Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la festa dei tabernacoli (parte 6)

Di Peter Amsterdam

Ottobre 6, 2020

[Jesus—His Life and Message: The Feast of Tabernacles (Part 6)]

A metà dei sette giorni della Festa dei Tabernacoli, Gesù lasciò la Galilea e andò a Gerusalemme. Mentre era là, andò al tempio e cominciò a insegnare. Affrontò l’opposizione dei capi religiosi ebraici, che volevano arrestarlo, senza riuscirci.

L’ultimo giorno della festa, Gesù si alzò nel tempio e dichiarò: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.1 Fu allora che cominciò a parlare di suo Padre: che lo aveva mandato e che, come disse, testimonia di me.2 Poi dichiarò che se non credete che io sono, voi morirete nei vostri peccati.3

Dopo aver sentito Gesù dire di Se stesso Io sono, che era un’affermazione della propria divinità (come spiegheremo più sotto), e affermare che sarebbero morti nei loro peccati se non avessero creduto in Lui, i presenti gli chiesero:

«Tu chi sei?» Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».4

Gesù non rispose direttamente alla loro domanda, se non affermando che era proprio quello che aveva già detto loro. Anche se aveva molte cose da dire e giudicare su di loro, la sua missione era dire al mondo le cose che ho udito da lui.

Gesù proseguì sostenendo che chi l’aveva mandato (il Padre) è veritiero. Nel Vecchio Testamento, leggiamo che Dio è verità.

Tu mi hai riscattato, o Eterno, Dio di verità.5

Chi invocherà su di sé una benedizione nel paese, lo farà per il DIO di verità, e chi giurerà nel paese, giurerà per il DIO di verità, perché le sventure passate saranno dimenticate e saranno nascoste ai miei occhi.6

La verità è una caratteristica del padre (oltre che di Gesù, il Figlio, che disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me,7 e dello Spirito Santo. Quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità.8).

Essi non capirono che parlava loro del Padre.9

Gesù aveva parlato di chi l’aveva mandato, ma fino a questo punto non l’aveva specificamente chiamato il Padre. Dato che quelli che lo ascoltavano non riconoscevano che Gesù aveva avuto origine in Cielo (dalle Scritture sappiamo che Lui era nel principio con Dio10), a loro non importava molto né che Lui facesse risalire al Padre il messaggio che predicava né che il messaggio fosse veritiero. Questo conferma ciò che aveva detto in precedenza:

Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio.11

Avendo risposto alla loro domanda — «Tu chi sei?» — Gesù proseguì con quello che aveva detto in precedenza.

Quindi Gesù disse loro: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato. E colui che mi ha mandato è con me; il Padre non mi ha lasciato solo, perché faccio continuamente le cose che gli piacciono». Mentre egli diceva queste cose, molti credettero in lui.12

Dicendo che sarebbe stato innalzato, Gesù si riferiva alla sua prossima crocifissione. Anche in un altro punto usò questa frase riferendosi alla sua morte.

Io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me.13

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.14

Solo dopo che Gesù fosse stato “innalzato”, la gente si sarebbe resa conto dell’Io sono. Troviamo la frase Io sono in tutto il Vecchio Testamento quando Dio si riferisce a Se stesso.

Ora vedete che io, io sono Lui, e che non vi è altro DIO accanto a me.15

Chi ha operato e realizzato questo, chiamando le generazioni fin dal principio? Io, il Signore, sono il primo e io stesso sono con gli ultimi.16

Gesù affermò che dopo la sua morte e la sua risurrezione la gente avrebbe capito che Io sono, come suo Padre. Conoscere Gesù, l’Io sono, è anche conoscere il Padre.

Avendo ribadito la sua intima unità e armonia con il Padre, Gesù dichiarò che tutto quello che faceva era per autorità di suo Padre e tutto ciò che diceva e insegnava gli era stato detto dal padre. Il Padre lo aveva mandato, era con Lui e non lo abbandonava. Tutto ciò che Gesù fece era in sintonia con la volontà di suo Padre e per questo il suo rapporto con il Padre era continuo e ininterrotto.

Molti dei suoi ascoltatori credettero in Lui; tuttavia, la fede di alcuni di loro si sarebbe dimostrata debole o superficiale.

Gesù disse allora ai Giudei che avevano creduto in lui: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».17

Gesù stava parlando a quelli che stavano ascoltando i suoi insegnamenti nel versetto precedente, i “molti” che credettero in Lui. La verità cui Gesù si riferiva era che avrebbero saputo che Io sono e che non faccio nulla da me stesso, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato. La verità che rende libera una persona è che Gesù è stato mandato da suo Padre e che suo padre è con Lui.

Essi gli risposero: «Noi siamo progenie di Abrahamo e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: “Diventerete liberi”?»18

Sentendo che se avessero dimorato nella parola di Gesù la verità li avrebbe liberati, risposero respingendo l’idea che fossero stati schiavi. Stranamente ignorarono il comandamento che Mosè aveva dato ripetutamente nel Deuteronomio: Ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto.19 Ovviamente sapevano che ciò che stavano dicendo non era vero, se preso alla lettera. I loro antenati, che erano figli di Abrahamo, erano stati schiavi in Egitto; il popolo ebreo fu anche preso prigioniero e portato via a Babilonia; e ai tempi di Gesù erano sudditi di Roma. In ogni caso stavano esprimendo l’idea che erano “liberi figli di Abrahamo che non si erano mai piegati interiormente al dominio straniero”.20

Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato. Or lo schiavo non rimane sempre nella casa; il figlio invece vi rimane per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi».21

L’espressione “in verità, in verità” (in altre traduzioni “vi dico il vero”, “vi assicuro”) era utilizzata da Gesù per indicare che ciò che stava per dire sarebbe stato importante, vero e degno di nota.

Gesù fece notare che la schiavitù (da cui la verità vi farà liberi) non era fisica e letterale, ma una schiavitù al peccato. L’apostolo Paolo si riferiva alla schiavitù del peccato quando disse:

Non sapete voi che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell’ubbidienza che conduce alla giustizia? Ma sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d’insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.22

Dopo aver affermato che chi commette il peccato è schiavo del peccato, Gesù attirò l’attenzione sulla differenza tra il rapporto di uno schiavo nella casa del suo padrone e quello di un figlio. Lo schiavo non aveva un posto permanente nella famiglia, nessuna sicurezza, nessun diritto, e poteva essere espulso dalla casa e venduto ad altri. Al contrario, il figlio aveva il diritto di vivere nella casa, a causa della sua posizione permanente di erede.

Dicendo se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi, Gesù rifrasò quello che aveva detto in precedenza: Se dimorate nella mia parola, […] conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.23 Se sia il Figlio che la verità possono rendere libera una persona, allora Gesù stesso è la verità. Chi dimora nella sua parola, chi conosce la verità, è libero dalla schiavitù del peccato e della morte e avrà la vita eterna.

So che siete discendenti d’Abraamo; ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi. Io dico quel che ho visto presso il Padre mio; e voi pure fate le cose che avete udite dal padre vostro.24

Gesù non contestò l’affermazione dei suoi interlocutori ebrei di essere discendenti di Abraamo, ma negò che fossero suoi figli, perché il loro carattere era completamente diverso dal suo. Loro volevano uccidere Gesù perché avevano rifiutato la sua parola. Non avevano compreso i suoi insegnamenti. Gesù poi fece notare la differenza tra ciò che Lui aveva “visto” stando con suo Padre e ciò che loro avevano “udito” dal loro. L’allusione era che il loro padre era diverso dal suo. (Chi sia il loro padre lo vedremo più tardi in questo brano e poi nella settima parte di questa serie.)

I “Giudei credenti” che lo ascoltavano obiettarono con forza alle sue parole.

Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo; ma ora cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da Dio; Abraamo non fece così».25

Di nuovo affermarono che Abraamo era il loro padre e di nuovo Gesù fece notare che non seguivano il suo esempio, non si comportavano come lui né agivano come lui. Le loro azioni e il loro atteggiamento non imitavano le “opere di Abraamo”.

Anche nel Vangelo di Luca Gesù toccò questo punto quando disse:

«Non cominciate a dire dentro di voi: “Noi abbiamo Abrahamo per padre”, perché io vi dico che Dio può suscitare dei figli ad Abrahamo anche da queste pietre».26

L’apostolo Paolo disse qualcosa di simile:

Non tutti quelli che sono d’Israele sono Israele. E neppure perché sono progenie di Abrahamo sono tutti figli; ma: «In Isacco ti sarà nominata una progenie». Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie.27

Gesù continuò dicendo:

«Voi fate le opere del padre vostro». Perciò essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo un solo Padre: Dio». Allora Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e sono venuto da Dio; non sono venuto infatti da me stesso, ma è lui che mi ha mandato».28

Anche se Gesù si riferisce nuovamente al loro padre e afferma che stanno facendo le sue opere, a questo punto non dichiara specificamente chi lui sia, ma fa notare che non è Dio, dicendo: Se Dio fosse vostro Padre… Indicava che era qualcuno di diverso da Abraamo e che le loro opere malvagie erano il risultato di ciò.

Alcuni commentatori biblici ritengono che la risposta “Noi non siamo nati da fornicazione” si riferisca alla nascita di Gesù, dato che sua madre era rimasta incinta prima di essere ufficialmente sposata a Giuseppe.29 La maggior parte dei commentatori, comunque, considera l’idea improbabile. Più probabilmente cercavano di controbattere che Gesù mettesse in dubbio la loro paternità spirituale, e di affermare metaforicamente di essere figli legittimi di Dio: «Noi abbiamo un solo Padre: Dio».

La struttura delle risposte di Gesù vuole indicare che ciò che dicevano era falso. Se Dio fosse vostro Padre (e non lo è), mi amereste (cosa che non fate). Gesù respinse la loro affermazione che Dio era loro padre. Se Dio lo fosse stato veramente, avrebbero accolto Gesù, che Lui aveva mandato. — E Gesù ribadì più volte di essere stato mandato da suo Padre.

Il mio giudizio è veritiero, perché non sono solo, ma sono io con il Padre che mi ha mandato.30

Il Padre che mi ha mandato testimonia di me.31

Colui che mi ha mandato è con me; il Padre non mi ha lasciato solo, perché faccio continuamente le cose che gli piacciono.32

(Continua nella parte sette)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 8,12.

2 Giovanni 8,18.

3 Giovanni 8,24.

4 Giovanni 8,25–26 CEI.

5 Salmi 31,5.

6 Isaia 65,16.

7 Giovanni 14,6.

8 Giovanni 16,13.

9 Giovanni 8,27.

10 Giovanni 1,2.

11 Giovanni 8,19.

12 Giovanni 8,28–30.

13 Giovanni 12,32.

14 Giovanni 3,14–15.

15 Deuteronomio 32,39.

16 Isaia 41,4 CEI. Vedi anche Isaia 43,12–13.25; 46,4; 48,12.

17 Giovanni 8,31–32.

18 Giovanni 8,33.

19 Deuteronomio 5,15. Anche Deuteronomio 15,15; 16,12; 24,18.22.

20 Rudolf Schnackenburg, The Gospel According to St. John, Vol. 2 (New York: Crossroads, 1982), 207.

21 Giovanni 8,34–36.

22 Romani 6,16–18 NR.

23 Giovanni 8,31–32.

24 Giovanni 8,37–38 NR.

25 Giovanni 8,39–40 NR.

26 Luca 3,8.

27 Romani 9,6–8.

28 Giovanni 8,41–42.

29 Ora la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa in matrimonio a Giuseppe, ma prima che iniziassero a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo (Matteo 1,18). Vedi anche Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la nascita di Gesù (parte 1).

30 Giovanni 8,16 NR.

31 Giovanni 8,18.

32 Giovanni 8,29.

Pubblicato originariamente in inglese il 6 agosto 2019.

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