Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la professione di fede di Pietro

Dicembre 10, 2019

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Peter’s Profession of Faith]

Quando i discepoli di Gesù vivevano con Lui ed erano testimoni dei suoi miracoli, con il tempo cominciarono a capire che Gesù era il tanto atteso Messia della promessa. Una delle dichiarazioni più toccanti in cui Gesù era proclamato essere il Messia, fu quella dell’apostolo Pietro.

Fino a quel punto Pietro era noto solo con il suo primo nome, Simone. Le prime due volte in cui Matteo fa riferimento a Pietro, lo chiama Simone detto Pietro.1 Pietro era il secondo nome datogli da Gesù nel momento descritto in questo passo.

Lo scenario era la zona della cittadina di Cesarea di Filippo, una località greco-romana situata nella parte settentrionale di Israele, vicino al monte Ermon e a circa 40 km a nord del Mare di Galilea. Cesarea di Filippo era costruita sopra un massiccio muro di roccia, alto circa trenta metri e largo centocinquanta. In origine si chiamava Paneas, perché era un centro dedicato al culto del dio greco Pan. Erode il Grande vi costruì il tempio di Augusto. La città fu ampliata dal tetrarca Filippo, uno dei figli di Erode, e fu dedicato a Cesare. Poiché sulla costa c’era già una città chiamata Cesarea, questa fu rinominata Cesarea di Filippo.

Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti».2

Riferendosi a Sé come al Figlio dell’Uomo,3 Gesù chiese ai suoi discepoli chi le persone fuori dalla cerchia dei suoi seguaci credessero che Lui fosse. Nelle loro risposte i discepoli riferirono le opinioni di quelli che, almeno fino a un certo punto, vedevano Gesù favorevolmente. In altri punti leggiamo che gli scribi e i farisei collegavano Gesù a Belzebù o Satana,4 ma la gente comune lo vedeva in maniera molto più positiva. Alcuni pensavano che Gesù fosse Giovanni Battista risuscitato.

Erode il tetrarca udì la fama di Gesù, e disse ai suoi servitori: «Costui è Giovanni il battista! Egli è risuscitato dai morti; perciò agiscono in lui le potenze miracolose».5

Alcuni pensavano che fosse Elia, tornato in adempimento della profezia del Vecchio Testamento:

Ecco, io vi manderò Elia, il profeta, prima che venga il giorno grande e spaventevole dell’Eterno.6

Il paragone con Geremia forse era riferito alla forte opposizione che Geremia incontrò in mezzo al suo popolo, specialmente perché predicava la distruzione del tempio. Geremia aveva detto:

«Se non ascolterete queste parole, io giuro per me stesso», dice l’Eterno, «che questa casa diventerà una desolazione».7

In seguito nel Vangelo di Matteo leggiamo che durante il processo a Gesù davanti al Sinedrio, una delle accuse contro di Lui fu che:

Costui ha detto: "Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni".8

Chiaramente, quando ascoltava gli insegnamenti di Gesù e vedeva i suoi miracoli, la gente lo vedeva come un personaggio importante mandato da Dio – simile a Giovanni Battista o a profeti come Isaia e Geremia.

Gesù continuò il discorso con i suoi discepoli, dicendo:

«E voi, chi dite che io sia?»9

Dopo aver chiesto chi la gente pensava che Lui fosse, Gesù chiese ai suoi seguaci più intimi, quelli che avevano lasciato tutto, che lo avevano seguito, avevano ascoltato molti dei suoi insegnamenti e visto i suoi molti miracoli, chi loro pensavano che fosse. La domanda era diretta a tutti i discepoli presenti, ma Pietro rispose per tutti.

Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».10

Questa è l’unica volta in cui nel vangelo di Matteo entrambi i nomi di Pietro sono usati insieme. Dato che Simone, ora chiamato Pietro, aveva fatto questa importantissima dichiarazione, forse Matteo scelse di usare entrambi i nomi, Simon Pietro, per dare un tono più formale.

Che significato aveva che Pietro dicesse tu sei il Cristo? Indicava che Gesù era il Messia. Il termine messia viene dalla parola ebraica mashiyach, che significa “l’unto” o “lo scelto”. È usata in tutto il Vecchio Testamento in riferimento ai re d’Israele e al sommo sacerdote, che venivano unti con olio quando assumevano la loro posizione. Nel Nuovo Testamento, che fu scritto originariamente in greco, la parola usata per “l’unto” è Christos, Cristo in italiano. Così, quando parliamo di Gesù Cristo, parliamo di “Gesù, l’Unto, il Messia”. Lo vediamo nel Vangelo di Giovanni:

[Andrea] trovò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia che, tradotto, vuol dire: "Il Cristo"».11

Oltre a dichiarare che Gesù è il Cristo, il Messia della promessa, Pietro dichiara anche che Gesù è il Figlio del Dio vivente. Nel Vecchio Testamento Dio è chiamato “il Dio vivente”.

Ma il SIGNORE è il vero Dio, egli è il Dio vivente, e il re eterno.12

L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente.13

Mentre erano a Cesarea di Filippo, che ospitava uno dei templi più grandi dedicati alle divinità pagane, Pietro fece la forte dichiarazione che Gesù era il Figlio del vero Dio, il Dio vivente.

Gesù, rispondendo, gli disse: «Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli».14

Gesù si congratula con Pietro per la sua intuizione, dicendogli che è beato per aver capito questa profonda verità. Nel farlo usa il nome di famiglia di Pietro: Simone, figlio di Giona. Aggiunge che questa intuizione eccezionale non era dovuta a un tentativo umano, né era stata appresa da altri esseri mortali, ma era stata rivelata da Dio.

Ed io ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere.15

Ci sono vari collegamenti tra questo versetto e il versetto 16, che abbiamo visto poco fa. In quello Pietro dichiarò il titolo di Gesù: Tu sei il Cristo (il Messia). Qui Gesù dichiara: Tu sei Pietro. Entrambe le frasi menzionano un padre. Gesù è chiamato “il Figlio del Dio vivente” e Pietro è chiamato “figlio di Giona”. Gesù è il Cristo (il Messia) e anche Simone riceve un nome, Pietro, Petros (che significa appunto pietra, roccia), che parla del suo ruolo futuro. (È interessante notare che fu su una città costruita sopra una parete di roccia che Gesù diede a uno dei suoi discepoli un nome che significa “roccia”.) Lo scrittore R. T. France spiega che nel mondo antico il nome Petros non è mai usato per indicare una persona, e ciò rende più probabile che Gesù l’abbia scelto per Simone con in mente il suo significato letterale.16

Pietro sarà la “roccia” fondamentale per l’edificazione del corpo dei credenti, la chiesa. Anche se non fu sempre simile a una roccia, fedele alla chiamata di Gesù, Pietro si fece avanti nella prima chiesa, come vediamo nella prima metà del libro degli Atti, dove leggiamo della rivelazione che lui ricevette e che contribuì a portare i Samaritani alla fede,17 e dove vediamo inoltre il ruolo che ricoprì nella decisione di permettere ai Gentili di far parte della chiesa.18

In altri punti del Nuovo Testamento l’immagine della pietra fondamentale della chiesa si riferisce a Gesù. L’apostolo Paolo scrisse:

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.19

Nella prima epistola di Pietro si parla di Gesù come di una pietra vivente, come pure i credenti:

Accostandovi a lui, come a pietra vivente, rigettata dagli uomini ma eletta e preziosa davanti a Dio, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.20

Leggiamo anche che tutti gli apostoli sono chiamati il fondamento, insieme a Cristo.

Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare.21

Nel libro dell’Apocalisse gli apostoli sono chiamati i fondamenti.

Il muro della città aveva dodici fondamenti, e su quelli erano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.22

Mentre il Nuovo Testamento parla del fondamento apostolico della chiesa, che include tutti gli apostoli, parla anche di uno specifico ruolo di Pietro come fondamento. Ritroviamo il concetto di Pietro come il “primo” tra i discepoli anche un po’ prima in questo Vangelo, quando Matteo ne elenca i nomi:

Ora i nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo Simone, detto Pietro e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello.23

Anche se Pietro guidò la chiesa di Gerusalemme per un certo periodo, in seguito ne divenne capo Giacomo. Lo scrittore R. T. France spiega:

Quando Giacomo subentra nella guida della chiesa di Gerusalemme, il fondamento è già stato deposto. In linea di principio tutti gli apostoli costituivano il fondamento, con Gesù come pietra angolare, ma come fatto storico, la prima fase dello sviluppo della chiesa dipese dalla guida di Pietro; quel suo ruolo personale, in adempimento del suo nome di “Roccia”, è adeguatamente proclamato dalle parole di Gesù in questo passo.24

La parola greca tradotta con chiesa nell’affermazione io edificherò la mia chiesa, è ekklēsia. Si riferisce a un’assemblea di persone. Nel Nuovo Testamento è tradotta per lo più come chiesa e poche volte come assemblea. Oggi la parola chiesa spesso denota una struttura fisica, ma il termine greco ekklēsia nel Nuovo Testamento non indica un edificio, ma si riferisce a una comunità di persone. Gesù non si riferiva alla chiesa come a un edificio fatto di pietre, ma come a un popolo di credenti che, come abbiamo detto in precedenza, sono come pietre viventi […] edificati per essere una casa spirituale.25

Gesù affermò che le porte dell’inferno non la potranno vincere (la sua ekklēsia). La parola greca tradotta con inferno nella Nuova Diodati è tradotta inferi o Ades in altre versioni. Nell’antichità l’Ades era considerato l’oltretomba, il mondo dei morti. Qui l’espressione “porte dell’inferno” o “Ades” è usata come metafora della morte, in contrasto con la frase “il Dio vivente” del versetto 16. Le porte rappresentano la potenza imprigionatrice della morte; questa, comunque, non può imprigionare la chiesa del Dio vivente.

La morte non poté imprigionare Gesù, perché Lui risuscitò dai morti. Non imprigionerà neanche i credenti, perché anche loro risorgeranno.

Se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione.26

Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono, siccome per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo, ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta.27

Dopo aver descritto Pietro come una roccia, Gesù proseguì dicendo:

«Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli»28

Sembra che Gesù possa aver alluso al libro di Isaia quando parlò delle chiavi del regno. In Isaia leggiamo di Eliakim, uno dei funzionari del re Ezechia. Gli fu dato l’incarico di sovrintendente [maggiordomo o prefetto, a seconda delle traduzioni - N.d.T.] della casa reale dopo che il suo predecessore, Scebna, era stato rimosso, come aveva predetto il profeta.29 Nella profezia data a Isaia, parlando del nuovo incarico di Eliakim, Dio disse:

Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide; così egli aprirà e nessuno potrà chiudere, chiuderà e nessuno potrà aprire.30

Gesù paragonava Pietro al capo di palazzo, o sovrintendente, di un re – una persona dotata di autorità sopra il resto della casa reale, con la responsabilità di amministrare gli affari del re.

La metafora del legare e slegare era usata dai rabbini ebraici per dichiarare ciò che era consentito o proibito. Questo indicava che Pietro avrebbe avuto un ruolo nel decidere a chi sarebbe stato consentito o rifiutato di entrare nella chiesa. Vediamo questa decisione messa in pratica nel libro degli Atti, riguardo all’ingresso dei Gentili nella chiesa, come abbiamo menzionato sopra. In seguito, in questo Vangelo, leggiamo che Gesù diede la stessa autorità agli altri suoi discepoli:

In verità vi dico che tutte le cose che voi avrete legate sulla terra saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra saranno sciolte nel cielo.31

Ciò indica che, anche se Pietro era stato scelto per un ruolo di leadership, era pur sempre un “primo fra gli uguali”.

Allora [Gesù] ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo.32

Gesù non voleva che i suoi discepoli diffondessero in giro la notizia che Lui era il Messia, anche se aveva appena confermato loro di esserlo. A quei tempi, il termine Messia (o Cristo) aveva delle implicazioni politiche. Se i discepoli avessero fatto sapere che Gesù era il Messia, la gente lo avrebbe potuto facilmente considerare il leader politico o il re che aspettavano. Nel Vangelo di Giovanni vediamo che successe proprio questo dopo il miracolo in cui Gesù sfamò cinquemila persone.

Allora la gente, avendo visto il segno che Gesù aveva fatto, disse: «Certamente costui è il profeta, che deve venire nel mondo». Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.33

A questo punto del suo ministero Gesù non voleva rendere pubblica la sua identità di Messia. Voleva mantenerla entro la cerchia ristretta dei suoi discepoli. La cosa si sarebbe svelata presto, ma non era ancora il momento giusto.

Il momento in cui i discepoli capirono che Gesù era il Messia fu una grande svolta nella loro crescita e nella loro comprensione spirituale. Da questo punto del Vangelo di Matteo in avanti, Gesù cominciò a preparare i suoi discepoli per lo scontro che sarebbe arrivato nel vicino futuro.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 4,18; 10,2.

2 Matteo 16,13–14 NR.

3 Per una spiegazione del termine “Figlio dell’Uomo”, vedi: Gesù - La sua vita e il suo messaggio: il Figlio dell’Uomo.

4 https://directors.tfionline.com/it/post/gesu-vita-messaggio-miracoli-parte14/

5 Matteo 14,1–2 NR.

6 Malachia 4,5.

7 Geremia 22,5.

8 Matteo 26,61.

9 Matteo 16,15.

10 Matteo 16,16.

11 Giovanni 1,41.

12 Geremia 10,10.

13 Salmi 42,2.

14 Matteo 16,17.

15 Matteo 16,18.

16 France, The Gospel of Matthew, 620–621.

17 Atti 8,14–25.

18 Atti 10,1–16; Atti 15,4–11.

19 1 Corinzi 3,10–11.

20 1 Pietro 2,4–5.

21 Efesini2,19–20 CEI.

22 Apocalisse 21,14.

23 Matteo 10,2.

24 France, The Gospel of Matthew, 623.

25 1 Pietro 2,5.

26 Romani 6,5.

27 1 Corinzi 15,19–23.

28 Matteo 16,19.

29 Isaia 22,15–20.

30 Isaia 22,22.

31 Matteo 18,18.

32 Matteo 16,20 NR.

33 Giovanni 6,14–15.


Pubblicato originariamente in inglese il 5 febbraio 2019.