Di Peter Amsterdam
Febbraio 15, 2022
[Living Christianity—The Ten Commandments (You Shall Not Steal, Part 3)]
(Alcuni punti di questo articolo sono tratti da Christian Ethics, di Wayne Grudem1 e The Doctrine of the Christian Life di John M. Frame.2)
L’ottavo comandamento, non rubare, prende in esame la protezione della proprietà ordinando che ciò che appartiene a una persona non deve essere rubata da altri. Di conseguenza questo comandamento copre la proprietà dei beni oltre ai mezzi per ottenere i beni intesi a beneficiare la vita delle persone. Fin dal principio il mezzo per ottenere i beni essenziali era il lavoro, che è l’argomento di questo articolo.
Le Scritture presentano una visione positiva del lavoro. Prima che il peccato entrasse nel mondo Dio aveva ordinato ad Adamo ed Eva di lavorare, quando disse loro:
Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta e dominate […].3
Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.4
Lavorare non fa parte della condizione peccatrice dell’uomo; è piuttosto qualcosa che fa parte della creazione “molto buona” di Dio.
Nel libro della Genesi la creazione divina del mondo è definita la sua opera.
Pertanto il settimo giorno, DIO terminò l’opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l’opera che aveva fatto.5
Il quarto comandamento rispecchia l’opera creatrice di Dio, perché fa riferimento sia al non lavorare nel settimo giorno sia al lavorare negli altri giorni della settimana.
Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO.6
Dicendo questo, Dio stabilì nei Dieci Comandamenti il requisito del lavoro, perché dice che il lavoro che facciamo imita il suo.
In sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato.7
Come Lui lavorò alla creazione e poi riposò il settimo giorno, anche gli esseri umani devono lavorare, oltre ad avere un giorno di riposo.
Nel libro dei Proverbi troviamo riferimenti ai benefici del lavoro.
In ogni fatica c’è un guadagno, ma il parlare ozioso porta solo alla povertà.8
Chi lavora la sua terra avrà pane in abbondanza, ma chi va dietro a vanità avrà una grande povertà.9
Anche nel Nuovo Testamento troviamo dei riferimenti positivi al lavoro. L’apostolo Paolo a volte lavorò come fabbricante di tende durante i suoi viaggi missionari.
Qui trovò un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall’Italia insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma. Egli si unì a loro. Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende.10
In un altro punto Paolo si riferisce al suo lavoro:
«Non ho desiderato né l’argento, né l’oro, né i vestiti di nessuno. Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me. In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».11
Inoltre, Paolo scrisse agli Efesini:
Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.12
Scrivendo alla chiesa di Tessalonica, Paolo sottolineò come fosse importante che i credenti si mantenessero con il proprio lavoro.
[…] e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare, affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno.13
Nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi Paolo scrisse:
Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi. Sapete infatti come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto oziosamente fra voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come esempio da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace.14
Naturalmente tutto il lavoro è compensato finanziariamente. Uno dei lavori più importanti al mondo è quello casalingo. Le Scritture insegnano l’importanza delle persone che si prendono cura dei bambini e della casa, anche se un simile compito non è retribuito finanziariamente. In epoca biblica i lavori di casa erano compito della moglie; oggi quel ruolo può essere coperto anche dal marito, oppure diviso tra moglie e marito. In Proverbi 31 troviamo l’elogio della casalinga e del lavoro che svolge.
Chi troverà una donna forte e virtuosa? Il suo valore è di gran lunga superiore alle perle. […] Si procura lana e lino e lavora con piacere con le proprie mani. Ella è simile alle navi dei mercanti: fa venire il suo cibo da lontano. Si alza quando è ancora notte per distribuire il cibo alla sua famiglia e dare ordini alle sue domestiche. […] Tende la sua mano al povero e porge le sue mani al bisognoso. […] Si fa delle coperte di arazzo e le sue vesti sono di lino finissimo e di porpora. […] Apre la sua bocca con sapienza e sulla sua lingua c’è la legge della bontà. […] Ella sorveglia l’andamento della sua casa e non mangia il pane di pigrizia.15
Mentre questo brano parla del lavoro della casalinga, parla anche della “moglie virtuosa” che s’interessa alle proprietà immobiliari e al commercio.
Ella guarda un campo e l’acquista; col frutto delle sue mani pianta una vigna. […] Si rende conto che il suo commercio va bene. […] Sorveglia l’andamento della sua casa e non mangia il pane di pigrizia.16
Questi versetti indicano che chi si occupa della casa può anche avere un lavoro pagato all’esterno.
Un altro lavoro non retribuito che è molto importante è quello di volontariato — delle persone che donano generosamente il loro tempo per aiutare gli altri, per esempio attraverso la loro chiesa o altre organizzazioni.
Un lavoro di grande importanza spesso fatto su base volontaria è quello missionario. Molti cristiani impegnati sono chiamati da Dio a dedicare la loro vita al suo servizio, diffondendo il Vangelo in patria o all’estero. Il lavoro missionario in genere non include un salario regolare; tuttavia, questi cristiani coraggiosi e devoti si aspettano che il Signore supplisca ai loro bisogni mentre svolgono la missione di predicare il vangelo a ogni creatura.17
Diversamente da chi lavora diligentemente, nel libro dei Proverbi ci sono diversi versetti che sono motivo di riflessione e descrivono la persona pigra e a cui non piace lavorare.
Fino a quando, o pigro, rimarrai a dormire? Quando ti scuoterai dal tuo sonno? Dormire un po’, sonnecchiare un po’, incrociare un po’ le braccia per riposare, così la tua povertà verrà come un ladro, e la tua indigenza come un uomo armato.18
L’anima del pigro desidera e non ha nulla, ma l’anima dei solerti sarà pienamente soddisfatta.<19
La pigrizia fa cadere in un profondo sonno e la persona indolente patirà la fame.20
Il pigro non ara a causa del freddo; elemosinerà quindi al tempo della raccolta, ma non avrà nulla.21
I desideri del pigro lo uccidono, perché le sue mani rifiutano di lavorare.22
Come la porta gira sui suoi cardini, così il pigro sul suo letto.23
Il pigro affonda la sua mano nel piatto, ma si stanca persino a portarla alla bocca.24
Il libro della Genesi spiega che, anche se Dio diede del lavoro da fare ad Adamo ed Eva, dopo che questi peccarono nell’ordine della creazione ci furono dei cambiamenti che resero il loro lavoro più difficile. Dio disse ad Adamo:
«Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: “Non ne mangiare”, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai».25
La maledizione divina significava che da quel momento il suolo avrebbe fornito alimenti solo con un duro lavoro. Adamo ed Eva avrebbero continuato a sostenersi con quel cibo, ma solo lavorando duramente, col sudore del tuo volto. Anche se Dio rese sgradevole il lavoro che gli esseri umani devono fare, è pur sempre possibile provare gioia nel farlo. Nel Vecchio Testamento troviamo diversi passi sulla possibilità di amare il nostro lavoro e di vederlo come una benedizione di Dio.
L’Eterno, il tuo DIO, ti benedirà in tutto il tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani e tu sarai grandemente contento.26
L’Eterno aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutta l’opera delle tue mani.27
Il mio cuore si rallegrava di ogni mio lavoro; e questa è stata la ricompensa di ogni mio lavoro.28
Non c’è nulla di meglio per l’uomo del mangiare, del bere e del godersi il benessere in mezzo alla fatica che egli sostiene; ma anche questo ho visto che viene dalla mano di Dio. Infatti, chi senza di lui può mangiare o godere?29
Qualunque sia il nostro lavoro o il nostro impiego, retribuito o non retribuito, dovremmo vederlo come una posizione che Dio ci ha dato, almeno per il presente. Per alcuni il lavoro che fanno è la loro chiamata, la loro vocazione, una cosa a cui dedicheranno la vita. Altri Dio potrebbe indirizzarli a un’occupazione per un certo periodo e in seguito chiamarli a qualcosa di diverso. Qualunque lavoro il Signore ci dia, qualunque sia il nostro impiego, dovremmo svolgerlo con dignità e onore perché siamo chiamati a fare tutto alla gloria di Dio.30
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Wayne Grudem, Christian Ethics (Wheaton: Crossway, 2018).
2 John Frame, The Doctrine of the Christian Life (Phillipsburg: P&R Publishing, 2008).
3 Genesi 1,28 NR.
4 Genesi 2,15 NR.
5 Genesi 2,2.
6 Esodo 20,8–10.
7 Esodo 20,11.
8 Proverbi 14,23.
9 Proverbi 28,19.
10 Atti 18,2–3.
11 Atti 20,33–35.
12 Efesini 4,28 NR.
13 1 Tessalonicesi 4,11–12 NR.
14 2 Tessalonicesi 3,6–12.
15 Proverbi 31,10.13–15.20.22.26–27.
16 Proverbi 31,16.18.24.27.
17 Marco 16,15.
18 Proverbi 6,9–11.
19 Proverbi 13,4.
20 Proverbi 19,15.
21 Proverbi 20,4.
22 Proverbi 21,25.
23 Proverbi 26,14.
24 Proverbi 26,15.
25 Genesi 3,17–19.
26 Deuteronomio 16,15.
27 Deuteronomio 28,12.
28 Ecclesiaste 2,10.
29 Ecclesiaste 2,24–25.
30 1 Corinzi 10,31 NR.
Pubblicato originariamente in inglese l’11 agosto 2020.
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