Le storie raccontate da Gesù: i vignaioli malvagi, Luca 20,9-19

Di Peter Amsterdam

Giugno 14, 2022

[The Stories Jesus Told: The Wicked Tenants, Luke 20:9–19]

Nota: Recentemente, ripassando la serie Le storie raccontate da Gesù, mi sono reso conto di non aver preso in esame una parabola, quindi lo farò in questo articolo.

Troviamo la parabola dei vignaioli malvagi in tutti e tre i vangeli sinottici.1 Qui prenderemo in considerazione il racconto del Vangelo di Luca, con alcuni punti presi da quelli di Matteo e di Marco. Nel Vangelo di Luca troviamo questa parabola nel capitolo 20, tra l’episodio in cui i capi sacerdoti, gli scribi e gli anziani misero in dubbio l’autorità di Gesù e quello in cui gli chiesero se era lecito per il popolo ebreo pagare le tasse a Cesare.2

Poi cominciò a raccontare al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l’affidò a certi vignaioli e se ne andò lontano per lungo tempo. Al tempo del raccolto, mandò un servo da quei vignaioli perché gli dessero la sua parte del frutto della vigna; ma i vignaioli, battutolo, lo rimandarono a mani vuote».3

Viti e vigneti erano comuni in Israele ai tempi di Gesù, e continuano a esserlo in quella parte del mondo. Quasi tutti quelli che avevano un po’ di terra tenevano delle viti. In questa parabola, comunque, Gesù si riferiva a un vigneto più grande, il cui proprietario era lontano e aveva degli operai a prendersene cura. Nel Vangelo di Matteo troviamo più particolari su questo vigneto. Il suo proprietario non si era limitato a piantare la vigna, ma la cinse di una siepe, vi scavò un luogo dove pigiare l’uva, vi costruì una torre.4 Questo suggerisce che vi aveva investito una somma considerevole, con la speranza di ricavare dei buoni profitti dal suo investimento. Le viti nuove richiedono alcuni anni prima di portare frutto, quindi forse questo era il primo anno in cui si poteva vendemmiare. Comunque, invece di dare al proprietario ciò che gli spettava di diritto, i vignaioli picchiarono il servo che era stato mandato a riscuotere ciò che era dovuto. Dopo averlo picchiato lo rimandarono dal padrone senza alcun pagamento.

«Egli mandò di nuovo un altro servo; ma essi, dopo aver battuto e insultato anche questo, lo rimandarono a mani vuote. Egli ne mandò ancora un terzo, ma essi ferirono anche questo e lo cacciarono».5

La seconda volta che il proprietario mandò un suo rappresentante a ritirare il dovuto, quelli picchiarono il servo e lo insultarono. Il termine greco per insultarono implica che lo disonorarono e lo trattarono con disprezzo. In un terzo tentativo di raccogliere ciò che gli spettava di diritto il proprietario della vigna mandò un altro servo, che fu ferito, presumibilmente perché era stato picchiato come i servi precedenti. Nei Vangeli di Marco6 e Matteo7 leggiamo che i vignaioli picchiarono, lapidarono e perfino uccisero alcune delle persone mandate dal proprietario del vigneto.

«Allora il padrone della vigna disse: “Che devo fare? Manderò il mio amato figlio. Forse, vedendo lui, lo rispetteranno!”. Ma i vignaioli, quando lo videro, dissero tra di loro: “Costui è l’erede; venite, uccidiamolo affinché l’eredità diventi nostra”. Così cacciatolo fuori dalla vigna, lo uccisero».>8

Mandare i suoi servi non era bastato, così il padrone mandò suo figlio che aveva molta più autorità dei suoi servi. Si aspettava che i vignaioli avrebbero rispettato la sua posizione, ma si sbagliava. I vignaioli videro l’opportunità di eliminare l’erede come un mezzo per impadronirsi della vigna. Forse pensavano che il padrone era morto e ora il proprietario era il figlio. In quel caso, eliminando lui il vigneto sarebbe rimasto senza proprietario e forse avrebbero potuto impossessarsene. Qualunque cosa pensassero, cacciarono il figlio dalla vigna e lo uccisero.

A quel punto Gesù interpretò la parabola facendo e poi rispondendo a una domanda.

«Che farà dunque a costoro il padrone della vigna? Egli verrà, sterminerà quei vignaioli, e darà la vigna ad altri». Ma essi, udito ciò, dissero: «Così non sia».9

La possibilità che i vignaioli s’impossessassero della vigna dopo aver ucciso il figlio non esisteva assolutamente. Il padrone della vigna, il padre del figlio ucciso, avrebbe sterminato quelli che gli avevano tolto la vita. Nel Vangelo di Matteo la descrizione usa parole ancora più forti: «Egli farà perire miseramente quegli scellerati, e affiderà la vigna ad altri vignaioli, i quali gli renderanno i frutti a suo tempo».10

Gli ascoltatori rimasero scioccati dall’interpretazione della parabola e dalle sue implicazioni di un duro giudizio sui leader ebrei e dell’affidamento della vigna ad altri, chiaramente intesi come i Gentili. Ciò che Gesù descrisse avvenne effettivamente nel 70 d.C., quando i Romani distrussero la città di Gerusalemme e il tempio ebraico e poi deportarono il popolo israelita.

Gesù terminò con una citazione del salmo 118 e di Isaia 8.

Ma egli li guardò in faccia e disse: «Che significa dunque ciò che sta scritto: “La pietra che i costruttori hanno rifiutata è quella che è diventata pietra angolare”? Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà ed essa stritolerà colui sul quale cadrà».11

Una pietra angolare, come nella citazione dal salmo 118,22, è una pietra usata in una costruzione, che sopporta il peso e lo stress dei muri costruiti sopra di essa. Senza la pietra angolare, i muri e di conseguenza l’intero edificio crollerebbero. Gesù è la pietra angolare, il fondamento dell’edificio di Dio: il corpo dei credenti, la chiesa.

Poi Gesù citò Isaia 8,14-15, che allude alle persone che si sentono offese dal vangelo e rifiutano la pietra, subendo così un severo giudizio. La prima parte parla dei leader ebrei, che sarebbero caduti sulla pietra e si sarebbero sfracellati, cioè avrebbero incontrato un giudizio disastroso. La stessa idea viene ripetuta, con l’immagine di una pietra che cade su quei leader e li stritola.

La parabola di Gesù riflette ciò che era scritto in un altro punto del libro di Isaia.

Voglio cantare per il mio diletto un cantico del mio amico circa la sua vigna. Il mio diletto aveva una vigna su una collina molto fertile. La circondò con una siepe, ne tolse via le pietre, vi piantò viti di ottima qualità, vi costruì in mezzo una torre e vi scavò un torchio. Egli si aspettava che producesse uva buona, invece fece uva selvatica. Or dunque, o abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna. Che cosa si sarebbe potuto ancora fare alla mia vigna che io non vi abbia già fatto? Perché, mentre io mi aspettavo che producesse uva buona, essa ha fatto uva selvatica? Ma ora vi farò sapere ciò che sto per fare alla mia vigna: rimuoverò la sua siepe e sarà interamente divorata, abbatterò il suo muro e sarà calpestata. La ridurrò a un deserto: non sarà né potata né zappata, ma vi cresceranno rovi e spine; e comanderò alle nubi di non farvi cadere alcuna pioggia. Or la vigna dell’Eterno degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda sono la piantagione della sua delizia. Egli si aspettava rettitudine ed ecco spargimento di sangue, giustizia ed ecco grida di angoscia.12

La parabola dei vignaioli malvagi servì a Gesù per descrivere la storia di Israele. Dio aveva mandato dei profeti a guidare e ammonire il suo popolo, ma uno dopo l’altro erano stati respinti. Poi mandò suo Figlio al popolo d’Israele e Gesù li invitò pazientemente a seguirlo e portare frutto. Purtroppo, il popolo che aveva respinto costantemente i profeti respinse anche il Figlio di Dio e non credette in Lui. Raccontando questa parabola, Gesù predisse la propria morte come il massimo rifiuto da parte loro.

Ovviamente è importante riconoscere che non tutto il popolo d’Israele respinse Gesù. Lui e i suoi primi discepoli erano tutti ebrei. Anche l’apostolo Paolo, che ebbe un ruolo importante nel portare il cristianesimo al mondo occidentale, era ebreo. Paolo indicò spesso che la nazionalità di una persona non fa alcuna differenza quando si tratta della salvezza; l’importante è credere, diventare una nuova creatura.

Infatti, tanto la circoncisione che l’incirconcisione non sono nulla; quello che importa è l’essere una nuova creatura. Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull’Israele di Dio.13


I vignaioli malvagi, Luca 20,9-19

1 Poi cominciò a raccontare al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l’affidò a certi vignaioli e se ne andò lontano per lungo tempo.

10 Al tempo del raccolto, mandò un servo da quei vignaioli perché gli dessero la sua parte del frutto della vigna; ma i vignaioli, battutolo, lo rimandarono a mani vuote.

11 Egli mandò di nuovo un altro servo; ma essi, dopo aver battuto e insultato anche questo, lo rimandarono a mani vuote.

12 Egli ne mandò ancora un terzo, ma essi ferirono anche questo e lo cacciarono.

13 Allora il padrone della vigna disse: “Che devo fare? Manderò il mio amato figlio. Forse, vedendo lui, lo rispetteranno!”

14 Ma i vignaioli, quando lo videro, dissero tra di loro: “Costui è l’erede; venite, uccidiamolo affinché l’eredità diventi nostra”.

15 Così cacciatolo fuori dalla vigna, lo uccisero. Che farà dunque a costoro il padrone della vigna?

16 Egli verrà, sterminerà quei vignaioli, e darà la vigna ad altri». Ma essi, udito ciò, dissero: «Così non sia».

17 Allora egli, guardandoli in faccia, disse: «Che cosa è dunque ciò che sta scritto: “La pietra che gli edificatori hanno rigettata è diventata la testata d’angolo”?

18 Chiunque cadrà su questo sasso si sfracellerà, e colui sul quale esso cadrà sarà stritolato».

19 In quello stesso momento, i capi dei sacerdoti e gli scribi cercarono di mettergli le mani addosso, perché avevano compreso che aveva raccontato quella parabola per loro, ma temettero il popolo.


Note

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Matteo 21,33–46, Marco 12,1–11 e Luca 20,9–19.

2 Vedi “Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la questione dell’autorità.”

3 Luca 20,9–10.

4 Matteo 21,33.

5 Luca 20,11–12.

6 Marco 12,5.

7 Matteo 21,35.

8 Luca 20,13–15.

9 Luca 20,15–16.

10 Matteo 21,41.

11 Luca 20,17–18 NR.

12 Isaia 5,1–7.

13 Galati 6,15–16 NR.


Pubblicato originariamente in inglese il 2 febbraio 2021.

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