Le storie raccontate da Gesù: calcolare il costo, Luca 14,25-33

Di Peter Amsterdam

Settembre 1, 2018

Due parabole sul discepolato

[The Stories Jesus Told Counting the Cost, Luke 14:25–33]

Il quattordicesimo capitolo del Vangelo di Luca contiene alcune delle affermazioni più difficili che Gesù fece sul discepolato. Include la parabola della grande cena,1 che parla di quelli che antepongono i propri interessi personali alla chiamata di entrare in comunione con Dio. Prosegue dicendo che molta gente andava con [Gesù]2 e fu a queste folle che Lui si rivolse con parole molto forti:

Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.3

Dopo aver detto loro che chi voleva seguirlo doveva fare dei sacrifici, ha proseguito col raccontare, una di seguito all’altra, due parabole brevi ma forti sul discepolato e sul bisogno di pensare attentamente al prezzo da pagare per seguirlo.

La prima parabola dice:

Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire? Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo: "Quest'uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare".4

La frase che inizia con “chi di voi” è una domanda retorica, che si aspetta che la risposta sia “nessuno”. Gesù utilizzò domande retoriche simili anche per introdurre altre parabole:

Poi disse loro: «Chi è fra voi colui che ha un amico, che va da lui a mezzanotte, dicendogli: "Amico, prestami tre pani…”»5

«Qual uomo fra voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro alla perduta finché non la ritrova?»6

«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge gli dirà quando è tornato a casa dai campi: "Vieni subito a metterti a tavola"?»7

In questa parabola, è sottinteso che nessuno con un po’ di buon senso comincerebbe a costruire un edificio senza prima stimarne il costo e stabilire se ha abbastanza denaro per completarlo.

Nelle Scritture leggiamo di varie torri. Alcune sembravano costruite per scopi militari:

Io starò al mio posto di guardia, mi porrò sulla torre.8

Poiché il giorno dell'Eterno degli eserciti verrà contro tutto ciò che è orgoglioso ed altero, e contro tutto ciò che si innalza, […] contro ogni torre eccelsa e contro ogni muro fortificato.9

Perché tu sei stato un rifugio per me e una torre fortificata davanti al nemico.10

Il nome dell'Eterno è una forte torre; a lui corre il giusto ed è al sicuro.11

A volte le torri venivano usate per scopi agricoli:

La circondò con una siepe, ne tolse via le pietre, vi piantò viti di ottima qualità, vi costruì in mezzo una torre e vi scavò un torchio.12

Poi egli cominciò a parlar loro in parabole: «Un uomo piantò una vigna, vi fece attorno una siepe, vi scavò un luogo dove pigiare l'uva, vi costruì una torre, e l'affidò a dei vignaioli, poi se ne andò lontano».13

I contadini utilizzavano le torri come alloggi o per tenervi gli attrezzi e i prodotti agricoli, e come punti d’osservazione per proteggere i raccolti da ladri e animali.14

Nel contesto di questa parabola, Gesù probabilmente si riferiva a una torre utilizzata per scopi agricoli. Il padrone ha buone intenzioni. Costruire una torre gli sarà utile. Oltre a poter proteggere meglio i suoi prodotti o animali da ladri e animali predatori, si guadagnerà anche il rispetto dei vicini per aver migliorato la sua proprietà. Comunque, se quell’uomo è abbastanza sciocco da non valutarne il costo e calcolare se ha abbastanza risorse per completare la torre, è visto come uno stupido e sarà messo in ridicolo.

Nella cultura di quei tempi, era molto importante essere considerato una persona d’onore, mentre la vergogna doveva essere evitata a ogni costo. La conseguenza di un progetto malfatto sarebbe stata che tutti quelli che avrebbero visto l’edificio incompleto avrebbero schernito l’uomo evidenziando il suo fallimento e la sua stoltezza.

Quando Gesù disse che l’uomo che non aveva calcolato il costo della costruzione sarebbe stato beffato, era sottinteso che avrebbe perso il suo prestigio, sarebbe diventato lo zimbello del paese e si sarebbe messo in ridicolo. Gesù sfidava le persone a cui chiedeva di seguirlo a pensare bene all’impegno che stavano per prendersi e al ciò che comportava — a valutare il costo del discepolato e a prendere decisioni sagge e ponderate, invece di un impegno che non sarebbero state in grado di rispettare.

La storia parallela a questa parabola è:

Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede di trattare la pace.15

Anche se questa seconda parabola esprime lo stesso concetto della prima, la decisione del re mette a repentaglio la vita di diecimila uomini, oltre alla sua, quindi la posta in gioco è molto più alta. L’uomo che non calcola il costo della torre si espone soltanto al ridicolo e alla vergogna, mentre il re affronta la possibilità di perdere la propria vita, quella di molti soldati e perfino il suo regno.

Anche se nella seconda parabola i rischi sono molto più grandi, il concetto espresso è lo stesso. Il re deve valutare saggiamente la situazione. Ha solo la metà dei soldati del suo avversario. Per vincere, le sue troppe dovrebbero essere molto più abili dei soldati da affrontare. Dovrebbero essere anche eccezionalmente coraggiosi per affrontare con fiducia un esercito grande il doppio del loro. Inoltre dovrebbe anche considerare la possibilità di avere qualche altro vantaggio — familiarità con il terreno, condizioni meteorologiche, linee di rifornimento migliori, una popolazione civile più favorevole e così via – per compensare la disparità numerica. Il re deve decidere se esistono le condizioni perché i suoi soldati possano vincere e se è una battaglia che vale la pena di combattere.

Il re dovrebbe sedersi a esaminare la situazione prima di prendere una simile decisione. Il termine greco tradotto con esaminare in questa versione della Bibbia viene tradotto in altre versioni con determinare, stabilire, calcolare e perfino parlare con i suoi consiglieri e discutere con loro. Un leader saggio dovrebbe pensare bene alla cosa e ascoltare i consigli degli altri. Se diventa chiaro che il rischio è troppo alto e la possibilità di sconfitta troppo grande, allora farebbe meglio a ridimensionare la situazione finché l’esercito più forte è ancora molto lontano. In quel caso il re dovrebbe mandare una delegazione per richiedere i termini di pace.

La prima parabola indica che chi considera di diventare discepolo di Gesù dovrebbe “calcolare il costo”, per vedere se ha le doti necessarie per essere un discepolo. La seconda parabola consiglia di pensar bene alle possibilità di successo prima di prendere una decisione importante come impegnarsi nel discepolato. Entrambe le parabole stimolano la persona che contempla il discepolato a valutare la propria situazione, così che quando prenderà la decisione di seguire Gesù lo farà dopo averci pensato per bene. È una chiamata a essere sicuri e determinati quando ci s’impegna al discepolato.

Quando leggiamo che Gesù chiamò i suoi primi discepoli, siamo colpiti dalla prontezza con cui abbandonarono tutto e lo seguirono.

Or Gesù, camminando lungo il mare della Galilea, vide due fratelli: Simone detto Pietro e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete nel mare, poiché erano pescatori; e disse loro: «Seguitemi e io vi farò pescatori di uomini». Or essi, lasciate prontamente le reti, lo seguirono. E, proseguendo il cammino, vide due altri fratelli: Giacomo, il figlio di Zebedeo e Giovanni suo fratello, nella barca con Zebedeo loro padre, i quali riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi, lasciata prontamente la barca e il padre loro, lo seguirono.16

Anche se lo seguirono immediatamente dopo il suo invito in questa occasione, non doveva necessariamente essere la prima volta che lo incontravano. Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che Andrea, fratello di Simon Pietro, incontrò Gesù e passò la giornata con Lui.17 La mattina dopo incontrò suo fratello Pietro e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia”. 18 Non ci sono indicazioni che Pietro o Andrea l’abbiano seguito in quel momento. In Luca leggiamo che Gesù stava insegnando sulle sponde del lago di Gennesaret quando notò due barche vicino alla riva e dei pescatori sulla piaggia che pulivano le reti. Gesù salì su una delle barche che apparteneva a Simone (Pietro). Quando finì d’insegnare disse a Simone di uscire dove l’acqua era più profonda e gettare le reti. Simone lo fece e pescò un gran numero di pesci, così chiese ai suoi soci, Giacomo e Giovanni, di salire in barca e aiutarlo. È a questo punto che leggiamo che Pietro lasciò ogni cosa e seguì Gesù.19

In altri punti dei Vangeli vediamo esempi di come Gesù mise in guardia quelli che volevano seguirlo, indicando il costo del discepolato:

Allora uno scriba, accostatosi, gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai». E Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha neppure dove posare il capo». Poi un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gesù gli disse: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».20

A Gesù non interessava che le masse lo seguissero. Stava cercando chi lo avrebbe seguito, non per la sua popolarità o perché nutriva gli affamati e faceva miracoli, ma perché credevano profondamente in quello che Lui era. Li avvertì delle possibili conseguenze del discepolato, di pensare alle esigenze che avrebbe richiesto e di accertarsi di comprenderne i requisiti. Non stava cercando di scoraggiare la gente dal diventare discepoli, ma la incoraggiava a prenderne attentamente in considerazione il significato.

Fare la scelta di seguire Gesù vuol dire scegliere di ristrutturare la nostra vita secondo i suoi insegnamenti. Significa cambiare il nostro modo di pensare, dando le giuste priorità a ciò cui dedichiamo il nostro tempo, la nostra energia e il nostro denaro. Cambia i rapporti che abbiamo con gli altri e il nostro modo di interagire con loro, perché ci viene chiesto di diventare meno egocentrici. È una richiesta a riorganizzare radicalmente la nostra vita, tanto da essere disposti a morire per Lui, se necessario. È un impegno per tutta la vita, da non prendere alla leggera. Come Gesù illustrò in queste parabole, chiunque prende la decisione di diventare un discepolo dovrebbe dare una bella occhiata a cosa vuol dire, riconoscere le sfide e poi, se ne è in grado, prendere con tutto il cuore la decisione di seguirlo.

Credo che sia la miglior decisione che si possa fare, perché non solo migliora la nostra vita adesso, ma per tutta l’eternità. E se siamo fedeli a condividere il messaggio di Gesù sulla salvezza, renderà migliore anche la vita degli altri.


Due parabole sul discepolato, Luca 14,25–33

25Or molta gente andava con lui; ed egli, rivolto verso la folla disse:

26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.

27 E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28 Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?

29 Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo:

30 "Quest'uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare".

31 Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila?

32Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede di trattare la pace.

33Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Luca 14,16–24. Vedi Le storie raccontate da Gesù: la grande cena.

2 Luca 14,25.

3 Luca 14,26–27. Per capire meglio questo versetti vedi Gesù, la sua vita e il suo messaggio: il discepolato (parte 3).

4 Luca 14,28–30.

5 Luca 11,5. Le storie raccontate da Gesù: gli amici a mezzanotte

6 Luca 15,4. Le storie raccontate da Gesù: perduti e ritrovati

7 Luca 17,7. Le storie raccontate da Gesù: la parabola del servo ubbidiente

8 Abacuc 2,1.

9 Isaia 2,12.15.

10 Salmi 61,3.

11 Proverbi 18,10.

12 Isaia 5,2.

13 Marco 12,1.

14 Arland J. Hultgren, The Parables of Jesus (Grand Rapids: William B. Eerdmans Publishing Company, 2000), 139.

15 Luca 14,31–32.

16 Matteo 4,18–22.

17 Giovanni 1,38–42.

18 Giovanni 1,41.

19 Luca 5,1–11.

20 Matteo 8,19–22.


Pubblicato originariamente in Inglese il 6 gennaio 2018.

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