Di Peter Amsterdam
Dicembre 6, 2022
[Jesus’ Prayer]
Dopo aver finito di mangiare con i suoi discepoli,1 Gesù li condusse verso il Monte degli Ulivi.2 Fu lì che disse ai suoi discepoli che questa notte voi tutti avrete in me un’occasione di caduta.3 Pietro e gli altri discepoli dissero subito che non sarebbe mai successo.
Allora Gesù andò con loro in un luogo, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare».4
Il nome Getsemani è la combinazione di due parole ebraico/aramaiche, “gatshemani”, che letteralmente significa “frantoio per le olive”. Era probabilmente il nome di un uliveto alla base del Monte degli Ulivi. Il Vangelo di Giovanni lo descrive come un orto.5
Getsemani era entro i confini della “grande Gerusalemme”, il che significava che i gruppi di pellegrini che erano venuti da tutto Israele e da più lontano, potevano accamparsi lì per la notte, perché dovevano rimanere entro i limiti di Gerusalemme per la Pasqua. È probabile che quando Gesù e i discepoli erano stati a Gerusalemme in precedenza avevano dormito a Getsemani; per questo Giuda sapeva che avrebbero potuto trovarlo lì.
Dopo aver detto ai discepoli sedetevi qui, mentre io vado là a pregare, Gesù si allontanò dalla maggior parte, se non da tutti, i discepoli.
Presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e grande angoscia. Allora egli disse loro: «L’anima mia è profondamente triste, fino alla morte; restate qui e vegliate con me».6
[…]
Probabilmente nell’esprimere la sua profonda emozione Gesù stava citando il salmo 42.
Perché ti abbatti, anima mia, perché gemi dentro di me? […] L’anima mia è abbattuta dentro di me.7
Uno scrittore spiega: Matteo non lascia ai suoi lettori l’impressione che Gesù fosse angosciato nello stesso modo in cui lo siamo noi di tanto in tanto. Nell’orto di Getsemani fu soggetto a un senso molto insolito di apprensione che dobbiamo ritenere collegato non solo al fatto che sarebbe morto, ma al tipo di morte che avrebbe subito, quella dei peccatori. […] Gesù si sarebbe accomunato ai peccatori nella morte; avrebbe provato la morte destinata ai peccatori e sembra che sia stato questo a causare il tremendo turbamento di spirito riferito da Matteo.8
E, andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu».9
Dopo aver chiesto ai tre discepoli che erano con Lui di “restare lì e vegliare con Lui”, Gesù si allontanò a circa un tiro di sasso, come viene descritto nel Vangelo di Luca.10 Gettarsi con la faccia a terra era un gesto di supplica, di presentare una petizione o una preghiera. Iniziò la sua preghiera dicendo Padre mio. Nel Vangelo di Marco, Gesù prega Abba, Padre; e nel Vangelo di Luca dice semplicemente Padre. Tutto ciò dimostra il rapporto affettuoso che Gesù aveva con il Padre.
Iniziando la preghiera con se è possibile, Gesù chiarì che non chiedeva niente di contrario alla volontà di suo Padre. Stava chiedendo invece se era necessario morire crocifisso. Era una morte orribile e dolorosa, che chiunque avrebbe cercato di evitare, se possibile.
Nel Vecchio Testamento il “calice” è spesso associato alla sofferenza e all’ira di Dio.
Egli farà piovere sull’empio carboni accesi; zolfo e vento infocato sarà il contenuto del loro calice.11
Risvegliati, risvegliati, levati, o Gerusalemme, che hai bevuto dalla mano dell’Eterno la coppa del suo furore, che hai bevuto la feccia del calice di stordimento fino a scolarla completamente.12
Nel corso della sua vita, Gesù cercò solamente di fare la volontà del Padre; ancora una volta confermò il suo desiderio di farlo, dicendo non come io voglio, ma come vuoi tu. Naturalmente questo aveva un prezzo. Gesù era il Figlio di Dio, ma era anche umano. Sapeva che avrebbe sofferto una morte orribile e dolorosa ed era una normale reazione umana pregare di poterla evitare, se fosse stato possibile. Ciononostante, la maggior preoccupazione di Gesù era fare la volontà di suo Padre.
Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: «Così non avete potuto vegliare neppure un’ora con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto, ma la carne è debole».13
Gesù stava pregando poco distante dai discepoli. Ritornò da loro, probabilmente riferendosi a Pietro, Giacomo e Giovanni. Che insieme a Gesù si erano allontanati dal resto dei discepoli. I tre dormivano. In questo momento difficile, quando Gesù cercava il sostegno dei suoi amici, essi lo delusero.
Gesù chiese loro se non avevano la forza di vegliare con Lui per un’ora. La sua domanda offre loro una specie di scusa, suggerendo che non avevano la forza di farlo, poi affermando che anche se lo spirito è pronto la carne è debole. Poco prima avevano professato la loro lealtà e affermato di essere pronti a morire per Gesù (v. 35), ma quando furono messi alla prova erano troppo stanchi e non avevano l’energia per vegliare con Lui nemmeno un’ora. Gesù proseguì esortandoli a vegliare e pregare. Prima aveva detto loro “vegliate con me” (v. 38) e ora lo ripete (v. 41), aggiungendo “e pregate”, sapendo che solo il Padre poteva dar loro ciò di cui avevano bisogno per affrontare le sfide che avrebbero incontrato presto.
Si allontanò di nuovo per la seconda volta e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice si allontani da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà!»14
Gesù si allontanò un’altra volta dai tre discepoli che erano con Lui e cominciò a pregare suo Padre. Prima aveva pregato: Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice.15 Adesso prega: Se non è possibile che questo calice si allontani da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà! Avendo chiesto al Padre in precedenza di allontanare il calice, ora Gesù capisce che “bere questo calice” è la volontà del Padre e a quella volontà si sottomette.
Poi, tornato di nuovo, li trovò che dormivano, perché i loro occhi erano appesantiti. E, lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, dicendo le medesime parole.16
Nel Vangelo di Marco, quando Gesù andò dai tre discepoli una seconda volta, leggiamo:
Ritornato, trovò i discepoli nuovamente addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti e non sapevano che cosa rispondergli.17
La loro risposta in Marco mostra che i discepoli erano imbarazzati e non riuscivano a trovare scuse. Sapevano di aver deluso Gesù.
Ritornò poi dai suoi discepoli e disse loro: «Da ora in poi dormite pure e riposatevi; ecco l’ora è giunta e il Figlio dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori».18
Alcune Bibbia traducono la prima frase diversamente. Per esempio, la TILC dice: Ma come, voi ancora dormite e riposate?19 Questa è la terza e ultima volta che Gesù smette di pregare e chiede ai tre discepoli di pregare con Lui, e ancora una volta li trova addormentati. Mentre alcune traduzioni sembrano indicare che diceva ai discepoli di continuare a dormire, generalmente si interpreta questo passaggio nel senso che nemmeno questa volta Gesù voleva che i discepoli continuassero a dormire, proprio come le altre due volte che era tornato da loro.
Dichiarò che l’ora è giunta, cioè che il momento del suo tradimento e della dispersione dei discepoli era arrivato, come aveva predetto prima quando aveva detto: “In verità vi dico che uno di voi mi tradirà”.20 In questo capitolo troviamo quattro volte un riferimento al tradimento di Gesù.21 Lui era consapevole di essere in procinto di essere tradito da uno dei suoi.
(Continua.)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Matteo 26,17–20.
2 Matteo 26,30.
3 Matteo 26,31.
4 Matteo 26,36.
5 Giovanni 18,1.
6 Matteo 26,37–38.
7 Salmi 42,5–6. Vedi anche Salmi 43,5.
8 Morris, The Gospel According to Matthew, 667.
9 Matteo 26,39.
10 Luca 22,41.
11 Salmi 11,6 NR.
12 Isaia 51,17. Vedi anche Ezechiele 23,33–34.
13 Matteo 26,40–41.
14 Matteo 26,42.
15 Matteo 26,39.
16 Matteo 26,43–44.
17 Marco 14,40.
18 Matteo 26,45.
19 Matteo 26,45 TILC.
20 Matteo 26,21.
21 Matteo 26,16.21.23.25.
em>Pubblicato originariamente in inglese il 18 gennaio 2022.
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