1 Corinzi: capitolo 1 (versetti 4-16)

Agosto 13, 2024

di Peter Amsterdam

1 Corinthians: Chapter 1 (verses 4-16)

Dopo aver aperto la sua lettera ai Corinzi presentando le sue credenziali (che era un apostolo di Cristo per volontà di Dio) ed essersi complimentato con i credenti per essere stati chiamati a essere santi insieme a tutti quelli che invocano il nome di nostro Signore Gesù Cristo, Paolo porge i suoi ringraziamenti a Dio per i credenti corinzi.

Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù.1

Dopo la sua lunga introduzione (versetti 1-3), Paolo passa a ringraziare Dio per le persone a cui scrive. Il suo uso di sempre ricorda ai lettori che Paolo si preoccupa costantemente per la chiesa corinzia. Probabilmente vuole indicare chiaramente che prega per loro ogni volta che è in preghiera. Anche in altri punti dei suoi scritti Paolo esprime la profondità delle sue preghiere per le chiese.2 Poiché scrive ai membri della chiesa di Dio, è Dio che viene ringraziato per la grazia che ha dimostrato nei loro confronti. Paolo sottolinea che i loro doni provengono da Dio e da Cristo, che devono essere ringraziati per simili ricchezze.

…per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza.3

Queste frasi indicano due motivi per i ringraziamenti di Paolo. Il primo viene espresso da per la grazia; il secondo inizia con perché.

Dio viene ringraziato perché questa grazia è stata data “in Cristo Gesù”. La grazia è stata ricevuta perché i credenti corinti sono stati identificati con Cristo e si sono ritrovati rappresentati da Lui, come facenti parte della sua comunità.

Il versetto 5 spiega ulteriormente il contenuto di questa grazia. La grazia divina significava che erano stati arricchiti di ogni cosa “in lui”, cioè Cristo.

L’espressione “siete stati arricchiti” suggerisce che è successo in un tempo precedente alla lettera di Paolo. Non vuol dire che non fossero più ricchi, ma forse serviva a ricordare ai Corinzi che i doni che avevano non erano giunti di recente e che non andavano e venivano a seconda della loro maturità spirituale. Paolo parla della grazia di Dio come di “ricchezze” e “tesori” in vari luoghi ed esprime sempre gratitudine e stupore per ciò che Dio fa per il suo popolo e ciò che provvede loro “in Cristo”. Siccome i Corinzi erano tentati di vantarsi dei loro doni, Paolo indicò loro la fonte da cui provenivano, cioè Dio, e fece notare loro che questi doni sono le ricchezze della sua grazia.

Questo brano, inoltre, amplifica la natura delle ricchezze su cui Paolo attirava l’attenzione; erano arricchiti di“ogni cosa”, di “ogni dono di parola” e di “ogni conoscenza”. Probabilment e si riferiva ai doni di “parola” e di “conoscenza”, doni spirituali che più tardi cita sotto una luce positiva (versetti 12:8; 14:2-19). Erano entrambi doni importanti nella chiesa, quindi sono fatti oggetto di un’attenzione speciale. Il fatto che Paolo attiri l’attenzione su di essi a questo punto della lettera e ringrazi Dio per averli dati in seguito ricorderà ai Corinzi che il problema da lui sollevato riguardo alla loro “conoscenza” ha a che fare con il loro modo di usare il dono nella loro comunità, piuttosto che con il dono in sé stesso.

… essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo.4

Paolo parla dell’intera comunità dei credenti di Corinto. Era nella conferma del vangelo, la testimonianza di Cristo, che Dio aveva riversato su di loro la ricchezza dei suoi doni.

…in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.5

Come parte del suo ringraziamento, Paolo ricorda ai credenti che erano stati arricchiti in Cristo, per cui non mancavano di alcun dono della grazia. Come ulteriore precisazione, Paolo rammenta l’epoca in cui i cristiani vivono. È un momento di attesa dell’arrivo di Gesù in gloria, la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. I doni sono stati dati per aiutare la chiesa a vivere nel modo giusto fino al momento in cui vedranno Gesù “faccia a faccia”. Paolo vuole ricordare ai cristiani l’obiettivo che hanno di fronte, oltre alla garanzia divina che lo raggiungeranno.

Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo.6

La grazia di Dio, per cui Paolo lo ringrazia, è che i Corinzi sono stati chiamati da Dio, hanno ricevuto grandi ricchezze in Cristo e Dio garantirà che saranno considerati “irreprensibili” (non colpevoli) nel giorno del Signore. Quel giorno, i cristiani di Corinto saranno irreprensibili. Per grazia di Dio, mediante Cristo, saranno liberi da ogni accusa quando Gesù ritornerà per giudicare.

Il termine giorno del Signore è tratto dall’Antico Testamento. I profeti parlarono del giorno del Signore con apprensione.

Figlio d'uomo, profetizza e di': Così parla il Signore, DIO: "Urlate: 'Ahi, che giorno!' Poiché il giorno è vicino, è vicino il giorno del SIGNORE: giorno di nuvole, il tempo delle nazioni.7

Suonate la tromba a Sion! Date l'allarme sul mio monte santo! Tremino tutti gli abitanti del paese, perché il giorno del SIGNORE viene, è vicino, giorno di tenebre, di densa oscurità, giorno di nubi e di fitta nebbia! Come l'aurora, si sparge sui monti un popolo numeroso e potente, quale non se n'è mai visto prima, e non se ne vedrà mai più in seguito negli anni delle generazioni future.8

In questa parte della sua lettera, Paolo si è concentrato sulla grazia divina in Cristo data ai cristiani corinzi. Anche se hanno i loro difetti, Paolo ringrazia Dio per aver dato loro la grazia per l’epoca presente.

Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore.9

Questo versetto finale della sezione dei ringraziamenti della lettera di Paolo offre un sommario dei suoi saluti ai Corinzi e un collegamento a ciò che segue. Paolo comincia con l’affermare la fedeltà di Dio. Questa viene espressa in tutto l’Antico Testamento. Riconosci dunque che il SIGNORE, il tuo Dio, è Dio: il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua bontà fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti.10 Egli è la rocca, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto.11 Isaia 49:7 dice anche che “il Signore, il Santo d’Israele, è fedele”.

I cristiani, il popolo di Dio, sono “chiamati” o “scelti” da Lui e Lui promette di essere fedele a loro. Mediante i suoi profeti, Dio avverte il suo polo dei pericoli del peccato, ma lo fa sempre per la sua fedeltà alle proprie promesse.

Paolo termina questa parte riferendosi a Gesù con un titolo più lungo: “Gesù Cristo, nostro Signore”. Quando Lui ritornerà, avrà luogo il giudizio, ma i suoi non saranno trovati colpevoli. Cristo è la sorgente della grazia e quelli che fanno parte della sua comunità del patto riceveranno le sue ricchezze, ora e in futuro.

Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire.12

Ora Paolo affronta la sua prima preoccupazione. Lo fa con l’autorità di apostolo. Si aspetta di essere ascoltato e seguito dai Corinzi. Comunque, si rivolge a loro con affetto, chiamandoli fratelli e sorelle. Più in là nel testo chiede loro di considerare lui e altri leader dei “servitori di Cristo” (4:1). Si rivolge a loro come “miei cari figli” (4:14) e in qualità di “padre in Cristo” (4:15). Anche gli argomenti che tocca sono seri, possiamo vedere che la sua richiesta è radicata nel suo profondo amore per la sua “famiglia” in Dio.

Paolo li implora di andare d’accordo, così che non ci siano divisioni tra di loro. I Corinzi avevano litigato ed erano divisi, tanto che la situazione si era fatta seria. Comunque, nonostante fossero divisi, erano ancora insieme come chiesa. Paolo li incitava ad andare d’accordo e a riprendere la loro fratellanza. Voleva che tra di loro ci fossero armonia e concordia. Voleva che avessero il medesimo modo di pensare, la stessa visione delle cose.  È l’avere la mente di Cristo e seguire la sua attenzione e il suo proposito che portano vera unità.

Infatti, fratelli miei, mi è stato riferito da quelli di casa di Cloe che tra di voi ci sono contese.13

Paolo aveva parlato dei loro problemi e qui spiega in che modo aveva saputo dei loro litigi. Probabilmente Cloe era una credente che viveva a Corinto o a Efeso. Non sappiamo nient’altro di lei, perché questa è l’unica volta che viene menzionata. Possiamo supporre, comunque, che fosse una donna ricca con la possibilità di mandare dei servitori tra Corinto ed Efeso. Forse ospitava in casa sua una chiesa di cui si prendeva cura. Per questo probabilmente si sarebbe preoccupata di questioni interne alla chiesa e così avrebbe coperto le spese per mandare a Paolo una delegazione per chiedergli consiglio e assistenza. Le notizie che Paolo aveva ricevuto da quelli di casa di Cloe erano gravi e avevano ispirato la sua lettera ai Corinzi.

Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo».14

Paolo affronta il fatto che i credenti appoggiavano singoli leader della chiesa e rivendicavano di avere un rapporto, o di sostenere, qualche leader in particolare. Sembra che i vari gruppi si identificassero con il nome del loro leader: “di Paolo, di Apollo…”.

Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?15

Normalmente la risposta alla domanda “Cristo è forse diviso?” sarebbe stata negativa, ma in questo caso la risposta sarebbe affermativa.

Paolo continua a sottolineare l’assurdità di queste separazioni. Le due domande successive –Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? – si aspettano una risposta negativa. Ovviamente Paolo non era stato crocifisso per i peccati dei credenti. Ovviamente non erano stati battezzati nel suo nome. Paolo ricorda ai Corinzi che l’avvenimento distintivo dei cristiani e dell’esistenza stessa della chiesa era la morte di Cristo. Nei suoi scritti, Paolo approfondisce il fatto che la morte di Cristo è stata “per noi”. Quando morì sulla croce, Gesù rappresentava tutto il suo popolo; con il sacrificio della sua vita per i peccati del suo popolo, prese su di sé il giudizio che si meritavano. Essendo stato crocifisso, Lui solo è il redentore, il sacrificio e il capo della chiesa.

Paolo afferma chiaramente che né lui né altri capi della chiesa sono importanti. Il battesimo mostra che c’è un solo Signore da seguire e indica a chi appartengono i cristiani. Solo Cristo è re, tutti gli altri sono suoi servitori. La fede non si basa su leader umani e sulla loro sapienza, ma sulla potenza di Dio.

Ringrazio Dio che non ho battezzato nessuno di voi, salvo Crispo e Gaio.16

Continuando a specificare che i leader e le personalità umane non contano, Paolo ricorda brevemente il tempo da lui passato a Corinto. Se avessero contato, lui avrebbe passato più tempo a battezzare più persone possibile. Invece ne aveva battezzate solo alcune, tra le quali Crispo e Gaio. È probabile che Crispo sia quello menzionato in Atti 18:8 che era un “capo della sinagoga” e si era avvicinato alla fede con tutta la sua famiglia. Forse Gaio è quello menzionato in Romani16:23, visto che probabilmente Paolo scrisse quella lettera quando era a Corinto. In quel caso, sembra che Gaio fosse una persona piuttosto ricca, dato che aveva ospitato Paolo e la chiesa.

… perciò nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome.17

Il motivo per cui Paolo non aveva battezzato altri, salvo Crispo e Gaio, probabilmente era perché già in precedenza gli apostoli e gli evangelisti avevano delegato il battesimo ai supervisori o ai leader locali della chiesa. Alcuni versetti dopo, Paolo afferma che la sua chiamata è la predicazione del vangelo.

Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto non so se ho battezzato qualcun altro.18

Poi Paolo si ricorda di aver battezzato anche la famiglia di Stefana, ma non ricorda di aver battezzato altri. Forse la persona cui Paolo stava dettando la lettera gli ha ricordato che aveva battezzato Stefana e la sua famiglia. In seguito in questa lettera Paolo si riferisce alla famiglia di Stefana come “la primizia dell’Acaia”, il che implica che lui e la sua famiglia erano stati tra i primi convertiti nella regione.

(Continua.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.

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1 1 Corinzi 1:4.

2 Filippesi 1:4, 9; Colossesi 1:9; 1 Tessalonicesi 1:2; 2 Tessalonicesi 1:11.

3 1 Corinzi 1:4b–5.

4 1 Corinzi 1:6.

5 1 Corinzi 1:7.

6 1 Corinzi 1:8.

7 Ezechiele 30:2–3.

8 Gioele 2:1–2.

9 1 Corinzi 1:9.

10 Deuteronomio 7:9.

11 Deuteronomio 32:4. Vedi anche Esodo 34:6; Salmi 31:5, 57:3, 69:13, 71:22, 86:15, 89:8, 98:3, 145:13; Zaccaria 8:8.

12 1 Corinzi 1:10.

13 1 Corinzi 1:11.

14 1 Corinzi 1:12.

15 1 Corinzi 1:13.

16 1 Corinzi 1:14.

17 1 Corinzi 1:15.

18 1 Corinzi 1:16.


Pubblicato originariamente in inglese il 27 febbraio 2024.