Gesù — la sua vita e il suo messaggio: Gesù e i bambini

Ognuno dei tre Vangeli sinottici – Matteo, Marco e Luca – parla del comportamento di Gesù con i bambini che venivano portati da Lui per ricevere la sua benedizione. Ci soffermeremo sul racconto nel Vangelo di Luca, aggiungendo alcuni punti dagli altri Vangeli.

Gli portavano anche i bambini, perché li toccasse; ma i discepoli, vedendo ciò, li sgridavano.¹

[…] Il fatto che li “portassero” indica che erano piccoli, come si deduce anche dal Vangelo di Marco, dove dice che li prendeva in braccio.² Lo scopo dei genitori nel portare i loro figli a Gesù è indicato chiaramente nel Vangelo di Matteo:

Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse.³

I rimproveri dei discepoli molto probabilmente non erano indirizzati ai bambini, ma ai genitori che li portavano perché fossero benedetti da Gesù. Non è chiaro perché i discepoli li sgridassero, perché il testo non fa commenti al riguardo; come vedremo, però, la risposta di Gesù indica che il loro atteggiamento e le loro azioni non erano in linea con l’idea di Gesù di come dovessero essere trattati i bambini. È probabile che i discepoli pensassero che non era necessario che Gesù sprecasse il suo tempo con i piccoli.

All’epoca dell’impero romano i bambini spesso morivano in giovane età, a causa delle malattie e di un tasso di mortalità generalmente alto. I bambini non desiderati a volte erano abbandonati a morire a un lato della strada e la pratica non era sconvolgente o insolita come lo sarebbe ora. A volte i bambini non desiderati venivano raccolti da altri e cresciuti come figli adottivi. Molti altri erano presi come schiavi.

Nei tempi antichi i genitori esponevano i loro figli agli elementi per vari motivi, compresa la povertà dei genitori o come mezzo per limitare le dimensioni della famiglia o per qualsiasi menomazione visibile o caratteristica insolita del neonato. Naturalmente alcuni genitori sceglievano di allevare anche i figli che avevano deformità congenite. Sono stati trovati numerosi scheletri di persone adulte di epoca antica che mostrano gli effetti di simili sindromi, che sarebbero stati visibili anche alla nascita, quindi sappiamo che alcuni bambini nati con deformità fisiche arrivavano a un’età adulta.

In tutto l’impero romano il popolo ebreo non praticava l’infanticidio né l’abbandono o esposizione dei bambini. Scrittori ebrei come Giuseppe e Filone Alessandrino condannavano queste pratiche come atti barbarici. Anche se il Nuovo Testamento non affronta direttamente l’abbandono o l’esposizione dei bambini, le opere della prima chiesa condannavano le pratiche greco-romane contrarie alle credenze cristiane, tra le quali erano compresi i combattimenti di gladiatori, l’aborto, l’infanticidio e la morte dei bambini per esposizione.

In contrasto con i rimproveri dei discepoli nei confronti di chi sperava che Gesù imponesse le mani sui loro figli e li benedisse, Gesù disse ai suoi discepoli di permettere ai bambini di andare da Lui.

Allora Gesù li fece venire avanti e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio».⁴

Il Vangelo di Marco dice che Gesù s’indignò per quello che considerava un trattamento ingiusto.⁵ Ogni persona era importante per Gesù, che non voleva che a nessuno fosse impedito di avvicinarsi a Lui, compresi i bambini, anche i più piccoli.

Gesù proseguì, chiarendo un punto riguardante il discepolato. Disse che il regno di Dio è fatto di persone simili a questi bambini. Dicendo questo indicava che i bambini erano preziosi ed erano degni di entrare nel regno di Dio. La sua volontà di accettarli implicava che i bambini erano capaci di dimostrare fede e fiducia in Gesù.

L’uso della frase perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio indica qualcos’altro. I bambini cui si riferisce Gesù raffigurano qualcosa di fondamentale riguardo ai membri del regno di Dio: I credenti devono avere fiducia e dipendenza totale da Dio. Come i bambini dipendono dai loro genitori, i figli di Dio dipendono da Lui.

Gesù non disse che il regno appartiene “a loro”, cioè ai bambini, ma a chi è come loro appartiene il regno di Dio, cioè il regno appartiene a chi è come i bambini. Non diceva che i bambini hanno una bontà innata, ma che hanno una certa qualità che è essenziale per entrare nel regno di Dio. Uno scrittore dice:

Purtroppo né Gesù né gli scrittori dei Vangeli spiegano esattamente cosa sia questa qualità. Alcuni suggeriscono: (1) l’umiltà che i bambini piccoli possiedono perché non hanno niente di cui vantarsi e non possono inorgoglirsi davanti a Dio; (2) una fede semplice e libera da dubbi; (3) la mancanza di attaccamento ai beni terreni. Alla luce del brano precedente e di come Matteo applica specificamente l’”innocenza infantile” all’umiltà, il primo suggerimento sembra essere il migliore.⁶

In verità vi dico: chiunque non accoglierà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto.⁷

Accogliere il regno di Dio vuol dire sottomettersi al controllo della sua autorità. Gli adulti hanno un potere e un’autorità loro, che possono collidere con l’autorità divina. Per questo chi desidera entrare nel regno deve accoglierlo come lo fa un bambino, senza presunzione. Lo scrittore Robert Stein dice:

L’interpretazione più probabile è che le persone devono accogliere il regno di Dio come i bambini che accettano qualcosa, senza presunzione, con semplice ubbidienza, con umiltà e con fede e fiducia. Devono accogliere il regno come i bambini accettano un regalo.⁸

Il racconto del Vangelo di Luca termina a questo punto, mentre i Vangeli di Matteo e di Marco menzionano che Gesù impose le mani sui bambini. In Marco leggiamo: Presili in braccio, li benedisse, imponendo loro le mani.⁹ Il gesto di Gesù nel prendere in braccio i bambini e benedirli dimostra che accettava sia i bambini che le intenzioni delle persone che li avevano portati da Lui. Non si limitò a imporre loro le mani, ma li tenne in braccio e li benedisse. Con questo indicò pubblicamente che i bambini sono preziosi e accettati nel regno di Dio.

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¹ Luca 18,15 comparato.

² Marco 10,16.

³ Matteo 19,13 NR.

⁴ Luca 18,16 CEI.

⁵ Marco 10,14.

⁶ Stein, The New American Commentary: Luke, 453.

⁷ Luca 18,17.

⁸ Stein, Mark, 464.

⁹ Marco 10,16. Vedi anche Matteo 19,15.