Al cuore di tutto: la natura e il carattere di Dio

Di Peter Amsterdam

Novembre 17, 2011

La giustizia e la rettitudine di Dio

 

(Per un’introduzione e una spiegazione generale di questa serie, vedete Al cuore di tutto: introduzione)­­

Un attributo di Dio strettamente connesso con la sua santità è la sua giustizia, cioè la sua rettitudine, integrità, bontà, virtù e dirittura morale. La parola usata nel Vecchio Testamento ebraico e nel Nuovo Testamento greco si riferisce sia a rettitudine e imparzialità che all’azione giudicante di Dio; viste da una prospettiva biblica esse sono praticamente la stessa cosa. La rettitudine e la giustizia divina possono esser viste come lo stesso attributo, o per lo meno strettamente correlate.

Dio è rettitudine

La rettitudine divina significa che il suo essere, la sua natura e il suo carattere sono sempre giusti: buoni, equi e imparziali; Dio è il parametro ultimo di ciò che è giusto. In Lui non c’è ingiustizia. Poiché è il parametro della giustizia, sicuramente fa ciò che è giusto. Egli è integrità, bontà e rettitudine totale.

 

Io, l'Eterno, dico ciò che è giusto e dichiaro le cose che sono rette.[1]

 

L'Eterno è giusto; Egli è la mia Rocca e non vi è alcuna ingiustizia in Lui.[2]

 

Egli è la Roccia, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; Egli è giusto e retto.[3]

Giustizia e diritto formano la base del tuo trono; benignità e verità vanno davanti al tuo volto..[4]

L'Eterno è giusto […] Egli non commette iniquità. Ogni mattino Egli porta alla luce la sua giustizia e non viene mai meno.[5]

Poiché Dio è giusto per sua stessa natura, è equo e imparziale in tutte le sue azioni, compresi i suoi rapporti con l’umanità. Poiché Dio è santo, non può sopportare il peccato; e poiché è giusto, è necessario che tratti gli uomini secondo ciò che si meritano. Dio ricompensa le persone rette, quelle che vivono in linea con la sua volontà, la sua Parola e i suoi modi. Analogamente, quando uno pecca c’è una punizione. Se non ci fossero ricompense o punizioni, Dio non sarebbe equo, quindi sarebbe ingiusto, cosa che non può essere perché andrebbe contro la sua natura e la sua essenza.

Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano..[6]

 

Il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo».[7]

Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene; a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione ed ira. […] Perché presso Dio non v'è parzialità.[8]

 

Prospettiva sul peccato, e il suo trattamento

C’è una differenza nella prospettiva divina e nel trattamento delle persone che obbediscono pazientemente e costantemente alla verità e di quelle che la rifiutano e seguono il male. Per le prime c’è una ricompensa; per le seconde, ira e collera. Naturalmente tutti gli esseri umani peccano, ma Dio differenzia tra chi si pente e si dispiace dei propri peccati e chi sceglie intenzionalmente di seguire il male.

Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.[9]

Ma la persona che commette un peccato deliberatamente, sia essa nativa del paese o straniera, oltraggia l'Eterno; quella persona sarà sterminata di mezzo al suo popolo. Poiché ha disprezzato la parola dell'Eterno e ha violato il suo comandamento, quella persona dovrà essere sterminata; porterà il peso della sua iniquità.[10]

È difficile per molti di noi pensare al giudizio divino sui peccatori come a una cosa buona e giusta. Ci piace pensare a Dio come al Dio dell’amore — e decisamente lo è. Ci ama incondizionatamente, anche quando pecchiamo. Egli ama perfino chi pecca in modo insolente. Poiché il suo amore è anche sua natura e suo carattere, Egli ci ama intrinsecamente. Comunque non ama i nostri peccati. Questi ci separano da Lui.

Poiché è supremamente santo, non può accettare il peccato; e poiché è giusto, il peccato va punito o espiato. Ma poi, poiché ci ama, ha fatto in modo che i nostri peccati fossero espiati mediante la morte e la resurrezione di Gesù, così da risparmiarci la separazione da Lui o la punizione per i nostri peccati.

In un certo senso si potrebbe dire che la combinazione della santità, della rettitudine e della giustizia divina condanna completamente l’umanità. Ogni essere umano pecca e di conseguenza offende la santità di Dio, la sua stessa natura. Poiché Egli è equo e giusto, deve dare a ciascuno ciò che si merita; e ciò che tutti noi meritiamo, come peccatori, è la punizione per il peccato. Dato che la santità divina richiede la sua separazione dal peccato, se pecchiamo meritiamo una separazione permanente da Lui. Alcuni pensatori cristiani ritengono che l’inferno sia proprio questo: la separazione permanente da Dio, il vivere lontano da Dio senza un senso della sua presenza, abbandonati e impossibilitati a comunicare con Lui o ricevere il suo aiuto. Alcuni vedono l’inferno come il culmine delle ripetute scelte fatte da una persona di eliminare Dio dalla propria esistenza nella vita presente, che poi proseguono, ancora più gravemente, nella vita ultraterrena.

Dio è il Giudice supremamente giusto ed equo. Lui è il solo giudice dei pensieri e delle intenzioni del cuore. Lui solo può conoscere e comprendere la pienezza delle azioni, dei motivi e degli scopi di una persona, quindi è l’unico che possa giudicare sempre accuratamente. Come esseri umani, spesso giudichiamo dalle apparenze o secondo la nostra comprensione di una situazione, ma Dio conosce il nocciolo della questione.

Dio è un giusto giudice e un Dio che si adira ogni giorno contro i malfattori..[11]

Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione.[12]

La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore.[13]

La rettitudine e la giustizia di Dio possono sembrare spaventose, in un certo senso. Sapere che odia il peccato, che prova indignazione ogni giorno e che il peccato deve essere punito, può essere terrificante. Allo stesso tempo, è per questo che la salvezza è tanto bella e importante. Dio ci ama e mandò suo Figlio a salvarci dalla punizione che, come peccatori, ci meritiamo.

In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l'espiazione per i nostri peccati.[14]

Gesù soffrì per noi, portò i nostri peccati sulla croce, fu punito per le nostre trasgressioni. Questa è la magnificenza dell’amore di Dio per noi. Non dobbiamo vivere nella paura del giudizio. Ha fatto in modo che potessimo collegarci a Lui, essere suoi figli, invece di essere condannati a restare separati da Lui. Abbiamo questa sicurezza meravigliosa e ciò imprime in noi l’importanza di condividere la salvezza con altri, testimoniando loro.

Capire che Dio è Giusto e retto, dovrebbe anche aiutarci ad avere fiducia in Lui, a sapere che possiamo contare che faccia sempre ciò che è meglio per noi, anche se al momento non lo comprendiamo. Dio ha una comprensione totale di ogni cosa e ci ama; quindi possiamo sicuramente contare su di Lui in tutte le situazioni.

Nel prossimo articolo vedremo come l’amore, la misericordia e la grazia di Dio bilanciano la sua giustizia e la sua rettitudine.


Note

Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI), la Traduzione in Lingua Corrente (TILC), la Luzzi Riveduta (Luzzi) e la Vulgata.


Bibliografia

Barth, Karl. The Doctrine of the Word of God, Vol.1, Part 2. Peabody: Hendrickson Publishers, 2010.

Berkhof, Louis. Systematic Theology. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1996.

Cottrell, Jack. What the Bible Says About God the Creator. Eugene: Wipf and Stock Publishers, 1996.

Craig, William Lane. The Doctrine of God. Defenders Series Lecture.

Garrett, Jr., James Leo. Systematic Theology, Biblical, Historical, and Evangelical, Vol. 1. N. Richland Hills: BIBAL Press, 2000.

Grudem, Wayne. Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine. Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000.

Lewis, Gordon R., and Bruce A. Demarest. Integrative Theology. Grand Rapids: Zondervan, 1996.

Milne, Bruce. Know the Truth, A Handbook of Christian Belief. Downers Grove: InterVarsity Press, 2009.

Mueller, John Theodore. Christian Dogmatics, A Handbook of Doctrinal Theology for Pastors, Teachers, and Laymen. St. Louis: Concordia Publishing House, 1934.

Ott, Ludwig. Fundamentals of Catholic Dogma. Rockford: Tan Books and Publishers, Inc., 1960.

Packer, J. I. The Attributes of God 1 and 2. Lecture Series.

Williams, J. Rodman. Renewal Theology, Systematic Theology from a Charismatic Perspective. Grand Rapids: Zondervan, 1996.


[1] Isaia 45,19.

[2] Salmi 92,15.

[3] Deuteronomio 32,4.

[4] Salmi 89,14.

[5] Sofonia 3,5.

[6] 1 Corinzi 2,9 .

[7] Matteo 25,34.

[8] Romani 2,5–11.

[9] 1 Giovanni  1,9.

[10] Numeri 15,30–31.

[11] Salmi 7,11.

[12] 2 Timoteo 4,8.

[13] Ebrei 4,12.

[14] 1 Giovanni 4,10.

 


Titolo originale: The Heart of It All: The Nature and Character of God - God’s
Righteousness and Justice
Pubblicato originariamente in Inglese il 20 Settembre 2011

Copyright © 2024 The Family International. Tutela della privacy Utilizzo dei cookie