessalonicesi 1,9–10.

27 2 Timoteo 4,8.

28 Genesi 19,24.

29 Isaia 3,9; 13,19; Lamentazioni 4,6; Ezechiele 16,48–50; Amos 4,11; Sofonia 2,9; 2 Pietro 2,6; Giuda 7.

30 2 Pietro 2,6.

31 Darrell L. Bock, Luke Volume 2 (Grand Rapids: Baker Academic, 1996), 1002.


Pubblicato originariamente in Inglese il 21 agosto 2018.

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