1 Corinzi: capitolo 1 (versetti 17-25)

Agosto 27, 2024

di Peter Amsterdam

[1 Corinthians: Chapter 1 (verses 17-25)]

Nel versetto 16 Paolo scrisse di aver battezzato solo alcuni dei credenti corinzi quando era con loro. Continuò lo stesso argomento nel versetto 17.

Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.1

Questo versetto conclude gli argomenti toccati da Paolo nei primi sedici versetti di questo capitolo e fa da collegamento al brano successivo. Paolo usa se stesso e la propria chiamata come esempio per continuare la sua argomentazione. La sua chiamata era la predicazione del vangelo. Ciò non significava che non battezzasse mai dei nuovi credenti, ma la sua attenzione era rivolta alla predicazione del messaggio di Cristo. Questa è la prima volta che viene usata la parola vangelo in questa epistola. Qui il significato è predicare o portare la buona notizia. Era l’incarico che gli era stato affidato da Cristo.

Insieme alla chiamata di Paolo per la predicazione c’era anche quella su come il messaggio doveva essere presentato. Lui insiste che la potenza del vangelo non sta nell’eleganza della presentazione. Anzi, lui afferma che Cristo non l’ha mandato a predicare con discorsi sapienti e indica che il modo di esprimere il messaggio influenza il modo in cui viene ricevuto.

Dopo aver completato la sua introduzione, Paolo passa alla sostanza della sua lettera.

Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.2

Dopo aver spiegato che era stato chiamato a predicare in maniera tale da non togliere niente alla potenza della “croce di Cristo”, Paolo comincia a parlare della natura di quella potenza, che sta nella proclamazione del vangelo. Parla anche della predicazione, o “parola della croce” [CEI], e dice che se ne fa esperienza nella potenza di Dio in quelli che sono salvati. La “parola della croce” è una metafora per la proclamazione del vangelo che troviamo in Cristo.

La crocifissione era un modo doloroso di morire, oltre che vergognoso. Per di più, poiché la legge giudaica insegnava che la morte “sull’albero” indicava che una persona era maledetta, dannata da Dio,3 la morte di Gesù era motivo di scandalo per gli ebri, come Paolo dice più tardi in questo capitolo. Per gli ebrei, come per i gentili, l’orrore della crocifissione faceva sembrare una pazzia l’idea di predicare a proposito di un uomo, addirittura un re, che era stato crocifisso.

Paolo mette a confronto i due gruppi di persone; per uno, la predicazione della croce è “pazzia”; per l’altro, la predicazione della croce è la potenza di Dio. Grazie alla reazione delle persone a Cristo, morto su una croce, Dio rivelerà chi perirà e chi sarà salvato.

Infatti sta scritto: «Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti».4

Con una citazione del libro di Isaia,5 Paolo offre un supporto a ciò che sta dicendo. L’intenzione divina, mediante la croce di Cristo, è di distruggere la sapienza dei saggi. Paolo cita le Scritture per indicare quale era sempre stata l’intenzione di Dio: distruggere tutta la sapienza che non veniva da Lui e offrire la salvezza a modo suo. L’uso che Paolo fa del tempo futuro, “farò perire”, esprime l’idea che la sapienza umana, che è contraria a Dio e alle sue vie, non è soltanto un altro modo di vedere il mondo, ma si oppone a Lui e va abbandonata. Quelli che possiedono la saggezza del mondo saranno distrutti, secondo la profezia di Isaia.

Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza del mondo?6

Paolo continua, facendo notare l’opposizione di Dio alla sapienza mondana con quattro domande. La prima allude al libro di Isaia. (1) Paolo chiede: Dov’è il sapiente? Isaia aveva detto parole simili in Isaia 19:12 per schernire i saggi egiziani che non riuscivano a capire le vie di Dio. (2) Dov’è lo scriba? Questo potrebbe riferirsi a una persona esperta della legge mosaica. (3) Il contestatore di questo secolo potrebbe riferirsi a chi si impegna in dibattiti e discussioni filosofiche fine a se stesse.

Con la quarta domanda, Paolo chiede se Dio abbia reso pazza la sapienza del mondo. Dio l’aveva fatto ai giorni di Isaia, sconfiggendo gli Egiziani e gli Assiri. Paolo però esprimeva un’idea più ampia. Dio aveva indicato la pazzia della sapienza umana perché essa non avrebbe mai preso in considerazione l’idea che Dio permettesse a suo Figlio di esser crocifisso per salvare l’umanità. Agendo in un modo che la sapienza umana avrebbe considerato “pazzo”, Dio aveva frustrato quella sapienza.

Paolo dà per scontato che i cristiani a cui scrive stiano seguendo le sue parole e la quarta domanda presume un “sì”. Dio ha “reso pazza” la sapienza del mondo quando Cristo è stato crocifisso.

Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.7

Anche se Paolo aveva parlato della “potenza di Dio” in contrasto con la “sapienza” del mondo (versetti 18 e 19), adesso parla della sapienza di Dio. La sapienza è specificata nella frase principale (è piaciuto a Dio). È decreto divino salvare i credenti per mezzo della morte di Cristo. Questa è la sapienza divina e, come Paolo prosegue col dimostrare, è una sapienza sconosciuta alla sapienza “di questo secolo”.

Paolo ricorda ai Corinzi che uomini e donne non hanno conosciuto Dio grazie alle proprie vie. Conoscere Dio non è solo sapere di Lui. È identificare il Signore come l’unico che può salvare. È invocare “il nome del Signore nostro Gesù Cristo,”.8 È l’avere una relazione con Dio, che causa un modo completamente nuovo di vedere le cose, una mentalità nuova.

L’espressione è piaciuto a Dio indica che Dio aveva preparato una via sua perché la gente arrivasse alla salvezza. Aveva progettato che le persone si salvassero e in che modo ciò sarebbe avvenuto. L’idea che sia piaciuto a Dio, riferita al piano che aveva deliberato, è visibile in altri punti del Nuovo Testamento. Mentre egli parlava ancora, una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo».9 “Non temere, piccolo gregge; perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno”.10

Quelli che vengono salvati (v. 18) sono i “credenti” (v. 21). I punti principali sono la fede e l’impegno con Cristo. Ciò richiede l’allontanarsi dalla sapienza umana e l’impegnarsi nel piano divino per la salvezza mediante la morte e risurrezione di Cristo. Nel piano di Dio, le persone saranno salvate. Il mezzo per ottenere questa salvezza è con la pazzia della predicazione.

I Giudei infatti chiedono segni miracolosi e i Greci cercano sapienza.11

Riferendosi alle due principali divisioni religiose nel mondo di quei giorni, Paolo indica che nessuno viene escluso da ciò di cui stava parlando. Il fatto non è che alcune religioni siano più vicine a Dio di altre; ma piuttosto che tutti, in tutto il mondo, hanno pensato di poter raggiungere Dio con il metodo che preferivano.

Paolo afferma che i Giudei chiedono “segni”. In vari momenti della storia di Israele, Dio aveva agito in mezzo a loro con segni potenti. Per esempio, durante l’Esodo.12 Anche l’incontro tra il popolo e Dio sul monte Sinai, oltre ai segni fatti ai giorni di Elia.13 In ogni caso, invece di confidare in Dio e aspettare che operasse con i metodi che voleva, il popolo ebreo arrivò a vedere questi segni come una prova dell’esistenza di Dio. La richiesta di tali segni era stata condannata nell’Antico Testamento. “Non tenterete il SIGNORE, il vostro Dio”.14

“Greci” è sinonimo di “Gentili”, o “stranieri”. Paolo dice che i Greci cercano sapienza, cioè che quella era una caratteristica della loro società. La sapienza era in grande considerazione nel mondo dei Corinti. Paolo aveva visto che, anche se la loro sapienza aveva portato a una grande religiosità, era risultata nella loro ignoranza riguardo a Dio.

…ma, che per i Giudei è scandalo e per gli stranieri pazzia.15

In un mondo dove nessuno, Giudeo o Gentile, era arrivato a una vera conoscenza di Dio, Paolo dice che noi predichiamo Cristo crocifisso. Ora propone una serie di contrasti. I Giudei e i Gentili finiscono entrambi per respingere un Cristo crocifisso, anche se lo fanno in maniera diversa.

Per i Giudei, il Cristo crocifisso è uno “scandalo” [una “pietra d’inciampo”]. Il concetto di pietra d’inciampo costituirà un tema importante in seguito nella lettera. Ai tempi di Paolo, Israele è visto come se avesse inciampato nella pietra (Cristo), invece di trovare la salvezza in Lui.

Nella cultura gentile greca, in cui l’ideale era cercare la sapienza in dibattimenti retorici o religiosi e filosofici, il Cristo crocifisso e umiliato era considerato una “pazzia” e sarebbe stato rifiutato.

…ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.16

Quelli che sono chiamati sono arrivati a credere che nel Cristo crocifisso e risorto risiede la potenza divina di trasformare un popolo che sarà suo per sempre. Ciò non era valido solo ai tempi di Paolo, ma continua a esserlo oggi. Quelli che sono “chiamati” sono quelli che “credono” (v. 21) e che “vengono salvati” (v. 18). Questo gruppo non si distingue per razza, educazione, ricchezza o ambiente sociale, perché Dio ha chiamato persone d’ogni tipo, sia Ebrei che Greci. Quelli che sono stati chiamati vedono le cose in modo diverso. Riconoscono che il Cristo crocifisso è in effetti sia “la potenza di Dio” che “la sapienza di Dio”.

Poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.17

Paolo giustamente afferma che ciò che Dio è e fa non può essere paragonato a ciò che potrebbe fare l’uomo. Dio mette sottosopra le vie degli uomini e delle donne, perché è più saggio di quel che si può immaginare ed è in grado di mettere in pratica i suoi piani in modi che trascendono la comprensione umana. Le sue vie sono molto più alte delle nostre vie, come i cieli sono più alti della terra (Isaia 55:8-9). Niente ostacolerà Lui e i suoi buoni propositi per la sua creazione.

(Continua.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


1 1 Corinzi 1:17 CEI.

2 1 Corinzi 1:18 — vedi anche “la parola della croce” (CEI), “il messaggio della croce” (LND).

3 Deuteronomio 21:23, Galati 3:13, 5:11.

4 1 Corinzi 1:19.

5 Isaia 29:14.

6 1 Corinzi 1:20.

7 1 Corinzi 1:21.

8 1 Corinzi 1:2.

9 Matteo 17:5.

10 Luca 12:32.

11 1 Corinzi 1:22.

12 Esodo 10:1, Deuteronomio 11:2–3.

13 1 Re 17–18.

14 Deuteronomio 6:16.

15 1 Corinzi 1:23.

16 1 Corinzi 1:24.

17 1 Corinzi 1:25.


Pubblicato originariamente in inglese il 12 marzo 2024.