Tre oggetti nel mio scrigno del tesoro

Di Maria Fontaine

Novembre 4, 2010

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L’altro giorno qualcuno mi ha detto: “Ciò di cui la gente ha più bisogno nei momenti di difficoltà e confusione è la fede: la fede di sapere che tutto andrà bene”. Se però quello di cui abbiamo bisogno è la fede, come possiamo definire questo elemento elusivo? Che cos’è la fede e come la si riceve? La fede è intangibile; non si può vedere, sentire, toccare, assaggiare o annusare. Tuttavia la sentiamo nello spirito. La fede è credere che il Signore ricaverà il bene da una situazione, nonostante le circostanze.

Anche se non capiamo esattamente che cos’è la fede, se essa è ciò di cui abbiamo bisogno per migliorare la nostra vita e renderla più felice, come possiamo trovarla? Sappiamo che le parole del Signore — che abbiamo ricevuto in abbondanza nel corso degli anni — rinforzano la fede, ma a volte ci sembra lo stesso di non avere abbastanza fede, o non vediamo come possa funzionare per noi. Come possiamo mettere in pratica tutto ciò che il Signore ci ha dato, in una maniera pratica e che ci aiuti a superare le nostre burrasche personali?

Mi sono chiesta: “Che cosa mantiene me in equilibrio, nei momenti di crisi? Che cosa mi mantiene sul giusto corso e m’impedisce di arrendermi e dire: “Non voglio più continuare a cercare di fare progressi spirituali”, “Non voglio dare così tanto”, “Non voglio più prendermi cura della gente”, “Non voglio più che il mio cuore si spezzi”, “Questa responsabilità è troppo grande per me da portare”?

Che cosa m’impedisce di dubitare delle promesse divine, quando tutte le mie colpe e le mie mancanze mi stanno addosso come una nuvola nera e i miei sentimenti minacciano di sopraffarmi? Quando così tante cose stanno cambiando e io non so se riuscirò a farcela, cosa continua a farmi credere che le difficoltà “passeranno”? Se la risposta è la fede, come funziona? Che cosa faccio per avere fede? E poi, cosa fa per me quella fede? Che cos’è che faccio e penso, che mi permette di superare le difficoltà e i problemi? Quali sono le cose che faccio per rinforzare la mia fede?

Ho riflettuto su queste domande personali e mi sono fatta un elenco. In questo articolo parlerò dei primi tre punti sull’elenco, poi, in articoli che seguiranno, parlerò degli altri. Non lo considero un elenco di cose da fare. Non sono cose che mi sento sotto pressione a fare, marcandole a una a una finché non le avrò terminate tutte. Sono regole e principi che ho reso parte della mia vita durante gli anni. Alcune sono diventate un’abitudine, altre devo ancora fare uno sforzo per pensarci; ma ognuna mi aiuta in qualche modo, quando le uso. È come una borsa, o uno scrigno del tesoro a cui posso attingere quando ne ho bisogno.

Ecco le prime tre:

Numero uno: ricordare a me stessa le promesse divine. Se la fede è credere in Dio, per quale motivo credo in Lui? In genere è perché le cose finiranno per andare bene, in qualsiasi situazione io mi trovi. Ma specificamente, in cosa credo? Di solito credo in qualcosa che ha detto, qualcuna delle sue promesse, quella più adatta alla mia particolare situazione al momento. Dio ha fatto molte promesse, sia nella Bibbia che nelle parole vive che ci dà oggi. Rivolgiamoci alla Bibbia per qualche esempio. Queste sono promesse che ho imparato a memoria molti anni fa e che si sono sempre dimostrate solide.

Molte sono le afflizioni del giusto, ma l’Eterno lo libera da tutte.[1]

Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana; or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze.[2]

Getta sull’Eterno il tuo peso, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli.[3]

Finora la mia fede nelle promesse di Dio mi ha dato forza e mi ha aiutato a superare molte difficoltà. Mi sembra di avere ogni motivo per continuare a confidare nel Signore, specialmente nei momenti di prova, perché non mi ha mai abbandonato in passato. Mi ha sempre cavato d’impiccio e ha sempre finito per rispondere alle mie domande, o mi ha dato pace, o mi ha guarito, o ha diretto il mio cammino.

So che non si rimangerà le sue parole, lo afferma Lui stesso. Non importa in quali circostanze io mi trovi, scelgo di confidare in Lui, di credere — e di continuare a credere — che Lui ha il potere di cambiare le cose.

Non una sola parola è venuta meno di tutte le belle promesse da Lui fatte.[4]

Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?[5]

Il secondo punto è questo: ho scoperto per esperienza — mia e altrui — che le cose difficili che mi succedono mi servono: 1) a capire gli altri e quello che soffrono; 2) a essere più comprensiva degli altri; e 3) a guadagnare risorse preziose con cui sono in grado di aiutare gli altri. Sono dei risultati positivi di cui posso essere contenta. Sentendomi dire questo, potreste chiedere: “Ma perché dobbiamo sacrificarci per gli altri?” Immagino che ognuno di noi debba prendere la decisione da solo — decidere se siamo disposti a farlo. Quando mi guardo intorno e vedo come sono poche le persone che sono disposte a essere l’amore di Dio per gli altri, mi rendo conto che probabilmente Lui ha un bisogno disperato di ognuno di noi. Ma la scelta è nostra.

Le ricchezze di conoscenza spirituale che ho acquisito attraverso le difficoltà e che ora posso condividere con gli altri costituiscono un tesoro che può cambiare il cuore e lo spirito di qualcuno e dargli fermezza, soddisfazione e speranza — per non parlare della soddisfazione che dà a me. Tutti hanno il desiderio innato di realizzare qualcosa di utile per il prossimo, di fare qualcosa che dia significato alla loro vita — e sono grata di servire gli altri in questo modo.

Ed ecco il terzo punto: è un’altra cosa che mi mantiene stabile e “perseverante nella fede, fondata e ferma”, come dice Paolo in Colossesi 1,23. So per esperienza che la sensazione di agitazione e tristezza prima o poi finirà, così cerco semplicemente di essere forte e continuare ad andare avanti e cercare di facilitare le cose agli altri, anche se io stessa non mi sento poi tanto forte.

Una citazione attribuita a Tommaso da Kempis dice: “L’unico modo di sfuggire alla tribolazione e al dolore è di sopportarli con pazienza”.[6]

Qualcuno ha detto, con un po’ d’umorismo, che se le cose nella vita sembrano confuse e non sai se riuscirai ad andare avanti, hai mai considerato l’alternativa?

Certamente la Bibbia ci ammonisce ad aspettare e pazientare, con la promessa che riceveremo la ricompensa di quella sopportazione. “Quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze, s’innalzano con ali come aquile, corrono senza stancarsi e camminano senza affaticarsi”.[7] E: “avete bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso”.[8]

La Bibbia dice anche: “io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi”.[9] A parte la bella promessa per il futuro contenuta in questo versetto, precisa anche “le sofferenze del tempo presente” — una promessa incoraggiante che serve a ricordarci che queste sofferenze non sono eterne.

Anche se la perseveranza non avesse una ricompensa, non mi arrenderei lo stesso. Mi piace avere dei tesori da passare agli altri. Non riesco a pensare a nient’altro al mondo che sia così soddisfacente e appagante. Certo, guadagnare quei tesori costa qualcosa e a volte mi sembra troppo difficile, ma so che le difficoltà sono momentanee e che, se persevererò, avrò la ricompensa continua di contribuire a portare cambiamenti meravigliosi e duraturi nella vita degli altri.


[1] Salmi 34,19.

[2] 1 Corinzi 10,13.

[3] Salmi 55,22.

[4] 1 Re 8,56b.

[5] Numeri 23,19.

[6] Monaco e scrittore tedesco (1379?–1471) in L’imitazione di Cristo.

[7] Isaia 40,31.

[8] Ebrei 10,36.

[9] Romani 8,18.


Titolo originale: Three Items in My Treasure Chest
Pubblicato originariamente in Inglese il 10 Ottobre 2010;
versione italiana affissa il 4 Novembre 2010;
letto in Italiano da Vicky;
statistiche: 1.357 parole; 6.579 caratteri

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