Di Peter Amsterdam
Agosto 11, 2011
Recentemente qualcuno mi ha accennato che dopo aver dedicato gran parte della sua vita a concentrarsi su cose spirituali nei suoi molti anni di lavoro missionario per il Signore, ora si sente scoraggiato perché si trova molto indietro riguardo alla sua attuale situazione materiale. Ha pochi soldi e pochi beni, nessun titolo personale ed è privo delle altre cose che la società considera degne di valore. È naturale sentirsi così, vedendo i propri coetanei – che hanno avuto uno stile di vita diverso e che non hanno passato anni al servizio di Dio e degli altri – avere di tutto, avere soldi a sufficienza o perfino in abbondanza, avere tanti beni materiali e perfino risparmi. Sono certo che molti di noi hanno avuto di questi pensieri ultimamente. Molti adesso si trovano in situazioni difficili finanziariamente e fisicamente e questo aggrava la sensazione di essere svantaggiati.
Quando ho pensato a queste cose e ci ho pregato sopra, ho concluso che si tratta essenzialmente di una questione di investimenti a lungo termine. La gente oggi fa investimenti con la speranza che diano un profitto con il passar degli anni, così che alla fine si ritroverà con più di quel che aveva all’inizio. Se osservate i vostri coetanei nella società, è evidente che molti hanno investito nella loro istruzione, in famiglia, casa, macchina, nel loro stile di vita, in azioni e obbligazioni e così via, e che in genere ne stanno mietendo i benefici. (Naturalmente, con la crisi, molti di quelli che hanno fatto investimenti per anni, o anche per una vita intera, hanno visto il valore dei loro investimenti calare drasticamente, o in alcuni casi li hanno persi del tutto.)
È normale sentirsi svantaggiati, se si paragona la propria condizione a quella di persone che sembrano arrivate nella vita, quando si tratta di cose materiali. C’è da aspettarsi che siano avvantaggiate, dato che hanno investito la loro vita maggiormente in queste cose.
Durante la vostra vita avete investito in cose diverse, immateriali. Avete ammucchiato tesori in cielo perché avete investito nelle cose dello Spirito.[1] Il vostro piano d’investimenti è stato eterno, non temporale. Il vostro servizio per il Signore, il sacrificio dei tesori materiali di questo mondo per portare salvezza agli altri, l’amore e la compassione che avete dimostrato, il tempo che avete dedicato al vostro rapporto con il Signore e tante altre cose, sono investimenti solidi nel vostro futuro a lungo termine – molto a lungo termine, visto che è eterno.
Tutti conosciamo il detto che quando si muore ci sono cose che “non si possono portare con noi”. È assolutamente vero, quando si tratta di beni materiali. La vita fisica rimane qui, insieme a tutto quello che è materiale. “Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito”.[2] Le cose materiali della vita, che oggi hanno tanto valore, non ne hanno alcuno nella vita a venire.
È come nella barzelletta che mi ha raccontato un amico qualche tempo fa: un ricco in punto di morte fu visitato da un angelo e gli chiese se poteva portare con sé in cielo una parte delle sue ricchezze. L’angelo rispose che non era consuetudine, ma che sarebbe andato a chiedere. Quando tornò, gli disse che gli era stato concesso di portare con sé una valigia piena delle sue ricchezze. L’uomo morì e si presentò alle porte del cielo con la sua valigia. L’angelo gli andò incontro e, curioso di sapere cosa avesse portato, gli chiese se poteva dare un’occhiata. “Certo”, disse l’uomo, aprendola. Era piena di lingotti d’oro. L’angelo lo guardò con stupore e disse: “Hai portato mattonelle per il pavimento?”
Voi non avete ammucchiato tesori in terra; avete investito nelle cose dello Spirito. Questo vi rende ricchi agli occhi di Dio.
Dirò all’anima mia: “Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa stessa notte l’anima tua ti sarà ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?”. Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio.[3]
Sappiamo di non poter portare con noi i nostri beni materiali nella prossima vita; però mandiamo tesori in anticipo davanti a noi. In un certo senso, portiamo con noi le nostre ricchezze spirituali. Una vita vissuta seguendo la Parola di Dio fa una differenza nella vita a venire. Ci sono alcune cose che possiamo portare con noi e che hanno un grande valore nell’altra vita.
È importante ricordarvelo, se vi capita di paragonarvi a chi oggi sembra avere una situazione materiale migliore della vostra. È bene ricordarvi che avete fatto grossi investimenti in cielo. Avete ricchezze lassù e le avete perché avete ammucchiato tesori grazie al modo in cui avete vissuto in questa vita. E continuerete a farlo, qualunque siano le vostre circostanze presenti o future, finché continuerete a investire nei tesori celesti.[4]
Quello che facciamo in questa vita – il frutto del nostro rapporto con il Signore, del nostro discepolato, del seguire la Parola di Dio, del nostro servizio per Lui e per gli altri, delle nostre azioni amorevoli – è tutto investito nell’eternità e farà una differenza nell’aldilà. E anche la mancanza di simili investimenti conta. La vita che conduciamo, le decisioni che prendiamo, il bene che facciamo, l’amore che diamo, tutto questo conta per il nostro futuro eterno.
Poi udii dal cielo una voce che mi diceva: «Scrivi: Beati i morti che d’ora in avanti muoiono nel Signore; sì, dice lo Spirito, affinché si riposino dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono».[5]
Anche se come cristiani siamo salvati e abbiamo la vita eterna, renderemo conto della nostra vita per come abbiamo seguito Dio e la sua Parola; riceveremo una ricompensa secondo quello che abbiamo fatto o non fatto durante la nostra esistenza terrena.
Ecco, Io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere che egli ha fatto.[6]
Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male..[7]
Qualunque siano le nostre circostanze presenti, è importante non dimenticarci di ammucchiare tesori in cielo. Può essere difficile mantenere quella prospettiva, specialmente se in qualche modo siete rimasti indietro e vi sembra che per un po’ dovrete concentrarvi di più sulla parte materiale e pratica della vostra vita. Comunque, è bene ricordare che quando investite nelle cose dello Spirito state investendo nel vostro futuro a lungo termine, altrettanto concretamente di chi investe in beni materiali. Più tesori celesti ammucchiate durante la vostra vita, maggiore sarà la vostra ricompensa.
La Bibbia insegna che ci sono vari gradi di ricompensa per i salvati. Ci sono quelli che in cielo sono grandi e ricevono grandi ricompense: ci sono anche quelli che vengono chiamati “minimi” in cielo. Si parla di grandi ricompense per chi è perseguitato, per chi ama i suoi nemici, per chi fa il bene. Si parla di un premio da profeta e di un premio da giusto. Questi versetti indicano una diversità di ricompense, alcune delle quali saranno più grandi, altre più piccole.
Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi.[8]
Ma amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande.[9]
Chi riceve un profeta nel nome di un profeta, riceverà un premio da profeta; e chi riceve un giusto nel nome di un giusto, riceverà un premio da giusto.[10]
Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli.[11]
La parabola delle mine[12] in Luca 19[13] indica, tra le altre cose, che ci sono ricompense diverse, basate su quello che facciamo o non facciamo. Per brevità ne cito solo una parte.
Un uomo nobile andò in un paese lontano, per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare. E, chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Trafficate fino al mio ritorno”. Ora, quando fu di ritorno, dopo aver ricevuto l’investitura del regno, fece chiamare quei servi ai quali aveva dato il denaro per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato trafficando.
Allora si fece avanti il primo e disse: “Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine”; ed egli disse: “Bene, servo buono, poiché sei stato fedele in cosa minima, ricevi il governo su dieci città”. Venne poi il secondo, dicendo: “Signore, la tua mina ha fruttato altre cinque mine”; ed egli disse anche a costui: “Tu pure sii capo di cinque città”.
Venne poi un altro, che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta riposta in un fazzoletto, perché ho avuto paura di te, che sei un uomo severo; tu prendi ciò che non hai depositato e mieti ciò che non hai seminato”. E il suo signore gli disse: “Ti giudicherò dalle tue stesse parole, malvagio servo; tu sapevi che sono un uomo duro, che prendo ciò che non ho depositato e mieto ciò che non ho seminato; perché non hai depositato il mio denaro in banca; così, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l’interesse?”.
Disse poi ai presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine. Poiché io vi dico che a chi ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”.”[14]
Il seguente passo parla dell’importanza di come edifichiamo la nostra vita sul fondamento Gesù e su come ciò influenza le nostre ricompense future.
Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.[15]
Anche se non lo “portiamo con noi” sotto forma di beni materiali, lo facciamo sottoforma dei frutti della nostra vita spirituale. Quei frutti sono il risultato dell’applicazione della Parola di Dio alla nostra vita quotidiana, dell’essere guidati dallo Spirito Santo, di una vita piena d’amore come quella di Gesù. I frutti del nostro cammino spirituale con il Signore, la nostra obbedienza a quello che ci ha mostrato, la nostra testimonianza, il nostro amore per gli altri, il nostro cammino nello Spirito, il modo in cui viviamo i valori cristiani, tutto influenza il nostro futuro eterno.
Come cristiani abbiamo ricevuto il dono della vita eterna mediante Gesù. Il dono divino della salvezza ci garantisce un’esistenza eterna. Siamo esseri eterni. E come abbiamo visto, quello che facciamo nella nostra vita sulla terra ha un impatto diretto sulle ricompense che riceveremo nella nostra esistenza eterna. Quindi è importante come viviamo la nostra fede oggi, perché ha un effetto a lungo termine, non solo su questa vita, ma anche su quella eterna.
Ricordarci di questa verità ci aiuta a stabilire cosa è importante nella nostra vita. Serve a determinare quali sono i nostri valori di fondo e a stabilire e rispettare i valori etici secondo i quali viviamo. Dovrebbe essere una guida per le decisioni che prendiamo. Dovrebbe essere presa in considerazione quando scegliamo di agire, o non agire, in un certo modo. Il Signore guida persone diverse in modi diversi e la volontà divina nella vita di una persona è probabilmente diversa dalla sua volontà per un’altra; ma in tutti i casi, il modo in cui viviamo in relazione alla Parola di Dio e alla sua volontà per noi, il nostro rapporto con Lui e con gli altri, il modo in cui ci comportiamo, il bene che facciamo, l’amore che diamo e la vita che facciamo, tutto contribuisce alla nostra eternità personale.
Seguendo Dio in qualsiasi circostanza; permettendo ai frutti dello Spirito di avere effetto nella tua vita vivendo con amore, gioia, pace, pazienza, fede, bontà e temperanza; amando Dio e gli altri; stimando gli altri migliori di te stesso; amando il tuo prossimo come te stesso; dimorando nel Signore e lasciandolo dimorare in te; e applicando gli insegnamenti di Gesù alle situazioni della vita quotidiana, stai investendo nella tua eternità personale. Tu puoi “portarli con te” – mediante i frutti della tua fede messi in pratica durante la tua vita.
[1] «Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. Perché dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. (Matteo 6,19–21).
[2] Giovanni 3,6.
[3] Luca 12,19–21.
[4] Fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. (Matteo 6,20).
[5] Apocalisse 14,13.
[6] Apocalisse 22,12.
[7] 2 Corinzi 5,10.
[8] Matteo 5,11–12.
[9] Luca 6,35.
[10] Matteo 10,41.
[11] Matteo 5,19.
[12] Una mina equivaleva a 100 dracme, che erano circa tre mesi di salario per un operaio comune dell’epoca.
[13] Luca 19,11-26: E, mentre essi ascoltavano queste cose, Gesù proseguì a raccontare una parabola, perché era vicino a Gerusalemme, ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi subito. 12 Disse dunque: «Un uomo nobile andò in un paese lontano, per ricevere l'investitura di un regno e poi tornare. 13 E, chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: "Trafficate fino al mio ritorno". 14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasciata, dicendo: "Non vogliamo che costui regni su di noi". 15 Ora, quando fu di ritorno, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece chiamare quei servi ai quali aveva dato il denaro per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato trafficando. 16 Allora si fece avanti il primo e disse: "Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine"; 17 ed egli disse: "Bene, servo buono, poiché sei stato fedele in cosa minima, ricevi il governo su dieci città". 18 Venne poi il secondo, dicendo: "Signore, la tua mina ha fruttato altre cinque mine"; 19 ed egli disse anche a costui: "Tu pure sii capo di cinque città". 20 Venne poi un altro, che disse: "Signore, ecco la tua mina che ho tenuta riposta in un fazzoletto, 21 perché ho avuto paura di te, che sei un uomo severo; tu prendi ciò che non hai depositato e mieti ciò che non hai seminato". 22 E il suo signore gli disse: "Ti giudicherò dalle tue stesse parole, malvagio servo; tu sapevi che sono un uomo duro, che prendo ciò che non ho depositato e mieto ciò che non ho seminato; 23 perché non hai depositato il mio denaro in banca; così, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l'interesse?". 24 Disse poi ai presenti: "Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine". 25 Ed essi gli dissero: "Signore, egli ha dieci mine". 26 "Poiché io vi dico che a chi ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
[14] Luca 19,12.13; 15–26.
[15] 1 Corinzi 3,12–15.
Titolo originale: Building Our Personal Eternity
Pubblicato originariamente in Inglese il 2 Agosto 2011
versione italiana affissa il 11 Agosto 2011;
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