Vivere il cristianesimo: i Dieci Comandamenti (parte 1)

Di Peter Amsterdam

Ottobre 29, 2019

[Living Christianity: The Ten Commandments, Part 1]

Come ho spiegato in precedenza in questa serie, per prendere in esame i principi etici cristiani useremo come struttura i Dieci Comandamenti. In genere gli studiosi dividono i Dieci Comandamenti in due gruppi: i primi quattro, spesso chiamati “i nostri doveri verso Dio” e gli altri sei, chiamati “I nostri doveri verso gli uomini”.

I comandamenti che parlano del dovere dell’umanità verso Dio sono: Non avrai altri dei davanti a me; non ti farai idoli; non pronuncerai il nome del Signore tuo Dio invano; santifica il giorno di sabato. Quelli che parlano dei nostri doveri verso gli altri sono: onora tuo padre e tua madre; non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo; non desiderare alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.1

Gli scrittori cristiani che usano i Dieci Comandamenti come base per l’etica cristiana, generalmente si concentrano sugli ultimi sei comandamenti. Anche se questa serie esaminerà principalmente questi ultimi come base per degli insegnamenti etici, inizieremo toccando brevemente i primi quattro, perché la vita cristiana ha le sue radici nel nostro rapporto con Dio. Essendo il nostro Creatore, è Dio che ha l’autorità e il diritto di stabilire degli standard su ciò che è giusto e sbagliato per gli esseri umani. Se desideriamo vivere seguendo i suoi parametri di comportamento, è importante capire ciò che ci insegna riguardo alla nostra relazione con Lui. Per fare questo dobbiamo esaminare i primi quattro comandamenti.

Può esserci utile vedere ognuno dei Dieci Comandamenti come il titolo di una cartella, che una volta aperta contiene numerose altre sottocartelle. Per esempio, il quinto comandamento – “Onora tuo padre e tua madre” – non si dedica solo all’autorità dei genitori, ma anche ad altre autorità: governo, datori di lavoro, insegnanti ecc. Il comandamento di non uccidere affronta argomenti come la pena di morte, le uccisioni in guerra, l’autodifesa, il suicidio, l’aborto, l’eutanasia, la cura e il rispetto per la vita umana in generale. In questa serie vedremo ognuno dei comandamenti e le questioni etiche che rientrano nelle loro sottocartelle.

Quando Dio diede i Dieci Comandamenti a Mosè sul monte Sinai, cominciò dichiarando chi era e cosa aveva fatto per il popolo ebreo.

Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù.2

Poco prima di questo Dio aveva fatto scendere le piaghe sul paese d’Egitto, perché il faraone non aveva permesso ai figli d’Israele, che erano schiavi da generazioni, di partire come Dio aveva detto loro di fare. Grazie all’intervento divino, il popolo ebreo schiavo fu liberato dall’oppressione. Essendo il loro Dio e il loro Liberatore, aveva il diritto di dare loro dei comandamenti o delle leggi che dovevano regolare la loro vita.

Il primo comandamento

Il suo primo comandamento è: Non avrai altri dei davanti a me.3 Il verbo è al singolare, a indicare che questo comandamento era destinato a ogni individuo, che ogni persona era personalmente responsabile davanti a Lui. L’espressione ebraica tradotta con “davanti a me” significa “contro il mio volto” e ha il senso di “alla mia presenza”. Dicendo che non dovevano avere altri dei “davanti a Lui” non intendeva dire che era accettabile avere altri dei, purché non fossero più importanti di Dio. Significava che non dovevano avere nessun altro tipo di dio. Le Scritture insegnano che Dio è presente in ogni luogo, quindi siamo sempre in sua presenza, o “davanti a Lui”.

Il primo comandamento insegna che dobbiamo confessare e riconoscere che Dio è l’unico vero Dio e di conseguenza dobbiamo adorarlo e glorificarlo. Questo include non soltanto l’evitare di adorare altri dei, ma anche di mettere qualsiasi altra cosa al di sopra di Lui in pensiero, azione e affetto. Non dobbiamo avere niente che possa competere con Lui per la nostra fedeltà, la nostra ubbidienza e il nostro affetto. Dobbiamo capire che Dio è Signore sopra ogni altra cosa e giustamente non tollera rivali.

Questo comandamento esige la nostra lealtà a Dio, che ha il diritto di richiederci amore, fiducia e ubbidienza. Nel Nuovo Testamento troviamo che anche Gesù richiese questa stessa lealtà esclusiva quando disse che la lealtà a Lui era un dovere più grande rispetto a quella dovuta ai nostri genitori.

Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me.4

Come ha scritto qualcuno:

Questa è una prova della dichiarazione di Gesù di essere Dio, perché richiede la stessa lealtà che solo Dio è degno di ricevere. Per questo è così significativo che i cristiani adorino Gesù. Se Gesù non fosse Dio, allora adorarlo sarebbe idolatria. Se Gesù è veramente Dio, come affermò, allora adorarlo è un modo eternamente appropriato di ubbidire al primo comandamento.5

Qualsiasi religione adori divinità diverse dall’unico vero Dio delle Scritture infrange il primo comandamento. Anche chi afferma che Dio non esiste viola questo comandamento, perché mette le proprie idee prima dell’adorazione dell’unico vero Dio.

Purtroppo, molte persone che credono in Dio non penserebbero mai di essere tra quelli che mettono altri dei prima di Lui o che adorano altri dei; tuttavia è proprio ciò che fanno quando danno priorità ad altre cose invece che a Dio. Ecco alcuni esempi:

Denaro:

Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro; oppure sarà fedele all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire Dio e mammona.6

Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, e all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia speranza”, […] anche questa sarebbe una colpa che deve essere punita dai giudici perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.7

Potere:

Poi passano come il vento; passano oltre e si rendono colpevoli; questa loro forza è il loro dio.8

Proprietà:

“Poi dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa stessa notte l’anima tua ti sarà ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?”. Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio.9

Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: […] avidità, che è idolatria.10

Piaceri e divertimenti

Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno […] amanti dei piaceri invece che amanti di Dio.11

Cibo:

[Quelli] la fine è la perdizione, il cui dio è il ventre e la cui gloria è a loro vergogna; essi hanno la mente rivolta alle cose della terra.12

Se stessi:

Guardati dunque dal dire nel tuo cuore: “La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno procurato queste ricchezze”.13

Il re prese a dire: “Non è questa la grande Babilonia, che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?”14

L’approvazione altrui:

Infatti, cerco io ora di cattivarmi l’approvazione degli uomini o quella di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Infatti, se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.15

Come cristiani, la nostra fiducia, la nostra fede e la nostra fedeltà devono essere rivolte solo a Dio. Il primo comandamento esige quella fedeltà e quella fiducia. Di conseguenza è cosa saggia valutare l’oggetto della nostra fede e della nostra fiducia, perché a volte possiamo ritrovarci a confidare nelle cose più che nel Signore. Per esempio: le nostre capacità, uno stile di vita sano, il partito politico preferito, i medici, un lavoro o gli amici. Tutte queste cose possono andare bene, ma come credenti non dobbiamo metterle allo stesso livello o al di sopra di Dio.

Il secondo comandamento

Il secondo comandamento afferma: Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l’Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisce l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità a migliaia, a quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.16

Il termine ebraico tradotto come scultura si riferisce a cose intagliate o scolpite nel legno, nella pietra o nel metallo, e poi usate come oggetto di adorazione. Alcune traduzioni bibliche invece di scultura dicono idolo. Il primo comandamento proibisce di adorare altri dei; il secondo, fra le altre cose, proibisce di adorare l’unico vero Dio in un modo che possa darci l’idea che abbia una forma fisica. Ciò lo disonora e sminuisce la differenza tra Dio e tutte le cose create.

Alcuni ritengono che questo comandamento impedisca tutta l’arte rappresentativa; tuttavia nelle Scritture nient’altro suggerisce che creare delle immagini sia sempre sbagliato. Dio stesso indicò al suo popolo di fare “due cherubini d’oro” da mettere nella parte più santa del tabernacolo del Vecchio Testamento. All’interno del tabernacolo c’erano diverse raffigurazioni, tutte fatte su istruzione divina. C’era un lampadario a sei braccia con coppe che dovevano essere “come fiori di mandorlo”. Le vesti sacerdotali avevano disegni di campanelli e melagrane. Il tempio successivo aveva disegni di cherubini e nelle stanze interne ed esterne c’erano disegni di palme e fiori aperti.

Ciò che il secondo comandamento insegna è che non bisogna fare rappresentazioni artistiche allo scopo di inchinarsi ad adorarle. Dio disapprova l’adorazione delle immagini, che siano raffigurazioni di falsi dei o raffigurazioni di Sé. Non disapprova, comunque, disegni o immagini che raffigurano Lui, Gesù o lo Spirito Santo, se queste immagini, sculture o altro non sono usate come oggetto di culto.

(Continua nella seconda parte.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 I Dieci Comandamenti si trovano in Esodo 20,1–17 e Deuteronomio 5,6–22.

2 Esodo 20,2.

3 Esodo 20,3.

4 Matteo 10,37–38.

5 Wayne Grudem, Christian Ethics (Wheaton: Crossway, 2018), 272.

6 Matteo 6,24.

7 Giobbe 31,24.28.

8 Abacuc 1,11 NR.

9 Luca 12,19–21.

10 Colossesi 3,5.

11 2 Timoteo 3,1–2.4.

12 Filippesi 3,19.

13 Deuteronomio 8,17.

14 Daniele 4,30.

15 Galati 1,10.

16 Esodo 20,4–6.


Pubblicato originariamente in inglese il 4 dicembre 2018.

Copyright © 2024 The Family International. Tutela della privacy Utilizzo dei cookie