Al cuore di tutto: la natura e il carattere di Dio

Ottobre 16, 2011

di Peter Amsterdam

Dio è Spirito

(Per un’introduzione e una spiegazione generale di questa serie, vedete Al cuore di tutto: introduzione)­­

Nel quarto capitolo del vangelo di Giovanni, quando parlava alla samaritana al pozzo, Gesù le disse:

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.[1]

Gesù disse che Dio è spirito. Dio è anche increato, quindi è uno spirito increato. Il fatto che Dio sia increato rende la sua essenza diversa da quella di tutte le cose create. Non è fatto come ogni altra cosa creata: non è fatto di materia. Non è solo energia, aria o spazio, che sono tutte cose create. Possiede un modo d’essere del tutto diverso; esiste in maniera distintamente diversa da tutto ciò che fu creato, compreso gli angeli e gli spiriti umani. Gli esseri umani sono esseri corporei con uno spirito, mentre gli angeli sono esseri immateriali incorporei; tuttavia sono entrambi esseri creati, il che li rende diversi da Dio.

 

(Nota: alcune delle prime traduzioni di Giovanni 4,24 dicevano “Dio è uno Spirito”. Con la maggior disponibilità di manoscritti antichi, a partire dal ventesimo secolo la maggior parte delle traduzioni cattoliche e protestanti lo riportano come “Dio è Spirito”.)

Dio è esistito eternamente come spirito. La sua esistenza è molto superiore a qualsiasi altra cosa noi conosciamo, a qualsiasi altra cosa esista — a “ciò di cui niente più grande può essere pensato”.[2] Lo è tanto che grazie a Lui hanno trovato esistenza tutti gli altri esseri. È l’origine di ogni essere, di tutta la vita.

Cole si espresse lo scrittore Wayne Grudem: Potremmo chiederci perché l’essenza di Dio sia così. Perché Dio è spirito? Tutto ciò che possiamo dire è che è il modo più eccellente e perfetto di esistere! È una forma di esistenza molto superiore a qualsiasi altra cosa noi conosciamo. È sorprendente meditare su questo fatto[3]

Poiché Dio è tanto diverso, tanto superiore a noi, non siamo in grado di capire la sua essenza completa, il suo essere.

L'invisibilità di Dio

Dio è invisibile. Non possiamo vederlo.

 

Il solo che ha l’immortalità e abita una luce inaccessibile che nessun uomo ha mai visto né può vedere, al quale sia l'onore e il dominio eterno. Amen.[4]

 

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è Colui che lo ha fatto conoscere..[5]

 

Non che alcuno abbia visto il Padre, se non colui che è da Dio; questi ha visto il Padre.[6]

 

Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi e il suo amore è perfetto in noi..[7]

Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio sapiente, sia onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen..[8]

Una domanda che sorge spontanea leggendo il versetto precedente è: “Che dire delle storie nel Vecchio Testamento che parlano di persone che videro Dio?” Per esempio, Mosè sul monte Sinai.

Allora Mosè disse: «Deh, fammi vedere la tua gloria!». L'Eterno gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il nome dell'Eterno davanti a te. Farò grazia a chi farò grazia e avrò pietà di chi avrò pietà».

 

Disse ancora: «Tu non puoi vedere la mia faccia, perché nessun uomo mi può vedere e vivere». Quindi l'Eterno disse: «Ecco un luogo vicino a me; tu starai sulla roccia; e mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una fenditura della roccia e ti coprirò con la mia mano, finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai di spalle; ma la mia faccia non si può vedere».[9]

 

Ci furono altre occasioni in cui Dio si mostrò ad alcune persone nel Vecchio Testamento, come ad Abramo, agli Israeliti mentre viaggiavano nel deserto e agli anziani di Israele.

L'Eterno apparve ad Abrahamo alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda durante il caldo del giorno. Abrahamo alzò gli occhi ed ecco, tre uomini stavano in piedi accanto a lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda, si prostrò fino a terra e disse: «Signor mio, se ho trovato grazia davanti a te, ti prego non passare senza fermarti dal tuo servo![10]

E l'Eterno andava davanti a loro, di giorno in una colonna di nuvola per guidarli nella via, e di notte in una colonna di fuoco per far loro luce, affinché potessero camminare giorno e notte.[11]

Poi Mosè ed Aaronne, Nadab e Abihu e settanta degli anziani d'Israele salirono, e videro il Dio d'Israele. Sotto i suoi piedi c'era come un pavimento lavorato di zaffiro, della chiarezza del cielo stesso. Ma egli non stese la sua mano contro i capi dei figli d'Israele; ed essi videro Dio, e mangiarono e bevvero.[12]

Chiaramente ci furono altre occasioni in cui Dio si mostrò al suo popolo in forma visibile. Ciò che videro è una cosiddetta teofania, cioè una manifestazione divina visibile. Vedere una teofania non è la stessa cosa che vedere la piena, o reale, essenza di Dio.

David Berg lo spiegò in questi termini:

Mosè voleva vedere Dio, così Lui gli disse che gli avrebbe fatto vedere le sue spalle! (Esodo 33,3).Quello che Dio intendeva dire, naturalmente, era “la minima parte di me, il minimo che posso mostrarti, la parte più piccola che può essere intravista, o compresa!”[13]

Dio ha una maniera di manifestarsi con quella che i teologi chiamano “teofania”, o un “corpo divino”, una rappresentazione visibile, fisica o materiale di Dio.[14]

Chi vide Dio nel Vecchio Testamento fu in grado di vedere solo una forma o manifestazione esteriore di Dio, una teofania. Non si trattava del suo essere completo, della sua essenza; non era come se vedessero tutto ciò che Dio è, perché nessuno può vederlo e vivere.[15]

Naturalmente, Gesù è Dio e camminò sulla terra e fu visto da molte persone che sopravvissero. Videro Dio Figlio incarnato, quindi vedevano Dio in carne umana, il che non equivale a vedere la pienezza di Dio in tutta la sua gloria. Pietro, Giacomo e Giovanni videro Gesù trasfigurato sul monte, ma anche qui non era Dio nella sua pienezza, che secondo le Scritture nessuno può vedere e vivere. Comunque, anche con quel poco che videro, rimasero sbalorditi.

 

Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte; e fu trasfigurato alla loro presenza: la sua faccia risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.[16]

 

Pietro allora, prendendo la parola, disse a Gesù: «Maestro, è bene per noi stare qui; facciamo dunque tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia!». Egli infatti non sapeva che cosa dire, perché erano spaventati.[17]

Antropomorfismo

Poiché Dio è un essere personale che ci ama e vuole che lo conosciamo e lo amiamo, ha rivelato all’umanità alcuni particolari specifici su Se stesso mediante la sua Parola. Per indicarci la sua natura, ha parlato di Sé in termini che potessimo comprendere. Così, parlando a figure come Abramo, Mosè e i profeti, lo fece con parole che loro potessero intendere, usando un linguaggio descrittivo a cui potessero fare riferimento.

Un mezzo adatto a farlo era l’uso del cosiddetto antropomorfismo, l’attribuzione di caratteristiche umane a un’entità non umana. La parola antropomorfismo deriva da due parole greche, una significante “uomo” e l’altra “forma”. L’antropomorfismo, riferito a Dio, consiste nell’attribuirgli caratteristiche fisiche ed emotive umane, oltre ad esperienze umane.

Per esempio, anche se Dio è uno spirito e non ha un corpo fisico, la Bibbia ne parla come se avesse faccia, occhi, mani, orecchie, bocca, naso, labbra e lingua, braccia, mani, piedi voce e così via.[18] Si parla di Lui anche in termini di esperienze umane, descrivendolo come pastore, sposo, guerriero, giudice, re, marito, ecc.[19] Se ne parla come se partecipasse ad azioni umane, come vedere, ascoltare, sedere, camminare, fischiare, riposare, annusare, oltre a conoscere, scegliere e correggere.[20]

Le emozioni che proviamo noi come esseri umani sono attribuite anche a Lui; così si dice che ama, odia, prova piacere, ride, si pente, s’ingelosisce, si arrabbia, si rallegra e così via.[21]

Ci sono anche analogie tra Dio e cose non umane ma create, paragonandolo a un leone, al sole, a un agnello, a una roccia, una torre, uno scudo ecc.[22]

Antropomorfismo e analogie sono il mezzo che Dio ispirò gli scrittori biblici a usare per esprimere alcuni concetti sulla sua natura e su come fare riferimento a Lui. Anche se Dio non ha letteralmente mani, piedi, orecchie e occhi, simili termini ci offrono una base per afferrare il senso di che cos’è Dio e di che relazione ha con noi.

Il teologo Jack Cottrell ha detto che questo tipo di linguaggio è considerato un’espressione della bontà divina, grazie alla quale Egli si descrive a noi in termini umani, così da farci capire meglio quello che ci dice.[23]

J. I. Packer paragona il modo in cui Dio ci parla a un padre che ha una mente einsteiniana e cerca di spiegare qualcosa a un figlio di due anni. Il linguaggio usato è tanto semplice che il bambino riesce a capirlo, anche se la spiegazione completa può essere molto più complessa.[24] Per esempio, la Bibbia dice che Dio è amore. Sappiamo che cos’è l’amore grazia alla nostra esperienza umana, quindi otteniamo una comprensione concettuale di un particolare di Dio. L’amore ha origine da Dio, è uno dei suoi attributi, e noi, come creature fatte a sua immagine, abbiamo la capacità di amare; comunque, è importante capire che il fatto che Dio sia amore va infinitamente al di là del modo in cui noi interpretiamo l’amore. Esprimere in termini umani una qualità divina come l’amore ci dà un punto di riferimento, ma non ci dà assolutamente una spiegazione completa di cosa significa il fatto che Dio è amore. La totalità dell’amore di Dio va oltre qualsiasi tipo di amore noi possiamo concepire, ma il fatto che siamo in grado di fare riferimento all’amore e che ne abbiamo una certa comprensione ci aiuta ad afferrare il senso di com’è Dio, in termini a noi comprensibili.

Dio è spirito ed è anche personale, oltre a essere il Dio vivente. Ha tutte le qualità di una persona, come autocoscienza, coscienza razionale, autodeterminazione, intelligenza, conoscenza e volontà. E poiché gli esseri umani, fatti a immagine di Dio, hanno anch’essi una personalità, uno dei modi più accettabili per concettualizzare Dio è mediante un linguaggio antropomorfico. Per esprimere la sua natura e il suo carattere, Dio usa una forma linguistica che rivela la sua personalità e ci aiuta a fare riferimento a Lui in maniera a noi familiare.

Ecco come un autore esprime questo concetto: Gli scrittori delle scritture sanno benissimo che Dio non ha un corpo vero e proprio, ma attestano anche che Dio è completamente personale: vede le persone umane, si rivolge a loro e le consiglia; in questo senso ha “occhi”, “mani” e “piedi”. Evitare l’antropomorfismo non ci permetterebbe di raffigurare Dio nella sua realtà viva e personale.[25]

Dio scelse di rivelarsi all’umanità mediante le parole che rivolse agli scrittori biblici e attraverso di loro. Nel far questo, parlò in un linguaggio e in un modo che loro, e noi dopo di loro, potessimo capire. Rivelò se stesso come un Dio Vivente che è personale, spirito e invisibile. Nei prossimi articoli della serie continueremo a coprire altre delle rivelazioni che ha dato su Se stesso.


Note

Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI) e la Traduzione in Lingua Corrente (TILC).


Bibliografia

Barth, Karl. The Doctrine of the Word of God, Vol.1, Part 2. Peabody: Hendrickson Publishers, 2010.

Berkhof, Louis. Systematic Theology. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1996.

Cottrell, Jack. What the Bible Says About God the Creator. Eugene: Wipf and Stock Publishers, 1996.

Craig, William Lane. The Doctrine of God. Defenders Series Lecture.

Garrett, Jr., James Leo. Systematic Theology, Biblical, Historical, and Evangelical, Vol. 1. N. Richland Hills: BIBAL Press, 2000.

Grudem, Wayne. Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine. Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000.

Lewis, Gordon R., and Bruce A. Demarest. Integrative Theology. Grand Rapids: Zondervan, 1996.

Milne, Bruce. Know the Truth, A Handbook of Christian Belief. Downers Grove: InterVarsity Press, 2009.

Mueller, John Theodore. Christian Dogmatics, A Handbook of Doctrinal Theology for Pastors, Teachers, and Laymen. St. Louis: Concordia Publishing House, 1934.

Ott, Ludwig. Fundamentals of Catholic Dogma. Rockford: Tan Books and Publishers, Inc., 1960.

Packer, J. I. The Attributes of God 1 and 2. Lecture Series.

Williams, J. Rodman. Renewal Theology, Systematic Theology from a Charismatic Perspective. Grand Rapids: Zondervan, 1996.


[1] Giovanni 4,24.

[2] Anselmo d’Aosta (detto anche di Canterbury), Proslogion, o Prova ontologica dell’esistenza di Dio.

[3] Grudem, Wayne. Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine. Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000. p. 188.

[4] 1 Timoteo 6,16.

[5] Giovanni 1,18.

[6] Giovanni 6,46.

[7] 1 Giovanni 4,12.

[8] 1 Timoteo 1,17.

[9] Esodo 33,18–23.

[10] Genesi 18,1–3.

[11] Esodo  13,21.

[12] Esodo  24,9–11.

[13] Berg, David Brandt. Il Talismano. Gennaio 1979. 1369:29.

[14] Berg, David Brandt. Uomini dello spazio! Luglio 1970. 2977:24.

[15] Esodo  33,20.

[16] Matteo 17.1–2.

[17] Marco 9,5–6.

[18] Faccia: Poiché l'Eterno è giusto; Egli ama la giustizia; gli uomini retti contempleranno il suo volto. Salmi 11,7

Occhi: L'Eterno è nel suo tempio santo; l'Eterno ha il suo trono nei cieli; i suoi occhi vedono, le sue palpebre scrutano i figli degli uomini. Salmi 11,4.

Mani: Ora so che l'Eterno salva il suo unto; gli risponderà dal suo cielo santo con la forza salvatrice della sua destra. Salmi 20,6.

Orecchie: Ecco, la mano dell'Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire. Isaia 59,1.

Bocca: Non mi sono allontanato dai comandamenti delle sue labbra, ho fatto tesoro delle parole della sua bocca più della mia porzione di cibo. Giobbe 23,12.

Naso: Un fumo saliva dalle sue narici e un fuoco divorante gli usciva dalla bocca; da Lui sprizzavano carboni accesi. Salmi 18,8.

Labbra: Ma se Dio volesse parlare e aprisse le sue labbra contro di te. Giobbe 11,5.

Lingua: Ecco, il nome dell'Eterno viene da lontano; la sua ira è ardente e il suo carico pesante; le sue labbra sono piene d'indignazione e la sua lingua è come un fuoco divorante. Isaia 30,27.

Braccia: Spavento e terrore piomberà su di loro. Per la forza del tuo braccio diventeranno immobili come una pietra, finché il tuo popolo, o Eterno, sia passato, finché sia passato il popolo che tu hai acquistato. Esodo 15,16.

Mani: L'Eterno rispose a Mosè: «Il braccio dell'Eterno è forse raccorciato? Ora vedrai se la mia parola si adempirà o no». Numeri 11,23.

Piedi: Così dice l'Eterno: «Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Dov'è dunque la casa che mi potreste edificare e dov'è il luogo del mio riposo? Isaia 66,1.

Voce: Solo però se tu ubbidisci diligentemente alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti, che oggi ti prescrivo. Deuteronomio 15,5.

[19] Pastore: L'Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà. Salmi 23,1.

Sposo: Come lo sposo gioisce per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te. Isaia 62,5.

Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è l'Eterno degli eserciti; il tuo Redentore è il Santo d'Israele, chiamato Dio di tutta la terra. Isaia 54,5.

Guerriero: L'Eterno è un guerriero, il suo nome è l'Eterno. Esodo 15,3.

Giudice: Poiché l'Eterno è il nostro giudice, l'Eterno è il nostro legislatore, l'Eterno è il nostro re; Egli ci salverà. Isaia 33,22.

Re: Ma l'Eterno è il vero Dio, Egli è il Dio vivente e il re eterno. Geremia 10,10.

[20] Vedere: E Dio chiamò l'asciutto "terra", e chiamò la raccolta delle acque "mari". E Dio vide che questo era buono. Genesi 1,10.

Udire: Così Dio udì il loro gemito, e Dio si ricordò del suo patto con Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe. Esodo 2,24.

Sedere: Il Signore siede come re in eterno; Egli ha preparato il suo trono per il giudizio. Salmi 9,7 – NR.

Camminare: Camminerò tra di voi e sarò il vostro Dio e voi sarete mio popolo. Levitico 26,12.

Fischiare: In quel giorno avverrà che l'Eterno fischierà alle mosche che sono all'estremità dei fiumi d'Egitto, e alle api che sono nel paese di Assiria. Isaia 7,18.

Riposare: Pertanto il settimo giorno, Dio terminò l'opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l'opera che aveva fatto. Genesi 2,2.

Annusare: Il Signore sentì un odore soave; e il Signore disse in cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto». Genesi 8,21.

Sapere: Io scenderò per vedere se hanno veramente fatto secondo il grido che è giunto a me; in caso contrario, lo saprò. Genesi 18,21.

Scegliere: Poiché tu sei un popolo consacrato all'Eterno, il tuo Dio; l'Eterno, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra. Deuteronomio 7,6.

Correggere: Riconosci dunque nel tuo cuore che, come un uomo corregge suo figlio, così l'Eterno, il tuo Dio, corregge te. Deuteronomio 8,5.

[21] Amore: Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna. Giovanni 3,16.

Odio: Non erigerai alcuna colonna sacra, che l'Eterno, il tuo Dio, odia. Deuteronomio 16,22.

Piacere: Perché l'Eterno si compiace nel suo popolo; Egli corona di salvezza gli umili. Salmi 149,4.

Risa: Ma Tu, o Eterno, riderai di loro; ti farai beffe di tutte le nazioni. Salmi 59,8.

Pentimento: E l'Eterno si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Genesi 6,6.

Gelosia: Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché Io, l'Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, Esodo 20,5.

Ira: E l'ira dell'Eterno si accese contro Israele e li diede nelle mani dei predoni, che li spogliarono; e li vendette nelle mani dei loro nemici all'intorno, ai quali non poterono più tener fronte. Giudici 2,14.

Gioia: Il Signore tuo Dio ti farà sovrabbondare di beni in ogni lavoro delle tue mani, nel frutto delle tue viscere, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo; perché il Signore gioirà di nuovo per te facendoti felice, come gioiva per i tuoi padri. Deuteronomio 30,9 – CEI.

[22] Leone: Poiché così mi ha detto l'Eterno: «Come il leone o il leoncello rugge sulla sua preda (quando contro di lui si è riunito un gran numero di pastori e non ha paura delle loro grida né si lascia intimidire dal loro strepito), così scenderà l'Eterno degli eserciti a combattere sul monte Sion e sul suo colle». Isaia 31,4.

Sole: Perché l'Eterno Dio è sole e scudo; l'Eterno darà grazia e gloria; Egli non rifiuterà alcun bene a quelli che camminano rettamente. Salmi 84,11.

Agnello: Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca. Isaia 53,7.

Roccia: Egli è la Roccia, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; Egli è giusto e retto. Deuteronomio 32,4.

Torre: Il nome dell'Eterno è una forte torre; a Lui corre il giusto ed è al sicuro. Proverbi 18,10.

Scudo: Ma tu, o Eterno, sei uno scudo attorno a me; tu sei la mia gloria e colui che mi solleva il capo. Salmi 3,3.

[23] Cottrell, Jack. What the Bible Says About God the Creator. Eugene: Wipf and Stock Publishers, 1996. p. 288.

[24] Packer, J. I. Creation, Evolution and Problems, Lecture 15, The Attributes of God, Part 2, Lecture Series.

[25] Williams, J. Rodman. Renewal Theology, Systematic Theology from a Charismatic Perspective. Grand Rapids: Zondervan, 1996. Bk. 1. p. 51.


Titolo originale: The Nature and Character of God: God Is Spirit
Pubblicato originariamente in Inglese il 30 Agosto 2011