Ama. Vivi. Predica. Insegna. – Introduzione

Di Peter Amsterdam

Novembre 15, 2011

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Questa serie di articoli è nata da alcuni discorsi che ho tenuto nel corso del 2011. All’interno degli articoli citerò diversi versetti biblici.[1]

Sono parole che hanno cambiato il mondo. Furono queste parole, piantate nel cuore dei discepoli, che li commossero e li spinsero a diffondere il vangelo in tutto il mondo. Le parole che Gesù rivolse ai suoi amici sono parole che contengono il suo cuore, la sua visione, il suo incarico a quelli che lo seguono. Esprimono i principi fondamentali che guidano la nostra vita spirituale. Ci mostrano chi possiamo e dovremmo essere. Sono parole dello spirito. Sono parole di vita.[2]

Queste parole ci collegano al cuore degli insegnamenti di Gesù. Contengono il mandato che ci ha affidato. Ci dirigono e ci attaccano a Lui. Sono le parole che determinano il nostro obiettivo fondamentale: la missione; le nostre dottrine fondamentali: la nostra fede; i nostri valori fondamentali: come viviamo e interagiamo gli uni con gli altri. Sono alla base delle nostre decisioni. È dai semi delle parole di Gesù che cresceremo e porteremo frutto. Come disse Gesù:

Quelli che hanno ricevuto il seme in buon terreno, sono coloro che odono la parola, la ricevono e portano frutto, chi il trenta, chi il sessanta e chi il cento.[3]

Questa serie tratterà dei principi che sono vitali per ciascuno di noi che amiamo Dio, che vogliamo seguirlo, che vogliamo condurre la nostra vita secondo i suoi insegnamenti, che vogliamo essere suoi discepoli, che vogliamo predicare il Vangelo e fare discepoli di tutte le nazioni.

Come definire il discepolato

Recentemente ho meditato su cosa voglia dire essere discepoli di Gesù. Leggendo e riflettendo sulla questione, sono arrivato a delineare quattro elementi fondamentali per essere discepoli, che si possono esprimere in quattro parole: ama, vivi, predica, insegna — nel senso che dovremmo amare, vivere, predicare e insegnare Lui.

Ho riflettuto se usare il termine “discepolo” in questa serie, perché persone diverse definiscono quel termine in modo diverso e LFI ha espresso il significato di “discepolato” in vari modi nel corso degli anni. Ho deciso di usarlo e di definire a cosa mi riferisco quando parlo di discepolato.

I vocabolari danno alcune definizioni della parola discepolo:

Un discepolo è un seguace degli insegnamenti di un altro; una persona che accetta questi insegnamenti, cerca di comportarsi di conseguenza e contribuisce alla loro diffusione.

Quindi, un discepolo di Gesù è una persona che accetta e segue i suoi insegnamenti, nel senso che è un aderente attivo, li mette in pratica nella sua vita e contribuisce in qualche maniera, con la sua partecipazione e facilitazione, alla diffusione della buona novella della salvezza ­— il messaggio di Gesù.

Essere discepoli vuol dire ben più che credere in Gesù. Tutti i discepoli sono credenti, ma non tutti i credenti sono discepoli. Non si tratta di un giudizio, ma di un fatto. I credenti accettano per veri gli insegnamenti di Gesù; credono in Lui, credono che sia il loro salvatore e sanno di essere salvati. Gesù indicò chiaramente che credere in Lui è sufficiente per la salvezza, quando disse, in Giovanni 3,16, che “chiunque crede in Lui non perisce, ma ha vita eterna”. È meraviglioso essere credenti! Comporta la vita eterna, l’eternità insieme a Dio.

Seguire il cammino del discepolato significa che uno prende la decisione di aggiungere azione alla sua fede. Vuol dire andare oltre l’accettazione degli insegnamenti e comporta la scelta di seguirli e metterli in pratica nella vita quotidiana. Quel cammino porta a prestarsi attivamente alla diffusione degli insegnamenti.

La parola “discepolo” è la traduzione del greco mathetes che indica un allievo, chi impara. Nel Nuovo Testamento la parola discepolo è usata solo nei Vangeli e nel libro degli Atti. Indica il contrasto tra l’insegnante e l’allievo. Implica anche che l’allievo segue gli insegnamenti dell’insegnante, che li accetta non solo credendo in essi, ma vivendoli, mettendoli in pratica e seguendoli.

Non tutti i credenti diventano discepoli. Questi ultimi, comunque, sono la chiave per la diffusione del cristianesimo, per l’adempimento del mandato affidato da Gesù ai suoi primi discepoli, quelli incaricati di portare la buona novella al mondo di quei giorni. Come discepoli moderni, abbiamo l’incarico di portare il Vangelo al mondo dei nostri giorni.

Stavo pensando al ruolo avuto da altri nel mio diventare cristiano, sia quelli che mi hanno parlato di Gesù quando non ero ricettivo, sia quelli che in seguito mi hanno testimoniato e mi hanno portato al Signore. Mi sono reso conto che ogni persona che ha avuto un ruolo nella mia salvezza, che abbia piantato il seme, l’abbia innaffiato, o mi abbia portato al Signore, ha avuto altri che hanno rivestito lo stesso ruolo nella sua vita.  Probabilmente la stessa cosa è successa a voi. La nostra salvezza è dipesa dalle persone che ci hanno parlato di Gesù, che a loro volta probabilmente la devono a qualcun altro che ha dato loro il messaggio in qualche momento della loro vita.

Ogni caso in cui una persona ha portato Gesù nella vita di un’altra, che a sua volta ha raggiunto qualcun altro, è un microcosmo della storia del cristianesimo.  Esso continua a esistere perché i discepoli contribuiscono a diffondere gli insegnamenti di Gesù. La genealogia di qualcuno passa di persona in persona, di generazione in generazione, grazie a chi crede, segue e diffonde gli insegnamenti.

Alcuni possono tracciare la loro genealogia fisica indietro nei secoli. Altri, specialmente se discendono da famiglie nobili, possono tracciarla fino a un migliaio di anni. La nostra genealogia cristiana parte da duemila anni fa. Ogni cristiano è un lontano parente spirituale dei primi cristiani, quelli che conobbero Gesù, che predicarono per primi la buona novella. Predicarono il Vangelo, insegnarono ad altri e li consolidarono nella fede; poi il procedimento fu ripetuto più e più volte, un secolo dopo l’altro. Il cristianesimo esiste oggi perché nel corso della storia alcuni fecero ciò che Gesù insegnò ai primi discepoli: predicare il Vangelo e fare discepoli. Quindi, la presenza dei discepoli nel mondo è essenziale perché il cristianesimo continui. I testimoni fedeli non possono sapere del tutto quanti frutti porteranno in futuro negli anni, perfino nelle generazioni.

Sono sicuro che la maggior parte di voi abbia sentito parlare di Billy Graham, un uomo che nel corso del suo ministero ha condotto milioni di persone al Signore. Mi chiedo se molti di voi abbiano sentito parlare di Edward Kimball. Mi sono imbattuto in un articolo che spiegava qualcosa di molto speciale riguardo a Kimball.

TimelineUn uomo di nome Edward Kimball condusse a Cristo Dwight L. Moody. Questi col tempo divenne uno dei più grandi predicatori della storia moderna. Fu lui ad avere un impatto su F. B. Meyer, che influenzò Wilbur Chapman. Quest’ultimo si associò a Billy Sunday che colpì profondamente Mordecai Ham. Ham riteneva che il suo ministero non avesse successo e decise di smettere, ma si sentì spinto a tenere un ultimo percorso di incontri per il risveglio religioso. Un sedicenne con scarso interesse religioso fu persuaso ad assistere a una delle ultime riunioni. Si chiamava Billy Graham.[4]

Edward Kimball condusse Dwight L. Moody al Signore nel 1885. Fu solo quarantanove anni più tardi, nel 1934, che Billy Graham si salvò durante la riunione evangelica di Mordecai Ham.

A diciassette anni Dwight aveva bisogno di lavorare e suo zio gli offerse un impiego, a patto che frequentasse una chiesa, per restare fuori dai guai. Così Dwight ci andò ogni domenica, anche se non era ancora salvato. Kimball, il suo insegnante di catechismo, si sentì spinto a parlargli. Con una certa trepidazione entrò nel negozio di scarpe dove lavorava Dwight, chiedendosi se parlare con lui sul lavoro gli avrebbe procurato qualche problema. Decise di entrare comunque e grazie a quella scelta Dwight si salvò. Edward Kimball era un discepolo. Fece quello che fanno tutti i discepoli e per questo fece parte di una linea genealogica grazie alla quale il Vangelo fu predicato a centinaia di milioni di persone.

Persone come Billy Graham, Billy Sunday e D. L. Moody furono evangelizzatori famosi, con ministeri enormi. Insieme ad altri come loro, compreso l’apostolo Paolo — che fu probabilmente l’evangelizzatore più famoso di tutti ­— ebbero un grande impatto. Avevano un ministero pubblico e furono famosi ai loro giorni, e dopo, per il loro impegno nella predicazione del Vangelo. Li ammiro molto.

Ma ammiro molto anche i discepoli sconosciuti, gli Edwars Kimball, quelli che credettero, seguirono e parlarono agli altri di Gesù in maniera tranquilla e costante. Raramente sentiamo parlare di loro, nessuno ha scritto libri su di loro ed essi stessi non hanno scritto alcun libro. La madre e il padre che hanno portato i loro figli al Signore e li hanno allevati nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.[5] Il discepolo che testimonia fedelmente e ha un gruppetto di persone che si ritrovano per studi biblici e comunione spirituale. Il pastore o il prete che insegna fedelmente ogni settimana ai suoi parrocchiani. Il missionario che opera in un paese straniero, aiutando materialmente e spiritualmente i bisognosi. La persona che testimonia a chi gli sta accanto sull’autobus. La persona che ha testimoniato a me e quelle che hanno testimoniato a voi. Oggi io sono un cristiano perché, fortunatamente per me, un discepolo si è imbattuto in me e ha dedicato il suo tempo a parlarmi di Gesù.

Dagli inizi del cristianesimo a oggi, i discepoli in tutto il mondo hanno continuato a vivere la loro fede e a parlarne ad altri; ma la maggior parte di loro l’hanno semplicemente vissuta e condivisa con altri senza tanta fanfara, credito o fama. A pensarci bene, sappiamo pochissimo della maggior parte dei dodici apostoli di Gesù. Di alcuni, come Pietro, Giovanni e Matteo, sappiamo un po’ di più perché scrissero qualcosa, o qualcosa fu scritto su di loro. Ma quanto sappiamo di quel che fecero Andrea, Filippo, Bartolomeo, Giuda o Simone, per realizzare il mandato del Signore? Ne sappiamo pochissimo e quel poco è considerato una tradizione, per lo più priva di prove evidenti. La tradizione cristiana afferma che predicarono il Vangelo e in cambio furono martirizzati. Andarono in vari paesi, predicarono Gesù crocefisso e risorto e fecero discepoli che continuarono a dare il messaggio ad altri.

Un discepolo è una persona, famosa o no, esuberante o no, nota o sconosciuta – che crede negli insegnamenti di Gesù e si sforza di metterli in pratica nella sua vita, diffondendo e insegnando il Vangelo in qualche maniera. I discepoli sono incredibilmente importanti, perché è grazie a loro che altre persone giungono a conoscere Gesù e la salvezza. È grazie a loro che il cristianesimo si diffonde e il Vangelo è predicato su tutta la terra.

Nei successivi articoli di questa serie, ogni volta che sono utilizzate le parole discepolo o discepolato, è nel contesto di quanto abbiamo definito e spiegato qui sopra.


[1] Se non diversamente indicato, i versetti biblici citati in questa serie sono tratti dalla versione Nuova Diodati (LND).

[2] Giovanni 6,63: È lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita.

[3] Marco 4,20.

[4] Questa citazione proviene da un articolo su Internet che ho letto qualche tempo fa, ma non siamo riusciti a trovare il nome dell’autore originale.

[5] Efesini 6,4.

 


Titolo originale: Love. Live. Preach. Teach.–Introduction
Pubblicato originariamente in Inglese l'11 Ottobre 2011
versione italiana affissa il 15 Novembre 2011;
statistiche: 2.022 parole; 10.491 caratteri

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