Al cuore di tutto: la Trinità (parte 3)

Di Peter Amsterdam

Giugno 19, 2011

Come abbiamo visto nella prima e nella seconda parte sulla dottrina della Trinità, non si tratta di una cosa facile da capire; alcune sue parti sono incomprensibili alla nostra ragione umana e rappresentano un mistero. Anche se non può essere compresa completamente, è pur sempre vera.

Il filosofo cristiano Kenneth Samples dice: “Anche se la dottrina della Trinità non è del tutto comprensibile alla limitata mente umana, quello che i cristiani credono al proposito è indicato in modo chiaro e preciso nei credi e nelle dichiarazioni della fede. La verità di questa dottrina, comunque, può essere comunicata chiaramente e persuasivamente solo se i credenti prendono seriamente la loro responsabilità di studiare e di presentarsi approvato (2 Timoteo 2,15)”.[1]

Nonostante la sua natura misteriosa, ci troviamo a volte a dover spiegare la dottrina della Trinità quando testimoniamo o insegniamo ad altri che desiderano crescere nella fede.

Analogie per la Trinità

Quando i cristiani si trovano nella posizione di dover spiegare la Trinità a qualcuno, uno dei sistemi più comuni è di paragonarla a qualcosa di familiare, usando delle analogie. Uno potrebbe dire: “La Trinità è come…” e poi aggiungere un paragone che aiuti a spiegarla in termini comprensibili o familiari. Questo può essere un metodo abbastanza buono per spiegarlo in termini semplici, anche se l’uso di analogie presenta alcune difficoltà. Anche se presentano qualche somiglianza alla Trinità, non la spiegano completamente o accuratamente; alcune di esse, poi, anche se sono apparentemente delle buone spiegazioni, possono contraddire la dottrina stessa.

Ho pensato che sarebbe stato utile citare alcune delle analogie usate più comunemente, nel caso che vi troviate in una situazione in cui dobbiate usarne una per spiegare il concetto della Trinità. È anche utile sapere quali sono i difetti delle varie analogie, così da stare attenti quando le si usa per spiegare la dottrina.

Uno degli esempi è la popolare analogia che la Trinità è come l’acqua, che nei suoi vari stati può essere ghiaccio (un solido), acqua (un liquido) e vapore (un gas). Tutti e tre sono diversi, ma hanno la stessa sostanza. Anche se, a un livello semplice, questa sembra una buona analogia, il suo difetto è che l’acqua può essere in ciascuno dei tre stati solo successivamente; non può esserlo contemporaneamente. Un altro esempio è quello dell’uovo: come un uovo consiste di tre cose, il guscio, il tuorlo e l’albume, che insieme costituiscono l’uovo, così Dio consiste di tre Persone in una sola entità.

Entrambe le analogie offrono una certa somiglianza con la Trinità, tuttavia hanno un grosso punto debole. L’analogia dell’acqua esprime il modalismo, che afferma che le tre Persone della Trinità non sono distinte l’una dall’altra, ma sono piuttosto solo diverse manifestazioni divine. L’analogia dell’uovo indica che tre parti costituiscono l’uovo; comunque, nessuna delle tre parti individualmente è l’intera entità, l’uovo. Mentre nella Trinità ogni sua parte – Padre, Figlio e Spirito Santo – è Dio e ha la stessa essenza.

Ci sono analogie basate su idee di rapporti, che la Trinità è come una famiglia, o una società; o come un uomo che è allo stesso tempo padre, figlio e marito, quindi tre persone in una. Ci sono analogie che hanno a che fare con la natura della mente: l’intelletto, la memoria e la volontà. Altri usano concetti tratti dal mondo naturale, come una montagna con tre cime che sorgono dalla stessa base; o una mela con la buccia, la polpa e il torsolo, o il trifoglio. Altri la paragonano alle dimensioni di altezza, larghezza e lunghezza.

Tutti questi esempi usati comunemente sono similitudini o analogie che, pur non potendo spiegare completamente la dottrina, possono servire da strumenti per esprimere in modo comprensibile la Trinità; quindi possono essere utili per testimoniare agli altri a un livello elementare. Non sono, però, una rappresentazione accurata e in una discussione impegnativa o in un dibattito con una persona bene informata, non potranno reggere come esempi della piena verità della Trinità. Le analogie possono essere utili a livello base, ma hanno i loro limiti.

Comunque, anche se non esistono analogie del tutto accurate e nessuna spiegazione della Trinità offre una comprensione totale della dottrina, ciò non significa che essa non possa essere compresa dall’intelligenza dataci da Dio. Mi piace la spiegazione data dal teologo Robert M. Bowman Jr. sull’argomento di come la limitata mente umana possa comprendere la Trinità: “Dire che la Trinità non può essere capita è impreciso, o per lo meno può essere male interpretato. I teologi che se ne occupano non intendono dire che la Trinità sia un’assurdità incomprensibile; ma piuttosto che non può essere capita a fondo dalla mente limitata dell’uomo. C’è differenza tra capire qualcosa in maniera elementare e comprendere in modo completo, esauriente, globale e perfetto. Molti altri teologi esprimerebbero questa differenza col dire che la Trinità può essere ‘intuita’, ma non ‘compresa’.”[2]

Anche C. S. Lewis affrontò l’argomento della comprensione della Trinità nel suo libro Il cristianesimo così com’è. In esso afferma: “A livello divino si trovano ancora delle personalità; ma le si trova combinate in modi nuovi che noi, che non viviamo su quel livello, non possiamo immaginarci. Nella dimensione di Dio, per così dire, troviamo un essere che è in tre Persone pur rimanendo un solo Essere. […] Naturalmente non possiamo immaginare pienamente un Essere simile: proprio come, se fossimo fatti in maniera tale da poter vedere solo due dimensioni dello spazio, non potremmo mai immaginare correttamente un cubo.

“Quando pensiamo alla Trinità, non dovremmo considerarla una contraddizione impossibile o un esempio di cattiva matematica (1+1+1=1). Pensare in questi termini presupporrebbe che possiamo comprendere Dio allo stesso modo in cui comprendiamo gli esseri umani e i rapporti tra di loro. Dio è incomprensibile. Dopotutto, stiamo parlando del Creatore eterno”.[3]

Primi credi cristiani

Nel tentativo di fornire chiari insegnamenti e definizioni dottrinali a tutti i credenti, nei primi secoli della storia della chiesa furono pronunciati diversi “credi”, come furono chiamati. Servivano sia da dichiarazione della fede che da dichiarazioni dottrinali per i credenti.

Nell’ultimo articolo sulla Trinità, abbiamo fatto riferimento a uno dei più importanti di questi credi, quello di Nicea. Esso era opera del primo concilio ecumenico, un concilio cui parteciparono vescovi di tutta la chiesa cristiana dell’epoca. Questo concilio fu indetto dall’imperatore Costantino nel 325 d.C. per trattare la questione dell’arianesimo. A esporre la tesi contro Ario fu un ventinovenne di nome Atanasio, segretario del vescovo di Alessandria, che pochi anni dopo gli successe nell’episcopato.

Anche se il concilio concordò con Atanasio, emanò il Credo di Nicea e condannò l’arianesimo, la controversia continuò finché un altro concilio ecumenico, quello di Costantinopoli nel 381, riconfermò il Credo di Nicea e vi fece alcune aggiunte. Dopo di ciò l’arianesimo cominciò a perdere favore e praticamente si estinse.

Credi come quello di Nicea e il precedente Credo degli Apostoli venivano imparati a memoria e recitati nelle chiese e nei raduni come mezzi per istruire i fedeli nella dottrina e nella fede cristiana. Il Credo di Nicea è insegnato e recitato ancora oggi in molte chiese. La versione citata oggi contiene alcuni cambiamenti aggiunti dal Concilio di Costantinopoli. Include anche la cosiddetta clausola del filioque, aggiunta al Credo molto più tardi.[4] Filioque, che in latino significa e dal Figlio, fu aggiunto alla frase che in precedenza diceva che lo Spirito Santo “procede dal Padre”. Ora dice che lo Spirito Santo “procede dal Padre e dal Figlio”.

Qui sotto troverete il Credo di Nicea con alcuni commenti in corsivo per indicare i punti specifici sulla Trinità e il modo in cui sono precisamente espressi.

 

Il Credo di Nicea, noto anche come Credo, o Simbolo, niceno-costantinopolitano

(Le spiegazioni in corsivo sono mie.)

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio nato dal Padre, prima di tutti i secoli: (a dimostrare che il Figlio esistette prima della creazione) Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. (Il Figlio è Dio di Dio, generato, non creato; una sola sostanza con il Padre, nel senso che il Figlio ha la stessa essenza, la stessa natura divina ed è egualmente Dio, e che non fu creato dal Padre, come sosteneva Ario.) Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio (la clausola filioque, aggiunta in seguito). Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. (Cattolica in questo caso significa universale, cioè la comunità o chiesa totale dei cristiani, non la Chiesa Cattolica Romana.) Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

Un altro credo entrato in uso nel 400 fu il “Credo di Atanasio” che, sebbene non sia stato scritto da lui, afferma la fede nella Dottrina della Trinità. Il Credo di Atanasio indica con grande precisione i vari punti di questa dottrina. Se ti interessa leggere tutto il credo, puoi trovarlo qui o qui.

Brani dal Credo di Atanasio

3. La fede cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell'unità.

4. Senza confondere le persone e senza separare la sostanza.

5. Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio ed altra quella dello Spirito Santo.

6. Ma Padre, Figlio e Spirito Santo hanno una sola divinità, uguale gloria, coeterna maestà.

7. Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo.

8. Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo.

9. Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo.

10. Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo

11. E tuttavia non vi sono tre eterni, ma un solo eterno.

12. Come pure non vi sono tre increati né tre immensi, ma un solo increato e un solo immenso.

13. Similmente è onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo.

14. Tuttavia non vi sono tre onnipotenti, ma un solo onnipotente.

15. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio.

16. E tuttavia non vi sono tre Dei, ma un solo Dio.

17. Signore è il Padre, Signore è il Figlio, Signore è lo Spirito Santo.

18. E tuttavia non vi sono tre Signori, ma un solo Signore.

19. Poiché come la verità cristiana ci obbliga a confessare che ciascuna persona è singolarmente Dio e Signore.

20. Così pure la religione cattolica ci proibisce di parlare di tre Dei o Signori.

21. Il Padre non è stato fatto da alcuno: né creato, né generato.

22. Il Figlio è dal solo Padre: non fatto, né creato, ma generato.

23. Lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma da essi procedente.

24. Vi è dunque un solo Padre, non tre Padri; un solo Figlio, non tre Figli, un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi.

25. E in questa Trinità non v'è nulla che sia prima o poi, nulla di maggiore o di minore;

26. ma tutte e tre le persone sono l'una all'altra coeterne e coeguali.

27. Cosicché in tutto, come già è stato detto, va venerata l'unità nella Trinità e la Trinità nell'unità.

I Padri della Chiesa e il loro retaggio

I padri della chiesa nei primi quattro secoli cercarono di trovare le parole tecniche giuste per articolare questa dottrina. Come abbiamo affermato nella parte 2 sulla Trinità, lo sviluppo della dottrina e i termini in cui fu espressa arrivarono gradualmente, spesso quando la verità insita della dottrina veniva contestata da chi la opponeva con affermazioni false. I primi padri della chiesa, molti dei quali subirono il martirio per la loro fede, furono i pionieri della dottrina e della teologia cristiana e meritano la nostra gratitudine per aver accettato la responsabilità di esprimere con le parole adatte le dottrine della fede cristiana di cui beneficiamo noi oggi.

Al giorno d’oggi, con un’enorme quantità di informazioni a portata di mano, è difficile immaginare che ci possano volere centinaia d’anni per elaborare una tale dottrina, ma quei secoli erano diversi da oggi. I libri non erano facilmente disponibili; la stampa non era stata ancora inventata e tutti i libri erano copiati a mano. I viaggi, a piedi, a cavallo, su mulo o cammello o in barca, erano lenti. Le comunicazioni erano altrettanto lente dei trasporti.

Per di più i cristiani subirono persecuzioni in quei secoli. Non tutte le persecuzioni furono ugualmente intense, ma come minimo interruppero le comunicazioni e a volte portarono alla morte dei credenti. Ci furono dieci grandi periodi di persecuzione contro i cristiani, a cominciare dal 64 d.C. sotto l’imperatore Nerone, fino a culminare con quello sotto l’imperatore Diocleziano, che durò dal 303 al 311 d.C., durante il quale i cristiani furono uccisi nelle arene per divertimento.

Fu solo quando divenne imperatore Costantino e uscì il suo Editto di Milano, nel 313 d.C., che il cristianesimo divenne legale e le persecuzioni terminarono. Ciò rese possibile ai capi della chiesa di riunirsi, come durante il Concilio di Nicea, per consigliarsi e risolvere i problemi insieme. Oggi, come cristiani, possiamo essere grati che uomini così diligenti – i padri della chiesa di quei secoli e anche gli uomini di fede nei secoli successivi – abbiano avuto la volontà, la determinazione e l’impegno per trovare le parole e i termini giusti e articolare la teologia, così che oggi possiamo comprendere molto meglio i fondamenti della nostra fede.

[...]

Riassunto degli articoli sulla “Trinità”:

  1. Il Padre è Dio.
  2. Il Figlio è Dio.
  3. Lo Spirito Santo è Dio.
  4. Il Padre non è il Figlio.
  5. Il Figlio non è il Padre.
  6. Lo Spirito Santo non è il Padre.
  7. Esiste un solo Dio.

Nota:

Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI) e la Traduzione in Lingua Corrente (TILC).


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Williams, J. Rodman. Renewal Theology, Systematic Theology from a Charismatic Perspective. Grand Rapids: Zondervan, 1996.


[1] Kenneth Samples, The Trinity: One What and Three Whos, 2007.

[2] Robert M. Bowman Jr., Orthodoxy and Heresy: A Biblical Guide to Doctrinal Discernment. Grand Rapids: Baker, 1992.

[3] C. S. Lewis, Mere Christianity, New York: HarperCollins Publishers, Inc., p.162.

[4] Nel 1054 fu aggiunta al credo la clausola filioque. Ciò portò allo scisma, o divisione, tra la chiesa occidentale, con base a Roma, e quella orientale, basata a Costantinopoli. I due rami della chiesa, la Cattolica Romana e l’Ortodossa Orientale, sono tuttora separati. La separazione fu causata soprattutto perché la clausola fu aggiunta dal papa cattolico romano senza consultarsi con la chiesa orientale.


Titolo originale: The Heart of It All: The Trinity - Part 3
Pubblicato originariamente in Inglese il 31 Maggio 2011

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