1 Corinzi: capitolo 7 (versetti 17-40)

Giugno 3, 2025

di Peter Amsterdam

 [1 Corinthians: Chapter 7 (verses 17–40)]

Nel precedente articolo abbiamo visto Paolo affrontare alcune questioni sul matrimonio e la sessualità. Nella prossima sezione di questo capitolo passa a trattare il tema di come ognuno debba condurre la vita a cui Dio lo ha chiamato.

Del resto, ciascuno continui a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore, nella quale si trovava quando Dio lo chiamò. Così ordino in tutte le chiese (1 Corinzi 7:17).

L’accento sulla “chiamata” si aggiunge a quanto scritto nel versetto 15: chiamati a vivere in pace. I credenti vivono in pace anche perché conoscono e seguono la chiamata di Dio. Paolo sottolinea che Dio chiama persone che si trovano in situazioni diverse, come illustrerà in seguito, tra cui lo stato sociale, la situazione matrimoniale e la provenienza religiosa. Dio ha uno scopo per ogni cristiano nella situazione in cui si trova e Paolo si riferisce ad essa come a quella nella quale si trovava quando Dio lo chiamò e alla vita che il Signore gli assegnò.

Paolo non suggeriva che i credenti non dovrebbero mai cambiare la loro condizione o il loro posto nella società. Diceva che devono sapere che Dio li ha chiamati e seguire ciò che ha mostrato loro e la vita che ha assegnato loro. Il punto di vista di Paolo è che, in generale, i credenti dovrebbero continuare nelle stesse relazioni e nello stesso servizio, a meno che Dio non assegni loro altri compiti.

Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non faccia sparire la sua circoncisione. Qualcuno è stato chiamato quand’era incirconciso? Non si faccia circoncidere. La circoncisione non conta nulla, e l’incirconcisione non conta nulla; ma ciò che conta è l’osservanza dei comandamenti di Dio. Ognuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.  (1 Corinzi 7:18-20).

Paolo sottolineò che non contavano né la circoncisione né l’incirconcisione. La legge dell’Antico Testamento che richiedeva la circoncisione maschile come segno dell’alleanza di Dio con il suo popolo era superata e non era imposta ai cristiani. Paolo era contrario ai cristiani ebrei che volevano che i gentili convertiti venissero circoncisi. Ricorda ai Corinzi che ha sempre difeso i non circoncisi nella chiesa e non ha permesso ad altri di convincerli che fosse necessario essere circoncisi per ottenere la salvezza o per la loro posizione nella chiesa.

Circoncisi o non circoncisi, i credenti devono rimanere come sono e non devono lasciarsi convincere a cambiare, né devono essere orgogliosi di essere circoncisi o non circoncisi. Sebbene in generale Paolo ritenesse che i non circoncisi dovessero rimanere tali, una volta incoraggiò Timoteo a farsi circoncidere perché ci fosse pace nella chiesa (Atti 16:3); ma non insegnò mai che la circoncisione fosse obbligatoria.

Sei stato chiamato essendo schiavo? Non te ne preoccupare, ma se puoi diventar libero, è meglio valerti dell’opportunità (1 Corinzi 7:21)

Nel Nuovo Testamento, la parola greca doulos viene tradotta come servo, servo coatto o schiavo, a seconda della Bibbia che si utilizza e del contesto del versetto biblico. Alcune versioni della Bibbia traducono doulos come servo quando si riferisce a una forma più limitata di servitù.1 Paolo ricordò ai Corinzi che se qualcuno era un servo (o uno schiavo) quando è diventato credente, allora non doveva pensare che fosse necessario cambiare la propria condizione sociale. Tuttavia, se poteva ottenere la libertà, doveva farlo.

Poiché colui che è stato chiamato nel Signore da schiavo, è un affrancato del Signore; ugualmente colui che è stato chiamato mentre era libero, è schiavo di Cristo (1 Corinzi 7:22).

Spiegò perché i servi e gli schiavi non devono scoraggiarsi per la loro condizione sociale. Ogni credente che è schiavo o servo è un liberto affrancato dal Signore. La schiavitù era diffusa in tutto il mondo mediterraneo in questo periodo. Paolo confortò quelli che non potevano diventare legalmente liberi e ricordò la loro condizione spirituale interiore di libertà in Cristo. Sottolineò che la condizione di servo o di schiavo non portava alcun disonore; anzi, gli schiavi sono uguali in Cristo a coloro che hanno una posizione sociale più elevata. Come Paolo scrisse in altro luogo: Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù (Galati 3:28).2

Voi siete stati riscattati a caro prezzo; non diventate schiavi degli uomini (1 Corinzi 7:23).

Paolo chiude questa discussione ripetendo ciò che ha detto in precedenza: Siete stati comprati a caro prezzo (1 Corinzi 6:20). Tutti i credenti sono stati comprati a prezzo del sangue di Cristo. Sono stati liberati dal dominio del peccato attraverso la morte di Gesù. Poiché hanno questa libertà, i credenti non devono diventare schiavi degli uomini.

Paolo incoraggiava i credenti a considerarsi uomini e donne liberi, indipendentemente dalla loro situazione o condizione sociale, perché Cristo li aveva liberati con la sua morte sulla croce. Paolo sottolineava che l’acquisto della chiesa da parte di Cristo, ottenuto con il suo sangue, significava che la nuova identità della chiesa in Cristo richiedeva un comportamento diverso da parte dei credenti.

Fratelli, ognuno rimanga davanti a Dio nella condizione in cui si trovava quando fu chiamato (1 Corinzi 7:24).

Paolo chiama i credenti di Corinto fratelli [e sorelle] mentre ripete la regola generale di rimanere nella condizione in cui si è chiamati. Queste parole sottolineano il fatto che uno può sapere quando cambiare la propria situazione se dipende da Dio.

A questo punto della lettera, Paolo risponde a un’altra domanda da parte dei Corinzi, tornando ancora una volta sulle questioni relative al matrimonio e al divorzio.

Quanto alle vergini non ho comandamento dal Signore; ma do il mio parere, come uno che ha ricevuto dal Signore la grazia di essere fedele. Io penso dunque che a motivo della pesante situazione sia bene per loro di restare come sono; poiché per l’uomo è bene di starsene così (1 Corinzi 7:25-26).

In alcune traduzioni le vergini sono chiamate “promesse spose”. Probabilmente queste donne erano fidanzate ma non ancora sposate. Sembra che ci fosse disaccordo tra i credenti di Corinto sul fatto che le coppie di fidanzati dovessero procedere con il matrimonio. Paolo affermò che Gesù non aveva dato insegnamenti specifici sulla questione (non ho comandamento dal Signore). Paolo potrebbe aver voluto dire che l’attuale pesante situazione dei Corinzi (tradotta in altre versioni della Bibbia come “avversità”, “presente necessità” o “situazione difficile”) presentava un problema unico che né Gesù né l’Antico Testamento avevano affrontato. Tuttavia, Paolo, in quanto apostolo, aveva autorità bastante a dare il suo giudizio.

Qualificando la sua risposta con penso, Paolo offrì un’opinione o una preferenza piuttosto che una regola assoluta. Chiarì che la sua preferenza derivava dalle circostanze che la chiesa doveva affrontare in quel periodo. La sua opinione era che i non sposati dovessero rimanere tali a causa dell’attuale situazione difficile.

È piuttosto difficile sapere con esattezza che cosa Paolo intendesse con la pesante situazione, o presente necessità. In questo periodo storico si verificarono alcune carestie, e forse lui si riferiva alle carestie in Grecia che causavano difficoltà agli abitanti di Corinto. In un capitolo successivo, Paolo notò che alcuni dei credenti di Corinto avevano fame quando si recavano alla Cena del Signore (1 Corinzi 11:21). Alla luce di queste difficoltà, Paolo suggerisce alle persone non sposate di rimanere tali. Ciò non significa che le vergini non debbano mai sposarsi, né che questo debba essere uno stato di cose continuo; era piuttosto una pausa temporanea ai matrimoni, basata sulla crisi del momento.

Sei legato a una moglie? Non cercare di sciogliertene. Non sei legato a una moglie? Non cercar moglie (1 Corinzi 7:27).

Probabilmente Paolo pensava a quelli che erano fidanzati o promessi in matrimonio. Paolo non voleva che i promessi sposi interrompessero il loro fidanzamento, ma suggeriva di rimandarlo. Suggeriva anche a quelli che erano liberi dagli obblighi matrimoniali di non cercare moglie. I suoi punti principali erano che per il momento chi era già fidanzato non doveva sposarsi e chi aveva rotto il fidanzamento non doveva cercare di contrarre un nuovo matrimonio.

Se però prendi moglie, non pecchi; e se una vergine si sposa, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne e io vorrei risparmiarvela (1 Corinzi 7:28).

Sebbene Paolo ritenesse che il matrimonio fosse sconsigliabile a causa della crisi del momento, non affermava che fosse un peccato sposarsi. Chi si sposava doveva farlo con gli occhi ben aperti sui problemi che avrebbe dovuto affrontare. A causa delle carestie nella regione, probabilmente Paolo intendeva dire che il matrimonio avrebbe reso più difficile mettere il cibo in tavola. Incoraggiava alla prudenza quelli che non erano sposati, perché voleva evitar loro simili problemi.

Ma questo dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa (1 Corinzi 7:29-31 BDG).

Rivolgersi ai credenti di Corinto come fratelli (tradotto anche come fratelli e sorelle) dimostra come Paolo si preoccupi per il loro benessere. Pensa a tutti i credenti: sposati, divorziati, vedovi, fidanzati, celibi e nubili. Fa notare che il tempo è breve e che il mondo nella sua forma attuale sta passando. Cita vari tipi di persone: chi è sposato, chi è in lutto, chi è felice e gioisce e chi ha interazioni con il mondo.

Tutte queste attività sono onorevoli secondo Paolo, ma sono orientate verso la vita terrena (“la figura [presente] di questo mondo” e le sue faccende quotidiane), che non è eterna. Si preoccupava che i credenti si dedicassero troppo a queste cose e incoraggiava una prospettiva eterna. I cristiani dovrebbero vivere come se non avessero moglie, lutti, felicità o beni a occupare la loro attenzione. Naturalmente, le parole di Paolo non devono essere prese in senso assoluto. In altri punti dimostrò una visione equilibrata della responsabilità matrimoniale e della sessualità (Efesini 5:22-33), della felicità (1 Tessalonicesi 5:16), del lutto (Filippesi 3:18) e dei beni materiali (1 Timoteo 6:8). Qui Paolo ricorda ai Corinzi che questi aspetti legittimi della vita non devono essere al centro della loro attenzione.

Vorrei che foste senza preoccupazioni. Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; ma colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie e i suoi interessi sono divisi. La donna senza marito o vergine si dà pensiero delle cose del Signore, per essere consacrata a lui nel corpo e nello spirito; mentre la sposata si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere al marito (1 Corinzi 7:32-34).

Dico questo nel vostro interesse; non per tendervi un tranello, ma in vista di ciò che è decoroso e affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazioni (1 Corinzi 7:35).

Personalmente, Paolo riteneva che rimanere celibi rappresentasse un vantaggio per i cristiani. In tal modo potrebbero essere risoluti nel loro servizio al Signore. Una persona sposata sarebbe divisa tra il desiderio di piacere al Signore e l’obbligo di piacere al coniuge. Tuttavia, Paolo chiarisce che non sta dando ordini o usando la sua posizione di apostolo per dire alle persone di non sposarsi. Sta semplicemente dando ai suoi lettori delle istruzioni per aiutarli a valutare se sposarsi o meno.

Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell’età, e conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure! (1 Corinzi 7:36 CEI).

Sebbene Paolo ritenesse che rimanere single fosse l’opzione migliore in quel momento, sapeva che non era l’unica scelta giusta. Dio ha ordinato il matrimonio (cosa che Gesù ha riaffermato in Matteo 19:4-6) e questo significa che la sua legittimità non può essere annullata. Qualificò il suo consiglio dicendo che le fidanzate che stavano diventando troppo vecchie non dovevano rimandare il matrimonio. Se una persona è convinta che sposarsi è giusto per lei, deve sentirsi libera di farlo. Non è un peccato.

Ma chi sta fermo in cuor suo, e non è obbligato da necessità ma è padrone della sua volontà e ha determinato in cuor suo di serbare vergine la sua figliola, fa bene. Perciò, chi dà la sua figliola a marito fa bene, e chi non la dà a marito fa meglio (1 Corinzi 7:37-38).

Paolo sottolinea che non ci deve essere alcuna costrizione. La persona che sceglie di sposarsi fa la scelta giusta tanto quanto la persona che sceglie di non sposarsi. Sembra che alcuni membri della chiesa desiderassero controllare gli altri in simili questioni, mentre Paolo rifiutava di lasciarglielo fare. Espresse la sua raccomandazione di rimandare il matrimonio, vista la crisi attuale; tuttavia, sapeva che le persone coinvolte dovevano prendere le loro decisioni sa soli. Chi si sposava faceva bene, ma anche chi sceglieva di non sposarsi faceva bene; entrambe le opzioni erano accettabili.

La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore. Tuttavia ella è piú felice, a parer mio, se rimane com’è; e credo di avere anch’io lo Spirito di Dio (1 Corinzi 7:39-40).

Paolo ritorna sulle questioni riguardanti le vedove. Inizia ricordando al lettore la norma secondo la quale il matrimonio dura tutta la vita, ma solo fino alla morte del coniuge (Romani 7:2). Alla morte del marito, la vedova è libera di sposarsi.

Anche se Paolo ammetteva le seconde nozze, a suo parere una vedova sarebbe stata più felice se fosse rimasta sola. Questo consiglio riguardava la situazione di Corinto. Poiché la sua opinione poteva sembrare contraria ai principi biblici generali che favoriscono il matrimonio, Paolo voleva assicurarsi che nessuno liquidasse troppo in fretta la sua opinione, ricordando che anche lui aveva lo Spirito di Dio.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


1 Per una spiegazione più dettagliata del significato del termine doulos nel Nuovo Testamento, vedi Vivere il cristianesimo: i Dieci Comandamenti (Autorità, parte 4).

2 Vedi anche Colossesi 3:11.


Pubblicato originariamente in inglese l’11 febbraio 2025.