Di Peter Amsterdam
Febbraio 14, 2017
[More Like Jesus: Holiness (Part 1)]
(Questo articolo si basa su alcuni punti chiave del libro The Pursuit of Holiness [La ricerca della santità], di Jerry Bridges1).
Uno dei passaggi chiave citati in questa serie è Efesini 4,22-24:
Avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità. —NR.
Questo passo chiede a noi, che siamo creature nuove,2 di rivestire l’uomo nuovo creato a immagine di Dio, indicata qui come giustizia e santità che procedono dalla verità. Per molti, la parola “santità” o il concetto di “essere santi”, richiama alla mente un’ubbidienza legalistica o uno sgradevole atteggiamento di “sono più santo di te”. Non è ciò di cui parla l’apostolo Paolo.3
La santità è uno degli attributi divini, parte della sua essenza fondamentale. Dio è distinto, separato e diverso da qualunque cosa e da chiunque sia mai esistito e più grande di tutto e di tutti; è anche moralmente puro. La sua santità è la differenza essenziale tra Dio e l’uomo. Anche se potremmo rispecchiare Dio compiendo azioni sante, Dio è santità. La sua santità è un’assenza del male, una libertà perfetta da ogni male. Come esseri umani, non siamo capaci di questo. In 1 Giovanni 1,5, leggiamo che Dio è luce e in Lui non vi è tenebra alcuna. La luce e il buio, quando usati in questo modo nelle Scritture, hanno un significato più profondo dei semplici giorno e notte. Giovanni ci dice che Dio è assolutamente libero da ogni male morale e che è di per Sé l’essenza della purezza morale.4
Dio è sempre perfettamente conforme al suo carattere e agisce sempre e uniformemente secondo il suo carattere santo. Poiché è santo, tutte le sue azioni sono sante. Possiamo quindi avere la certezza che le sue azioni nei nostri confronti sono sempre giuste e perfette. Dio non può in alcun caso essere ingiusto, perché se lo fosse sarebbe contrario alla sua natura essenziale.
Poiché Dio è santo, anche noi siamo invitati a essere santi. L’apostolo Pietro scrisse:
Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».5
Il termine greco qui tradotto con condotta significa “modo di vivere, atteggiamento, comportamento”, il modo in cui una persona si comporta e agisce. In un altro punto le Scritture ci insegnano che dobbiamo cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore.6
Dato che Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) è santo, anche noi che vogliamo essere devoti o simili a Cristo dobbiamo essere santi. Ovviamente ci è impossibile essere completamente santi, perché siamo umani e pecchiamo. Tuttavia, la santità fa parte del nostro percorso con il Signore e del diventare più simili a Lui.
Santità ha due significati. Il primo si riferisce a separazione o distacco. Nel Vecchio Testamento Israele era chiamato un “popolo santo” perché apparteneva esclusivamente a Dio ed era separato dalle altre nazioni. Ciò seguiva un parallelo con la separazione o la “diversità” di Dio da tutte le cose create. Il concetto dei Cristiani come popolo santo è visibile anche nel Nuovo Testamento:
Voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce.7
Il popolo di Dio è santo perché appartiene esclusivamente a Lui.
Il secondo significato di “santo” si riferisce alla purezza e alla virtù. Il Vecchio Testamento contiene molti riferimenti alla purezza rituale, comprese la purificazione cerimoniale e la distinzione tra cibi puri e impuri. Parla anche di essere purificati dal peccato:
Poiché in quel giorno il sacerdote farà l’espiazione per voi, per purificarvi, affinché siate purificati da tutti i vostri peccati davanti all’Eterno.8
Nel Nuovo Testamento Gesù eliminò la purezza rituale/cerimoniale e concentrò la sua attenzione sulla purezza interiore e morale, la purezza del cuore.9
Grazie alla salvezza diventiamo santi (santificati).10 Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.11Tuttavia, anche se i nostri peccati sono stati perdonati, non siamo assolutamente privi di peccato. Anche se il peccato non regna più nella nostra vita, è ancora presente in noi. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.12 Chiaramente commettiamo ancora peccati; tuttavia, se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.13
Il peccato non ha più su di noi la stessa presa che aveva prima della salvezza, ma lottiamo ancora contro di esso. In un certo senso, al momento della salvezza siamo fatti “santi”, ma c’è anche un processo graduale di trasformazione che dobbiamo attraversare per il resto della nostra vita: uno sviluppo in santità. L’apostolo Paolo lo descrisse in questo modo:
E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.14
Questo sviluppo in santità non è automatico; richiede uno sforzo, come si vede dall’immagine del correre una gara:
Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti.15
C’è una continua “deposizione” del peccato durante tutta la “gara” della nostra vita. Non raggiungeremo mai una completa somiglianza con Cristo né sradicheremo il peccato durante la nostra vita terrena. Tuttavia, pur sapendo che ciò avverrà pienamente solo nella vita futura, siamo comunque invitati a impegnarci per continuare a farlo nella vita presente.
Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è. E chiunque ha questa speranza in Lui, purifichi se stesso, come Egli è puro.16
Le parole purifichi e puro nell’ultima frase derivano entrambe dalla stessa parola greca usata per esprimere santità e santo.
Dovremmo sforzarci di conformare noi stessi interamente all’immagine di Dio – il cuore, le emozioni, la mente, l’anima e lo spirito. Man mano che questi si trasformano gradualmente, le azioni del nostro corpo rispecchieranno quella trasformazione interiore; le nostre azioni, le nostre parole e le nostre interazioni con gli altri rispecchieranno Cristo. Come scrisse l’apostolo Paolo:
Avendo dunque queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio.17
Lo scrittore J. Rodman Williams scrisse:
Sicuramente, nel campo spirituale, il credente ha bisogno di una purificazione costante. Potrebbero esserci orgoglio o superbia spirituale che devono essere ridotti a umiltà, rancore spirituale che deve essere addolcito dallo Spirito di Dio, uno spirito critico che deve essere raffinato dall’amore, uno spirito irritabile che deve essere rinnovato con la calma e la pace. A queste cose può essere aggiunto in modo particolare uno spirito duro che deve essere liberato dalla sua inflessibilità e dalla sua ingratitudine.18
Le Scritture indicano il bisogno di trasformazione mediante un continuo rinnovamento della mente: Non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente.19 Siamo invitati a sviluppare una mentalità conforme alle Scritture, in maniera che i nostri valori, i nostri desideri e le nostre morali siano basati sugli insegnamenti della Bibbia invece che sulle norme della società.
Diventare più simili a Gesù vuol dire che in noi anche sentimenti, emozioni, desideri e passioni devono acquisire una somiglianza a Cristo: ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo.20 Così l’ira, l’invidia, l’avidità, la lussuria e la gelosia devono trasformarsi in sentimenti propri di Cristo.
Questa religiosità richiede anche la trasformazione della nostra volontà in modo che sia in linea con la sua volontà così com’è rivelata nelle Scritture. Accettiamo la volontà di Dio e diciamo di no a ciò che si oppone a Lui. Le nostre scelte, decisioni e azioni sono in armonia con la sua volontà e la sua natura così come sono rivelate nella sua Parola. La grazia di Dio ci aiuta a fare le giuste scelte morali.
La trasformazione nell’immagine di Cristo è olistica, in quanto trasforma l’intera persona. È un processo che inizia al momento della salvezza e continua per tutta la vita. Si ottiene mediante la grazia di Dio e l’opera trasformatrice nello Spirito Santo, ma ciò non significa che Dio ci trasformi a somiglianza di Cristo senza sforzi da parte nostra. Quando vogliamo seriamente essere più simili a Gesù, ovviamente preghiamo che il Signore ci cambi, ma prendiamo anche decisioni che ci spingono verso la santità, poi le mettiamo in pratica.
L’atto di spogliarci del vecchio io e rivestirci del nuovo, come indicato in Efesini 4,20-24, si riferisce alla trasformazione e alla santità, perché entrambe richiedono di spogliarsi del peccato e rivestirsi della giustizia. In Colossesi 3, l’apostolo Paolo elenca specificamente:
Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria. […]Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria; e non esca dalla vostra bocca maldicenza e alcun parlare disonesto. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con i suoi atti, e vi siete rivestiti dell’uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l’ha creato.21
Poi Paolo gli dà seguito con il lato positivo:
Vestitevi dunque come eletti di Dio, santi e diletti, di viscere di misericordia, di benignità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza, sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se uno ha qualche lamentela contro un altro; e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi. E sopra tutte queste cose, rivestitevi dell’amore, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Dio, alla quale siete stati chiamati in un sol corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.22
Il voler essere simili a Cristo ci invita ad autodisciplinarci e a prendere posizione, nel cuore e nella mente, contro le azioni, gli impulsi e i pensieri negativi che portano al peccato; e ad accettare le virtù, i valori e le morali che riflettono la natura divina. Nei prossimi articoli prenderemo in esame il peccato – la parte della santità che riguarda lo “spogliarsi”, cioè le cose che dobbiamo eliminare dalla nostra vita per essere più simili a Gesù. In seguito, la nostra attenzione si sposterà sul lato del “rivestirsi”: lo sviluppare dentro di noi le cose che modellano la nostra vita a immagine di Cristo.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Jerry Bridges, The Pursuit of Holiness (Colorado Springs: NavPress, 2006).
2 2 Corinzi 5,17.
3 Per una spiegazione più completa della santità di Dio, vedi Al cuore di tutto: la natura e il carattere di Dio.
4 Bridges, The Pursuit of Holiness, 22–23.
5 1 Pietro 1,14–16 NR.
6 Ebrei 12,14.
7 1 Pietro 2,9.
8 Levitico 16,30.
9 Matteo 5,8.
10 La parola greca hagios e i suoi derivati sono tradotti nel Nuovo Testamento con santo, santità, santificare, santificazione.
11 Ebrei 10,10.
12 1 Giovanni 1,8.
13 1 Giovanni 1,9.
14 2 Corinzi 3,18.
15 Ebrei 12,1.
16 1 Giovanni 3,2–3.
17 2 Corinzi 7,1.
18J. Rodman Williams, Renewal Theology, Book 3 (Grand Rapids: Zondervan, 1996), 93–94.
19 Romani 12,2.
20 Tito 2,12.
21 Colossesi 3,5, 8–10.
22 Colossesi 3,12–15.
Pubblicato originariamente in Inglese il 6 settembre 2016.
Copyright © 2024 The Family International. Tutela della privacy Utilizzo dei cookie