Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la fine del suo ministero pubblico

Di Peter Amsterdam

Agosto 6, 2022

[Jesus—His Life and Message: The End of His Public Ministry]

Nel capitolo 12 di Giovanni, Gesù disse:

«Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò e si nascose da loro.1

A questo punto del Vangelo di Giovanni il ministero pubblico di Gesù termina.

Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui, affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?». Perciò non potevano credere.2

Nel Vangelo di Giovanni i miracoli di Gesù sono chiamati “segni”.3 In questo Vangelo Gesù fece numerosi miracoli/segni. A eccezione di due che furono fatti in un ambiente privato,4 tutti gli altri furono fatti in pubblico, per lo più in Galilea e a Gerusalemme. Quelli che non credevano in lui non si riferisce soltanto a quelli che gli avevano chiesto: Come puoi tu dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?5 — ma anche a tutte le folle e i leader ebrei, dal momento della prima Pasqua del ministero di Gesù fino a questo punto. Un commentatore scrive:

Sebbene Gesù avesse accusato d’incredulità diversi gruppi di suoi ascoltatori,6 questa è la prima volta in cui l’autore del Vangelo li include tutti in maniera così indiscriminata, confermando con la precedente narrazione il principio affermato all’inizio, cioè che “è venuto in casa sua, e i suoi non lo hanno ricevuto” (Giovanni 1,11).7

Leggiamo che nonostante i molti miracoli fatti da Gesù, il motivo per cui la gente non credette fu affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia. A questo punto l’autore del Vangelo cita Isaia 53,1: Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio dell'Eterno? Chiedendo chi ha creduto, l’allusione era che nessuno l’aveva fatto e questo si ricollega al versetto 37: Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui.8 Questo punto è ripetuto nel versetto successivo.

Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora: «Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca».9

Gesù stava citando Isaia 6,9-10, che dice:

«Va' e di' a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, guardate pure, ma senza discernere! Rendi insensibile il cuore di questo popolo, indurisci i suoi orecchi e chiudi i suoi occhi, affinché non veda con i suoi occhi, né oda con i suoi orecchi né intenda con il suo cuore, e così si converta e sia guarito».

Questi versetti tratti dal libro di Isaia sono citati anche nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca,10 oltre che nel libro degli Atti.11

Leggiamo ancora una volta a proposito della loro incredulità: non potevano credere. Ciò che si vuole affermare è che gli increduli udivano le parole di Gesù, ma non ne afferravano il significato. Quando questo Vangelo cita Egli ha accecato i loro occhi, non significa che queste persone siano state accecate contro la loro volontà. Lo stesso vale per l’indurimento del loro cuore. In realtà hanno preso una decisione, hanno scelto, quindi sono responsabili dei risultati della loro decisione.

Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui.12

Isaia viene menzionato per nome per la terza volta. Nel libro di Isaia leggiamo:

Nell'anno della morte del re Uzzia, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto ed elevato, e i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno di essi aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. L'uno gridava all'altro e diceva: «Santo, santo, santo è l'Eterno degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria».13

Il Vangelo di Giovanni interpreta le parole di Isaia come un riferimento alla gloria di Gesù. Un commentatore scrive:

Le parole di Isaia 6,3 si riferiscono alla gloria di Yahveh, ma Giovanni non fa una distinzione rigida tra i due. Per lui è chiaro che Isaia aveva in mente la gloria rivelata in Cristo.14

Poi il Vangelo di Giovanni dice:

Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio.15

Chiaramente molte persone, compresi alcuni membri della leadership ebraica, credevano in Gesù, come viene evidenziato qui e in altri punti di questo Vangelo.

Ora, mentre egli si trovava in Gerusalemme alla festa della Pasqua, molti credettero nel suo nome vedendo i segni che faceva.16

Ma molti della folla credettero in lui e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, farà più segni di quanti ne abbia fatti costui?»17

Allora molti dei Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto, credettero in lui.18

Comunque, anche se molti credevano in Lui, non confessavano pubblicamente la loro fede, a causa delle possibili conseguenze. Confessare la loro fede avrebbe portato all’espulsione dalla sinagoga. Un po’ prima in questo Vangelo abbiamo letto che i Giudei avevano già stabilito che se uno avesse riconosciuto Gesù come il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. 19 Qui leggiamo che queste persone amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio. Questa affermazione è simile ad altre dichiarazioni fatte da Gesù.

Ora il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre.20

Come potete voi credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?21

I rimanenti versetti di questo capitolo (Giovanni 12,44-50) sono le ultime parole del ministero pubblico di Gesù. Alcuni commentatori fanno notare che molto probabilmente Gesù ha fatto le successive affermazioni più tardi rispetto ai versetti visti sopra.

Gesù gridò e disse: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato. E chi vede me, vede colui che mi ha mandato».22

Qualsiasi fossero le circostanze, Gesù pronunciò queste parole ad alta voce, il che indica che ciò che diceva era importante. Fece risaltare la vicinanza tra Sé e il Padre, affermando che chiunque confida in Lui confida in Dio Padre. È simile a ciò che aveva dichiarato in precedenza in questo Vangelo: La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.23 Aveva espresso lo stesso concetto nei vangeli sinottici:24 Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.25 Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me; e chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.26

Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre.27

Dopo avere appena parlato di vedere (chi vede me, vede colui che mi ha mandato), Gesù attira nuovamente l’attenzione sulla luce, come aveva fatto prima. Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce.28 Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.29 A causa della natura peccatrice dell’uomo, la gente vive nelle tenebre; Gesù, però, è venuto nel mondo per portare la salvezza, per liberarci da queste tenebre.

Se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno.30

In precedenza abbiamo letto che sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui.31 Qui Gesù affronta la questione di cosa succede a quelli che non credono.

Ci viene detto che quelli che hanno udito e compreso gli insegnamenti di Gesù, ma hanno scelto di ignorarli, saranno giudicati. Gesù però fa notare che non è Lui a giudicarli, ma è la loro reazione alle sue parole a farlo. Non dice che il giudizio non arriverà, perché prima in questo Vangelo aveva detto: Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Ora il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie.32

Uno scrittore spiega: Quando la parola della salvezza viene pronunciata e qualcuno disprezza chi parla e rifiuta costantemente le sue parole, quella persona non passa indenne, ma ha un giudice e il giudice è quella stessa parola salvifica. Negli ultimi giorni il giudizio sarà che la parola della salvezza si è manifestata a quella persona e lei l’ha rifiutata.33

Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre stesso mi ha mandato e mi ha comandato ciò che io devo dire ed annunziare. Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette.34

Gesù affermò vigorosamente che tutto ciò che aveva insegnato non proveniva da una fonte umana, ma gli era stata data dal Padre in persona. Gesù sottolineò che era stato il Padre a mandarlo e che tutto ciò che Lui insegnava era stato su indicazione di suo Padre.

Con questo termina il ministero pubblico di Gesù nel Vangelo di Giovanni. Da questo punto in poi non si rivolge più alle folle; si concentra sui suoi discepoli, preparandoli per gli avvenimenti successivi: il suo arresto e la sua crocifissione.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 12,36.

2 Giovanni 12,37–39.

3 Giovanni 2,11.23; 3,2; 4,48.54; 6,2.14.26.30; 7,31; 9,16; 10,41; 12,18.37.

4 Giovanni 2,11; 4,54.

5 Giovanni 12,34.

6 Vedi Giovanni 3,12; 5,38.44; 6,36, 64; 8,44–45; 10,25.

7 Michaels, The Gospel of John, 708.

8 Giovanni 12,37.

9 Giovanni 12,39–40.

10 Matteo 13,14–15; Marco 4,11–12; Luca 8,10.

11 Atti 28,26.

12 Giovanni 12,41.

13 Isaia 6,1–3.

14 Morris, The Gospel According to John, 538.

15 Giovanni 12,42–43.

16 Giovanni 2,23.

17 Giovanni 7,31.

18 Giovanni 11,45.

19 Giovanni 9,22.

20 Giovanni 3,19.

21 Giovanni 5,44.

22 Giovanni 12,44–45.

23 Giovanni 7,16.

24 Matteo, Marco e Luca.

25 Matteo 10,40.

26 Luca 10,16.

27 Giovanni 12,46.

28 Giovanni 12,36.

29 Giovanni 8,12. Vedi anche Giovanni 1,4–9; 3,19–21; 8,12, 9,5.

30 Giovanni 12,47–48.

31 Giovanni 12,37.

32 Giovanni 3,18–19.

33 Morris, The Gospel According to John, 540.

34 Giovanni 12,49–50.


Pubblicato originariamente in inglese il 13 aprile 2021.

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