Di Peter Amsterdam
Novembre 29, 2022
[Jesus—His Life and Message: John 17: Jesus’ Prayer (Part 2)]
La preghiera di Gesù per i suoi discepoli, che abbiamo iniziato a vedere nell’articolo precedente, continua fino alla fine di Giovanni 17. Nel versetto 12, la preghiera di Gesù si riferiva ai discepoli, dicendo che li aveva protetti e custoditi e che nessuno si era perduto, a eccezione di Giuda, che Lui chiamò il figlio della distruzione.
La preghiera di Gesù continuò così:
Ma ora io vengo a te e dico queste cose nel mondo, affinché la mia gioia giunga a compimento in loro.1
Gesù continua il pensiero del versetto 11: Ora io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dato, affinché siano uno come noi.2 La preghiera di Gesù al Padre ripete ciò che aveva già detto in questo Vangelo a proposito della sua gioia e della loro.
Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia piena.3
Finora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa.4
Gesù voleva che i suoi discepoli avessero la sua stessa gioia, anche durante il loro periodo di lutto nel mondo. Così anche voi ora siete nel dolore, ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi toglierà la vostra gioia.5 La loro gioia sarà “completa in loro” a causa del loro rapporto con Gesù, non a causa delle circostanze difficili che incontreranno e di cui Gesù parla adesso.
Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come neppure io sono del mondo.6
Qui Gesù ripeté una cosa che aveva già detto prima in questo capitolo: Ho dato loro le parole.7 Comunque, adesso aggiunge che il mondo ha odiato i discepoli. Non è la prima volta che parla dell’odio del mondo. Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di voi.8 Ripete anche il motivo di quell’odio: poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia.9 A causa dell’odio del mondo i discepoli hanno bisogno di protezione. Nella sua preghiera Gesù afferma di essersi preso cura di loro.
Mentre ero con loro nel mondo, io li ho conservati nel tuo nome; io ho custodito coloro che tu mi hai dato.10
Li proteggerà di nuovo prima della partenza per il cielo, quando verrà arrestato e dirà ai suoi aguzzini: “Se dunque cercate me, lasciate andare via costoro”.11
Gesù continuò a pregare:
Io non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.12
A questo punto della preghiera, Gesù riprende la sua intercessione che aveva interrotto dopo aver pregato “affinché siano uno come noi”.13 I discepoli, che leggiamo essere stati scelti in mezzo a questo mondo, non devono essere tolti dal mondo, ma restarci. Il punto principale della richiesta di Gesù è che tu li preservi dal maligno. Questo rispecchia anche le parole del Padre Nostro liberaci dal maligno,14 o in altre traduzioni liberaci dal male.15“Preservarli dal maligno” significa mantenerli al sicuro in un “mondo” ostile. L’affermazione di Gesù che non sono di questo mondo ripete ciò che aveva detto due versetti prima: Non sono del mondo, come neppure io sono del mondo.16
Santificali nella tua verità; la tua parola è verità.17
Gesù pregò che il Padre santificasse i discepoli nella tua verità. Poi definisce “la verità” come “la tua parola”. Dicendo questo, Gesù non si riferiva alle Scritture del Vecchio Testamento (la Torah e i Profeti), ma indicava la “parola”, il messaggio del Padre, che Lui aveva dato ai discepoli e che loro avevano “ricevuto” e “accettato”.18 “Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.19 La verità li ha resi liberi, quindi non sono più “servi” ma “amici”. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio.20
Come tu hai mandato me nel mondo, così ho mandato loro nel mondo.21
La missione di Gesù, cioè essere stato mandato nel mondo dal Padre, fa da modello per la missione dei discepoli. Comunque non inizierà “ufficialmente” fino al capitolo 20, quando dirà loro: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”.22 Nei Vangeli sinottici Gesù,23 mandò i discepoli in viaggi missionari durante il suo ministero.24 Qui comunque usò l’espressione “nel mondo”, che non viene usata nei Vangeli sinottici. Qui l’attenzione sembra essere posta sulla missione globale che sarebbe cominciata dopo la risurrezione di Gesù.
E per loro santifico me stesso, affinché essi pure siano santificati nella verità.25
La santificazione dei discepoli non era ancora realizzata, per questo Gesù dice per loro santifico me stesso. Si mette da parte per fare la volontà del Padre, il che significa dare la vita per i discepoli (e per tutti i credenti futuri). Sacrificherà la propria vita perché i discepoli possano essere santificati e separati per Dio.
Or io non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola, affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch’essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.26
Ora Gesù prega per tutti i credenti, per quelli delle generazioni passate e per noi oggi. Le sue parole sono simili a quel che aveva detto prima in questo Vangelo: Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest’ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge e un solo pastore.27 La sua preghiera è che tutti i credenti in ogni luogo siano uniti gli uni agli altri nel loro impegno a seguire Gesù e il Padre.
E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno, come noi siamo uno. Io sono in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati, come hai amato me.28
Gesù dice di aver dato ai suoi seguaci la gloria che il Padre aveva dato a Lui. Che cos’è questa gloria? Un commentatore dice:
Come la sua vera gloria era seguire il cammino di umile servizio che ebbe il suo culmine sulla croce, così per [i suoi discepoli] la vera gloria sta in un cammino di umile servizio, dovunque li possa condurre.29
Lo scopo di dare gloria ai discepoli è l’unità. Gesù pregò che potessero essere uno come Lui e il Padre sono uno. Gesù vive nei credenti e il Padre vive in Lui. È attraverso Gesù che i credenti sono in unità con il Padre, cosa che Lui aveva già indicato prima in questo Vangelo. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.30
Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche coloro che tu mi hai dato, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai dato, perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo.31
Nella sua preghiera, Gesù presentò le sue richieste al Padre tre volte. Così facendo si è rivolto a Dio come Padre tre volte (vv. 1, 5, 21) e come Padre giusto una volta (v. 11). Ora Gesù si rivolge di nuovo al Padre, solo che questa volta invece di fare una richiesta, usa le parole “Io voglio”. Questo concorda con ciò che aveva detto prima ai discepoli riguardo alla preghiera: domandate quel che volete e vi sarà fatto.32
Nella sua preghiera, Gesù parla di quelli “che tu mi hai dato”, riferendosi ai discepoli. L’attenzione qui è rivolta ai dodici33 (meno Giuda che l’aveva tradito) che l’avevano accompagnato durante il suo ministero. Comunque include anche altri che avevano creduto in Lui e l’avevano seguito, come Maria Maddalena (Marco 15), Marta (Giovanni 11), i Samaritani di Sichar (Giovanni 4), l’uomo nato cieco (Giovanni 9), Giovanna, moglie di Cuza (Luca 8), e poi quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola.34
Dicendo di desiderare che i suoi discepoli siano dove sono io, Gesù non si riferiva al presente, ma alla loro presenza con Lui dopo la sua ascensione al cielo. Quando Gesù dice affinché vedano la mia gloria che tu mi hai dato, perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo, sorge la domanda di come i discepoli avrebbero “visto” la gloria che sarebbe stata sua quando sarebbe tornato al Padre.
Uno scrittore dice:
In che modo quella visione della gloria futura supera ciò che hanno già “visto” nel corso del suo ministero? A un livello, è impossibile dirlo. Come si può quantificare la “gloria”? La risposta migliore, forse, è che la gloria che Gesù aveva “prima della fondazione del mondo” e che avrà di nuovo con il suo ritorno al Padre. È la misura dell’amore del Padre per Lui. La gloria del Figlio è quella “che tu mi hai dato, perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo”. Ciò che vuole che i discepoli vedano è la reale entità di quell’amore.35
Probabilmente i discepoli non avrebbero compreso fino in fondo l’amore di Dio finché non sarebbero stati alla presenza del Padre insieme a Gesù e avrebbero visto con i loro occhi la “gloria” dell’amore del Padre per il Figlio e per loro.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e costoro hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto loro conoscere il tuo nome e lo farò conoscere ancora, affinché l’amore, del quale tu mi hai amato, sia in loro e io in loro.36
Questa forma di rivolgersi, Padre giusto, è unica e usata soltanto qui nelle Scritture, anche se ha un significato simile a “Padre santo”, usato in precedenza nel versetto 11. Anche se Gesù aveva parlato della potenziale fede e conoscenza (vv. 21 e 23) del mondo e della futura visione dei discepoli della “gloria” di Gesù, poteva lo stesso dire al Padre “il mondo non ti ha conosciuto”. La stessa cosa era stata affermata all’inizio di questo Vangelo: “Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non lo ha conosciuto”.37
Comunque, al contrario del mondo, Gesù conosce il Padre. Come il Padre conosce me e io conosco il Padre.38 Aggiunge poi che anche i discepoli conoscono il Padre. Costoro hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto loro conoscere il tuo nome.39 Conoscono il nome del Padre perché Gesù l’ha rivelato come suo Padre. Poi Gesù dichiara che continuerà a far conoscere il nome del Padre. Questo ci fa dare uno sguardo al futuro, perché leggiamo che il ministero continuerà. Probabilmente questo si riferisce alla discesa dello Spirito Santo, di cui Gesù aveva parlato un po’ prima. Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità.40
Gesù termina la sua preghiera con “affinché l’amore, del quale tu mi hai amato, sia in loro e io in loro”. Si riferisce all’amore da cui trae origine ogni altro tipo di amore: quello del Padre per il Figlio. Da questo amore nasce l’amore del Figlio per i discepoli; dall’amore di Gesù per i discepoli nasce il loro amore gli uni per gli altri.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Giovanni 17,13.
2 Giovanni 17,11.
3 Giovanni 15,11.
4 Giovanni 16,24.
5 Giovanni 16,22.
6 Giovanni 17,14.
7 Giovanni 17,8.
8 Giovanni 15,18.
9 Giovanni 15,19.
10 Giovanni 17,12.
11 Giovanni 18,8.
12 Giovanni 17,15–16.
13 Giovanni 17,11.
14 Matteo 6,13 LND, NR.
15 Matteo 6,13 CEI, BdG, TILC.
16 Giovanni 17,14.
17 Giovanni 17,17.
18 Vedi Giovanni 17,6.8.
19 Giovanni 8,31–32.
20 Giovanni 15,15.
21 Giovanni 17,18.
22 Giovanni 20,21.
23 Matteo, Marco, Luca.
24 Marco 6,7–13; Matteo10,5–16; Luca 9,1–6; 10,1–12.
25 Giovanni 17,19.
26 Giovanni 17,20–21.
27 Giovanni 10,16.
28 Giovanni 17,22–23.
29 Morris, The Gospel According to John, 650.
30 Giovanni 14,6.
31 Giovanni 17,24.
32 Giovanni 15,7.
33 Giovanni 6,70.
34 Giovanni 17,20.
35 Michaels, The Gospel of John, 880.
36 Giovanni 17,25–26.
37 Giovanni 1,10.
38 Giovanni 10,15.
39 Giovanni 17,25–26.
40 Giovanni 16,13.
41 Giovanni 17,26.
Pubblicato originariamente in inglese il 17 agosto 2021.
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