Gesù — la sua vita e il suo messaggio: il rimprovero a Pietro

Di Peter Amsterdam

Gennaio 21, 2020

[Jesus—His Life and Message: Peter’s Rebuke]

Nell’articolo precedente abbiamo letto che nel capitolo 16 di Matteo Simon Pietro diede una risposta profonda alla domanda di Gesù: “E voi, chi dite che io sia?”1 Infatti dichiarò: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.2 Gesù si complimentò con lui per la sua intuizione e gli diede il nome di Pietro, cioè “pietra o roccia”.3

Subito dopo questo avvenimento, leggiamo:

Da quel momento Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che era necessario per lui andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e risuscitare il terzo giorno.4

Adesso che i suoi discepoli sapevano che era il Messia, Gesù cominciò a insegnar loro che cosa comportava l’essere Messia. Tanto per cominciare avrebbero dovuto cambiare la loro posizione geografica, perché in quel momento erano a Cesarea di Filippo, che è probabilmente il punto più settentrionale in cui Gesù si sia mai recato. Avrebbero lasciato la zona che era casa loro, la Galilea, e sarebbero andati a sud, a Gerusalemme, dove Gesù avrebbe incontrato i capi religiosi ebrei, avrebbe sofferto e sarebbe stato ucciso. Gesù aggiunse che dopo tre giorni sarebbe risuscitato.

In termini generali, il popolo ebreo vedeva il Messia come un capo politico terreno che avrebbe sconfitto i loro nemici, avrebbe regnato a Gerusalemme e ne avrebbe fatto una base di potere politico. Sarebbe stato un discendente di Re Davide e sarebbe arrivato dopo il ritorno di Elia. Avrebbe instaurato un regno messianico che avrebbe avuto dominio e autorità sul mondo intero. Così, sentire Gesù che diceva che avrebbe sofferto e sarebbe stato ucciso per mano dei capi religiosi a Gerusalemme poteva sembrare diametralmente opposto a tutto ciò che Pietro, e probabilmente la maggioranza dei discepoli, sapeva sul Messia promesso.

Il modo in cui Gesù vedeva il ruolo del Messia era radicalmente diverso da quello dei suoi discepoli. Sapeva che avrebbe richiesto sofferenza e morte.

Il Figlio dell’uomo sarà dato in mano dei capi dei sacerdoti e degli scribi, ed essi lo condanneranno a morte. Lo consegneranno poi nelle mani dei gentili perché sia schernito, flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno egli risusciterà.5

Soltanto dopo che Pietro aveva dichiarato che Lui era il Messia, Gesù iniziò a cercare di far comprendere ai discepoli che il Messia doveva soffrire.

L’affermazione di Gesù che avrebbe sofferto molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi indica che si riferiva al consiglio del Sinedrio, che all’epoca era la massima autorità ebraica in Israele. Viene menzionato ventun volte nel Nuovo Testamento e in altri punti è indicato come il “consiglio degli anziani” e “il consiglio”. Il sommo sacerdote era il presidente di questo consiglio ed era considerato la massima autorità religiosa ebraica in Israele. A quei tempi l’autorità politica in Israele era nelle mani di Roma. Come ha scritto qualcuno:

Il fatto che [le sofferenze di Gesù] fossero causate dalle persone che formavano il Sinedrio indica il rifiuto ufficiale e giudiziario di Gesù da parte di chi aveva la responsabilità formale della vita di Israele come popolo di Dio; ci presenta quindi il paradosso del rifiuto del Messia di Israele da parte delle autorità ufficiali di Israele stesso.6

I discepoli prestarono tutta la loro attenzione al fatto che Gesù aveva detto che sarebbe stato ucciso e sembra che avessero perso la sua profonda affermazione che il terzo giorno egli risusciterà. Nel Vecchio Testamento ci sono alcune predizioni che alludono alla risurrezione, anche se non lo affermano specificamente. Tu non lascerai l’anima mia nello Sceol e non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.7 L’Eterno mi ha punito duramente, ma non mi ha lasciato in balìa della morte.8

Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a riprenderlo, dicendo: «Signore, Dio te ne liberi; questo non ti avverrà mai».9

In precedenza, in questo capitolo, era stato Pietro, probabilmente esprimendo la fede di tutti i discepoli, ad affermare: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».10 Pietro, agendo ancora una volta come portavoce dei discepoli, ma questa volta contraddicendo energicamente Gesù, parlò esprimendo sconcerto e incredulità che una cosa simile potesse accadere al Messia. Non poteva immaginare niente di diverso da un Messia popolare, stimato e bene accetto.

Il verbo riprendere [epitimao] è molto forte. È stato usato in un altro punto del Vangelo di Matteo quando Gesù sgridò il vento e il mare11 e anche quando sgridò il demonio e lo scacciò dal ragazzo che soffriva d’epilessia.12 Che Pietro abbia cominciato a riprendere Gesù indica il suo shock e il suo orrore. L’idea che Gesù, il Messia, il Figlio del Dio vivente, venisse rigettato e ucciso dai capi religiosi ebraici era impensabile per Pietro. Vide la cosa come un assoluto disastro e sgridò Gesù per aver anche solo suggerito che potesse accadere qualcosa di simile. Così Pietro disse a Gesù: Questo non ti avverrà mai! Nell’originale greco questo è espresso in maniera molto enfatica.

Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».13

La reazione di Gesù a Pietro fu molto forte e la descrizione del suo linguaggio corporeo non fa che aggiungere enfasi alla sua gravità. Mentre Pietro aveva preso Gesù da parte, vediamo che Gesù si voltò e lo affrontò direttamente rimproverandolo aspramente. L’ordine “Vattene via da me, Satana!” è simile a quello che Gesù diede a Satana quando questi lo tentò nel deserto, come vediamo in precedenza in questo Vangelo: “Vattene Satana!”14 Quel vattene detto a Pietro sottolinea il fatto che Gesù respinse e disapprovò il suo rimprovero.

Pietro era uno dei più fedeli seguaci di Gesù, che appena poco prima lo aveva chiamato la roccia su cui avrebbe costruito la sua chiesa. Deve essere stato terribilmente sconcertante per Pietro sentire che quello che aveva appena detto era stato attribuito a “Satana”. Perché Gesù reagì in maniera così forte? Un autore scrive:

La scelta di questo epiteto suggerisce che dietro ai “pensieri umani” di Pietro Gesù avesse individuato un tentativo di dirottarlo dal corso che aveva scelto, come Satana stesso aveva fatto in Matteo 4,1-11.15

Gesù disse che le parole di Pietro echeggianti quelle di Satana gli erano di scandalo. In alcune traduzioni bibliche la parola greca skandalon è tradotta come offesa, ostacolo o trappola. Gesù voleva indicare che il messaggio di Pietro trasmetteva quello di Satana per cercare di convincerlo a scendere a compromessi e scegliere una facile via di fuga. Era essenzialmente lo stesso messaggio con cui in precedenza Satana aveva tentato Gesù, quando aveva cercato di sviarlo dalla sua missione di dare la vita come sacrificio per i peccati dell’umanità.

Il diavolo lo trasportò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, e gli disse: «Io ti darò tutte queste cose se, prostrandoti a terra, mi adori».16

Satana aveva tentato Gesù con la strada “facile”: niente sofferenza, niente morte sulla croce; e adesso, attraverso Pietro, Satana lo stava tentando di nuovo.

Gesù fece notare che ciò che Pietro pensava del Messia non era in sintonia con il piano di Dio. Gli disse: “Non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”.17 La via di Dio non è sempre in sintonia con la nostra.

«Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie», dice l’Eterno. «Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri».18

Come cristiani, ognuno di noi può vedersi riflesso nell’apostolo Pietro. A volte siamo spiritualmente in sintonia, vediamo chiaramente la verità divina e ci rallegriamo in essa. Altre volte, come Pietro, potremmo ritrovarci fuori sintonia con il modo in cui Dio si muove nella nostra vita, interpretando gli avvenimenti attraverso la prospettiva dei nostri desideri e delle nostre voglie.

L’apostolo Pietro è sempre stato un incoraggiamento per me, perché era così umano. A volte era pieno di fede e incredibilmente in sintonia con ciò che Gesù faceva e insegnava. Alla richiesta del Signore camminò sull’acqua;19 era presente quando Gesù fu trasfigurato;20 quando Gesù fu arrestato, Pietro cercò di difenderlo con una spada.21 A un certo punto Pietro disse: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio».22 In altri momenti era debole e impaurito. La notte prima della crocifissione di Gesù non riuscì a stare sveglio per pregare con Lui. Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola?»23 Dopo l’arresto di Gesù, Pietro negò perfino di conoscerlo – per ben tre volte – per evitare di essere arrestato.24 Tuttavia, dopo che Gesù risorto gli disse di “pascere le sue pecore”.25 Pietro continuò a farlo fino a dare la vita per la fede in un momento di grande persecuzione.

Come Pietro, ognuno di noi ha dei momenti in cui resiste forte nella fede e nel suo impegno per il Signore, mentre altre volte le nostre azioni possono essere fuori sintonia con ciò che crediamo, oppure le nostre convinzioni s’indeboliscono o vacillano. Quando succede, anche noi, come Pietro, possiamo trovare il perdono e una convinzione e un impegno rinnovati, mentre ci sforziamo di vivere come seguaci di Gesù.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 16,15.

2 Matteo 16,16.

3 Per la spiegazione completa, vedi Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la professione di fede di Pietro.

4 Matteo 16,21.

5 Matteo 20,18–19. Vedi anche Matteo 17,12.22–23; 20,28; 21,38–39; 26,2.

6 France, The Gospel of Matthew, 632.

7 Salmi 16,10–11.

8 Salmi 118,17–18.

9 Matteo 16,22.

10 Matteo 16,16.

11 Matteo 8,26.

12 Matteo 17,18.

13 Matteo 16,23.

14 Matteo 4,10.

15 France, The Gospel of Matthew, 634–35. Vedi anche Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la prova.

16 Matteo 4,8–9.

17 Matteo 16,23.

18 Isaia 55,8–9.

19 Matteo 14,28–29.

20 Matteo 17,1–5.

21 Giovanni 18,10–11.

22 Giovanni 6,68–69.

23 Matteo 26,40.

24 Matteo 26,69–74.

25 Giovanni 21,17 NR.

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