Gesù — la sua vita e il suo messaggio: il conflitto con i farisei (parte 1)

Di Peter Amsterdam

Settembre 17, 2019

[Jesus—His Life and Message: Conflict with the Pharisees (Part 1)]

Tutti e quattro i Vangeli parlano del rapporto conflittuale di Gesù con i farisei. I farisei erano un gruppo di leader religiosi ebrei che aderivano meticolosamente alle leggi scritte contenute nella Torah, i primi cinque libri del Vecchio Testamento, oltre che alle leggi orali – note anche come tradizione orale o la “tradizione degli anziani”, come ne parla Gesù.1 La tradizione orale consisteva in un insieme di interpretazioni della Legge e i farisei credevano che la tradizione orale fosse un complemento necessario della Torah. Poiché Gesù separava queste tradizioni dalle scritture del Vecchio Testamento e non le considerava parte della Legge, spesso i farisei lo sfidavano, facendo notare che stava infrangendo le leggi religiose. In questo articolo e nei tre successivi esploreremo i rapporti di Gesù con i farisei.

Possiamo vedere l’opposizione dei farisei a Gesù nelle domande, negli atteggiamenti, nelle accuse e nelle azioni nei suoi confronti che vengono raccontate nei Vangeli. Eccone alcuni esempi:

Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è lecito di sabato?»2

Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se avrebbe fatto una guarigione di sabato, per trovare di che accusarlo.3

Allora gli scribi e i farisei cominciarono a ragionare, dicendo: «Chi è costui che pronunzia bestemmie? Chi può togliere i peccati se non Dio solo?»4

Allora i farisei, allontanatisi, si consigliarono sul modo di coglierlo in fallo nelle parole.5

I farisei, usciti fuori, tennero consiglio contro di lui, del come farlo morire.6

In Matteo capitolo 15 leggiamo di uno di questi confronti:

Gli scribi e i farisei di Gerusalemme vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli anziani? Poiché non si lavano le mani prima di mangiare».7

Alcuni farisei viaggiarono da Gerusalemme fino in Galilea, su al nord, dove stavano Gesù e i suoi discepoli, e la loro domanda mirata indica che avevano lo scopo di investigare gli insegnamenti di Gesù, dato che stava diventando molto popolare in Galilea e nei dintorni.

La loro domanda in realtà rappresenta un’accusa. Davano per scontato che il comportamento dei discepoli di Gesù, cioè in questo caso non lavarsi le mani prima di mangiare, rifletteva ciò che Gesù doveva aver insegnato loro. Nell’interpretazione dei farisei, le leggi riguardanti la purificazione includevano la nozione che la gente dovesse lavarsi le mani prima di mangiare, anche se ciò non faceva parte della Legge mosaica. Dato che le azioni dei discepoli contravvenivano questa loro interpretazione delle purificazioni rituali, ne diedero la colpa a Gesù, che ne era il maestro. In realtà anche Gesù aveva infranto diverse volte le leggi sulla purificazione, come quando toccò un lebbroso,8 visitò la regione pagana e impura dove aveva scacciato degli spiriti impuri da un uomo, gettandoli in maiali altrettanto impuri,9 fu toccato da una donna impura con un’emorragia10 e toccò un cadavere.11

La purificazione rituale era molto importante per i farisei. La Legge del Vecchio Testamento insegnava che, se volevano essere il popolo di Dio, gli Israeliti dovevano evitare ogni contaminazione – che poteva avvenire attraverso cibi impuri, condizioni del corpo impure e il contatto con cose o persone impure. Chi veniva contaminato doveva purificarsi mediante specifiche procedure religiose e aspettare determinati periodi di tempo prima di poter essere considerato nuovamente puro.

La Legge del Vecchio Testamento richiedeva ai sacerdoti il lavaggio rituale delle mani prima di svolgere certi doveri religiosi o mangiare i cibi sacrificati. Per i laici, il lavarsi le mani era richiesto solo in casi precisi,12 nessuno dei quali aveva a che fare con il mangiare del cibo. Sembra che ai tempi di Gesù mangiare senza lavarsi le mani fosse considerato una violazione delle leggi riguardanti la purezza. Quando i farisei chiesero perché i discepoli rompevano le tradizioni degli anziani, non dissero che stavano infrangendo le leggi mosaiche, ma la tradizione orale.

Ma egli rispose e disse loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione? Dio infatti ha comandato così: “Onora il padre e la madre”; e ancora: “Chi maledice padre o madre sia punito con la morte”. Voi invece dite: “Chiunque dice al padre o alla madre: Tutto ciò con cui potrei sostenerti è stato offerto a Dio”, egli non è più obbligato a onorare suo padre e sua madre. Così facendo, voi avete annullato il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione»13

Gesù non rispose alla domanda dei farisei; invece rivolse loro a sua volta una domanda, facendo notare che le tradizioni, che loro ritenevano utili per osservare la Legge, in realtà li spingevano a infrangerla. Gesù citò dalla legge l’ordine divino di onorare i genitori, in contrasto con le tradizioni dei farisei, “ma voi dite…” Così facendo, dimostrò che le loro tradizioni non avevano la stessa posizione della Parola di Dio, ma erano semplicemente leggi umane, “la vostra tradizione”.

Gesù citò due leggi del Vecchio Testamento:

Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà.14

Chi maledice suo padre o sua madre sarà messo a morte.15

Il secondo versetto aggiunge forza al primo rendendo punibile con la morte il mancato rispetto dei propri genitori. L’uso che Gesù fa di questi versetti indica che onorare i genitori non si limita alle parole, ma include anche il prendersi cura di loro e dare loro sostegno nella vecchiaia. Troviamo questo concetto anche nel Nuovo Testamento.

Se una vedova ha dei figli o dei nipoti, questi imparino prima a praticare la pietà verso quelli della propria casa e a rendere il contraccambio ai loro genitori, perché questo è buono ed accettevole davanti a Dio16

Poi Gesù accennò a una tattica comunemente usata in quei giorni, mediante la quale la gente dedica cibo, denaro o proprietà al tesoro del tempio, per impedirne l’accesso ad altri. (Nel libro di Marco questa tattica è chiamata corban.) Anche se oggi non lo comprendiamo completamente, sembra che facendo una donazione corban uno continuava ad avere l’usufrutto di ciò che donava fino alla sua morte, dopo di che questo diventava proprietà del tempio. Ciò significava che se una persona aveva ricchezze o proprietà che potevano essere rivendicate da qualcun altro (in questo caso, per esempio, i suoi genitori), poteva dedicarle al tempio, così sarebbero state permanentemente inaccessibili ad altri. Gesù fece notare che questa tradizione annullava il comandamento di Dio.

Questa regola è un esempio di come i comandamenti divini potevano essere ignorati dai farisei pur mentre dichiaravano di ubbidire scrupolosamente a Dio. Gesù li smascherò con ciò che disse subito dopo:

«Ipocriti, ben profetizzò di voi Isaia, quando disse: “Questo popolo si accosta a me con la bocca e mi onora con le labbra; ma il loro cuore è lontano da me. E invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini”».17

Gesù considerava i farisei dei suoi giorni altrettanto ipocriti degli Israeliti che Isaia aveva condannato ottocento anni prima.

Dicendo che rendevano culto “invano”, Gesù si riferiva a un tipo di culto superficiale, vuoto e privo di significato. Forse lo facevano meccanicamente, svolgendo i vari riti e cerimonie; ma lo facevano con scarsa devozione e amore per Dio. Invece di insegnare la Parola di Dio, educavano gli altri con insegnamenti e dottrine degli uomini, perché avevano sostituito i comandamenti di Dio con regole e regolamenti fatti dall’uomo.

Chiamata a sé la folla, disse loro: «Ascoltate e intendete: Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo; ma è quel che esce dalla bocca che contamina l’uomo».18

Anche se Gesù aveva cominciato parlando ai farisei, continuò il discorso rivolgendosi agli altri presenti. Voleva che prestassero attenzione, perché ciò che stava per dire sarebbe stata un’affermazione sconvolgente. Anche se c’erano molti modi in cui il popolo ebreo poteva restare ritualmente contaminato e impuro, il più comune era la violazione delle leggi levitiche sul cibo. Gesù, comunque, stava rimuovendo quelle leggi dicendo che le cose che entrano nella bocca di una persona – cioè il cibo che mangiano – non contamina una persona. Abrogò così le leggi ebraiche sugli alimenti, affermando che nessun cibo poteva dirsi impuro. Gesù indicò anche che invece di essere contaminati dal cibo che mangia, è ciò che c’è dentro una persona che la rende impura. (In seguito, con la morte e la risurrezione di Gesù, tutte le leggi del Vecchio Testamento furono adempiute e non furono più obbligatorie per i credenti.)

Allora i suoi discepoli, accostatisi, gli dissero: «Sai tu che a sentire queste parole i farisei si sono scandalizzati?». Ma egli, rispondendo, disse: «Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata sarà sradicata».19

I farisei si erano offesi per ciò che Gesù aveva detto, compreso l’averli chiamati ipocriti, e presumibilmente se n’erano andati. Ciò che Gesù aveva detto nella sua spiegazione ai farisei e al pubblico era molto breve; comunque, una volta cambiata la scena e allontanatasi i farisei, Gesù cominciò a spiegare ulteriormente il suo punto ai discepoli.

Parlando del popolo d’Israele come di piante, Gesù si riferiva al libro di Isaia, nel quale si dice che il popolo di Dio è stato piantato da Lui.

Infatti la vigna del SIGNORE degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta.20

Leggiamo anche che Dio parla della distruzione della sua vigna quando smise di produrre frutto.21

Or dunque, o abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna. Che cosa si sarebbe potuto ancora fare alla mia vigna che io non vi abbia già fatto? Perché, mentre io mi aspettavo che producesse uva buona, essa ha fatto uva selvatica? Ma ora vi farò sapere ciò che sto per fare alla mia vigna: rimuoverò la sua siepe e sarà interamente divorata, abbatterò il suo muro e sarà calpestata. La ridurrò a un deserto.22

I farisei, in quanto falsi maestri, e gli altri che avevano schernito Gesù, sarebbero stati respinti perché avevano respinto Lui. Vediamo lo stesso concetto nella parabola del grano e della zizzania.23

Gesù continuò a parlare contro i farisei, dicendo:

«Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; e se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa».24

Questi capi religiosi si vantavano della loro conoscenze e della loro interpretazione della Parola di Dio, tuttavia Gesù li dipinse come guide cieche che cercano di guidare altri ciechi. Se questi capi religiosi avevano un cuore lontano da Dio, gli rendevano culto invano e insegnavano i comandamenti degli uomini invece degli ordini di Dio, potevano solamente guidare altri nella stessa fossa in cui erano diretti loro. Purtroppo, gli altri li seguivano ciecamente.

Allora Pietro, rispondendo, gli disse: «Spiegaci questa parabola». E Gesù disse: «Neppure voi avete ancora capito? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca se ne va nel ventre, e viene espulso nella fogna? Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l’uomo. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non contamina l’uomo».25

Pietro, da parte dei discepoli, chiese una spiegazione. Un po’ prima in questo Vangelo Gesù aveva detto ai suoi discepoli:

«A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato».26

Sembra che Gesù si aspettasse che i discepoli capissero ciò che aveva detto. Evidentemente non era stato così, quindi glielo spiegò.

Nel racconto di questo episodio nel Vangelo di Marco leggiamo:

«Non capite voi che tutto ciò che dal di fuori entra nell’uomo non può contaminarlo, perché non entra nel suo cuore, ma nel ventre, e poi se ne va nella fogna?». Così dicendo, dichiarava puri tutti gli alimenti.27

Gesù affermò che l’importante non è ciò che uno mangia, ma lo stato del suo cuore. L’apostolo Paolo disse una cosa simile quando scrisse:

Il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.28

Ciò che contamina una persona viene dalle scelte che uno fa, che poi si manifestano in azioni peccaminose. I pensieri che germinano internamente, nel “cuore”, possono portare esternamente ad azioni peccaminose. Poi elencò diversi peccati che nascono da pensieri cattivi. Nel Vangelo di Marco questo elenco è più completo:

Perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.29

Mentre i farisei badavano al fatto che i discepoli mangiavano senza lavarsi le mani, rompendo così la tradizione degli anziani, Gesù precisò che le azioni di una persona, buone o malvagie, nascono da ciò che c’è dentro di lei, dal suo cuore, e non hanno niente a che fare con il rispettare le leggi alimentari e le tradizioni sulla purificazione. Ordinò ai suoi discepoli di evitare il male che contamina spiritualmente una persona, invece di pensare solo a evitare contaminazioni cerimoniali che non hanno alcun effetto spirituale. Come ha scritto qualcuno:

Gesù attira l’attenzione sul fatto che la malvagità trae origine dal nostro essere più profondo. Ammonisce i suoi seguaci di non permettere ai loro desideri personali e alla loro concupiscenza di dettare la loro condotta.30

Anche se in questo passo Gesù si concentrò sui mali che possono nascere dal cuore (l’io più profondo), è importante notare che in altri punti parlò anche positivamente del bene che può uscire dal cuore di una persona.

Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva.31

La bocca parla dall’abbondanza del cuore. L’uomo buono dal buon tesoro del cuore trae cose buone; ma l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie.32

Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio.33

Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente.34

(Continua nella seconda parte.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 15,2, Marco 7,3.5.

2 Luca 6,2 NR.

3 Luca 6,7 NR.

4 Luca 5,21.

5 Matteo 22,15.

6 Matteo 12,14.

7 Matteo 15,1–2.

8 Matteo 8,3; Luca 5,13.

9 Marco 5,1–19.

10 Matteo 9,20–22.

11 Matteo 9,23–26.

12 Levitico 15,11; Deuteronomio 21,6.

13 Matteo 15,3–6.

14 Esodo 20,12.

15 Esodo21,17.

16 1 Timoteo 5,4.

17 Matteo 15,7–9.

18 Matteo 15,10–11.

19 Matteo 15,12–13.

20 Isaia 5,7 NR.

21 Isaia 5,1–7.

22 Isaia 5,3–6.

23 Matthew 13,24–30. See also The Stories Jesus Told: The Parable of the Wheat and the Weeds.

24 Matteo 15,14.

25 Matteo 15,15–20.

26 Matteo 13,11.

27 Marco 7,18–19.

28 Romani 14,17.

29 Marco 7,21–22 NR.

30 Morris, The Gospel According to Matthew, 400.

31 Giovanni 7,38.

32 Matteo 12,34–35.

33 Matteo 5,8.

34 Matteo 22,37.


Pubblicato originariamente in inglese il 6 novembre 2018.

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