Di Peter Amsterdam
Marzo 22, 2022
[Jesus—His Life and Message: Divorce and Remarriage]
(Gli argomenti del divorzio e delle nuove nozze sono stati presi in esame nel contesto dell’etica cristiana nella serie Vivere il cristianesimo; qui sono esaminati come commenti al Vangelo.)
Tutti e tre i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) affrontano i temi del divorzio e delle nuove nozze. Il Vangelo di Luca ne parla solo in un versetto:
Chiunque manda via la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.1
I Vangeli di Matteo e di Marco ne parlano di più. Ci baseremo sul racconto di Matteo.
Quando Gesù terminò questi discorsi, partì dalla Galilea e venne nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Grandi folle lo seguirono, e là egli le guarì.2
Gesù viaggiò dalla Galilea, nel nord di Israele, fino in Giudea, nel sud, molto probabilmente attraversando la regione della Perea, che era a est del Giordano. Era il percorso che la maggior parte dei Giudei seguiva per evitare di attraversare il territorio della Samaria. Durante il viaggio, Gesù continuò a guarire i malati. Il Vangelo di Marco fa notare che durante il viaggio verso sud di nuovo si radunarono presso di lui delle folle; e di nuovo egli insegnava loro come era solito fare.3
Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?»4
Non c’è da stupirsi che quando Gesù si avvicinò a Gerusalemme arrivarono dei farisei a tentarlo, perché a Gerusalemme avevano la loro base di potere. Dal racconto di Matteo è chiaro che non cercavano sinceramente una risposta, ma volevano sollevare un argomento controverso per mettere Gesù alla prova, con la speranza che non riuscisse a rispondere in modo soddisfacente, così da causargli problemi con chi aveva opinioni diverse.
La domanda non era se il divorzio fosse permesso in qualsiasi caso, perché nel giudaismo un uomo aveva il diritto di divorziare dalla moglie, secondo Deuteronomio 24,1-4. La moglie, comunque, non aveva il diritto di divorziare dal marito. In alcune situazioni la moglie poteva rivolgersi a un tribunale e questo poteva ordinare al marito di divorziarle da lei ma anche in questo caso era sempre il marito a divorziare dalla moglie. Quello che i farisei chiedevano era su quali basi un marito era giustificato nel divorziare dalla moglie. Poteva farlo per un motivo qualsiasi?
Deuteronomio 24,1 dice:
Quando uno prende una donna e la sposa, se poi avviene che essa non gli è più gradita perché ha trovato in lei qualcosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio, glielo dia in mano e la mandi via da casa sua.
Il dibattito tra le scuole rabbiniche giudaiche ruotava intorno al significato della clausola perché ha trovato in lei qualcosa di vergognoso. C’erano diverse interpretazioni al riguardo. Secondo alcune si riferiva all’adulterio, mentre per altre era valido in qualunque cui la moglie avesse fatto qualcosa che aveva irritato il marito; per esempio rovinargli il pranzo. Poiché le interpretazioni sulle basi legittime per il divorzio divergevano, i farisei che posero quella domanda sapevano che, qualsiasi parte Gesù avesse favorito, alcune persone si sarebbero offese.
Invece di cadere nella trappola dei farisei, Gesù utilizzò un metodo rabbinico per i dibattiti che presumeva che “più vicino all’originale, più importante”. Gesù fece riferimento al tempo della creazione, quando Dio creò Adamo ed Eva, maschio e femmina. Poiché questo passo delle Scritture predatava la Legge mosaica, aveva più importanza.
Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi».5
I termini ebraici tradotti con lasciare e unirsi si riferiscono ad azioni forti e decise. Quando due si sposano iniziano una relazione che sostituisce tutte le altre. In quei giorni ciò significava lasciare la casa dei genitori e iniziare una famiglia nuova. Il legame tra marito e moglie è più forte di qualsiasi altra relazione.
i due saranno una sola carne si riferisce ai rapporti sessuali, che uniscono intimamente un marito e una moglie. Leo Morris ha scritto:
Gesù poi cita le Scritture per dare risalto alla verità che il matrimonio è più di una sistemazione casuale per la comodità delle due parti. È la più intima delle unità terrene ed è così che va vista.6
Il marito e la moglie non sono più due individui isolati e separati; sono uniti da Dio.
Gesù non prese parti, perché così facendo avrebbe offeso gli aderenti all’una o all’altra posizione, che era esattamente ciò che i farisei speravano. Invece respinse entrambe le posizioni e invitò i farisei a guardare quale fosse il vero insegnamento delle Scritture: che l’unione matrimoniale era più vincolante di come la ritraevano loro. La presentavano come un’unione che poteva essere sciolta dal marito – per infedeltà o, secondo alcuni, praticamente per qualsiasi motivo. Questo era contrario a ciò che le Scritture affermavano che Dio aveva detto riguardo il matrimonio al momento della creazione. Quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi.
La risposta di Gesù non era quello che i farisei speravano, così gli posero un’altra domanda, facendo notare che era stato Mosè a ordinare il divorzio.
Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?» Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così».7
I farisei replicarono che Mosè aveva ordinato il divorzio, ma ciò non era vero. Mosè non l’aveva ordinato; al contrario, aveva stabilito delle regole, perché i divorzi erano già in uso. Mosè consentì il divorzio come concessione, entro certe linee guida, a causa della durezza di cuore delle persone; il divorzio però non era l’intenzione originale di Dio. In ogni caso, visto che i divorzi ci sarebbero stati, era importante che una donna divorziata avesse il diritto legale di risposarsi. Finché un uomo non dava alla moglie un certificato di divorzio, lei restava sposata a lui e quindi non poteva risposarsi. Questo certificato dichiarava che non era più sposata a suo marito, quindi lui non aveva più alcuna rivendicazione legale su di lei, che era così libera di sposare un altro uomo. Questa misura non intendeva avallare il divorzio; era una concessione fatta a causa della durezza di cuore delle persone.
«Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio».8
Anche se Mosè aveva lasciato delle disposizioni per il divorzio, Gesù fece notare che il matrimonio è concepito per durare tutta la vita, quindi il dibattito rabbinico su quando fosse permesso divorziare dalla propria moglie non andava completamente d’accordo con i desideri di Dio. Gesù concesse un’eccezione per i casi in cui uno degli sposi commettesse fornicazione, termine tradotto in altre versioni come relazione illegale (TILC), relazioni sessuali illecite (BdG), unione illegittima (CEI2008), concubinato (CEI74) – tutte definizioni che indicano una relazione sessuale con persone diverse dal marito o dalla moglie.
I discepoli gli dissero: «Se tale è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie».9
I discepoli, probabilmente in un momento successivo, commentarono questo insegnamento di Gesù con l’idea che, alla luce di ciò che Lui aveva detto, era meglio non sposarsi che ritrovarsi in un matrimonio difficile che era impossibile sciogliere.
L’affermazione di Gesù riguardo alla stabilità dell’impegno matrimoniale fu espressa in termini forti, specialmente in un periodo in cui il matrimonio poteva esser sciolto dal marito semplicemente scrivendo la debita formula, firmata davanti a dei testimoni, e consegnandola alla moglie. Gesù non precisò in quali circostanze un divorzio potesse o non potesse avere luogo.
Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato».10
Dicendo questa parola forse Gesù si riferiva a ciò che avevano detto i discepoli, cioè che è meglio non sposarsi. Se è così, Gesù diceva che per alcuni questo è vero; anche se non è un modo di vita che tutti possono seguire. Poi proseguì parlando di chi sceglie di non sposarsi.
«Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca».11
Parlando di eunuchi che sono tali dalla nascita, probabilmente si riferiva a persone con un difetto genetico. Nel caso di quelli che sono stati fatti tali dagli uomini, si riferiva a chi era stato castrato fisicamente. Leon Morris ha scritto:
Nel mondo del primo secolo numerosi uomini erano stati fatti castrare da persone altolocate. Veniva fatto forse per punizione o per avere persone sicure che lavorassero negli harem e posti del genere.12
Gesù parlò anche di eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Nel corso della storia cristiana ci sono sempre state persone che hanno scelto di rinunciare al matrimonio per concentrare tutti i loro sforzi sul lavoro di Dio seguendo la loro vocazione personale al servizio del Signore. Gesù non si sposò, né lo fece Giovanni Battista.
Gesù non diceva che essere eunuchi è una specie di vocazione suprema, né che tutti i suoi discepoli dovessero rimanere celibi o nubili. Piuttosto, alcuni sono chiamati a servire Dio nel matrimonio e altri a farlo senza sposarsi. Ogni persona ha un suo percorso individuale, ogni persona ha una chiamata diversa. Il nostro obiettivo di credenti è amare e servire il Signore al meglio delle nostra capacità, in qualsiasi situazione ci chieda di farlo.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.
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2 Matteo 19,1–2 LND.
3 Marco 10,1.
4 Matteo 19,3.
5 Matteo 19,4–6.
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7 Matteo 19,7–8.
8 Matteo 19,9.
9 Matteo 19,10.
10 Matteo 19,11.
11 Matteo 19,12.
12 Morris, The Gospel According to Matthew, 485.
Pubblicato originariamente in inglese il 29 settembre 2020.
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