Di Peter Amsterdam
Marzo 31, 2020
[Living Christianity The Ten Commandments (Safeguarding Human Life, Part 1)]
La Bibbia insegna che Dio creò gli esseri umani a propria immagine.
Poi DIO disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza […] ». Così DIO creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di DIO; li creò maschio e femmina.1
Le Scritture non spiegano esattamente cosa significhi che Dio creò gli esseri umani a sua immagine e somiglianza. Comunque, poiché noi lo siamo e le altre creature no, possiamo dedurre qualcosa di cosa ciò implichi. Gli esseri umani hanno un’abilità intellettuale superiore a quella degli animali; non agiamo basandoci solamente sugli istinti, ma usiamo la ragione per prendere decisioni. Abbiamo la capacità di progettare cose e poi costruirle, così in un certo senso siamo in grado di creare, quindi possiamo cambiare e migliorare il nostro mondo. Possiamo scrivere, contare, fare calcoli matematici, comporre musica, organizzare, ragionare, ridere e tante altre cose che gli animali non sono in grado di fare, o almeno non nella stessa misura. Siamo anche moralmente simili a Dio, perché conosciamo la differenza tra ciò che è eticamente giusto o sbagliato, buono o cattivo. Queste e altre qualità uniche negli esseri umani ci distinguono dagli animali e possono essere presupposte come riflesso dell’immagine e somiglianza di Dio.
Il racconto della creazione in Genesi non è il solo punto in cui si menziona la creazione dell’umanità a immagine e somiglianza di Dio. Ai tempi di Noè, il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo.2 A causa di ciò, Dio disse: Io stesso sto per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere sotto i cieli ogni carne in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla terra morirà.3
Dopo il diluvio Dio disse:
Io chiederò certamente conto del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto ad ogni animale e all’uomo. Chiederò conto della vita dell’uomo alla mano di ogni fratello dell’uomo. Chiunque spargerà il sangue di un uomo, il suo sangue sarà sparso per mezzo di un uomo, perché DIO ha fatto l’uomo a sua immagine.4
La parola ebraica shaphach, tradotta con spargere in questo versetto, significa “versare in grande quantità, causando la morte”; di conseguenza “spargere il sangue di un uomo” significa togliere ingiustamente la vita a una persona, ucciderla.5 Poiché gli esseri umani sono creati a immagine di Dio, uccidere un altro uomo è contrario alla legge divina.
Il sesto comandamento rispecchia questa proibizione. Questo comandamento dice: Non uccidere.6 Il termine ebraico ratsach, tradotto con uccidere, indica l’omicidio intenzionale, o assassinio. Comunque, ratsach può essere usato anche per il concetto di causare la morte di un essere umano per disattenzione o negligenza, quello che oggi indica l’omicidio colposo o quello preterintenzionale; quindi non si usa solamente per definire l’omicidio doloso, intenzionale. Non è mai usato riguardo all’uccisione di animali o a quelle in guerra; nelle Scritture, poi, è usato una sola volta per l’esecuzione della pena capitale.
Il comandamento di non uccidere è ripetuto e menzionato in vari punti del Nuovo Testamento.7 Gesù vi accennò tre volte in modo specifico:
Voi avete udito che fu detto agli antichi: “Non uccidere”; e: “Chiunque ucciderà, sarà sottoposto al giudizio”.8
Dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi...9
Gesù gli rispose: «Perché m’interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: Non uccidere…».10
Anche se è chiaro che commettere omicidio è sbagliato, il sesto comandamento apre una serie di altre questioni etiche riguardanti la vita e la morte, come l’autodifesa, la guerra, il suicidio, l’eutanasia, la sentenza capitale, l’aborto e il fine vita. Ho intenzione di esaminare questi punti negli articoli successivi e comincerò qui dalla questione dell’autodifesa.
È moralmente ed eticamente accettabile difendersi se si viene attaccati fisicamente, o impedire un simile attacco contro altri? Gesù insegnò il concetto del “porgere l’altra guancia” quando qualcuno ci offende o ci insulta, ordinando ai fedeli di non reagire nello stesso modo.11 Comunque, a differenza del rispondere con violenza a un insulto, l’idea dell’autodifesa si riferisce all’uso della forza per proteggersi da un aggressore che commette o minaccia di commettere un gesto di violenza contro una persona.
Esistono esempi biblici di individui che si protessero dalla violenza fuggendo da situazioni pericolose che avrebbero causato loro dei danni.12 In alcune occasioni anche Gesù agì per sfuggire a una folla furiosa che intendeva ucciderlo.
Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città, e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.13
Allora essi presero delle pietre, per lanciarle addosso a lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.14
Essi cercavano nuovamente di prenderlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.15
Sfuggire alle folle per proteggersi era una forma di autodifesa, ma non ci sono indicazioni che Gesù abbia usato la forza fisica per farlo.
Facendo alcune ricerche sull’autodifesa, ho scoperto che molti esperti di arti marziali insegnano che ogni volta che è possibile è meglio evitare il confronto piuttosto che lottare. Uno di loro ha scritto:
Dopo oltre trent’anni di addestramento alle arti marziali, posso affermare con certezza di aver imparato alcune tecniche di autodifesa molto efficaci. Quella che preferisco: fuggire dalle liti. Al secondo posto: allontanarsi dalle liti. Terza scelta: placare le liti se ti ci trovi coinvolto.16
Poi aggiunge:
Questo è il principio essenziale dell’autodifesa: fai tutto il possibile per evitare un confronto fisico; se non funziona, attacca furiosamente per consentire la fuga. […] L’obiettivo è scappare.
Anche se il Vecchio Testamento proibiva l’omicidio, non proibiva alla gente di proteggersi e in alcuni casi consentiva anche di uccidere. Per esempio, se qualcuno entrava in una casa di notte, al buio, il padrone di casa poteva difendere sé e la propria famiglia; se così facendo il ladro veniva ucciso, il padrone di casa non era ritenuto responsabile della sua morte. Se però qualcuno entrava in casa durante la giornata, al padrone di casa non era consentito ucciderlo; se lo faceva era ritenuto responsabile della sua morte.
Se il ladro, colto nell’atto di fare uno scasso, è percosso e muore, il proprietario non è colpevole di omicidio nei suoi confronti. Se il sole si era già alzato quando avvenne il fatto, egli è colpevole di omicidio.17
Di giorno il proprietario poteva difendersi, evitando l’uso di una forza letale, perché l’intruso poteva essere identificato e quindi arrestato e punito. Di giorno era anche più probabile che ci fossero nei dintorni altri testimoni che avrebbero potuto aiutare a fermare il ladro.
In altri punti del Vecchio Testamento troviamo situazioni in cui al popolo di Dio fu detto di prendere alcune precauzioni per difendersi e proteggersi. Neemia ordinò agli operai che ricostruivano le mura di Gerusalemme di tenere le armi a portata di mano per essere pronti a combattere contro chi avrebbe potuto attaccarli.18 Quando in Persia ci fu un malvagio complotto per uccidere tutti gli Ebrei del regno, la regina Ester, ebrea anche lei, smascherò il piano davanti al re suo marito. Sentendo questo, il re Assuero permise al popolo ebreo di difendersi, uccidendo quelli che volevano uccidere loro.19
Nel Nuovo Testamento non si parla molto di autodifesa; comunque leggiamo che Gesù, poco prima della sua crocifissione, accennò al fatto che i suoi discepoli avessero delle spade per difendersi.
Disse loro dunque: «Ma ora chi ha una borsa la prenda con sé, e così pure una sacca; e chi non ha la spada venda la sua veste e ne compri una». […] Allora essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse loro: «Basta!»20
Gesù indicò che due spade erano sufficienti per difendere il gruppo; si può interpretare come un’approvazione che i discepoli avessero qualche mezzo per proteggersi.
Più tardi Gesù sgridò Pietro per aver tagliato un orecchio a un servo del sommo sacerdote quando i soldati vennero ad arrestarlo. Sembra però che fosse perché Gesù non voleva che i discepoli lo difendessero e magari perdessero la vita nel farlo, quando Lui sapeva che la sua morte era la volontà del Padre.
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco. Ma Gesù disse a Pietro: «Riponi la tua spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?»21
Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, stesa la mano, trasse fuori la sua spada e percosse il servo del sommo sacerdote, recidendogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada»22
Nel Vangelo di Luca leggiamo:
Ma Gesù, rispondendo, disse: «Lasciate, basta così». E, toccato l’orecchio di quell’uomo, lo guarì”.23
Anche se a noi cristiani non è proibito difendere noi e le nostre famiglie da chi vuole farci del male, cosa succede quando siamo perseguitati per la nostra fede? Le Scritture non insegnano che i cristiani debbano difendersi con la forza in simili situazioni. Gesù consigliò ai suoi discepoli:
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra.24
Non disse ai credenti di impugnare le armi e usarle per autodifesa quando sarebbero stati perseguitati per la fede. L’apostolo Pietro fece notare l’esempio di Gesù quando affrontò la morte:
Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente.25
Sembra che, anche se è lecito ai cristiani sfuggire alla persecuzione o cercare la protezione della polizia o del governo e proteggersi da un attacco fisico, reagire fisicamente ai propri persecutori non sia la risposta giusta. Nel caso di una persecuzione che non comporti la violenza fisica immediata, l’autodifesa consisterebbe nel chiedere protezione alle autorità legali e al sistema giudiziario, denunciando i persecutori. Se la fonte della persecuzione fosse il governo, allora sarebbe consigliabile chiedere un aiuto legale o fuggire in una località diversa, piuttosto che impugnare le armi contro le autorità governative.
Se tu o i tuoi cari vi trovate ad affrontare un atto di violenza tale da minacciare la vostra vita, le Scritture vi danno il diritto morale di difendere voi stessi e la vostra famiglia. Idealmente, l’azione da intraprendere dovrebbe essere sufficiente a disarmare o arrestare l’attaccante senza causargli troppi danni o togliergli la vita. Naturalmente, ogni volta possibile, il primo corso d’azione sarebbe cercare un modo di calmare la situazione e allontanarvi dal pericolo senza ricorrere alla violenza. Se possibile, chiamate la polizia e aspettate il suo arrivo; comunque,se non è possibile, difendervi è moralmente accettabile
Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio.26
Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano. Se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello, non impedire di prenderti anche la tunica.27
Non rendete ad alcuno male per male; cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.28
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Genesi 1,26–27.
2 Genesi 6,5 NR.
3 Genesi 6,17 NR.
4 Genesi 9,5–6.
5 Genesi 37,22; Numeri 35,33; 1 Re 2,31; Ezechiele 22,4.
6 Esodo 20,13.
7 Romani 13,9; 1,29; 1 Timoteo 1,8–9; Giacomo 2,11; 4,2; 1 Giovanni 3,12.15; Apocalisse 9,21; 16,6; 21,8; 22,15.
8 Matteo 5,21.
9 Matteo 15,19.
10 Matteo 19,17–18.
11 Gesù, la sua vita e il suo messaggio: Il Sermone sul Monte, Non-Ritorsione.
12 1 Samuele 19,10: Davide fuggì dopo che Saul cercò di ucciderlo con una lancia. 2 Corinzi 11,32–33: L’apostolo Paolo si nascose e sfuggì alla cattura facendosi calare da una finestra dentro un cesto.
13 Luca 4,29–30.
14 Giovanni 8,59.
15 Giovanni 10,39.
16 https://hinessight.blogs.com/hinessight/2012/02/best-self-defense-technique-run-away.html
17 Esodo 22,2–3.
18 Neemia 4,16–18.
19 Esther 8,10–11.
20 Luca 22,36–38.
21 Giovanni 18,10–11.
22 Matteo 26,51–52.
23 Luca 22,51.
24 Matteo 10,23.
25 1 Pietro 2,23.
26 Matteo 5,9.
27 Luca 6,27–29.
28 Romani 12,17–18.
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